Rassegna stampa: Magistratura in prima pagina

Pubblicato il 10 Dicembre 2009 in , da Vitalba Paesano

 

Le aperture

Il Corriere della Sera: “Alfano ai magistrati: meno tv. Si riapre la battaglia sulla giustizia. Grasso: le leggi antimafia non vanno cambiate. Lite con le toghe. Il Csm: processo breve incostituzionale”. A centro pagina la legge Finanziaria, e lo scontro politico in vista dell’eventuale ricorso al voto di fiducia da parte del governo. “Governo pronto alla fiducia. Bersani: un cazzotto. Immobili pubblici in vendita: via libera alla trattativa privata”. Le aste pubbliche saranno riservate solo ad immobili superiori ai 400 mila Euro di valore.

La Repubblica: “Magistrati in rivolta contro Alfano. Scatta la mobilitazione Anm. Il Guardasigilli: i pm facciano inchieste invece di andare in tv. Csm, ecco il testo che boccia il processo breve”. E poi: “Fiducia sulla Finanziaria. Bersani: un cazzotto al Parlamento”. A centro pagina le tensioni di piazza in Grecia: “Debito, anche la Spagna declassata. La Grecia: a rischio la nostra sovranità”.

Il Sole 24 Ore: “Dalla Bce aut aut ad Atene. Riforme o l’Europa non accettera più titoli di stato greci. Papandreou: faremo di tutto per impedire il default. Draghi: troppi rischi, preparare le exit strategy senza ridurre gli aiuti”.

La Stampa: “Grecia e Spagna, nell’UE scatta l’allarme debito. Draghi: i mercati ancora vulnerabili. Atene: niente rischio crac”. Il titolo più grande: “Processo breve, altolà del Csm. ‘E’ incostituzionale’. Nuovo scontro tra Alfano e i magistrati. Il ministro attacca: i pm stiano più in procura e meno in tv. Grasso: la legge sui pentiti non si tocca”. Una foto in prima ricorda il vertice di Copenhagen e la “rivolta degli atolli”, a partire da quelli di Tuvalu, che chiedono “un accordo vero, o spariremo”.

Libero: “Basta teleprocuratori. Il ministro della giustizia Alfano accusa duramente i magistrati. ‘La lotta alla mafia si fa in procura, non in tv’. E i pm non vogliono andare nelle sedi scomode”.

Il Fatto, diretto da Antonio Padellaro, apre su una vecchia vicenda: “Fassino, il ‘Giornale’ e l’utilizzatore finale”. Si tratta di una vicenda raccontata ieri da L’Unità, che riguarda le intercettazioni telefoniche delle conversazioni di Fassino durante la tentata scalata di Unipol a Bnl. “La telefonata ‘secretata’ di Consorte portata a Berlusconi”. La telefonata, ricorda Padellaro, è quella in cui Fassino diceva ‘abbiamo una banca’”. Il “numero uno di Rcs”, che sta per Research controlo System, azienda che realizza intercettazioni telefoniche per le Procure, portò i nastri a Berlusconi prima ancora che fossero disponibili nel fascicolo. E le intercettazioni finirono qualche giorno dopo sui quotidiani.

Sulla Finanziaria il quotidiano scrive: “Bersani dice che è un cazzotto. Speriamo che lo ascoltino i predicatori del dialogo”.

Il Giornale: “Silvio pronto a ridurre le tasse. Da gennaio mano alle forbici. Superata l’emergenza giustizia (ormai ci siamo) subito in agenda la questione fiscale e le riforme liberali. Solo così possiamo giustificare l’utilizzo delle nostre liquidazioni per far quadrare i conti della Finanziaria”.

Il Foglio apre con la Curia di Milano dando la parola a Paolo Branca, “l’islamologo di riferimento del cardinal Tettamanzi”, che sta tenendo conferenze sull’islam nel capolouogo lombardo. “Alla cura di Milano c’è un prof che lavora per un’ibridazione con l’Islam. Da via Quaranta ai convegni con l’Ucoii, l’accademico di Milano vuole la ‘contaminazione delle culture’”.

