Tasse, case e pensioni: pesanti sacrifici

Pubblicato il 5 Dicembre 2011 in da redazione grey-panthers

Le aperture

Il Sole 24 Ore oggi apre con il decreto varato dal governo ieri. “17 miliardi di entrate, 13 di tagli. Garanzia statale sui bond bancari, bollo sulle transazioni finanziarie. Il commissario Ue Reghn: misure tempestive e ambiziose”. “Salta l’aumento dell’Irpef (ma c’è una addizionale), Iva più alta da settembre 2012. Prelievo dell’1,5 per cento su ic apitali rientrati”.

Il Corriere della Sera: “Tasse, case e pensioni: pesanti sacrifici. Varata una manovra da 20 miliardi netti. L’Irpef non viene toccata ma cresce l’addizionale regionale. Monti rinuncia allo stipendio da premier. Per le abitazioni si pagherà dallo 0,4 allo 0,75 delle rendite catastali rivalutate del 60 per cento. Il contanto solo sotto i 1000 euro, bolli sulle attività finanziarie, tagli a Enti e Province”. A centro pagina: “La rivoluzione delle anzianità. Almeno 42 o 41 anni di lavoro. Esteso il sistema contributivo. Vecchiaia: dal 2018 uomini e donne a 66 anni”. A fondo pagina il voto in Russia, dove metà dei votanti ha votato “contro Putin. Il partito del leader resta primo ma crolla nei consensi. I comunisti raddoppiano”.

La Repubblica sceglie una definizione data da Monti: “Ecco il decreto salva-Italia. Il governo vara la manovra. Monti: non volevamo far pagare i soliti noti, rinuncio allo stipendio da premier. Prelievo dell’1,5 per cento sui capitali scudati. Niente aumento dell’Irpef, pensione a 66 anni, l’Iva sale al 23 per cento, torna l’Ici”. A centro pagina un’altra delle misure del governo: “Cancellate le giunte provinciali. I consigli avranno solo 10 eletti, Authority dimezzate. ‘Sui costi della politica interverremo ancora’”. “Molte tasse e poca crescita” è il titolo di uno dei commenti di prima pagina, firmato da Massimo Giannini. A fondo pagina: “Russia alle urne, schiaffo a Putin”. “Rischia di perdere la maggioranza assoluta alla Duma. ‘Ma siamo sempre i primi'”.

La Stampa: “Monti: decreto salva-Italia. Pensioni, Ici, Iva: manovra da 30 miliardi. Tagli alla politica, riduzioni per Province e Authority. Non cambia l’Irpef e arriva una tassa (1,5 per cento) sui capitali scudati. Estimi catastali rivisti del 60 per cento”.

Libero, in edizione straordinaria: “Il governo chiagne e fotte”. Ci si riferisce alle lacrime del ministro Fornero, ieri, che “stanga i pensionati e finge di commuoversi”. “Ce la vogliono infiocchettare ma è una manvora di balzelli che ci condanna alla recessione”.

Il Giornale, pure con foto della Fornero: “Piange il governo, noi di più. Più che equa, la Finanziaria è da Equitalia: dai professori esattori una pioggia di tasse. Berlusconi a denti stretti: siamo responsabili, non facciamo barricate”. Il direttore Sallusti precisa il concetto nell’editoriale, sottolinea come il centrodestra sia “riuscito a portare a casa che l’Irpef non si ritocca all’insù”, ma “il risultato non cambia: i sacrifici sono grossi”.

Manovra

Tra le misure fiscali, salta la super-Irpef sopra i 75 mila Euro, che secondo le ipotesi avrebbe dovuto arrivare al 46 per cento, mentre aumenta dallo 0,9 all’1,23 l’addizionale Irpef destinata a finanziare la spesa sanitaria delle Regioni. Arriva un prelievo dell’1,5 per cento sui capitali rientrati con lo scudo fiscale, torna l’Ici sulla prima casa, che viene fissata nel 4 per mille. Dalla seconda abitazione in su l’aliquota sarà invece del 7,6 per mille, ma i sindaci potranno aggiungere un altro 3 per mille. Rivalutazione fino al 60 per cento delle rendite catastali. Aumenta l’Iva di 2 punti percentuali, tanto sulle aliquote del 10 per cento che su quelle del 21.

