I mille volti di Gian Maria Volonté

Pubblicato il 13 Novembre 2023 in , da Pierfranco Bianchetti
Gian Maria Volontè

Nel 2024 si celebreranno trent’anni dalla scomparsa di Gian Maria Volonté, che ha saputo rappresentare il cinema come impegno politico

Il 6 dicembre 1994 muore a Florina, una località della Grecia settentrionale, Gian Maria Volonté nel corso delle riprese del film Lo sguardo di Ulisse diretto dal regista  Théo Anghelopulos. Con lui scompare uno degli attori più famosi degli anni Sessanta e Settanta, un artista impegnato sul fronte civile e politico; un personaggio scomodo, difficile, ma protagonista di grandi battaglie ideali. La sua scomparsa desta profondo eco nel mondo cinematografico italiano che si ritrova il 18 dicembre al cinema Mignon di Roma per rendergli omaggio: Giuliano Montaldo, Francesco Rosi, Francesco Maselli, Gillo Pontecorvo, Emidio Greco e lo sceneggiatore Ugo Pirro che ha ricordato i tempi ruggenti del film Indagine di un cittadino al di sopra di ogni sospetto montato dal regista Elio Petri proprio nei giorni della strage di piazza Fontana a Milano in un clima politico pesante.

In apertura “Il caso Mattei”

 

Gian Maria Volontè
“Sbatti il mostro in prima pagina”

Gian Maria Volonté, Francesco Rosi e “Il caso Mattei”

”Pensammo che il film non sarebbe mai uscito-ricorda lo stesso Pirro- e lo mostrammo in coppia lavoro ai colleghi, ai membri dell’Anac (l’Associazione Nazionale Autori Cinematografici) che spaventati ci dissero: ”finirete in galera..”. Un ricordo commosso su Volonté è anche quello di Francesco Rosi e in particolare per la sua interpretazione di “Il caso Mattei”. “Non mi sono mai preoccupato delle somiglianze fisiche, ma Gian Maria riusciva a identificarsi con i protagonisti fisicamente, assumendone i tempi, gli atteggiamenti, il carattere”. Una forte emozione e un grande turbamento causano la morte di Volonté a Miguel Littin, il regista cileno che ebbe Gian Maria protagonista del suo film Actas de Marusia. Raggiunto dalla notizia durante il festival del cinema dell’Avana, Littin ricorda con grande affetto il suo amico Gian Maria ”un uomo di una profonda intensità  e dal carattere solitario e selettivo come il mio, ma capace di una vera amicizia”.  Insieme i due, pur in mezzo a molte difficoltà, riescono a portare a termine il film che procurerà una grande popolarità tra gli autori del cinema latinoamericano. “Per noi-racconta ancora Littin- lui era diventato la figura emblematica dell’artista impegnato a sinistra, a difesa dei popoli oppressi”.

Gian Maria Volontè
“Cristo si è fermato a Eboli”

Nato a Milano il 9 aprile 1933, dopo il diploma all’ Accademia d’Arte Drammatica nel 1957, inizia un duro apprendistato teatrale prima in spettacoli viaggianti e poi nella compagnia “Attori associati”. Nel 1960 entra nel mondo del cinema recitando in diversi film anche importanti, ma è con Un uomo da bruciare del 1962 dei fratelli Taviani, con cui girerà nel 1969 anche Sotto il segno dello scorpione, che si mette in luce per il suo talento. Segue poi la stagione degli western di Sergio Leone, Per un pugno di dollari e Per qualche dollaro in più, film nei quali appare con la barba lunga e incolta e lo sguardo crudele del pistolero.

