ABC, riforma elettorale

Pubblicato il 28 Marzo 2012 in da redazione grey-panthers

Le aperture

La Repubblica: “Accordo sulla riforma elettorale”, “L’ipotesi varata al vertice di maggioranza esclude l’obbigo di coalizione e prevede l’indicazione del premier: ‘I cittadini sceglieranno gli eletti'”. “La Cina a Monti: investiremo in Italia. Scontri al corteo dei metalmeccanici”.
In taglio basso: “Con il nuovo catasto stangata sulla casa”.

La Stampa: “Intesa tra i partiti per cambiare la legge elettorale”, “Taglio dei parlamentari che saranno scelti dagli elettori. Sì all’indicazione del premier, salta l’obbligo di coalizione”.
Di spalla, con una grande foto, il viaggio del Papa a Cuba: “L’Avana di Fidel in festa per il Papa”.
In taglio basso: “Hu Jintao: più investimenti in Italia”, “Lavoro, l’Ocse promuove la riforma: ‘Passo decisivo, ma ora la crescita”.

Corriere della Sera: “Rifoma elettorale, prima intesa”, “Niente coalizioni obbligatorie, premio al partito con più consensi”.
Di spalla: “L’altolà del Pdl sulla corruzione”, “Cicchitto contesta la linea del ministro”, “Telefonata al premier mentre parla Obama”.
In taglio basso, sull’ex tesoriere della Margherita: “Lusi collabora con i pm e chiama in causa i vertici della Margherita”.

Il Fatto torna sulla vicenda degli esodati: “‘Noi truffati dallo Stato’. Il Fatto inondato di messaggi: gli ‘esodati’ dal governo Monti lasciati senza lavoro e senza pensione raccontano storie drammatiche: 350mila persone di cui nessuno vuole occuparsi”.
In prima anche l’interrogatorio “di 6 ore” dell’ex tesoriere della Margherita: “Lusi canta: ‘I vertici della Margherita sapevano'”.
In taglio basso: “Inciucio elettorale, decidono solo loro”, con foto di Alfano, Bersani e Casini. “Indicazione del premier, torna il proporzionale, niente obbligo di coalizione, soglia di sbarramento. Critici Idv, Sel e i prodiani del Pd”.

Libero: “Lusi parla. Panico nel Pd”, “L’ex tesoriere della Margherita in Procura con due valigie di documenti. Il colloquio con i magistrati si protrae per ore. Aveva detto: ‘Se vuoto il sacco crolla la sinistra’”.
Di spalla: “Accordo truffa su Parlamento e legge elettorale”.

Il Giornale: “Il finto inciucio”, “Annunciata l’intesa su una nuova legge elettorale e il taglio dei parlamentari. Ma nessuno si fida di nessuno. Caso Lusi: ‘I vertici della Margherita sapevano'”.
A centro pagina, con foto: “Tutta la verità sull’oro di Santoro” (si tratta di rivelazioni sui compensi del conduttore dal libro dell’ex Dg Rai Mauro Masi).

