Viaggio di fine estate in Lazio, tra i gioielli della Tuscia

Pubblicato il 2 Agosto 2020 in Outdoor Viaggi Vacanze in Italia

Tuscia era la denominazione attribuita all’Etruria dopo la fine del dominio etrusco, a partire dalla Tarda Antichità all’Alto Medioevo. Oggi Tuscia sta ad indicare il viterbese e in genere l’Alto Lazio. Questo originale itinerario si sviluppa in un territorio poco conosciuto dal punto di vista turistico, ma caratterizzato da speroni di roccia tufacea, profondi valloni ombrosi, laghi cristallini, borghi medi0evali che sfidano la natura, ameni siti archeologici, una variegata cucina di frontiera e ottimi vini che invitano alla convivialità. L’origine dello straordinario paesaggio va ricercata negli ingenti accumuli di materiale vulcanico, prevalentemente lapilli e ceneri, depositati sul terreno da potenti eruzioni vulcaniche, consolidati fino ad assumere la consistenza rocciosa dei tufi e del peperino e in seguito erosi dagli agenti atmosferici e dai corsi d’acqua, creando quei suggestivi profondi solchi, le “forre”, che identificano gran parte del territorio viterbese. L’adattamento dell’uomo a questa morfologia, è la matrice degli sviluppi architettonici e soprattutto urbanistici di ogni insediamento nell’area e dei meravigliosi “Gioielli della Tuscia”. Dal borgo lacustre di Bolsena, ai piedi dei Monti Volsini, a Civita di Bagnoregio, il “paese che muore”, al centro della Valle dei Calanchi; dallo stupefacente “Parco dei Mostri” di Bomarzo al sofisticato giardino del Castello Ruspoli di Vignanello; da Villa Lante di Bagnaia, uno dei migliori esempi di residenza tardo rinascimentale in Italia, al maestoso Palazzo Farnese di Caprarola; dai resti dell’Anfiteatro Romano di Sutri alle tombe dipinte della Necropoli Etrusca di Monterozzi (Patrimonio UNESCO); da Viterbo, il capoluogo della Tuscia, definita da secoli la “Città dei Papi”, agli edifici sacri di Tuscania, risalenti al periodo romanico: un vero e proprio scrigno di tesori preziosi! 

PROGRAMMA DI VIAGGIO Partenze Estate 2020 

1° giorno / Roma – Bolsena (130 km) 

Il pittoresco borgo lacustre ai piedi dei Monti Volsini 

Nel primo pomeriggio incontro con il tour leader alla stazione di Roma Termini. Pick-up del gruppo e partenza verso nord per Bolsena, pittoresco borgo che sorge su un colle alle pendici dei Monti Volsini, in bella posizione panoramica sul versante nord-orientale dell’omonimo lago vulcanico, uno straordinario vasto specchio d’acqua che con i suoi 114 kmq di superficie rappresenta il più grande lago vulcanico d’Europa. Resto del pomeriggio libero per relax. Pernottamento in hotel. 

Pasti: cena libera. 

2° giorno / Bolsena – Civita di Bagnoregio – Castiglione in Teverina – Bolsena (60 km) 

Il “paese che muore”, l’azienda agricola sulle splendide colline dell’Alta Teverina, la Collegiata di Santa Cristina 

Dopo la prima colazione partenza verso Est per il suggestivo borgo di Civita di Bagnoregio (tra I Borghi più belli d’Italia), il cosiddetto “paese che muore”, situato al centro della meravigliosa Valle dei Calanchi su un colle di tufo sottoposto a una continua e inesorabile erosione ad opera sia degli agenti atmosferici sia di due piccoli torrenti che scorrono nel fondovalle. Al termine della visita si prosegue verso il confine orientale della Tuscia, costituito dal corso del fiume Tevere, antico limite tra l’Etruria e il mondo italico. Nei pressi di Castiglione in Teverina, nel cuore di una zona che vanta antiche tradizioni oleare e vitivinicole, si trova una prestigiosa azienda agricola che offre una produzione di olio extra vergine d’oliva e di vini doc. Visita dell’azienda con pranzo-degustazione a base di prodotti tipici dell’Alta Tuscia. Nel pomeriggio rientro a Bolsena per scoprire le suggestive tradizioni legate alla patrona Santa Cristina, figlia dodicenne del prefetto Urbano, che governava il municipio romano di Volsinii, Bolsena, sotto l’impero di Diocleziano. Nella Collegiata dedicata alla martire è ancora conservata la pietra che, invece di causarne l’affogamento, la aiutò a galleggiare evitandole così la morte, e sulla quale rimangono le impronte dei suoi piedi. Pernottamento in hotel. 

