Continua il gioco: Cervello di gallina? A chi?

Pubblicato il 16 Febbraio 2021 in Pensieri Ideas

All’inizio degli anni ’70 – noi c’eravamo e ricordiamo bene- Cochi e Renato (duo di originale comicità) ottennero uno strepitoso successo con una canzone innovativa e furba che recitava così:

Fru, frutti-rutti-ru/Frutti-rutti-ru ru ru ru/Fru, frutti-rutti-ru/Frutti-rutti-ru ru ru ru

La gallina/Non è un animale/Intelligente/ Lo si capisce/Lo si capisce/Da come guarda la gente

Infatti all’inizio del mondo essa veniva chiamata volpe/Perché volpe?/Ma volpe, per le sue belle piume/Ah sì, sì volpe ……..

E la gallina seduta nella via/ Ripete, ripete/Ripete il suo gesto/La gallina solo di piume è ricoperta/E sta sempre rinchiusa all’aria aperta/E non prova invidia, né avversione

Neanche verso le pecore/Che le passan davanti col maglione ……

L’unica cosa calda che ha sono le uova/Che ci dà sempre fresche/La gallina/Non è un animale/Intelligente/Lo si capisce/Lo si capisce/Da come guarda la gente

Così pensammo di aiutarne una/Una bella gallina tutta ricoperta di piume/E di sotto aveva un magazzino di scarpe/E dietro un tugurio dal quale uscivano le uova

E così scoprimmo che la gallina ama molto il caldo/E che denudata, oliata per evitare le scottature/Messa a centoventi gradi, essa perde ogni scontrosità/E diventa molto buona

La gallina/Non è un animale/Intelligente …….

È buona la gallina/La gallina è molto buona, ma non è intelligente/Com’è buona la gallina/Assaggia questo pezzo, senti/Che buona la gallina/Come’è buona la gallina/Non è intelligente però è molto buona

 


 


Nel tempo, però, abbiamo dovuto ricrederci:

“Gli studi degli ultimi 20 anni sui polli hanno rivelato le loro capacità sensoriali finemente levigate, quella di pensare, trarre conclusioni, applicare la logica e pianificare in anticipo”, sostiene da tempo Christine Nicol, autrice di una ricerca dell’Università di Bristol, dal titolo “La Gallina intelligente”

Le notevoli capacità cognitive dei polli erano già state dimostrate in precedenza. Lesley Rogers, una delle maggiori ricercatrici mondiali in campo neurologico e del comportamento animale, aveva scoperto la lateralizzazione cerebrale nei polli quando si riteneva che solo il cervello umano fosse diviso in due emisferi con differenti specificità. Già nel 1996, infatti, scriveva che “gli uccelli hanno capacità cognitive equivalenti a quelle dei mammiferi, primati compresi” e sosteneva che i polli “sono dotati di una memoria sofisticata, possono passare informazioni da una generazione all’altra, si raggirano a vicenda e possono rimandare una soddisfazione immediata in vista di una gratificazione maggiore”.

In un libro affascinante uscito qualche tempo fa (2005, “Cervello di gallina”, Bollati Boringhieri), Giorgio Vallortigara, etologo e neuroscienziato, segnalava le meraviglie della mente dei polli per gettare una luce sulla mente umana. Scoprimmo così che le galline condividono con noi la percezione dei cosiddetti «indizi pittorici», quei segni che permettono di riconoscere la tridimensionalità di un’immagine su una superficie bidimensionale, come, ad esempio, la distribuzione delle luci e delle ombre. Una gallina è in grado di sfruttare questi indizi per stimare la profondità rappresentata su una superficie piana. Ma Giorgio Vallortigara, professore di Neuroscienze presso il Centre for Mind-Brain Sciences dell’Università di Trento, studia da tempo la memoria nel pulcino di pollo domestico. «I piccioni sono granivori, mangiano il cibo che è in vista, mentre la gallina razzola, china la testa, vede un mezzo vermetto che appare e scompare, razzola di nuovo, verifica e infine becca, insomma è abituata a scovare il cibo. Sono due tipi differenti di adattamento»

Sulla gallina, dunque, dobbiamo ricrederci. Come, specie di questi tempi, su molte altre realtà. E allora, ripartiamo dalle origini. Liberiamoci dagli orpelli del nostro tempo, dalle sovrastrutture artificiali della nostra società.

