Gli approfondimenti

Pubblicato il 23 Ottobre 2014 in

GLI APPROFONDIMENTI

Cinema e Cinema

«Per voi il cinema è spettacolo. Per me è quasi una concezione del mondo. Il cinema è portatore di movimento. Il cinema svecchia la letteratura. Il cinema demolisce l’estetica. Il cinema è audacia. Il cinema è un atleta. Il trionfo del cinematografo è garantito, perché è soltanto la logica conclusione di tutta l’arte moderna».

Vladimir Majakowski

Il futuro del sonoro – Dichiarazione (1930)

«L’ideale lungamente vagheggiato d’un cinema sonoro è finalmente una realtà […] Una falsa concezione delle possibilità della nuova scoperta può non solo ostacolare lo sviluppo del cinema-arte, ma addirittura annientarne l’attuale potenza espressiva […] Il mezzo con il quale il cinema ha raggiunto un così alto livello espressivo è il montaggio. Il progresso del montaggio è l’assioma su cui si fonda ogni sviluppo possibile dell’arte cinematografica. Pertanto:

1-Per lo sviluppo futuro del cinema i soli fattori importanti sono quelli volti a rafforzare e sviluppare il montaggio espressivo e i suoi nuovi possibili modi. Da questo punto di vista il suono ha un’alta significazione.

2-Il sonoro è però un’arma a doppio taglio. È molto probabile che esso venga applicato soltanto per soddisfare la curiosità del pubblico. Assisteremmo allora allo sfruttamento della merce più facilmente fabbricabile e vendibile: il film parlato, quello cioè nel quale la registrazione della voce coincide nella maniera più esatta e più realistica con i movimenti delle labbra. A questo primo periodo di “cinema-attrazione” ne seguirà un secondo del tutto orripilante: si tenterà di creare una produzione pseudo letteraria con rinnovati tentativi d’invasione teatrale. Così utilizzato, il sonoro distruggerà l’arte del montaggio.

3-Soltanto l’impiego contrappuntistico del suono rispetto all’immagine offre possibilità di nuove e più perfette forme di montaggio. Pertanto le prime esperienze di fonofilm debbono essere dirette verso una non coincidenza tra immagine visiva e immagine sonora: questo sistema porterà alla creazione di un nuovo contrappunto orchestrale.

4-La scoperta tecnica non è un fattore casuale nella storia del cinema, ma lo sbocco naturale dell’avanguardia cinematografica […] Di giorno in giorno i temi dei soggetti diventano sempre più complessi e i tentativi fatti per risolverli con mezzi unicamente figurativi o sono rimasti insoluti o hanno portato a un simbolismo troppo fantasioso. Il suono, inteso nella sua vera funzione, cioè come nuovo elemento di montaggio indipendente dall’immagine visiva, introdurrà invece un mezzo estremamente efficace per esprimere e risolvere i complessi problemi contro i quali urtava la realizzazione per l’impossibilità di trovare loro una soluzione mediante i soli mezzi visivi».

Sergej Ejzenštejn

Vsevolod Pudovkin

Grigorj Alexandrov

 

Resoconto del dialogo tra Stalin, Molotov e Zdanov da una parte, Ejzenštejn e l’attore Nikolaj Cerkassov dall’altra sulla seconda parte dell’Ivan, il 25 febbraio 1947

Stalin – Avete studiato la Storia?

Ejzenštejn – Più o meno.

Stalin – Anch’io conosco un pochino la storia. Voi avete mostrato l’opritchina [la guardia del corpo di Ivan] in modo scorretto. L’opritchina è un esercito regolare, progressista. Nel vostro film appare invece come una specie di Ku Klux Klan.

Ejzenštejn – Quelli sono coperti da cappucci bianchi, mentre nel nostro film i cappucci sono neri.

Zdanov – Questa differenza non è fondamentale.