Pasti: colazione in hotel, pranzo-degustazione in azienda agricola, cena libera.

L’Azienda Agricola di Castiglione in Teverina è situata su una delle splendide colline dell’Alta Teverina laziale, vicino al confine con l’Umbria, ad un’altitudine che varia tra i 300 e i 450 m, con un’estensione totale di 40 ha di terreno, tra vigneti, oliveti e seminativo. L’appartenenza ad una famiglia tradizionalmente frantoiana, la personale esperienza olearia e soprattutto l’eccezionale origine e qualità delle olive, consentono la produzione di un olio extra vergine d’oliva finemente delicato con un ottimo fruttato. Così per i vini, prodotti nella nuova cantina dotata delle più moderne tecnologie, per essere poi perfezionati nella storica cantina di famiglia, ambiente unico e suggestivo. Il tour dell’azienda prevede la visita della cantina di vinificazione con accurata spiegazione dei vari processi e passeggiata all’interno dei vigneti; la visita del frantoio tradizionale con macine in pietra e relative informazioni sul metodo di spremitura a freddo dell’olio extra vergine d’oliva; la visita della cantina storica, interamente scavata nel tufo, e percorso nella grotta con all’interno la tenuta di barrique; la presentazione dei 6 vini prodotti dall’azienda e la degustazione a base di prodotti tipici.

 

 

3° giorno / Bolsena – Bomarzo – Vignanello – Bolsena (120 km) 

Il misterioso e stupefacente “Bosco Sacro” o “Parco dei Mostri” e il meraviglioso parterre del Castello Ruspoli 

Dopo la prima colazione partenza verso Sud-Est per Bomarzo. Visita del Parco dei Mostri, fatto realizzare da Pier Francesco (detto Vicino) Orsini, originale e romantico personaggio del Rinascimento italiano, intorno alla metà del 1500. Nello stupefacente parco artistico una splendida scenografia naturale si fonde con la fantasia un po’ grottesca delle imponenti sculture realizzate in pietra vulcanica. Si prosegue per Vignanello, borgo dalle antiche origini situato nella zona collinare posta ad est dei Monti Cimini, tra castagneti e vaste coltivazioni di noccioleti. Il centro storico, posto su un banco di tufo, è caratterizzato dal maestoso Castello Ruspoli che vanta uno dei più eleganti e sofisticati giardini del mondo. Rientro a Bolsena nel tardo pomeriggio. Pernottamento in hotel. 

Pasti: colazione in hotel, pranzo e cena liberi.

Chiamato da Vicino Orsini Sacro Boscoe dedicato alla moglie Giulia Farnese, questo esempio di “Manierismo italiano”, ideato dall’architetto Pirro Ligorio (colui che completò la Basilica di San Pietro dopo la morte di Michelangelo), venne ribattezzato Parco dei Mostridalla fantasia popolare. All’ingresso del parco, sormontato dallo stemma degli Orsini, si viene accolti dai versi incisi su due Sfingi che presentano ed elogiano ciò che il visitatore si accinge a vedere. Lemolte sculture in peperino sono armoniosamente integrate nel lussureggiante paesaggio con grandi prati e viali alberati. Il parco è articolato su terrazze degradanti alla sommità delle quali sorge il Tempietto a forma ottagonale sormontato da una cupola. Gli incredibili scenari con la Lotta tra i Giganti, Proteo e Glauco, la Ninfa dormiente e il gruppo scultoreo composto da una Balena sormontata da una Tartaruga che a sua volta sorregge una Donna alata, simbolo del passaggio di purificazione, richiamarono l’attenzione di molti intellettuali del tempo per i loro aspetti simbolici e alchemici. Natura, arte e fantasia si fondono in modo bizzarro e insolito rendendo il parco particolarmente suggestivo e stupefacente.

