Riforma Pensioni: Boeri rilancia su pensione anticipata

Pubblicato il 11 Gennaio 2016 in , da redazione grey-panthers

Il presidente INPS, Tito Boeri, rilancia sulla Riforma Pensioni: prevedere nuove forme di pensione anticipata attraverso meccanismi virtuosi sul lungo periodo sul fronte dei conti pubblici. Boeri insiste sulla necessità di una nuova norma sul sistema previdenziale, dopo che in Legge di Stabilità sono stati inserite diverse misure sulle pensioni, comprensive anche di un part-time agevolato per chi è a meno di tre anni dal raggiungimento del requisito per ritirarsi, con un assegno previdenziale pieno.

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La Riforma pensioni, insomma, promette di restare al centro del dibattito politico anche in questo 2016. Del resto, l’Esecutivo ha più volte espresso posizioni favorevoli a interventi sulla pensione anticipata, che superino una serie di rigidità previste dalla Riforma Fornero (Dl 201/2011). In Legge di Stabilità alla fine hanno trovato posto solo alcuni capitoli particolarmente caldi (esodati, Opzione Donna, no tax area), rinviando a un successivo provvedimento una più complessa riforma. Ed è su questo che Boeri insiste ora.

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Proposta Boeri

Intervistato da Skytg24, il presidente dell’INPS propone una soluzione per «andare un po’ prima in pensione ma con qualche aggiustamento», che nell’immediato ha dei costi per lo Stato ma «nel medio termine no»: non aumenta il debito pubblico, non comporta la violazione di regole UE e ha l’obiettivo di «dare un po’ di ossigeno all’economia e favorire l’occupazione giovanile».

 

La proposta Boeri prevede la possibilità di ritirarsi a 63 anni per tutti (non solo per chi ha l’intera pensione calcolata con il contributivo, come previsto dalla Riforma Fornero), con una decurtazione dell’assegno finale che riguarda solo le quote retributive. Tecnicamente, il taglio è pari al rapporto tra il coefficiente di trasformazione relativo all’età dell’assicurato al momento del pensionamento e quello corrispondente all’età di accesso al pensionamento legato all’età di 66 anni e 7 mesi. In pratica, chi si ritira con il massimo anticipo possibile, quindi a 63 anni e sette mesi, ha una pensione abbassata del 9,4%, riduzione che scende al 6,5% per chi si ritira a  64 anni e 7 mesi e al 3,3% a 65 anni e 7 mesi. Il taglio si riduce intorno al 3% ogni anno, e si azzera a 66 anni e 7 mesi, quando matura il diritto alla pensione piena. Eccezione per i lavoratori precoci (che hanno iniziato a lavorare prima dei 18 anni), che possono accedere a questa forma di pensione anticipata senza taglio dell’assegno.

Altre proposte

Ricordiamo che fra le altre proposte depositate alla Camera per la pensione anticipata, c’è la cosiddetta proposta Damiano, che prevede a sua volta la possibilità di ritirarsi in anticipo con una decurtazione che però è calcolata in maniera diversa ed è meno penalizzante, circa il 2% all’anno. C’è però da dire che la proposta Boeri prevede il diritto alla pensione anticipata con 20 anni contribuzione effettiva (cioè, da lav oro, escludendo eventuali periodi di contributi figurativi), mentre la proposta Damiano prevede 35 anni di contributi.