Gli scienziati amici delle staminali

Pubblicato il 5 Gennaio 2010 in , da Vitalba Paesano

La classifica arriva dall’estero e diventa attendibile perchè a formularla sono uomini di scienza, che hanno cercato, nel panorama  dello scorso anno, le maggiori personalità scientifiche votate allo studio, alla ricerca, alla diffusione delle cellule staminali. Ne diamo notizia, sicuri che questi nomi saranno in primo piano nel prossimo futuro:

Per la ricerca non basta solo la buona volontà. Occorrono uomini e capitali. Il 2009 non è stato generoso in termini di finanziamenti alla ricerca, ma cinque  nomi meritano di essere menzionati.

Francis Collins : Collins è stato nominato Direttore del National Institutes of Health nel mese di agosto. Il genetista ha accettato l’incarico dopo quindici anni alla guida del National Human Genome Research Institute, durante i quali ha contribuito a completare il Progetto Genoma Umano in anticipo sui tempi e sotto il budget previsto. Da quando ha assunto il controllo del NIH, Collins ha sostenuto un programma incentrato sulla medicina personalizzata e la ricerca sulle cellule staminali. I suoi sforzi sono stati subito premiati dal fatto che quaranta nuove ricerche sono state giudicate ammissibili ai finanziamenti federali.
Inoltre, Collins, rispetto ai suoi predecessori si è dimostrato essere una figura pubblica più apprezzata e riconosciuta, meritandosi la simpatia di molti.

Sheng Ding: per la prima volta Ding e i suoi colleghi dello Scripps Research Institute per i loro esperimenti genetici sui topi, sono riusciti ad impiegare esclusivamente proteine ricombinanti evitando di utilizzare manipolazioni genetiche totali. La tecnologia adesso è uno strumento fondamentale per la ricerca soprattutto di nuovi farmaci.

Bart Gordon: in qualità di presidente dell’House Committee on Science and Technology ha svolto un ruolo fondamentale nel garantire alla scienza notevoli finanziamenti. Gordon ha fatto ricevere finanziamenti alle ricerche sulle nanotecnologie, ha creato una strategia nazionale sull’acqua, ha creato dei programmi di educazione volti a migliorare la scienza, la tecnologia, l’ingegneria e la matematica. Infine ha sostenuto la richiesta di 400 milioni di dollari di finanziamento per avviare il Department of Energy’s Advanced Research Projects Agency. Anche se il Congresso ha annunciato che non sarà in corsa per la rielezione il prossimo anno, la scienza ha avuto la fortuna di averlo nel 2009.

Henry Gustav Molaison: noto agli scienziati solo come HM, Molaison è stato riconosciuto come uno dei pazienti più importanti nella storia della scienza sullo studio del cervello. Dopo l’intervento chirurgico sperimentale, nel 1953, che comprendeva la rimozione di tessuto cerebrale e di taglio parziale dell’ippocampo, Molaison ha perso la capacità di formare nuovi ricordi. Per 55 anni ha aiutato gli scienziati allo studio dei sistemi di memoria cerebrale e dell’apprendimento motorio. Molaison è morto nel dicembre 2008 all’età di 82 anni, non prima di acconsentire a donare il cervello alla ricerca. Quest’anno, gli scienziati della University of California, riuniti a San Diego, hanno diviso l’organo in circa 2.600 frammenti, nel tentativo di correlare le strutture cerebrali individuali con funzioni specifiche.

Erika Sasaki: Sasaki lavora in Giappone presso il Central Institute for Experimental Animals a Kawasaki, ed è riuscita con il suo team a trasmettere alla prole di un primate, per la prima volta, un gene estraneo ai genitori. La ricerca, pubblicata su Nature, fa sì che i primati possano essere utilizzati come modelli per lo studio dell’uomo di malattie neurologiche e comportamentali, quali il Parkinson, la malattia di Huntington e la sclerosi laterale amiotrofica.