Il giardino all’italiana ha raggiunto la sua massima espressione nel Viterbese, che vanta la più alta concentrazione mondiale di giardini storici e il Castello di Vignanello ne rappresenta l’esempio forse più elegante, più sofisticato e più celebrato in tutto il mondo. La proprietà si formò attorno ad una rocca dei frati benedettini costruita nell’anno 853, quando questo territorio apparteneva allo Stato Pontificio. La prima feudataria fu Beatrice Farnese nel 1531, cinque anni dopo, alla sua morte, papa Paolo III Farnese confermò la discendenza alla figlia Ortensia, sposata a Sforza Marescotti. La costruzione subì una trasformazione secondo gli schemi architettonici ghibellini, su disegno del Sangallo. Il castello così come lo si vede oggi fu voluto nel 1610 dalla moglie di Marco Antonio Marescotti, Ottavia Orsini, figlia del creatore del suggestivo Parco di Bomarzo, che lasciò traccia indelebile del suo amore per questo luogo. Nel 1704 il castello prese il nome Ruspoli, con l’obbligo di tramandare il nome e oggi è ancora residenza estiva dei discendenti della stessa famiglia. Il giardino annesso ospita uno dei più acclamati parterre del Seicento; il grande spazio pianeggiante e rettangolare è attraversato in lunghezza e larghezza da quattro viali, che definiscono dodici aiuole di bosso allineate e squadrate che racchiudono al centro una grande vasca recinta da quattro arcate di balaustre. Queste “sculture vegetali”, in origine di salvia e rosmarino, conferiscono al luogo la nitidezza di un disegno geometrico astratto. Nonostante i cambiamenti di stile, soprattutto a fine Settecento con la moda delle broderies francesi, il giardino si è mantenuto miracolosamente intatto.

4° giorno / Bolsena – Bagnaia – Viterbo (40 km) 

Villa Lante: uno dei migliori esempi di residenza tardo rinascimentale in Italia, i principali siti d’interesse della “Città dei Papi” 

Dopo la prima colazione partenza verso sud per il piccolo borgo di Bagnaia, in cui si trova la splendida Villa Lante, uno dei migliori esempi di residenza tardo rinascimentale in Italia, situata all’interno di un parco di 22 ettari, che ospita uno splendido giardino con magniloquenti fontane con giochi d’acqua. Creata e voluta dal potente cardinale Gambara, in nome della supremazia dell’uomo sulla natura, la villa, chiusa in un rigoroso dedalo geometrico di siepi sempreverdi e statue di peperino, è opera dell’architetto Jacopo Barozzi da Vignola. Un ruscello, che sgorga in alto nella roccia, attraversa il parco della villa longitudinalmente, seguendo il pendio del terreno, sfruttando e raccordando i vari dislivelli con terrazze e vasche fino a placarsi nel quadrato della Fontana dei Mori. Nel primo pomeriggio si prosegue per Viterbo, il capoluogo della Tuscia, definita da secoli la “Città dei Papi”. Visita dei principali siti d’interesse della città: la Cattedrale di San Lorenzo, il Palazzo dei Papi con la Sala del Conclave, il quartiere medioevale San Pellegrino, la chiesa dedicata al culto della Santa Patrona Rosa, il Palazzo dei Priori con le sue sale affrescata e tutto il centro storico con le sue numerose piazzette e fontane. Pernottamento in hotel. 

Pasti: colazione in hotel, pranzo e cena liberi. 