Giustizia

Secondo la “Nota” di Massimo Franco sul Corriere della Sera “nonostante il centrodestra” continui a sostenere il ddl sul processo breve “crescono i dubbi sulla sua fattibilità: troppo complicato da scrivere; troppo dirompente per le ricadute che potrebbe avere sul sistema giudiziario; e bollato proprio ieri come incostituzionale da un parere del Csm. Il Pd chiede al governo di ritirarlo, confermando che rimane un’arma polemica. Per questo, si ha la sensazione che al provvedimento si affianchi l’opzione del ‘legittimo impedimento’”.

Un articolo di Libero dà conto di un incontro definito “scambio culturale” ieri tra Marcello Dell’Utri e Gianfranco Fini. Nell’incontro i due avrebbero parlato della deposizione di Spatuzza, ma anche del rapporto tra il Presidente della Camera e Berlusconi. Fini avrebbe ribadito di essere “straconvinto” che Berlusconi e Dell’Utri non c’entrino niente con la mafia, ma “non vuole chiedere scusa” al premier, piuttosto cerca un chiarimento.

E’ il Corriere della Sera a ricordare che domani al processo Dell’Utri ci sarà l’interrogatorio di Filippo e Giuseppe Graviano, i due boss mafiosi che potrebbero confermare o smentire le affermazioni del pentito Spatuzza.

Secondo La Stampa un sondaggio commissionato dal Cavaliere ad Euromedia Research dice che il 70 per cento degli italiano non crede a una sola parola di quanto sostiene Spatuzza. Secondo lo stesso retroscena “tra Pd e Pdl qualcosa si sta muovendo”, e se il prezzo politico dell’accordo dovesse essere la rinuncia al processo breve, “Berlusconi lo pagherebbe seduta stante: in fondo troppi sono i dubbi di costituzionalità, i magistrati annunciano mobilitazioni, lunedì il Csm darà il colpo di grazia. Il vero asso di Berlusconi si chiama ‘legittimo impedimento’, niente udienze in tribunale finché resta in carica”, spiega il quotidiano. “Purché Fini non si metta pure qui di traverso”. Infatti non avrebbe “digerito lo spot al progetto di cittadinanza per gli immigrati, e ha dato disposizione ai suoi di frenare, come ritorsione, l’esame del legittimo impedimento”.

Sul legittimo impedimento il Corriere intervista uno degli avvocati del Presidente del Consiglio, Piero Longo. Longo si dice certo certo che sia il provvedimento sul processo breve che quello sul legittimo impedimento finiranno comunque all’esame della Corte Costituzionale.

 Esteri

Il governo britannico ha annunciato ieri una maxi-tassa sui bonus dei circa ventimila manager bancari inglesi. Il pre-budget, presentato ieri dal cancelliere dello Scacchiere Darling, prevede un prelievo straordinario sui bonus del 50 per cento sulle gratifiche da 25 mila sterline in su.Si tratta di misure prese con un “occhio alle urne”, secondo Il Sole 24 Ore, perché gran pare dei tagli e degli aumenti di imposte entreranno in vigore dal 2011. Ma la tassa sui bonus avrà invece effetto immediato.

Il Foglio: “Brows mette una tassa avvelenata nel piatto di Cameron. Il governo inglese vara un’imposta per i banchieri con effetto immediato. City in rivolta, Tory in imbarazzo”.

Il Corriere della Sera si sofferma sulla riforma sanitaria Usa, che si avvicina alla prima approvazione del Senato. Martedì notte le due anime (liberal e moderata) del gruppo parlamentare Democrat hanno raggiunto una intesa sulla public option. In base al compromesso, l’opzione pubblica verrebbe lasciata cadere, ma in compenso ci sarebbe una estensione del programma Medicare, il programma per gli over 65, alla fascia di età 55-64, cioè 2 o 3 milioni di persone che oggi non possono garantirsi cure sanitarie. Inoltre ci sarebbe una nuova assicurazione medica a basso costo gestita da cooperative no profit che verrebbe messa a disposizione nelle “borse delle polizze mediche” previste dalla riforma. Se le compagnie private non sottoscrivessero questi piani assicurativi, il governo federale sarà autorizzato a gestirli direttamente. Secondo la Casa Bianca è un “progresso decisivo”. Manca ancora un compromesso sulla questione aborto.

