LA CRISI DEL DEBITO AFFOSSA LE BORSE: Milano perde il 3%

Pubblicato il 19 Luglio 2011 in da redazione grey-panthers

Le aperture

Il Corriere della Sera: “Euro sotto attacco, l’Italia soffre. Timori sulla tenuta della Grecia. Giù le Borse, Milano la peggiore. Piazza Affari dopo la manovra perde il 3 per cento, tensioni sui titoli di Stato. Due Procure indagano sulle speculazioni”. L’editoriale, firmato da Marcello Messori, è titolato “Quello che manca”, ed è dedicato alla situazione economica italiana. A centro pagina: “‘Pago colpe non mie’. Suicida il vice di Don Verzè. Era il manager del San Raffaele, si spara nel suo ufficio”. In prima pagina anche un richiamo all’incontro di ieri tra Berlusconi e Napolitano: “La visita anomala non aiuta Berlusconi”.

Il Sole 24 Ore: “La crisi del debito affossa le Borse. Cala anche Wall Street, oro record a 1600 dollari. Draghi: rafforzare il capitale dei grandi istituti globali. Dopo il varo della finanziaria Milano perde il 3 per cento, spread Btp-Bund ai massimi”. Di spalla il quotidiano continua ad occuparsi del suo “manifesto” per la crescita, e oggi affida la parola ai rappresentanti di venti associazioni di imprenditori, da Confindustria in poi. A centro pagina: “Primo giorno di caos per i ticket. Al debutto del nuovo prelievo i cittadini sono stati chiamati a pagare solo in cinque regioni. Nei tribunali dubbi sull’applicazione del contributo di giustizia”.

La Repubblica: “Mercati, la manovra non basta. Lo spread sui titoli di Stato risale oltre quota 330. Calderoli presenta la riforma costituzionale: premierato e Parlamento dimezzato. Milano perde il 3 per cento. Napolitano a Berlusconi: prioritario pensare alla crescita”. L’editoriale, firmato da Ezio Mauro: “Ora il premier deve dimettersi”. Di spalla: “Shock al S. Raffaele, si uccide in ufficio il vice di Don Verzè”. “Mario Cal si è sparato, la verità in due lettere”. A centro pagina: “Murdoch, trovato morto in casa il giornalista che rivelò le spiate. Lascia anche il numero due di Scotland Yard. Trema Cameron: inchiesta rapida”.

Il Fatto quotidiano apre con il suicidio di Cal: “Il suicidio dell’impero”, “altro tragico segno del disfacimento del sistema di potere berlusconiano”. L’editoriale di Paolo Flores D’Arcais è dedicato alla “ira civica” contro i privilegi della casta. A centro pagina: “La casta ci prende in giro. I tagli ai costi della politica resteranno solo su carta”.

Europa: “La sentenza del mercato: il problema è Berlusconi. Bruciati altri miliardi per l’incertezza politica italiana. Il Pd riparte all’attacco. Piazza Affari la peggiore Borsa d’Europa, nessuno crede alla manovra”.

Il Giornale: “Tutta la verità sul crollo dei mercati”, articolo firmato da Nicola Porro in cui si segnalano i giudizi della stampa internazionale (dal Financial Times all’Economist), che confermano, dice il vicedirettore del quotidiano, che la speculazione in corso non ha molto a che vedere con la politica economica del governo Berlusconi. Il titolo di apertura è però un altro: “Sotto la casta l’Italia crepa. Appello al centrodestra. I cittadini sono stufi di politici che chiedono sacrifici e buttano via i soldi. E’ ora che la maggioranza si dia da fare. Basta anche ai privilegi dei radical chic: a Santoro rubano uno zainetto e per lui interviene perfino la polizia scientifica”.

Libero: “Assedio ai papponi di Stato. Rivolta anti casta”. In caricatura Napolitano, Calderoli, Fini e Bersani armati di forchette, intenti a mangiare una pizza a forma di Italia. “Il 97 per cento degli italiani non sopporta più i politici. Che ora promettono taglio dei parlamentari e stipendio, legato alle ore di lavoro. Ma chissà quando. Da oggi riproponiamo la nostra inchiesta sulla vita a Montecitorio”.

La Stampa: “Borse a picco, torna la paura”. “L’Europa brucia 91 miliardi. Milano la peggiore: -3 per cento. Indagini sugli speculatori”. “Berlusconi al Colle: il governo ce la farà. Napolitano: confronto vero con l’opposizione. La Lega voterà no all’arresto di Papa”.

Economia

La Repubblica offre una pagina (“Scenari”), con le opinioni di quattro esperti. Il premio Nobel per l’economia 2001 Spence dice che la manovra non c’entra molto, e che il problema italiano è la crescita bassa. Secondo un altro premio Nobel, Engle, la speculazione attacca l’Italia perché il Paese è in una “situazione pericolosa”, nel senso che il debito è “sproporzionalmente alto rispetto alla capacità del governo di gestirlo e ridurlo”. Secondo Stefano Micossi, direttore generale di Assonime, il problema è “più europeo che italiano”, e la “scarsa credibilità del governo” non è il probncipale problema del Paese, anche perché la manovra non è da disprezzare. Secondo Mario Sarcinelli, infine, manca proprio fiducia nella leadership politica italiana.
Su La Stampa una intervista al commissario Europeo Barnier: “Pronti a fare tutto pur di fermare la speculazione internazionale. Necessaria buona gestione dei Paesi”. Secondo Barnier i debiti nazionali dei Paesi euro “sono un problema serio”

E poi

In Tunisia “torna il sangue”, scrive La Repubblica in un articolo dedicato ai nuovi cortei a Sidi Bouzid, la città del primo martire della rivolta tunisina. Ucciso ieri un quattordicenne. Anche su L’Unità un articolo è dedicato al tema: “Tunisia, il sangue torna sulle strade di Sidi Bouzid”. E sul Riformista: “Non c’è pace per Sidi Bouzid, qui ancora non è cambiato nulla”, racconta Hassib Omri, “uno dei ragazzi che la rivoluzione di dicembre l’ha fatta”.
Su La Repubblica un reportage di Alberto Stabile è dedicato all’Egitto, che nell’ultimo anno ha visto crollare il numero di turisti. “Nei siti archeologici più ricchi del Paese gli stranieri sono scomparsi a gennaio e non sono più tornati. I responsabili delle antichità provano ogni modo per attirare nuovi visitatori. Riaperte alcune tombe”.
Su La Stampa, in prima pagina, un servizio su Zahi Hawass, l’archeologo “che si atteggiava a Indiana Jones”, ex istro delle antichità del regime di Mubarak, sfuggito ieri ad un linciaggio. Da domenica Hawass non è più ministro, liceniziato per calmare i dimostranti che accusano i militari di aver fatto deragliare la rivoluzione di febbraio.
Su Europa un articolo sull’Iran racconta della “strana intesa” tra Khatami e Rafsanjani. Gli ex presidenti della repubblica islamica, racconta il quotidiano, potrebbero tornare nei prossimi mesi a ruoli politici di primo piano, alleandosi per cacciare Ahmadinejad. Un altro articolo è dedicato invece ai rapporti tra Iran e Iraq, e in particolare alle “interferenze” di Teheran nell’Iraq curdo.
Su Il Foglio un articolo è dedicato alla situazione in Siria: “Quartiere per quartiere, così la rivolta serpeggia verso gli Assad”, dove si racconta del cuore del regime siriano ancora “protetto”, ma anche del fatto che le manifestazioni dalla periferia avanzano