La Rassegna Stampa: vince l’antimafia dei fatti

Pubblicato il 18 Novembre 2010 in , , da Vitalba Paesano

Le aperture

Il Corriere della Sera: “Preso il capo del Casalesi. Dopo 15 anni di latitanza Iovine arrestato nel casertano. Dossier Dia: ‘ndrangheta al Nord. Maroni su Saviano: lo conosco e lo stimo, deponiamo le armi”. A centro pagina: “Berlusconi: fiducia o urne. Fli non vota contro Bondi”. In prima anche il richiamo ad una intervista a Walter Veltroni, che “avverte il Pd: cambi rotta o rischia”. L’editoriale, firmato da Giovanni Sartori, è titolato “Una repubblica assai confusa. Il vocabolario della crisi”.

La Repubblica: “Belusconi: fiducia o subito le elezioni. Crolla il consenso”. Ci si riferisce ad un sondaggio in cui la coalizione tra Pd, Sel e Idv supera quella con il Pdl e la Lega. Sul tema si sofferma Ilvo Diamanti, con una analisi titolata “Il sorpasso dell’Ulivo”. E poi: “Il Pd attacca: 29 novembre voto su Bondi”. Il titolo più grande è per la cattura del capo camorrista: “Preso Iovine, capo della camorra. Il numero uno dei Casalesi latitante da 15 anni. Il ministro dell’Interno: giorno felice. Gli inquirenti: in Lombardia patto ‘ndrangheta imprese. La Dia conferma: mafie al nord. Maroni-Saviano, scontro nel cda Rai”. A centro pagina: “Irlanda, aiuti più vicini. Tremonti, Italia al sicuro. Pressing di Ue e Londra su Dublino. Paura per Grecia e Portogallo”.

La Stampa: “Preso il capo di Gomorra. Era il delfino di Sandokan. Blitz a Casal del Principe: il boss Iovine arrestato dopo 14 anni di latitanza. Maroni esulta: ‘E’ l’antimafia dei fatti’. Saviano: aspettavo questo giorno”. E poi: “Accuse al Carroccio, tra il ministro dell’Interno e lo scrittore pace dopo il duello”. A centro pagina la politica: “Mozione anti-Bondi, il Pdl insorge. Voto alla Camora il 19. Cicchitto: violato l’accordo. Il Pd: valeva soltanto per il governo”.

Il Giornale: “Una firma contro Saviano che dà del mafioso al Nord. Ecco che cosa pensa davvero lo scrittore dei leghisti: ‘Razzisti e assassini’. Il quotidiano chiede ai lettori di aderire via sms, mail o fax. Firma Vittorio Feltri. Di spalla la politica: “L’aria è cambiata e a Gianfranco i conti non tornano più”. Accanto, il quotidano offre l’intervento pronunciato dallo stesso Fini alla Camera il 24 gennaio 1995, quando si insediava al governo Lamberto Dini. “Il ribaltone è l’impazzimento della politica”, il titolo.

Libero: “Dai che Silvio ce la fa. Via dal governo e senza scudo del Colle, Fini perde amici. La maggioranza forse terrà pure alla Camera. Il vento sta cambiando. Il Pd possibilista su un Berlusconi bis e Bossi pronto a una intesa con Casini”. Secondo il quotidiano il premier sarebbe certo di aver “trovato dieci voti” nella “conta a Montecitorio”. A centro pagina: “Saviano delira, Maroni arresta il capo dei capi. Uno paragona il ministro a Sandokan, l’altro cattura il re dei Casalesi. Fatti, non accuse a vanvera”, insiste il quotidiano.

L’Unità: “Il Nord è nudo. Nelle mani delle cosche. Rapporto della Direzione antimafia: ‘ndrangheta ramificata da tempo in Lombardia, Piemonte e Veneto. Pugno duro padano. Il capo del Viminale si occupa di querele mentre gli agenti di Napoli arrestano Iovine, boss dei Casalesi”. E poi: “Voci si sanzioni per Mazzetti, autore di ‘Vieni via con me’. E i giornalisti sfiduciano Masi”. Sulla situazione politico parlamentare: “La crisi congelata piace al premier. E i finiani vacillano. Spunta anche l’ipotesi di un rimpasto. Il Colle ribadisce: serve responsabilità. Mozione di sfiducia a Bondi il 29”.

Il Sole 24 Ore: “Tremonti: i nostri conti solidi. Lo stop al bilancio Ue blocca fondi per due miliardi all’Italia. Per Bruxelles non siamo un problema ma parte della soluzione. Missione Ue a Dublino per trattare il salvataggio”.

Il Foglio: “Perché Dublino non sopporta che sia Londra a salvare le sue banche. Oggi missione internazionale in Irlanda. Ma i portiti politici nazionali non vogliono subire ‘commissariamenti'”, scrive il quotidiano, dando conto del “pressing europeo” sul Paese. Si parla anche di Tremonti, definito “arrembante”. Sulla politica da segnalare un editoriale del direttore Ferrara: “Golpe costituzionale. Sovversivismo delle classi dominanti: una voce dell’establishment propone di rinviare il voto sine die e di eliminare per decreto il Cav. Un’altra voce inneggia alla ‘giustizia simbolica’, cioé sommaria”. Di spalla: “L’antidoto del Pdl contro Fini è di destra e si chiama Alemanno. Il sindaco suona le trombe del ‘voto subito’, si mette alla testa degli ex di An e si lancia per la leadership”.