Gian Maria Volonté e l’animo noir

Presso il grande pubblico Gian Maria Volonté diventa sempre più popolare con due noir, Svegliati e uccidi e Banditi a Milano di Carlo Lizzani. La sua galleria di personaggi cinematografici si amplia con il capocronista di Sbatti un mostro in prima pagina di Marco Bellocchio, Quien sabe? e con il poliziotto coraggioso di Io ho paura, entrambi di Damiano Damiani. Il cinema d’ autore lo promuove come uno dei suoi interpreti di punta in Giordano Bruno nei panni del domenicano ribelle ed eretico per la regia di Giuliano Montaldo e il comunista sacrificato alla causa della lotta al fascismo in Il sospetto di Francesco Maselli. L’ incontro con il regista Elio Petri coincide con il suo momento artistico migliore. Indagine su di un cittadino al di sopra di ogni sospetto; La classe operaia va in paradiso; Todo Modo e A ciascuno il suo rimangono prove d’attore indimenticabili come Sacco e Vanzetti sempre di Montaldo.

Francesco Rosi lo sceglie poi per quattro memorabili pellicole, Il caso Mattei nei panni del fondatore dell’Eni; Cristo si è fermato a Eboli in quelli di uno scrittore antifascista al confine in un paesino della Lucania; Lucky Luciano, nel ruolo del gangster italo-americano e Uomini contro, dove si distingue nel personaggio di un ufficiale democratico dell’esercito italiano durante la prima guerra mondiale.

Gian Maria Volontè
“Lucky Luciano”

I successi all’estero di Gian Maria Volonté

Anche all’estero Gian Maria Volonté è chiamato in produzioni internazionali come I senza nome di Jean-Pierre Melville. L’esperienza francese però non è entusiasmante. Con Melville i rapporti sono difficili- “Gian Maria Volonté un attore d’istinto-racconta il regista francese- È sicuramente un grande attore teatrale in Italia, e probabilmente, è perfino un grande attore shakespeariano, ma è un personaggio assolutamente impossibile, nel senso che non mi ha dato in nessun momento la sensazione di avere a che fare con un professionista. Non sapeva come mettersi rispetto alla luce e non capiva che un centimetro a destra o un centimetro a sinistra non erano la stessa cosa. Avevo un bel dirgli: ‘Guardi Delon, guardi Montand, vede come catturano perfettamente la luce, eccetera’. Sembrava che non capisse niente. Credo che la sua attività politica (è di sinistra e non fa altro che ripeterlo) non abbia fatto nulla per avvicinarci…” (Il cinema secondo Melville di Rui Nogueira- le Mani).

Nonostante questa parentesi negativa, l’attore prosegue la sua carriera all’estero con Actas de Marusia del cileno Miguel Littin; La morte di Mario Ricci dello svizzero Claude Goretta; L’ attentato, storia dell’algerino Ben Barka diretto dal francese Yves Boisset; L’opera in nero del belga André Delvaux. Poi torna in Italia dove con Il caso Moro, Porte aperte e Una storia semplice, può nuovamente accostarsi al cinema d’autore più impegnato, quello che più ama. Gian Maria Volonté sarà sempre ricordato come un mostro di bravura capace di calarsi nei suoi personaggi scavandone a fondo ogni aspetto psicologico, mettendone in rilievo l’umanità, ma anche la debolezza, l’insoddisfazione e l’infelicità. Un grandissimo attore, che forse il cinema italiano non ha saputo comprendere fino in fondo.

Gian Maria Volontè
“Sacco e Vanzetti”

Un calendario per ricordare Gian Maria Volonté

Un calendario illustrato per ricordare Gian Maria Volonté a 30 anni dalla sua dipartita. La potenza espressiva del grande attore riprende forma in 12 illustrazioni di Maurizio Di Bona (theHand), a rievocare solo alcune delle interpretazioni memorabili: dal capo della polizia di Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto di Elio Petri, a Giordano Bruno e Bartolomeo Vanzetti di Giuliano Montaldo, fino ad Enrico Mattei di Francesco Rosi, passando per il cottimista Massa di La classe operaia va in paradiso ancora di Petri e l’Indio della saga western di Sergio Leone. Il calendario è realizzato da EF edizioni ed è disponibile sul sito dell’editore (www.efedizioni.com).