1-7 dicembre 2022: Edison illumina Milano con la Prima diffusa della Scala

Pubblicato il 24 Novembre 2022 in Outdoor Spettacolo Ideas Eventi Musicali

Dall’1° al 7 dicembre il Comune di Milano ed Edison portano in tutta la città l’opera che inaugura la stagione 2022/2023 del Teatro alla Scala, Boris Godunov di Musorgskij, con la regia di Kasper Holten. L’opera sarà trasmessa in diretta in 35 luoghi di Milano, dal centro alla periferia, e 60 saranno gli eventi gratuiti in città e provincia

(In apertura foto di Carlotta Coppo)

L’opera

BORIS GODUNOV

di Modest Petrovič Musorgskij

Dramma musicale popolare

in un prologo e tre atti (versione 1869)

Orchestra e coro Teatro alla Scala

Direttore Riccardo Chailly

Regia Kasper Holten

Scene Es Devlin

Costumi Ida Marie Ellekilde

Luci Jonas Bǿgh

 

Per avere un’idea del testo di passate edizioni: Scene dal Boris Godunov opera su libretto di Musorgskij dal dramma omonimo di Puškin Traduzione italiana del testo che viene cantato nell’originale russo.

SCENA DELL’INCORONAZIONE (Prologo, scena II)

Dopo la morte misteriosa dello zar Dmitrij, figlio di Ivan il terribile e legittimo erede al trono, viene incoronato Boris Godunov, suo zio e tutore. A Mosca, sulla piazza del Cremlino, davanti alla Cattedrale dell’Assunzione, si svolge la cerimonia di incoronazione alla presenza del popolo esultante.

POPOLO Vita e salute allo zar padre nostro! Come allo splendido sole nel cielo Gloria, gloria! Così in russia allo zar Boris. Gloria! Gloria! Vita e salute! Vita e salute! Zar padre nostro! Zar padre nostro! Vita e salute! Rallegratevi, genti! Rallegrati e sii lieto, popolo! Popolo ortodosso! Popolo ortodosso! Esalta e glorifica lo zar Boris

BOIARI Salute allo zar Boris Fedorovic!

POPOLO Salute! Così in russia allo zar Boris! Gloria, gloria allo zar, gloria! Gloria, gloria, gloria, gloria! (Boris si mostra sul sagrato: Šujskij, da dietro di lui, fa segno al popolo di smettere)

BORIS (subbuglio; lotta delle guardie del popolo. Boris si mostra dalla Cattedrale dell’Arcangelo e si dirige verso gli appartamenti) La mia anima si rattrista! Una qualche paura involontaria con un funesto presentimento mi stringe il cuore. O giusto! O Padre mio onnipotente! Guarda dai cieli alle lacrime dei tuoi fedeli servi e benefica il mio potere della tua santa benedizione. Che io sia buono e giusto, come te. Che possa guidare il mio popolo gloriosamente. Ora inchiniamoci ai defunti sovrani della russia. Poi inviteremo il popolo a un banchetto, tutti, dal boiaro al mendicante cieco, tutti potranno entrare, tutti saranno ospiti chiari. (Boris scende dal sagrato, accompagnato da Šujskij, mentre continua la processione verso la Cattedrale dell’Arcangelo)

POPOLO Gloria! Gloria! Gloria! Vita e salute allo zar nostro padre! Lunga vita allo zar Boris! Come il sole splende nel cielo, gloria! Gloria! Così in russia allo zar Boris gloria! Gloria e lunga vita! Gloria! Gloria! Gloria!

MONOLOGO DI BORIS Sono passati alcuni anni dall’incoronazione di Boris e le sciagure si abbattono continuamente sulla Russia e sulla famiglia dello zar; il popolo comincia a ritenere Boris colpevole delle sventure. Boris è ossessionato dai fantasmi del passato e dai sensi di colpa: è lui che ha ucciso il piccolo Dmitrij per impadronirsi del potere. Ho raggiunto il potere supremo. È già il sesto anno che regno nella pace. Ma non c’è felicità nella mia anima tormentata! Invano i maghi mi predicono lunghi giorni, giorni di potere sereno. Né la vita, né il potere, né la seduzione della gloria, né le grida della folla mi rallegrano. Nella mia famiglia sperai di trovare conforto, preparai per mia figlia l’allegra festa nuziale, per la mia principessa, la mia pura colombella. La morte, come una tempesta, rapì il fidanzato… È la mano del terribile giudice, la sentenza è spaventosa per l’anima colpevole… Intorno soltanto oscurità e tenebre impenetrabili! rilucesse almeno un raggio di speranza! E il cuore è pieno di sofferenza, e soffre, si strugge l’anima stanca. Come un tremito segreto… Aspetti continuamente qualcosa… Con la preghiera fervente ai santi di Dio speravo di lenire le sofferenze dell’anima… Nella grandezza e nello splendore del potere illimitato, io, il sovrano della russia, implorai le lacrime di consolazione… E qui delazioni: le fazioni dei boiari, gli intrighi della Lituania, e le mene segrete… E fame, e morte, e paura, e devastazioni… Come una bestia selvaggia, si aggira il popolo appestato, povera, affamata, geme la russia… E nel dolore crudele, mandato da Dio come prova per il nostro tremendo peccato, considerano me colpevole di tutti i mali e maledicono sulle piazze il nome di Boris! E anche il sonno fugge, e nelle tenebre della notte si alza il bambino insanguinato… Gli occhi brillano, stringe le manine, chiede pietà… Ma non ha ottenuto pietà! La terribile ferita si squarcia! Si sente il suo ultimo grido… ah, signore, Dio mio!

