Da vedere in DVD: “Ariaferma” di Leonardo Di Costanzo

Pubblicato il 16 Maggio 2022 in , , da Egidio Zanzi
Ariaferma

sogg e sceneggiatura Leonardo Di Costanzo, Bruno Oliviero, Valia Santella cast Toni Servillo (Gaetano Gargiulo) Fabrizio Ferracane (Franco Coletti) Roberto De Francesco (Buonocore) Gianni Vastarella (Mazzena) Silvio Orlando (Carmine Lagioia) Pietro Giuliano (Fantaccini) Salvatore Strano (Cacace) Antonio Buil (Bertoni) Nicola Sechi (Arzano) Leonardo Capuano (Sanna) Francesca Ventriglia (direttrice) genere drammatico prod Ita, Ch 2021 durata 117 min.

 

La notte prima del “trasloco”. Così comincia per un piccolo gruppo di guardie carcerarie questa storia claustrofobica che ci parla delle patrie galere. Un vecchio, mastodontico carcere deve essere dismesso e, dunque, i detenuti trasferiti altrove. E i poliziotti della penitenziaria si preparano a loro volta a fare fagotto. Solo che, all’ultimo momento, per il classico inghippo burocratico, una dozzina di detenuti non può essere mandata altrove. Al pari dei loro angeli custodi. Come in molti classici del genere (tipo Deserto dei Tartari o Mediterraneo), l’attesa si prolunga però ben oltre il previsto e, con il passare del tempo, la strana situazione fa scoprire ai vari personaggi, davanti o dietro le sbarre, un’umanità forse dimenticata troppo a lungo. Singolare il soggetto e ben oliata la sceneggiatura per reggere le quasi due ore dentro le mura scrostate senza calare di tensione né perdere interesse. Un po’ scontato il finale e alcune situazioni, lievemente stereotipate a causa di una cospicua “letteratura carceraria cinematografica”.

Ariaferma

Un film “vero”, comunque, che apre uno squarcio su una realtà sempre ai margini della cronaca se non quando emergono atrocità come la mattanza di Santa Maria Capua Vetere. Decisamente una scelta coraggiosa per regista e produttori e una bella sfida per l’intero cast che supera brillantemente la prova. Una chiosa a quest’ultimo proposito: incomprensibile il David assegnato a Orlando come miglior attore. Il terzo della sua carriera. Chiariamo: Orlando è un signor interprete anche perché, con le sue caratteristiche fisiche non certo apollinee, può emergere solo grazie al grande talento. Talento che in questo film non ha modo di estrinsecarsi proprio a motivo del ruolo: un personaggio tutto d’un pezzo, privo di spessore e sfumature, pensato costruito solo per fare da contraltare all’ispettore Gargiulo, specie nella scena conclusiva del comune amarcord partenopeo. Tra l’altro, proprio qui, Orlando è una spalla. Extralusso, ma pur sempre una spalla, non il protagonista. Altro mistero (non troppo gaudioso) dei premi cinematografari: sempre più autoreferenziali e sempre più avulsi dalla realtà.

 

E allora perché vederlo?

Perché in un Paese libero, uno sguardo dietro le sbarre fa solo bene alla democrazia.

 

DVD selezionati da Riccardo E. Zanzi, recensione di Auro Bernardi