Riforme 

Mentre Monti si trovava a Seul, i leader Pd, Pdl e Udc si incontravano per parlare di riforma elettorale. “Sparisce l’obbligo di coalizione. E’ la fine del bipolarismo”, riassume La Stampa. Il modello scelto è definito come ‘ispano-tedesco’: un sistema proporzionale basato su collegi uninominali piccoli o medio-piccoli (tre o quattro candidati). In questo modo la scelta degli eletti tornerebbe in capo ai cittadini, senza però ricorrere alle preferenze. Soglia di sbarramento al 5 per cento, diritto di tribuna.
Spiega il Corriere che scompaiono le coalizioni, mentre resterebbe l’indicazione preventiva del premier. L’accordo prevederebbe anche un premio di governabilità (al primo, oppure al primo e secondo partito).
Prevista anche la riduzione del numero dei parlamentari (da 630 a 500 deputati; da 315 a 250 i senatori). Un rafforzamento dei poteri del capo del governo, che potrà nominare e revocare i ministri. Prevista anche l’introduzione della sfiducia costruttiva. Il Corriere parla anche di un superamento del “bicameralismo perfetto” poiché Montecitorio avrà la “potestà esclusiva dello Stato”, mentre al Senato spetterà la cosiddetta legislativa concorrente, cioé ripartita tra Stato e Regioni.
Sul Sole 24 Ore una analisi di Roberto D’Alimonte che inizia così: “Il Pdl ha fatto la sua scelta sulla riforma elettorale. Non c’è stato bisogno di vedere il risultato delle Amministrative per prendere una decisione che era nell’aria: l’abbandono del maggioritario. Evidentemente Alfano e Berlusconi sono arrivati alla conclusione che il rapporto con la Lega Nord è irrecuperabile”, hanno quindi ritenuto meno rischioso puntare sul proporzionale, con un sistema che non produca un vincente – partito o coalizione: in questo modo i giochi si faranno in Parlamento e non nelle urne. “In Parlamento tutti i partiti giocheranno le loro carte, è quanto volevano Pd e Udc”. E’ un ritorno al proporzionale, ma con alcuni collegi uninominali: non sono però quei collegi uninominali veri previsti dalla vecchia legge Mattarella che i referendari volevano ripristinare, ma consentiranno agli elettori di scegliere una quota di rappresentanti. Quanto all’indicazione del candidato premier, per D’Alimonto è una “foglia di fico concessa al Pdl per salvare la faccia”, “non serve a niente”, “ogni partito indicherà il suo leader come candidato premier”. Il ritorno al proporzionale comporta il grave rischio della ingovernabilità, visto che i nostri partiti sono tanti e sono deboli e – in più – non godono di nessuna fiducia da parte dei cittadini.

Riforme economiche

Il segretario generale dell’Ocse Miguel Angel Gurria ieri ha diffuso una nota in cui ha elogiato la riforma del lavoro varata dal governo: “Il pacchetto della nuova riforma rappresenta un passo decisivo per affrontare i problemi del lavoro italiano in maniera coerente”, come riferisce Il Sole 24 Ore. Secondo Gurria le riforme fin qui previste permetteranno un aumento del Pil dallo 0,6 per cento allo 0,8 all’anno, che è un bel salto. Gurria ha sottolineato come quello sul lavoro non è un intervento isolato, ma andrà “a completare altre iniziative”, incluse le già approvate revisioni del sistema pensionistico e le riforme per la competitività: il che dovrebbe consentire all’Italia “di accelerare sulla creazione di posti di lavoro, abbassare la disoccupazione, rafforzare la crescita di lungo periodo”.

Internazionale

Il Presidente siriano Bashar Al Assad ha accettato ufficialmente il piano dell’ex segretario generale Onu Annan. Tanto La Repubblica che La Stampa spiegano che il piano Annan, a differenza della precedente proposta avanzata dalla Lega Araba ma bloccata dal consiglio di sicurezza per il veto di Russia e Cina, non prevede le dimissioni di Assad, ed è questa la ragione per cui, prima che il regime lo accettasse, la proposta era stata bocciata dall’opposizione, che lo considerava un regalo al raiss. La Repubblica scrive che la stessa opposizione non è stata capace di unificare i ranghi. Ci proverà nel vertice “Amici della Siria – 2”, previsto per i primi di aprile in Turchia. Vertice nel quale non prenderà parte la Russia. Intanto ieri Assad si è concesso, in giacca blu e camicia aperta sul collo, una visita sotto gli occhi delle telecamere per le strade della martoriata città ribelle di Homs, simbolo della resistenza alla repressione del regime. La sua visita sarebbe però stata accompagnata da spari in direzione del presidente siriano. Secondo le Nazioni Unite, scrive La Stampa, il conteggio delle vittime della repressione sarebbe salito a 9000.

DA RASSEGNA ITALIANA, di Ada Pagliarulo e Paolo Martini