SCENA DELLA MORTE Divorato dai sensi di colpa, lo zar Boris è ormai sull’orlo della follia. Dopo un’ennesima allucinazione, provocata dall’ambizioso principe Šujskij, Boris si sente morire e manda a chiamare il figlio Fëdor.

BORIS (lancia un grido e si porta la mano sul cuore) Oh, soffoco, soffoco! Date luce! (I boiari si lanciano in suo aiuto; cade esanime tra le braccia dei boiari. Riprende conoscenza). Presto, lo zarevič! Oh, che peso! Il saio! (I boiari fanno sedere Boris su una poltrona). Lasciateci! Uscite tutti! (I boiari escono). Addio, figlio mio, muoio… Ora inizierai a regnare. Non domandare in che modo sono arrivato al trono… Non c’è bisogno che tu lo sappia. (solennemente) Tu regnerai secondo il diritto, come mio successore, come mio figlio primogenito… Figlio mio! Mio adorato figlio! Ascolta, Fëdor: non credere ai consigli dei boiari sediziosi, diffida delle loro relazioni segrete con la Lituania, punisci il tradimento senza pietà, puniscilo senza misericordia; amministra severamente la giustizia, amministrala con rettitudine, difendi come un soldato la vera fede, abbi religioso rispetto per i santi di Dio. Proteggi tua sorella, la zarevna, figlio mio, tu rimani il suo unico difensore… della nostra Kšenija, pura colomba. Signore! Signore! Guarda, ti prego, le lacrime di un padre colpevole; non per me ti prego, non per me, signore!… Dalla tua celeste, inaccessibile altezza spandi la tua luce benedetta sui miei figli innocenti, miti, puri… Forze celesti!… Guardiani del trono eterno… Con le vostre ali luminose proteggete mio figlio dal male e dalla sventura… e dalle tentazioni… (Si stringe il figlio al petto e lo bacia. Fuori scena un lungo suono di campane, un rintocco funebre. Sta in ascolto). Senti!… Il rintocco funebre!

CORO (fuori scena) Piangete, piangete, genti, la vita da lui si allontana, mute sono le sue labbra, prive ormai di risposta.

BORIS Il lamento funebre, il saio… il santo saio… lo zar si fa monaco.

CORO Piangete, alleluja! BORIS No! No, figlio mio, la mia ora è venuta…

CORO (si avvicina alla scena) Vedo il fanciullo morente e singhiozzo, piango: si agita, trema… (I boiari e il Coro arrivano sulla scena dal grande ingresso). … e chiama aiuto. Ma non c’è salvezza per lui… (Si fermano).

BORIS Signore! Signore! Che angoscia! Possibile che non abbia il tuo perdono? O perfida morte, com’è crudele il tuo tormento! (Cerca di alzarsi). Aspettate… sono ancora lo zar! (Si porta la mano al cuore e cade sulla poltrona). Sono ancora lo zar… (con voce che si indebolisce) Dio mio! La morte! Dio mio, perdona! (ai boiari, indicando il figlio) Ecco, ecco il vostro zar… lo zar. Perdonate… (in un sussurro) perdo… (Perde i sensi e muore. Silenzio di morte. I boiari rimangono come stupefatti, con la testa abbassata e le braccia incrociate, e restano immobili dopo le ultime parole di Boris).

CORO È trapassato


Nella storia della Prima diffusa della Scala 

2021- Anche Macbeth arriva in città

2019-Alla Scala di Milano, con la Prima diffusa, “Tosca” di Puccini e, tra altri 50 eventi, anche Patti Smith

2018– 7 dicembre: “Attila” arriva alla Scala e in tutta la città, con l’energia di Edison

 


 

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