Gomorra

Scrive della figura di Iovine, su La Repubblica, Roberto Saviano, che descrive “ascesa e caduta di ‘O’Ninno, il camorrista manager che voleva conquistare l’Italia”. “Ieri è stato un bel giorno”, dice lo scrittore, spiegando che gli affari di Iovine erano “estesi in tutto il Nord”, “che si crede immune e invaso quando invece sempre più spesso è complice e connivente”. Lo stesso quotidiano scrive che oggi ci sarà l’incontro tra il direttore di Rai3 Ruffini e il dg Masi per decidere “come sciogliere il nodo” del diritto di replica chiesto da Maroni dopo la trasmissione di Fazio e Saviano di lunedì scorso. “Garimberti: sì alla replica del ministro. Ma il cda rai non trova l’accordo”.
E’ L’Unità ad intervistare uno degli autori della trasmissione, che sisponde a Maroni spiegando che “se dovessimo concedere repliche a tutti coloro che hanno una opinione diversa, che siano la Chiesa o gli anticlericali, i cacciatori o gli animalisti, cambierebbe la natura del programma”. A Mazzetti è stato contestato, con un provvedimento dell’azienda, di aver scritto sul Fatto quotidiano, di essere stato ospite di altri programmi tv senza autorizzazione dell’azienda. “Il guaio è che non sto zitto e dico quel che penso”. Rischia il licenziamento, “non riesco a fare causa alla Rai”, ed ha detto a Fazio, Ruffini e Saviano che è disposto a farsi da parte. Alla domanda se ci sarà Maroni lunedì risponde che fino ad oggi l’unica “replica” è stata concessa a Cuffaro per una puntata di Report, ma è andata in onda su altro programma. “Non è mai successo, poi alla fine io rispetto gli ordini dell’azienda”.

Pd

Il Riformista scrive dei problemi del Partito Democratico a Milano, dopo la vittoria alle primarie di Pisapia. Si dà conto della presa di posizione di una “ristretta cerchia di senatori”, dalla Garavaglia a Bosone, che dicono: “Pisapia non è un candidato accettabile per vincere a Milano”. Il titolo dell’articolo è: “Il Pd si rompe su Albertini pronto a correre. Rumoreggia la fronda favorevole all’ex sindaco. Ma da Roma si mobilita lo stato maggiore: Marini: uniti per Pisapia. Penati: troppi guastatori”.
Sul Pd Aldo Cazzulo sul Corriere della Sera intervista Walter Veltroni: “Il Pd cambi rotta o il suo destino è a rischio”, il titolo del pezzo. Secondo l’ex leader i sondaggi mostrano oggi “segnali di perdita di peso politico” del partito. Su Saviano dice che non è “politicamente collocabile”, perché “la legalità costituisce un pre-valore, dovrebbe essere comune a tutti”. Il governo tecnico dovrebbe “durare”, “non certo un mese”, deve “avere il respiro necessario” per “rasserenare e dare sicurezza al Paese”, visto che “questo governo è finito”. Il nome di un premier? “Ho fatto il nome di Ciampi non a caso. Non necessariamente deve essere una persona che occupa lo stesso ruolo. Ma persone di quella cifra”.
Da segnalare, sullo stesso quotidiano, un artiocolo che dà conto dei giudizi di Romano Prodi sul Pd: “Errori sulle primarie. Il partito gestisca, non scelga. Il professore: contraccolpi interni se ci si spende in prima fila”

E poi

Su La Stampa e sul Corriere da segnalare articolo sui Repubblicani Usa, che al Senato fanno sapere a Obama che non sarà possibile esaminare il trattato Start 2 con la Russia. “Arsenali nucleari, ‘agguato’ a Obama. I repubblicano bloccano il trattato Start 2. Pressing di Hillary sui senatori”, titola il quotidiano milanese, spiegando che “i conservatori alzano il prezzo e la Casa Bianca si infuria: ‘Mettono a rischio la sicurezza del Paese”.
Sul Corriere si parla anche di Germania, con il ministro degli esteri Westewelle e le sue proposte sul disarmo nucleare al prossimo vertice Nato di Lisbona. Berlino si presenta “sempre più con un profilo autonomo”. “La Nato punti al disarmo”. “Ma l’uscita irrita francesi e americani”. 
Sullo scudo antimissile da segnalare un intervento del ministro degli esteri russo Lavrov, pubblicato dal Sole 24 Ore. “La Russia pronta a discutere lo scudo antimissile comune”, il titolo del contributo, in cui Lavrov spiega che però la proposta del segretario generale Nato Rasmussen di creare uno scudo congiunto con l’Europa e la partecipazione della Rusia deve essere “paritaria”, e occorre “uscire dall’ambivalenza”.
Il Corriere della Sera (ma ne parlano tutti i quotidiani) scrive anche dell’annuncio del presidente iracheno Talabani, che si oppone alla condanna a morte per Tarek Aziz: “Non firmerò mai l’esecuzione di Aziz. Spiraglio per il braccio destro di Saddam”. Malato, stanco di lottare, condannato alla pena capitale circa un mese fa, Aziz oggi accoglie le dichiarazioni di Talabani, rilasciate in una intervista a France 24: “Non posso firmare un ordine di questo tipo perché sono socialista. E provo compassione per Aziz perché è un cristiano iracheno e perché è anziano”. Secondo Libero “gli iracheni si fanno la guerra sulla testa di Tarek”, nel senso che se il “curdo” presidente non firma, “gli sciiti filo-Iran invocano il boia”.
Alle pagine R2 de La Repubblica si parla del Risorgimento, mentre si avvicina l’anniversario delle celebrazioni per il 150° anniversario dell’Unità. “Quel mito fondativo che fa discutere l’Italia”, è il titolo dell’articolo di Massimo L. Salvadori.

(Fonte: RASSEGNA ITALIANA, di Ada Pagliarulo e Paolo Martini)