 Chiesa

Tarcisio Bertone, per rivolgere al mondo musulmano “un augurio di pace e di serena e solidare convivenza tra tutti”. L’articolo informa che sul canale del Qatar andranno in onda approfondimenti ed interviste per presentare la Santa Sede e la Chiesa cattolica.

Sul Sole 24 Ore un intervento di Bruno Forte, arcivescovo di Chieti-Vasto, che compare sotto il titolo “E’ la fede che può salvare la politica”, in cui si analizza il contributo della invenzione cristiana della persona alla elaborazione dei nostri principi costituzionali. Quando si scrive che la repubblica riconosce i diritti inviolabili dell’uomo, lo stesso uso di questo verbo mostra come questi diritti siano considerati pre-esistenti rispetto alla loro configurazione giuridica, non creati dallo Stato. L’importanza e l’attualità di queste conseguenze sono facilmente intuibili nel campo della tutela delle minoranze, dei lavoratori, delle donne. E l’invenzione cristiana del concetto di persona permette al cittadino della polis di confrontarsi con le ragioni degli altri, avendo come riferimento il bene comune.

Su R2 Cultura La Repubblica ricorda l’incontro che si terrà da oggi a Roma dal titolo “Dio oggi. Con lui o senza di lui tutto cambia”. Se ne occupa il teologo Vito Mancuso, che al convegno dedica alcune riflessioni incentrate sull’idea che vi sia una libertà di pensare Dio sfidando la Chiesa, poiché oggi la teologia non può solo obbedire al Papa. L’introduzione al convegno sarà di Camillo Ruini, già presidente della Cei, che il quotidiano intervista. Ruini viene sollecitato sulle possibilità di fermare il processo di scristianizzazione della nostra cultura, e commenta la sentenza della Corte di Strasburgo che impone di togliere i crocefissi dalle scuole italiane: “Pensando di tutelare al massimo la libertà del singolo, il tribunale ha trascurato di salvaguardare la libertà di espressione di un popolo, le sue tradizioni, la sua cultura”.

Del convegno si occupa anche il filosofo Emanuele Severino, che ne parla sul Corriere della Sera (“La filosofia si alle con Dio e salva l’uomo dalla violenza. Il vento del pensiero e la coscienza cristiana contro la follia della volontà”).

 E poi

Nella pagina delle opinioni del Corriere della Sera Salvatore Bragantini si soferma sul “conflitto di interessi sempre dimenticato” che “sempre riemerge”: la Fininvest, condannata in ottobre a pagare alla Cir di De Benedetti 750 milioni di Euro, ha chiesto una fideiussone alle principali banche italiane. “Immaginiamo per un momento, se ci riusciamo, la scena: “Obama che convoca a Washington il gotha bancario Usa” e chiede alle banche di “garantire un suo debito personale, insorto tra l’altro a seguito di una vicenda ben poco commendevole. Non sarebbe concepibile. In Italia purtroppo accade”. Il premier, secondo Bragantini, potrebbe perlomeno rivolgersi a banche estere.

Romano Prodi ha firmato un contratto come opinionista alla tv cinese. Lo scrive il Corriere della Sera. L’accordo nasce dalla lunga frequentazione cinese dell’ex premier, culminata nel viaggio di Stato che fece nel 2006. Lo stesso quotidiano informa che ieri Al Jazeera ha intervistato il cardinal

Sulle pagine di R2 Diario due pagine dedicate ai nuovi mezzi di mobilitazione politica: “Piazza web. Quando il mondo della Rete diventa movimento politico”, articolo firmato da Giancarlo Bosetti, che riparte dalla “mobilitazione ‘in viola’” di sabato scorso per sottolinearne il carattere “orizzontale”, ma anche per chiarire che “non si tratta della utopia della e-democracy, ma di un radicale aggiornamento delle tecniche della comunicazione”. E tuttavia occorre anche “stare in guardia” dal rischio del “perfect filtering”, dalla tendenza che la Rete ha ad attrarre i simili e ad escludere le voci discordanti. “La discussione tra persone che sono sempre d’accordo tra loro può nutrire complicità, scoraggiare verifiche, accrescere il disprezzo per gli altri”. Sulle stesse pagine una intervista a uno dei ondatori di MoveOn, e un articolo di Umberto Galimberti (“Il modello dell’agorà”).

 (fonte: RASSEGNA ITALIANA, di Ada Pagliarulo, Paolo Martini)