Per La Repubblica, sul fronte delle pensioni si chiude un’epoca del sistema previdenziale: quello del sistema retributivo e delle disparità di trattamento. Estensione a tutti del calcolo contributivo, fine delle pensioni di anzianità. Chi lascerà il lavoro prima dell’età per la pensione di vecchiaia subirà una penalizzazione sul trattamento.  Ma potrà lasciare in una fascia di età flessibile: 62-70 per le donne, 66-70 per gli uomini. Già dal prossimo anno l’età del pensionamento salirà per le donne a 63, contro i 66 degli uomini. Spiega Il Sole 24 Ore che le uscite anticipate restano possibili solo con 42 anni di contribuzione per gli uomini e 41 per le donne, con penalizzazione di 3 punti l’anno della componente retributiva maturata prima del 1995 nei casi di pensionamento prima dei 62 anni di età.

Ancora dal Sole 24 Ore, le misure che daranno attuazione al pacchetto relativo alle banche, definito dal Consiglio europeo del 26 ottobre scorso: lo Stato italiano potrà garantire le passività delle banche italiane e le loro obbligazioni, dopo una valutazione da parte della Banca d’Italia, che valuterà l’adeguatezza patrimoniale delle banche richiedenti.
Viene rafforzato il fondo di garanzia per le piccole e medie imprese, che a regime potrebbe arrivare a sviluppare credito a loro favore per 20-25 miliardi; entrano in manovra gli interventi per il rafforzamento dei poteri dell’Antitrust e la deregulation di professioni, farmacie, carburanti, negozi. Su quest’ultimo punto scatta la liberalizzazione degli orari di apertura. Su tutto il territorio nazionale. Scatta il via libera alla vendita di farmaci di fascia C anche nelle parafarmacie e nella grande distribuzione organizzata.
Sul fronte del fondo di garanzia per le piccole imprese, arriva un rifinanziamento di 300 milioni, e si abbassa dall’8 al 6 per cento il valore minimo di accantonamento come coefficiente di rischio sul fronte dei finanziamenti agevolati.

“Rinasce l’Ice in versione snella”, titola ancora Il Sole 24 Ore, spiegando che le funzioni, le risorse di personale e quelle finanziarie dell’Istituto per il commercio con l’estero vengono trasferite al ministero dello Sviluppo economico. L’organico sarà composto da 300 dipendenti: il quotidiano sottolinea come sia stato assolutamente “irresponsabile” da parte del precedente governo eliminare questo istituto, sottolineando però che c’è un intero sistema, quello del sostegno pubblico all’export, da rimodulare e da potenziare.

Spiega il Corriere della Sera che le Province perderanno la Giunta, mentre il Consiglio avrà solo un massimo di 10 componenti. Questo snellimento dovrebbe portare ad un risparmio di oltre 500 milioni di Euro. Alle Province verranno riservate solo le funzioni di “indirizzo politico e di coordinamento delle attività dei comuni, nelle materie e nei limiti indicate con legge statale o regionale”. Il consiglio provinciale sarà composto solo da 10 componenti eletti dai consigli elettivi (rispetto ad un massimo di 45 attuali). Verrà abolita la giunta, e tutte le cariche decadranno entro il novembre 2012. Le funzioni saranno trasferite entro fine aprile, e il personale eccedente sarà trasferito alle Regioni e ai Comuni.