Noi partiamo da qui: abbiamo deciso di pubblicare quest’anno, più volte al mese, differenti razze di galline. Insolite, sconosciute, spesso rare, susciteranno, ci auguriamo, la vostra simpatia e alimenteranno un pensiero originale (nel senso proprio di “origine”). Noi pubblichiamo e voi siete invitati a inserire, in calce a ogni articolo, pensieri in libertà, commenti, accostamenti di pensiero, qualunque cosa originale e spontanea vi venga in mente. Un divertissement per adulti colti e consapevoli che da tempo faticano a trovare spunti per sorridere.

A noi della redazione le galline piacciono e sogniamo da tempo di possederne almeno una in grado di produrre un uovo quando vuole. O di essere adottati da un pollaio e diventare zii e zie di galline non nostre. Ma il coraggio di dirlo e di manifestare apertamente questa innata simpatia per galli, galline & C. deriva, nello specifico, dall’aver conosciuto due fotografi singolari: Matteo Tranchellini (da Latina, classe 1968) e Moreno Monti (Milano, 1965) che delle galline hanno fatto un tema d’arte. Le foto sono loro, naturalmente, ma noi ve li raccontiamo nella pagina qui a fianco.

4 thoughts on “Continua il gioco: Cervello di gallina? A chi?

  1. Divertente questa vostra provocazione! E allora dico anch’io la mia, ricordando la famosa questione: è nato prima l’uovo o prima la gallina?
    Questo paradosso esemplifica la difficoltà insita nella formulazione di spiegazioni semplici a questioni inerenti l’origine della vita.

    L’illogicità del paradosso si basa sulla semplice constatazione comune che le galline depongono le uova: quindi l’uovo non può esistere senza la gallina che l’ha deposto. Dalle stesse uova nascono altre galline, non possono perciò esistere galline senza presupporre l’uovo. Ripetendo il ragionamento all’infinito, si giunge all’impossibilità di stabilire chi possa aver avuto origine per primo tra l’uovo e la gallina, poiché nessuno dei due soggetti può esistere in assenza dell’altro.
    Sebbene a questa apparente illogicità la scienza abbia da lungo tempo trovato una risposta, il paradosso rimane ancora valido per alcune delle questioni più interessanti della biologia moderna, e che concernono i rapporti tra DNA e proteine.

    Tale frase, più in generale, divenuta proverbiale ed entrata nell’immaginario collettivo, viene anche utilizzata, per estensione, come esempio di rompicapo logico o di ragionamento circolare. La frase viene inoltre utilizzata per enfatizzare l’inutilità o la futilità di un discorso o di una discussione, o in alternativa, l’incapacità di giungere a una conclusione concreta.
    Concordate?

  2. FREDDURE

    “Domani devo andare in Tribunale, mi accompagni?”. Sì, certo, ma perché devi andare?
    “Devo andare a deporre!”
    ———————————————————————————————
    Tra polli: Qual è il film più brutto che hai visto?
    In streaming, su Chili: “Polli allo spiedo”
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    Sai cosa dicono i Francesi per indicare quando è impossibile che qualcosa accada? “Quando i polli hanno i denti!”

  3. So poche cosa della vita e delle storie delle galline, salvo la metafora che abitualmente si usa sul loro cervello che sarebbe vuoto, ma credo con convinzione che le galline siano più efficienti dei galli , sempre pronti a strillare e a esibirsi , mentre loro tranquillamente in un angolo fanno le uova.
    E fra gli animali di cortile ho conosciuto molti anni fa, da bambina, durante la guerra , una coniglia morbida e grigia che tenevo in braccio come un gatto, e le ho dato persino un nome, Cilla Codò. Era in cinta e a un dato punto, nonostante mi si fosse affezionata , e a volte mi seguisse in giardino, mi fu tolta e la ritrovai in una gabbia con i coniglietti. Anche Cilla Codò fu molto efficiente e generosa . Non conosco una metafora su i conigli , e molti dicono che siano paurosi, ma non lo fu allora per niente la mia coniglia che ricordo per la sua morbidezza e disponibilità.

  4. In un mio libro di favole c’era questa poesia:
    “Quando i polli ebbero i denti
    e la neve cadde nera
    (bimbi state bene attenti
    alla fiaba di stasera)
    quando i polli ebbero i denti
    c’era allora, c’era, c’era…

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