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Cinema

Nel 1969, quando ero al liceo, il film “La Via Lattea” di Luis Buñuel mi ha fatto capire cosa può essere il cinema nelle mani di un poeta. Da allora mi occupo della “decima musa”. Ho avuto la fortuna di frequentare maestri della critica come Adelio Ferrero e Guido Aristarco che non mi hanno insegnato solo a capire un film, ma molto altro. Ho scritto alcuni libri e non so quanti articoli su registi, autori, generi e film. E continuo a farlo perché, nonostante tutto, il cinema non è, come disse Louis Lumiére, “un’invenzione senza futuro”. Tra i miei interesse, come potrete leggere, ci sono anche i viaggi. Lo scrittore premio Nobel portoghese José Saramago ha scritto: “La fine di un viaggio è solo l’inizio di un altro. Bisogna ricominciare a viaggiare. Sempre”. Ovviamente sono d’accordo con lui e posso solo aggiungere che viaggiare non può mai essere fine a se stesso. Si viaggia per conoscere posti nuovi, incontrare altra gente, confrontarsi con altri modi di pensare, di affrontare la vita. Perciò il viaggio è, in primo luogo, un moto dell’anima e per questo è sempre fonte di ispirazione. Viaggiate con me, allora! Auro Bernardi

“Mal di pietre”, di Nicole Garcia

Tra campi di lavanda bruciati dal sole si compie il destino di Gabrielle, figlia ribelle di una famiglia di proprietari terrieri molto all'antica. La libertà di costumi della ragazza, che vorrebbe semplicemente seguire il proprio destino e assecondare i propri desideri repressi, è motivo di scandalo nella piccola comunità chiusa...

“Rosso Istanbul”, di Ferzan Ozpetek

sceneggiatura Gianno Romoli, Velia Santella, Ferzan Ozpetek cast Halit Ergenc (Orhan Sahin) Tuba Buyukustun (Neval) Nejat Isler (Deniz Soysal) Mehmet Gunsur (Yusuf) Cigdem Onat (Sureyya Soysal) Serra Yilmaz (Sibel) Zerrin Tekindor (Aylin) genere drammatico durata 115′ Alla lunghissima serie di autori che hanno fatto di Istanbul una delle città più...
Denzel-Washington e Viola Davis

“BARRIERE-Fences”, di Denzel Washington

Vite marginali, di un proletariato senza altre ambizioni che non siano il portare a casa la paga ogni venerdì e migliorare la propria condizione economica. Tanto più che di proletariato di colore si tratta, in un'America fortemente razzista. Il film andrebbe visto in lingua originale per la sua marcata impronta...

Julieta, di Pedro Almodovar

Finalmente Almodóvar si è liberato in un colpo solo di tutti gli orpelli macchiettistici tipici del suo cinema e ha puntato tutto sul bagaglio della classicità mediterranea tratteggiando il ritratto di una donna postmoderna in balia del Fato (con la maiuscola).

Fuocoammare

Il documentario di Rosi sul primo avamposto europeo nel Mediterraneo è un film frammentario e soporifero. Manca un filo conduttore (che non sia la generica propensione all'accoglienza del lampedusani) e non c'è fusione sostanziale tra le storie. Il documentario di denuncia sociale merita esiti migliori