Al Teatro Quirino di Roma per “RAIN MAN” presentato dalla Compagnia della Rancia.

Pubblicato il 5 Dicembre 2012 in , da Vitalba Paesano

  Ieri sera al Teatro Quirino di Roma è stato presentato dalla Compagnia della Rancia “RAIN MAN” tratto dall’omonimo film della MGM, riscritto per il teatro da Dan Gordon e adattato e diretto in questa occasione da Saverio Marconi. La sceneggiatura originale del film fu suggerita a Barry Morrow da Kim Peek vissuto realmente e morto nel 2009 a 58 ani.

Molti di noi ricordano la versione cinematografica del 1988 che vinse 4 premi Oscar con Dustin Hoffman e Tom Cuise. Mi sembra giusto dire che questa versione teatrale è sicuramente allo stesso livello, anzi talvolta lo supera, della pluripremiata versione cinematografica.

La vicenda ruota attorno al cambiamento di atteggiamento di un giovanissimo uomo di molti affari e pochi scrupoli quando viene messo al confronto con un fratello che non sapeva di avere e che soffre di una grave malattia mentale, l’autismo nella sua versione peggiore, la cosiddeta “sindrome del saggio”, che rende il cervello umano molto simile ad un computer, cioè capace di imparare e memorizzare moltissimi dati, ma incapace di applicare queste capacità cerebrali ai sentimenti, anche i più semplici.

Protagonista nella parte di Raymond, RAIN MAN nella storpiatura infantile del nome, è Luca Lazzareschi che ha lavorato con i maggiori primi attori teatrali italiani come Albertazzi, Gassman, Giordana e Lavia, e che si cimenta in questa parte molto faticosa per un attore che deve simulare gesti e frasi di un malato mentale, ma che deve anche passare da momenti di assenza mentale ad improvvisi attimi che lo trasformano in essere umano “normale”.

Coprotagonista è Luca Bastianello nella parte di Charlie che ha la sorpresa di scoprire  il fratello Raymond quando muore il padre e lascia una ricca eredità che sarebbe una manna dal cielo per i suoi sconquassati affari. Bastianello riesce con successo a far dimenticare l’interpretazione di Tom Cruise cui, per caso o per fortuna, lo accomuna una certa somiglianza. Molto bravo anche lui a mostrare i vari passaggi affettivi del personaggio da freddo calcolatore che vuole sfruttare la situazione a fratello a tutto tondo di Raymond che rappresenta per lui “…tutta la mia famiglia!” che aveva abbandonato a 16 anni per odio verso il padre che, tra l’altro, aveva sempre nascosto la presenza del fratello, quasi che la malattia mentale fosse una tara grave per il suo nome di famiglia.

Con loro Valeria Monetti nella parte di Susan, amica e collaboratrice di Charlie, che possiamo considerare lo stimolo che innesca la trasformazione affettiva di Charlie stesso.

Sono presenti in scena anche: Beppe Chierici, l’anziano dott. Bruener, Gian Paolo Valentini e Irene Valota.

Molto interessante la scenografia, di Gabriele Moreschi, semplice e ridotta al minimo, ma estremamente utile ai vari cambi di ambiente e soprattutto quasi una rappresentazione del cervello di Raymond mostrato come una serie di pannelli rettangolari che si accendono e si spengono in modo assolutamente indipendente ed insieme funzionale all’esigenza del momento.

Molti applausi a scena a aperta e lunghissimi, con tanti richiami, al termine.

Si replica in vari teatri italiani sino a fine febbraio e tutti i particolari si trovano in:

http://www.compagniadellarancia.it/rancia/sito/main.php?requirePage=infopop.php&idspe=93.

 di A.A.Romita