In Toscana è urgente riattivare gli ambulatori specialistici

Pubblicato il 13 Luglio 2020 in Wellness Salute
ambulatorio

Mettere subito gli ambulatori specialistici territoriali della Toscana in condizione di riprendere la loro normale attività di presa in carico di pazienti cronici e di attività diagnostica, abbattendo le liste d’attesa anche attraverso un aumento delle ore degli specialisti convenzionati interni del territorio. Questo l’appello lanciato dalle società scientifiche e dalle organizzazioni sindacali di medici riunite nell’Advisory Board di Senior Italia FederAnziani che ha promosso la tavola rotonda virtuale “Il problema delle cronicità al tempo del COVID -19 nella Regione Toscana” nella quale medici e pazienti hanno presentato le proprie criticità all’Assessore al diritto alla salute della Regione Toscana, Stefania Saccardi.

“Anche in Toscana come nelle altre regioni in questo periodo di lockdown si è accumulato un importante ritardo nelle visite di controllo delle persone affette da patologie croniche, negli screening e nelle nuove diagnosi, un ritardo che ora va colmato facendo subito ripartire la macchina della sanità  – dichiara il Presidente di Senior Italia FederAnziani Roberto Messina riassumendo i risultati dell’incontro – I ritardi nelle diagnosi fanno sì che le patologie saranno intercettate a uno stadio più avanzato con rischi di salute per i cittadini e ulteriori costi per il servizio sanitario nazionale. Tra le altre criticità riscontrate in Toscana in questo periodo anche un calo importante dell’aderenza alla terapia, con molti pazienti che hanno autosospeso i farmaci ad esempio in ambito cardiologico. Bisogna riattivare l’attività ambulatoriale in maniera massiccia, ricontattare i pazienti, far capire loro che non bisogna sospendere i farmaci. I centri che avevano in carico i pazienti per valvulopatie devono richiamarli per riprendere le sostituzioni valvolari, specialmente quelle transcatetere che sono quelle maggiormente rimaste indietro. Il teleconsulto e il telemonitoraggio sono strumenti nuovi e importanti da valorizzare, ma vanno usati con raziocinio tenendo conto del livello reale di alfabetizzazione informatica dei cittadini, senza lasciarsi andare a visioni utopistiche”.

“Il Covid ha accentuato un problema che in parte esisteva da prima. Le liste d’attesa erano già il denominatore comune delle varie regioni – dichiara il Segretario Generale di Sumai Assoprof Antonio Magi – È il momento buono per cominciare a investire seriamente per agevolare la presenza degli specialisti. Gli specialisti che servono li abbiamo anche in Toscana, sono già in servizio, se riuscissimo a portarli da 20 a 38 ore avremmo già raddoppiato l’offerta della regione. Ma lo specialista va messo anche in un ambito di equipe in cui le varie figure facciano rete. Solo così il paziente può essere preso in carico in modo efficiente. Una volta uscito dall’ospedale deve trovare sul territorio una rete importante che lo possa seguire, cercando soluzioni che permettano di evitare i ricoveri.» Ecco la fotografia scattata dal board in Toscana nelle varie aree: gli pneumologi hanno interrotto molte attività ordinarie per dedicarsi al Covid e questo, secondo gli esperti, sarà pagato in termini di mortalità per le patologie respiratorie croniche. Oltre a ciò occorre aprire ambulatori del post Covid per valutare quei pazienti cronici che hanno preso infezione da Covid, con scenari nuovi in cui il Covid si innesta su patologie croniche già invalidanti, e valutare un setting nuovo di accesso all’ospedale, un link col territorio importante, una camera di regia. In ambito cardiologico si riscontra un calo drammatico nell’aderenza alla terapia in ambito ipertensione. In secondo luogo le sale operatorie sono state chiuse a lungo e la conseguenza è stata un blocco di interventi delicati come la sostituzione delle valvole cardiache che ora occorre recuperare con assoluta urgenza; abbiamo infine assistito a un aumento del numero di infarti per il timore dei pazienti di contrarre il Covid presentandosi in Pronto Soccorso. C’è ancora troppo poco personale a disposizione del pubblico per processare gli appuntamenti. In ambito reumatologico la rapida attivazione degli strumenti di monitoraggio ha consentito di continuare a seguire i pazienti, anche se i reumatologi sono ancora in numero troppo ridotto.

“Stiamo lavorando cercando di far tesoro dell’esperienza maturata con il Covid, soprattutto guardando al rafforzamento del territorio, che è il luogo più adeguato in cui gestire le patologie croniche. Hanno, infatti, retto meglio le Regioni che avevano il territorio più organizzato e strutturato, ed è stata premiante la scelta di tenere il più possibile fuori dagli ospedali le situazioni di difficoltà. Questo è l’aspetto sul quale dovremo continuare a lavorare. Abbiamo finora avuto limiti pesantissimi nell’assunzione del personale, limiti che abbiamo tentato di abbattere per anni senza successo. Oggi abbiamo avuto la possibilità di inserire nel sistema sanitario nuove forze come operatori socio-sanitari, infermieri, tecnici, medici specializzandi, grazie all’allentamento delle norme per via dell’emergenza Covid. Stiamo provando a lavorare con la medicina generale per utilizzare al meglio non solo le risorse che già sono a disposizione, ma anche quelle che abbiamo potuto attivare nel periodo dell’emergenza. Ospedale e territorio devono legarsi in un dialogo costante. Il teleconsulto non può essere sostitutivo della visita medica, ma può essere valutato dal professionista per migliorare la diagnostica e limitare l’eccessivo accesso all’ospedale”, ha dichiarato l’Assessore al diritto alla salute della Regione Toscana, Stefania Saccardi.

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