5° giorno / Viterbo – Sutri – Caprarola – Viterbo (65 km) 

L’Anfiteatro Romano, la Necropoli Etrusca e il luogo di culto dedicato al dio Mitra; Palazzo Farnese, maestosa residenza del Cinquecento 

Dopo la prima colazione partenza verso sud per l’affascinante località di Sutri (tra I Borghi più belli d’Italia), dalle remote origini risalenti all’età del bronzo, ma fiorente soprattutto a partire dal periodo della dominazione etrusca. Nei primi secoli del Medioevo subì le sorti di molti altri feudi vicini, passando di mano in mano tra varie famiglie potenti fin quando Carlo Magno non decise di assegnarlo a sua sorella, ormai diseredata. Secondo la leggenda ella partorì qui, in una grotta, il famoso Orlando, nominato paladino di Francia. A Sutri tante e affascinanti sono le testimonianze del passato: l’Anfiteatro Romano completamente scavato nel tufo; la vasta Necropoli Etrusca con una nutrita serie di tombe rupestri del VI-IV sec. A.C; la Chiesetta della Madonna del Parto, già sepolcreto etrusco e poi luogo di culto del dio Mitra, anch’essa ricavata nella roccia, che conserva resti di affreschi di carattere primitivo. Pranzo in ristorante tipico. Dopo pranzo trasferimento a Caprarola, borgo edificato sopra uno sperone a più di cinquecento metri sul livello del mare. Presenta una tipica struttura urbanistica basata su un impianto viario orientato lungo l’asse dell’antica “Via dritta”, la maggiore via cittadina, culminante nel piazzale antistante lo splendido Palazzo Farnese, maestosa residenza dell’omonima famiglia la cui costruzione, su progetto di Antonio da Sangallo, venne affidata al Vignola a partire dal terzo decennio del Cinquecento. Al termine della visita rientro a Viterbo. Pernottamento in hotel. 

Pasti: colazione in hotel, pranzo in ristorante tipico, cena libera. 

Il Vignola fece tagliare la collina per dare a Palazzo Farnese una collocazione “superiore”, per isolarlo dal resto del borgo di Caprarola e conferirgli una vista panoramica. Dalla doppia scala si accede al cortile di forma circolare con due porticati sovrapposti e volte affrescate. Le meraviglie degli interni iniziano subito a partire dalla Scala Regia, una scalinata a chiocciola retta da trenta colonne doriche. I gradini, molto ampi, tradiscono il lusso per la comodità di Alessandro Farnese nipote: non voleva salirli a piedi, quindi li fece costruire a grandezza di cavallo! Da questa scalinata si accede al Piano Nobile e alcune delle sale più belle del palazzo. Si susseguono la Camera dell’Aurora (camera da letto) e la Stanza dei Fasti Farnesiani, con affreschi che raccontano la vita dei Farnese; l’Anticamera del Concilio e la Sala dei Fasti di Ercole, decorata da Federico Zuccari, che racconta il mito della creazione del vicino Lago di Vico. Secondo la leggenda fu Ercole a creare il lago con un colpo di clava! Una delle stanze più belle del palazzo è la Stanza delle Geografiche o del Mappamondo, in cui è possibile vedere quale era la conoscenza del mondo al tempo dei Farnese. Una stanza singolare è la Sala degli Angeli o Dell’Eco chiamata così per i particolari effetti acustici. Sul retro del palazzo ci sono dei magnifici giardini all’italiana e la Casina del Piacere usata da Luigi Einaudi come residenza estiva del Presidente della Repubblica. 

6° giorno / Viterbo – Nepi – Castel Sant’Elia – Viterbo (80 km) 

Le forre dell’Agro Falisco, l’imponente Rocca dei Borgia e la maestosa Basilica di Sant’Elia 