Stalin – Il vostro zar è indeciso. Sembra Amleto. Tutti gli suggeriscono quel che deve fare e lui non prende nessuna decisione. Lo zar Ivan era un grande sovrano. La sua saggezza consisteva nel fatto che sapeva mantenere un punto di vista nazionale e non lasciava entrare gli stranieri nel suo paese, proteggendolo dalle influenze estranee. Nella vostra presentazione di Ivan sono stati commessi errori e deviazioni in questo senso. E poi ecco un altro provvedimento notevole di Ivan: è stato il primo a introdurre il monopolio del commercio estero. Lui il primo e Lenin il secondo.

Zdanov – Ivan il Terribile dipinto da Ejzenštejn è un nevrastenico.

Molotov – In generale, l’accento è messo sulla psicologia, su una presentazione eccessiva delle contraddizioni psicologiche interiori e delle emozioni personali. Il film è troppo chiuso nelle cantine, nei sotterranei. Non si sente alcun rumore di Mosca e il popolo non si vede. Si possono certo mostrare complotti e repressioni, ma non solo quelli.

Stalin – Ivan era estremamente crudele. Si può far vedere che era crudele, ma bisogna far vedere perché doveva esserlo. Uno degli errori di Ivan sta nel fatto che non ha sterminato fino alla fine cinque grandi famiglie feudali. Se lo avesse fatto non ci sarebbe stata l’epoca dei torbidi.

Molotov – Gli avvenimenti storici devono essere mostrati sotto una luce corretta.

Stalin – Naturalmente noi non siamo dei gran buoni cristiani, ma non bisogna rinnegare il ruolo progressista del cristianesimo in una certa fase.

Zdanov – Comunque nel vostro film si abusa troppo di riti religiosi.

Molotov – Questo dà una tinta mistica che non bisogna sottolineare troppo.

Cerkassov – Noi siamo convinti che faremo un buon film. Io lavoro al personaggio di Ivan non solo al cinema, ma anche a teatro da molto tempo.

Ejzenštejn – Ci saranno delle istruzioni particolari riguardo al film?

Stalin – Io non vi do istruzioni, io espongo le osservazioni dello spettatore. Ad esempio quegli opritchini che ballano sembrano dei cannibali e ricordano i fenici o i babilonesi… Bene, la questione è chiarita. Bisogna dare ai compagni Cercassov ed Ejzenštejn la possibilità di perfezionare l’idea e il film. Quanto all’interpretazione di Ivan, il suo aspetto fisico è corretto, non c’è niente da cambiare.

Cerkassov – Si può lasciare nel film la scena dell’assassinio di Staritskj?

Stalin – La si può lasciare. Ci sono pur stati degli assassinii.

Molotov – In generale si possono e si devono mostrare le repressioni, ma bisogna anche mostrare a nome di chi sono state fatte, perché erano necessarie. Per questo bisogna far vedere l’attività di stato, senza limitarsi a scene nelle cantine, ma mostrando la saggia condotta degli affari di stato.

Cercassov – Bisognerà presentare la bozza della nuova sceneggiatura al Politbjuro per l’approvazione?

Stalin – È inutile, sbrogliatevela voi. È difficile giudicare da una sceneggiatura, è più facile esprimersi su un’opera finita. Non fatevi fretta in nessun caso. Se occorre un anno e mezzo o due o anche tre per la realizzazione del film, bisogna impiegare il tempo necessario perché venga bene e sia scultoreo. Ancora una cosa: la Zelikovskaja va meglio per altri ruoli. Recita bene, ma è una ballerina.

Ejzenštejn – Ma è impossibile convocare un’altra attrice da Mosca ad Alma Ata.

Stalin – Un regista deve essere inflessibile.

Ejzenštejn – Ho faticato due anni per trovare un’interprete per il ruolo di Anastassia…

Stalin – L’attore Žarov non ha interpretato correttamente il suo ruolo. Non è un capo militare serio.

Zdanov – Non è Maliuta Skuratov, ma un pagliaccio. E voi Ejzenštejn vi appassionate troppo per delle ombre, distraete il pubblico dall’azione del film con la barba dello zar. Ivan il Terribile solleva troppe volte la testa perché si veda meglio la sua barba.

Ejzenštejn – Accorcerò la barba allo zar.

Stalin – Che Dio vi aiuti.

Dagli appunti di Ejzenštejn, pubblicati su “La Repubblica”, 10 agosto 1988

Lascia un commento

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.