Partiti

Secondo Il Corriere della Sera, in entrambi gli schieramenti che appoggiano Monti c’è un tentativo di valorizzare la propria opera di mediazione. A fronte dell’aumento Ici, Alfano ha detto che “è passata la nostra linea sull’Irpef”. E dinanzi all’intervento sulla previdenza, il segretario Pd Bersani ha rilevato come “sia passata la nostra proposta sullo scudo fiscale e a vantaggio delle pensioni minime”. I democratici devono gestire il rapporto con la Cgil, contraria al provvedimento, per cui – secondo il quotidiano – starebbero spingendo Monti a porre la fiducia sul decreto. In questo modo metterebbero in sordina i maldipancia nel partito e non sarebbero incastrati nel gioco di emendamenti che Idv è pronta a presentare sul tema più bruciante, quello delle pensioni. Parallelamente, in questo modo, nel Pdl verrebbero frenati quanti vorrebbero astenersi sulla manovra.
La Repubblica riferisce le parole di Bersani: “E’ una manovra molto dura che non risponde del tutto ai nostri criteri di equità”.
Intanto sul fronte dei sindacati, la segretaria Cgil Camusso dice che la manovra “è insopportabile e fa cassa sui poveri”. Propone a Cisl e Uil di concordare una iniziativa comune.
Il segretario Cisl Bonanni, parlando delle modifiche al sistema previdenziale, dice che “non sono reggibili” e il leader Uil Angeletti dice che la manovra comunque “non è equa”.
Secondo La Repubblica sul fronte Pdl l’ordine di scuderia è di non sparare prima del Consiglio europeo dell’8 e 9 dicembre. E l’ex ministro Paolo Romani,  cui il quotidiano chiede se il Pdl voterà la fiducia sul decreto legge, ci sarà forse anche un maxiemendamento in cui potrebbero maturare delle correzioni. “Speriamo non ci si chieda una fiducia e basta”.
Ieri la Lega ha riunito il suo “Parlamento padano”, e Bossi – come scrive il Corriere – dice che “la Padania starebbe con la Germania”. Piuttosto che la parola “secessione”, la dirigenza leghista ha fatto ricorso al termine “macroregioni”: si tratterebbe di una strategia che prevede come primo passaggio il sostegno di Roberto Formigoni all’idea della macroregione, con la creazione di un fronte comune delle regioni del Nord per chiedere al governo tutti i possibili spazi di autonomia consentiti dalla riforma del titolo V della Costituzione. Bossi ha poi parlato del ruolo possibile di Giulio Tremonti, spiegando che potrebbe essere una sorta di “ministro degli esteri” della Padania.
Sul fronte della manovra, lo stesso quotidiano intervista l’ex ministro degli interni Maroni, che invita il Pdl a sfiduciare l’esecutivo, e dice che l’Ici sulla prima casa e le pensioni sono una rapina.

Internazionale

Scrive La Stampa che in Egitto i salafiti hanno fatto il pieno di voti alle legislative: la formazione Nur, ha infatti ottenuto il 24 per cento dei consensi (che significa 2.3 milioni). E l’altra formazione, Al Wasat, il 4,27 per cento. Il partito Libertà e Giustizia dei Fratelli Musulmani ha ottenuto il 36,6 per cento. Ai liberali del Blocco Egiziano è andato il 13,35 per cento (ovvero un milione e 300 mila voti). Il risultato riguarda soltanto 9 governatori su 27, e comprende quelli del Cairo e di Alessandria. La maratona elettorale si concluderà il 10 gennaio. Secondo il quotidiano è quasi certo che i Fratelli Musulmani non si alleeranno con i salafiti, che però sono la vera sorpresa delle elezioni.
Un reportage sullo stesso quotidiano si occupa della Università di Al Azhar, cuore del mondo sunnita dove è tramontato il sogno del rinnovamento. Si legge che i ragazzi di piazza Tahrir, con il loro partito, “Rivoluzione continua”, hanno ottenuto il 3,5 per cento. Quanto all’Università di Al Azhar, nazionalizzata nel 1962 da Nasser, deve farsi perdonare i decenni passati a tessere le lodi del regime di Mubarak, una comoda burocratizzazione che ha trasformato professori e mufti in alti funzionari obbedientissimi a confermare le bugie del regime.

Sullo stesso quotidiano, in evidenza lo sfogo della Segretaria di Stato Usa Hillary Clinton che, nel corso di una riunione a porte chiuse del “centro Saban per la politica Mediorientale”, ha duramente criticato il governo Netanyahu, deprecando alcune leggi in preparazione alla Knesset che rischiano di limitare la libertà di espressione. In particolare, ha stigmatizzato una legge che mira  a vietare a governi stranieri di finanziare organizzazioni che si oppongono alla politica del governo israeliano. Ha fatto scalpore anche il suo accostamento di Israele all’Iran. Le viene in mente Teheran quando le capita di sapere che in certi autobus di zeloti ultraortodossi, per volere di rabbini estremisti, le donne sono segregate nella parte posteriore dei veicoli. O quando soldati religiosi abbandonano le cerimonie militari in cui le soldatesse osino cantare in pubblico.

