L’influenza è spesso causa silente di complicanze gravi o peggioramento di condizioni cliniche preesistenti. Tra i gruppi a rischio di queste complicanze considerati dall’OMS, vi sono in generale – oltre ai pazienti anziani – anche quelli con patologie croniche quali asma, patologie polmonari o cardiache, immiunosoppressione
Nonostante le raccomandazioni, nella maggior parte dei Paesi la copertura vaccinale nelle popolazioni a rischio, è ben al di sotto della soglia minima raccomandata dall’OMS
A seguito di un episodio influenzale, i pazienti che presentano già condizioni di cronicità possono andare incontro a peggioramenti del loro quadro clinico: le persone con diabete hanno un rischio triplo di ospedalizzazione, quadruplo di ricovero in terapia intensiva, doppio di infezioni letali.
Oltre a un aumentato rischio di 3-6 volte di ospedalizzazione per un episodio di influenza, i pazienti con diabete presentano un rischio di essere ricoverati in terapia intensiva per complicanze legate all’infezione da virus influenzale 4 volte maggiore rispetto ai soggetti non diabetici: tale rischio risulta maggiore di quello associato alle patologie cardiovascolari.
L’infezione da virus influenzale, inoltre, può aggravare la chetoacidosi diabetica, oltre ad aumentare i livelli glicemici e interferire con le normali attività quotidiane.
Il paziente anziano e la sua specifica fragilità
Il 65% delle ospedalizzazioni legate all’influenza e l’85% dei decessi correlati all’infezione da virus influenzale riguardano principalmente persone over 65. Ogni anno l’influenza in media colpisce il 9% della popolazione italiana, ma più della metà dei casi complicati di influenza si manifesta a partire dai 65 anni di età. Il tasso di mortalità associata arriva allo 0,04% e interessa per il 96% la popolazione anziana. Inoltre, la presenza di comorbidità aumenta il rischio di complicanze: il 74% della popolazione tra i 65 e i 75 anni di età soffre di almeno una patologia cronica, percentuale che sale all’85% sopra i 75 anni. Tra le condizioni croniche più frequenti nella popolazione anziana, le malattie cardiache e cerebrovascolari sono tra le prime cause di morte e ospedalizzazione.
Anche a causa di questi quadri clinici già compromessi, a partire dai 65 anni di età si concentrano il 63% delle ospedalizzazioni e l’85% dei decessi. Ogni anno le ospedalizzazioni per cause cardiovascolari ed eventi respiratori riconducibili all’influenza sono più di 300.000. Inoltre, un anziano ricoverato su dieci va incontro a disabilità permanente dopo la dimissione ospedaliera. L’influenza negli anziani, inoltre, si manifesta attraverso sintomi più sfumati: può non essere presente la febbre, ma semplicemente manifestarsi un peggioramento del quadro complessivo di salute. Per questo, soprattutto per le categorie più fragili, è importante non sottovalutare alcun sintomo.
Prevenire l’influenza negli anziani consentirebbe di diminuire il loro accesso al Pronto Soccorso in presenza di sintomi ormai gravi, evitando così di esporli a ulteriori rischi.
“Long Flu”: la perdita di autonomia nel paziente anziano dopo l’infezione
Si parla di Long Flu, a influenza conclusa, se, oltre alla convalescenza tipica, persistono sintomi riconducibili all’episodio influenzale. Il declino funzionale è una delle conseguenze a lungo termine più comuni e di vasta portata del ricovero ospedaliero del paziente anziano, con ricadute anche sulla famiglia e sul Sistema Sanitario Nazionale. Il declino si mantiene a lungo, fino a un anno dopo le dimissioni; inoltre, quando nei tre anni successivi non vi è un recupero in termini di funzionalità, aumenta il rischio di istituzionalizzazione, disabilità permanente e morte.
Quali elementi di declino funzionale i pazienti anziani si trovano ad affrontare?
- Gli adulti in età più avanzata, soprattutto gli anziani fragili, sperimentano nel caso di infezione influenzale il più alto livello di deterioramento dell’abilità di svolgere le azioni basilari della vita quotidiana.
- In un recente studio canadese, il 15% degli adulti di età pari o superiore a 65 anni si trova in condizioni di grave disabilità (perdita dell’indipendenza in almeno due attività di cura della persona) in seguito a ospedalizzazione provocata dall’influenza
- Le ospedalizzazioni nel caso di malattia simil-influenzale sono state associate a un aumento medio del 13% del rischio di ricovero per frattura all’anca, tra i residenti in strutture di lungo degenza e case di riposo.
I pazienti anziani sono soggetti anche a rischi a medio-lungo termine, come il pericolo di perdere l’autosufficienza funzionale associata al peggioramento persistente di patologie co-presenti, nonché la conseguente richiesta di assistenza continuativa o istituzionalizzazione. Un’altra area di cui si stanno recentemente approfondendo le implicazioni è l’associazione tra influenza e malattie neurodegenerative, come il Parkinson e la demenza.
Date queste premesse e la presenza per l’anziano di implicazioni a lungo termine, è possibile fare un parallelismo tra l’esito dell’infezione da influenza e il concetto di “Long-Covid” emerso durante la pandemia. Nel paziente anziano, infatti, non si possono considerare le patologie infettive solo come un episodio acuto risolvibile in un breve lasso di tempo, ma è necessario considerare anche perdite di funzionalità a medio e lungo termine.
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