Un mese fa Rigoni Stern

Pubblicato il 11 Luglio 2008 in , da redazione grey-panthers

Un mese fa è scomparso Mario Rigoni Stern, uno dei più limpidi, ammirevoli ed etici scrittori del Secondo Novecento italiano. Aveva 84 anni. Era diventato noto nel 1953 con il suo Sergente nella neve“. Aveva poi scritto libri non meno validi per comprensione e amore verso la natura e l’uomo nella natura del suo altopiano di Asiago: “Il bosco degli urogalli”, “Storia di Tonle”, “Stagioni”. Tutti i giornali gli hanno dedicato pagine intere: gli articoli migliori mi sono parsi quelli di Fernando Bandini nel “Giornale di Vicenza” e di Ferdinando Camon nel “Mattino di Padova”.

Rigoni Stern aveva detto in un’intervista che pensava che la sua miglior opera era stata aver portato in salvo tutti i suoi uomini nel ripiegamento del Don, nell’inverno russo del 1943. Io così voglio ricordarlo: come la guida che ognuno vorrebbe avere quando occorre aver responsabilità e coraggio nelle strette del vivere. Ascoltiamo le sue stesse parole: sono le istruzioni date ai soldati. Ricordano l'”orazion picciola” di Ulisse ai suoi marinai, l’esortazione di Senofonte ai greci in marcia verso il mare come salvezza.

“Prima di uscir fuori dissi: “Ricordatevi che dobbiamo restare sempre uniti. Vestitevi più che potete ma senza restar stretti. Mettete nello zaino le cose che credete più necessarie e più munizioni che potete. Bombe a mano molte e del tipo più buono.” – Gli alpini mi guardavano con gli occhi stanchi e pieni di sonno aspettando una mia parola. Cercavo di star sereno e pensavo a quello che avrei dovuto fare nel caso che fosse andata male. Quando venne la notte mandai a chiamare tutti capisquadra: Minelli, Moreschi, il Baffo, il Rosso della pesante e Pintossi. – “La prima a partire – ordinai – sarà la squadra di Moreschi. La seconda a partire sarà quella del Baffo; poi la pesante; poi Minelli; per ultima quella di Pintossi. Io verrò con quella di Pintossi,” Feci ripetere a tutti quello che avrebbero dovuto fare. “Il caposquadra dovrà essere l’ultimo a partire. Tenetevi sempre gli uomi vicini e assicuratevi del funzionamento delle armi. Tutto andrà bene, vi manderò io ad avvisare qaundo dovrete andarvene. Andate e arrivederci”.

Emilio Renzi