Ieri si è votato in Russia per il rinnovo della Duma. Il Corriere sintetizza: “Mezza Russia scarica Putin”. Una “batosta” per il partito del premier. Il suo partito, scrive La Stampa, ha perso il 14 per cento, ed è in bilico la maggioranza alla Duma. Russia Unita, il partito del premier, sarebbe al 48,46 per cento; i comunisti al 20-21 per cento, ovvero il doppio rispetto a 4 anni fa; i nazionalisti, noti come LiberalDemocratici di Zhirinovsky all’11-13 per cento (avevano l’8 per cento nel 2007), mentre avrebbe raddoppiato i voti la formazione Russia Giusta, creata dal Cremlino come spalla socialdemocratica e poi parzialmente scappata di mano, che avrrebbe attenuto il 13-14 per cento. Affluenza appena al 50 per cento.
Il Corriere della Sera intervista il leader dei comunisti Zyuganov, che parla apertamente di brogli e preannuncia comizi di protesta. Al giornalista, che gli ricorda come alla Duma i comunisti non abbiano fatto esattamente una opposizione feroce contro il Cremlino, e che chiede se le cose cambieranno, Zyuganov risponde: “Abbiamo sempre votato contro, solo che loro controllavano comodamente il Parlamento. Ora ci troveremo di fronte a una situazione del tutto diversa. Avremo un pacchetto di deputati molto significativo, in determinate circostanze potremo anche arrivare a sfiduciare il governo”. Del ritorno di Putin alla Presidenza cosa dice? “Oggi da noi il Presidente ha più potere di un faraone, dello zar o del segretario generale del Pcus messi assieme”.
Una analisi di Franco Venturini sottolinea come Putin esca dalla prova fortemente indebolito. Non tanto per l’impossibilità di modificare la Costituzione che prima gli conferiva il controllo dei due terzi della Duma, ma perché da oggi in poi non potrà più prendere sottogamba l’irrequietezza della società russa: il dissenso è entrato a far parte del panorama politico russo. E se si pensa a quello che avrebbe potuto essere il risultato senza l’aiuto delle “risorse amministrative” del partito, senza la preventiva esclusione di partiti e candidati, senza il rigido controllo dei media tradizionali e probabilmente senza il ricorso a una certa quantità di brogli, vien da chiedersi se Putin avrà davvero la forza di rimanere al Cremlino fino al 2024, dovendo essere rieletto tra due anni.

DA RASSEGNA ITALIANA, di Ada Pagliarulo e Paolo Martini

2 thoughts on “Tasse, case e pensioni: pesanti sacrifici

  1. ATTENZIONE ! Il decreto Salva Italia prevede, meritoriamente, categorie di lavoratori esclusi dagli effetti del provvedimento. L’articolo 24 indica infatti gli esentati dai nuovi provvedimenti pensionistici ed beneficio viene concesso solo per specifiche condizioni oggettive di disagio. I lavoratori interessati sono quelli posti in mobilità; a questi si aggiungono i lavoratori che sono interessati da prestazione straordinarie a carico di fondi solidaristici di settore e coloro che sono stati autorizzati a pagare i contributi volontari.
    Ma… nell’articolo 24, il comma 14 “gli esentati” introduce limitazioni inaccettabili al numero dei lavoratori che possono beneficiare dell’esenzione. Infatti, al raggiungimento delle 50.000 domande di pensione presentate, gli enti previdenziali non ne prenderanno in considerazione altre.
    Questa è una clausola vessatoria! Deve essere eliminata perché profondamente ingiusta! Ci vuole equità tra i lavoratori nella stessa situazione di disagio!

  2. ATTENZIONE ! Il decreto Salva Italia prevede, meritoriamente, categorie di lavoratori esclusi dagli effetti del provvedimento. L’articolo 24 indica infatti gli esentati dai nuovi provvedimenti pensionistici. Il beneficio viene concesso solo per specifiche condizioni oggettive di disagio. I lavoratori interessati sono quelli posti in mobilità; a questi si aggiungono i lavoratori che sono interessati da prestazione straordinarie a carico di fondi solidaristici di settore e coloro che sono stati autorizzati a pagare i contributi volontari.
    Ma… nell’articolo 24, il comma 14 “gli esentati” introduce limitazioni inaccettabili al numero dei lavoratori che possono beneficiare dell’esenzione. Infatti, al raggiungimento delle 50.000 domande di pensione presentate, gli enti previdenziali non ne prenderanno in considerazione altre.
    Questa è una clausola vessatoria! Deve essere eliminata perché profondamente ingiusta! Ci vuole equità tra i lavoratori nella stessa situazione di disagio!

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