Cecilia Malmström sull’immigrazione: serve una risposta europea

Pubblicato il 12 Aprile 2011 in , da redazione grey-panthers

Il Consiglio dei Ministri degli affari interni dell’Unione europea riunito in Lussemburgo ha discusso principalmente di immigrazione.

La Commissaria europea Cecilia Malmström, responsabile per gli Affari Interni, ha richiamato alla situazione nella sponda meridionale del Mediterraneo, in particolare sui flussi migratori dalla Libia verso i Paesi confinanti (Tunisia ed Egitto) e sui flussi via mare dalla Tunisia verso l’Unione (Italia, Malta). Ha evidenziato le misure urgenti già intraprese, con particolare riferimento all’emergenza umanitaria (30 milioni di euro già mobilitati), all’intervento di Frontex (l’Agenzia europea sulle frontiere esterne), alle operazioni nel Mar Mediterraneo (l’operazione Hermes 2011), e alla mobilitazione dei Fondi europei disponibili (Fondo per le Frontiere esterne, Fondi per i Rifugiati).

Nel breve periodo, le misure proposte dalla Commissione al Consiglio riguardano il tema del continuo e possibile aumento dei flussi in entrata nell’UE di immigranti irregolari dalla riva Sud del Mediterraneo. Tra queste il rafforzamento della missione Hermes di Frontex in corso, il potenziamento delle competenze di Frontex, i negoziati con le autorità dei Paesi della riva Sud di origine o di transito dei flussi migratori, l’intervento dell’Ufficio europeo per l’Asilo (EASO), un progetto operativo tra UE e Tunisia per rafforzare le capacità operative di quest’ultima sulla gestione dell’immigrazione irregolare (controllo frontiere, lotta alla criminalità e al traffico di persone, rimpatri, identificazione e registrazione dei migranti, assistenza alle autorità locali dei Paesi UE più direttamente interessati).

Un altro aspetto di dibattito è il possibile aumento di rifugiati, che necessitano di protezione internazionale, provenienti dal territorio libico. Nell’eventualità, la Commissione è pronta a proporre l’utilizzo dei meccanismi della Direttiva del 2001 sulla protezione temporanea.

Nel lungo termine, l’approccio dell’UE è quello presentato dalla Commissione nella comunicazione congiunta con l’Alto Rappresentante Catherine Ashton: “Un partenariato per la democrazia e la prosperità condivisa con il Mediterraneo meridionale“, approvata dal Consiglio europeo nelle riunioni dell’11 e 25 marzo. Un pacchetto di proposte sarà presentato dalla Commissione al Consiglio europeo di giugno nei settori dell’immigrazione, della mobilità e della sicurezza.

Un forte richiamo è stato espresso alla necessità di dare una risposta genuinamente europea a queste sfide, basata su una solidarietà concreta tra gli Stati membri, in partenariato con i Paesi della riva Sud del Mediterraneo.

La Commissaria Malmström ha poi risposto a una nota del Ministro degli Interni italiano Roberto Maroni sulla crisi in Nord Africa e l’afflusso di migranti sulle coste italiane. I temi indicati sono il rilascio dei permessi di soggiorno temporanei a fini umanitari, la circolazione delle persone nell’area Schengen e l’attivazione della Direttiva 2001/55 sulla protezione temporanea. Anche in questo caso viene fatto un forte appello al dialogo tra i Paesi UE per realizzare una vera ed efficace solidarietà e adottare le misure più utili nello spirito di collaborazione che contraddistingue l’Unione europea.

(Fonte: Commissione Europea – Rappresentanza a Milano)

One thought on “Cecilia Malmström sull’immigrazione: serve una risposta europea

  1. tutto questo va bene; è da applaudire se dimentichiamo però che il costo degli immgrati pesa sui lavoratori dei singoli paesi, già al salasso. la Sig.ra dice che “bisogna spiegare i benefici del multiculturalismo” ma..QUALI SONO ??? Se non che in Italia per esempio al giorno d’oggi il cittadino italiano semplice è costretto a vivere con stipendio da miseria (che va decurtato sempre di più per aiutare gli immigranti), con la minaccia sempre più pesante di rimanere in mezzo alla strada senza mezzi dei sostegno nè aiuti mentre gli immigranti hanno lavoro regalato, assistenze gratuiti e sussidi… Non so se tutto ciò è giusto e dove sono “i benefici di multiculturalismo”. A questo punto, aiutare SI’, ma in 1mo piano in ogni Paese devono rimanere i propri cittadini mentre sembra che ormai al primo piano vengono messi gli immigranti-aproffittatori,falsi buonismi, aiuti agli immigranti a scapito del cittadino.. Inoltre, non credo che questo buonismo serve a rafforzare buoni rapporti tra le culture: quei “profughi” solo pretendono,vogliono, se ne approfittano ma alla prima buona occasione taglierebbero la testa agli “infedeli”…Ciò non giustifica mezzi atroci di Breivik, da abolire. Ma forse ci vorrebbe un pò di riflessione sulle situazioni create…

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