Dopo la prima colazione partenza verso Sud-Est per l’antica area dell’Agro Falisco che in lontananza appare come un’unica e piatta vallata, mossa solo da modeste collinette, ma la sua immagine muta completamente non appena si decide di addentrarvisi, anche solo transitando sulle strade principali che la attraversano. Profonde gole e burroni si aprono come squarci nel terreno. Le “forre”, che rappresentano l’elemento geomorfologico caratteristico di questo territorio, sono delle larghe valli delimitate da pareti sub-verticali scavate dalla millenaria azione erosiva dei torrenti sul substrato vulcanico. L’adattamento dell’uomo a questa morfologia, è la matrice degli sviluppi architettonici e soprattutto urbanistici di ogni insediamento nell’area. In questo contesto si inserisce l’abitato di Nepi, sorto in epoca antica, ricordato per essere la città delle terme dei Gracchi, da cui sgorgano ancora ottime acque minerali. Nel centro storico, attraversato dall’antica Via Amerina, si riscontrano tracce di mura etrusche, medioevali e rinascimentali e domina la Rocca dei Borgia. Edificato su strutture che risalgono, nella fase più antica, all’età romana, fra il 1479 ed il 1483 il castello venne fatto ampliare dal cardinale Rodrigo Borgia il quale, divenuto papa, lo donò alla figlia Lucrezia. Non lontano da Nepi, in posizione dominante nella suggestiva quanto misteriosa Valle Suppentonia e collocato tra due delle più importanti vie consolari, la Cassia e la Flaminia, sorge Castel Sant’Elia, paese ricco di storia situato anch’esso all’interno dell’Agro Falisco. Nella sua parte più antica si trova, ai margini di una rupe, la maestosa Basilica di Sant’Elia ricostruita nell’XI secolo secondo lo schema tradizionale delle basiliche paleocristiane in puro stile romanico, sul quale si innestano elementi di origine lombarda. Monumento nazionale che, secondo un’antica tradizione, sorge nel luogo dove l’imperatore Nerone fece innalzare un Tempio a Diana Cacciatrice. Rientro a Viterbo nel tardo pomeriggio. Pernottamento in hotel. 

Pasti: colazione in hotel, pranzo e cena liberi. 

7° giorno / Viterbo – Tarquinia – Tuscania – Viterbo (95 km) 

Le meravigliose tombe dipinte della Necropoli Etrusca di Monterozzi, le chiese romaniche di San Pietro e Santa Maria Maggiore 

Dopo la prima colazione partenza verso sud-ovest per Tarquinia, una delle più antiche città etrusche, la cui storia è legata, attraverso i due re Tarquini (Tarquinio Prisco e Tarquinio il Superbo), alle più antiche vicende della storia di Roma, con la quale fu più volte in guerra e dalla quale fu infine sottomessa all’inizio del III secolo a.C. Visita della Necropoli di Monterozzi, Patrimonio dell’Umanità UNESCO, che costituisce uno dei complessi archeologici più straordinari dell’intera area mediterranea per la presenza di centinaia di tombe dipinte, cui si affiancano i tumuli principeschi a carattere monumentale. Pranzo presso un’azienda agricola che produce un ottimo olio extra vergine di oliva, del buon vino e prodotti a base di lavanda. Nel pomeriggio si prosegue in direzione di Tuscania, città d’arte dal fascino unico, circondata da una dolce e intatta campagna, uno dei più bei paesaggi della Tuscia. La sua storia lunga secoli è leggibile nelle numerose tombe etrusche e romane che si trovano nel suo territorio, inoltre è ricca di edifici sacri risalenti al periodo romanico di particolare rilevanza e bellezza. Visita delle imponenti Chiese di San Pietro e Santa Maria Maggiore. Rientro a Viterbo nel tardo pomeriggio. Pernottamento in hotel. 

Pasti: colazione in hotel, pranzo in azienda agricola, cena libera. 

8° giorno / Viterbo – Vasanello – Roma (120 km) 

Il possente Castello Orsini e la vecchia fabbrica di ceramiche 

Dopo la prima colazione partenza verso est per Vasanello, un antico insediamento falisco lungo la Via Amerina, che accoglie nel suo centro storico la possente mole del Castello Orsini, che si erge come baluardo all’ingresso del borgo antico con le sue torri angolari cilindriche. Eretto nel XVI secolo, su preesistente costruzione medievale, nel castello soggiornarono Giulia Farnese e Lucrezia Borgia. Visita del castello, con il suo giardino medioevale, e della vecchia fabbrica di ceramiche, sita nelle antiche scuderie Barberini. A Vasanello la lavorazione della ceramica è il più importante esempio della tradizione locale tramandata dai “cocciari” che nelle antiche fornaci costruivano i mattoni, le brocche e i vasi detti “pignatte”. Al termine delle visite partenza verso sud per la stazione di Roma Termini. 

Pasti: colazione in hotel, pranzo libero. 

Nella pagina a destra tutte le indicazioni di viaggio.

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