Palazzo Edison, a Foro Bonaparte: marmi, soffitti decorati e vetrate a cupola

Pubblicato il 18 Ottobre 2019 in

La sede della società elettrica Edison si trova in un imponente palazzo al numero 31 di Foro Buonaparte, all’incrocio con via Luigi Illica. Realizzato nel 1892 su progetto dell’architetto Enrico Combi per la Società italiana per le strade ferrate del Mediterraneo, dal 1923 l’edificio ospita la storica società elettrica milanese.

Il tracciato semicircolare del Foro Buonaparte, che circonda la piazza del Castello Sforzesco sui lati est e sud, è uno degli elementi caratterizzanti del cosiddetto Piano Beruto. Questo nuovo assetto urbanistico, messo a punto dal Comune di Milano nel corso degli anni Ottanta dell’Ottocento, ha visto l’apertura di ampie arterie di collegamento e l’integrazione del Castello nel tessuto urbano.

Nell’ultimo decennio del secolo viene costruito il nuovo quartiere del Foro, composto di palazzi signorili, omogenei nello stile e nei materiali utilizzati.

La Società italiana per le strade ferrate del Mediterraneo, costituitasi nel 1885 per gestire e ampliare parte della rete ferroviaria italiana, decide nel 1890 di dotarsi di una nuova sede centrale.

Allo scopo viene individuata un’area edificabile sul lato sud di Foro Buonaparte, confinante con il giardino di palazzo Litta. Il progetto dell’edificio viene affidato all’architetto Enrico Combi, allievo di Giuseppe Balzaretto e autore tra l’altro del palazzo Turati in via Meravigli. I lavori di costruzione durano poco più di un anno e il nuovo edificio di cinque piani si sviluppa per ben 92 metri e mezzo di lunghezza. Il quinto piano è nascosto da una finta balaustra e, sulla facciata, l’austero bugnato della parte inferiore lascia spazio alle finestre decorate della parte superiore. Il Combi viene coadiuvato dall’Ufficio tecnico della Mediterranea per i lavori di costruzione e dall’architetto Luigi Boffi per le decorazioni interne nell’atrio e sullo scalone. Nel 1922 vengono aggiunte le due vetrate policrome che coprono i saloni laterali, opera dell’impresa milanese Corvaya e Bazzi.

Dopo la nazionalizzazione ferroviaria del 1905 la società resta nel settore per molti anni grazie al controllo delle Ferrovie Nord Milano che perdura fino agli anni Settanta.

La sede di Foro Bonaparte viene però venduta nel 1923 e da allora ospita il quartier generale della società Edison. La Società Generale Italiana di Elettricità Sistema Edison viene costituita a Milano nel 1884 per iniziativa di Giuseppe Colombo, ingegnere e imprenditore milanese, nonché rettore del Politecnico alla morte di Francesco Brioschi. Con il Comitato per l’Applicazione dell’energia elettrica in Italia Colombo aveva messo in funzione già nel 1883 la centrale elettrica nell’ex teatro Santa Radegonda con cui quell’anno aveva illuminato la prima stagionale de La Scala. Le tre fasi della storia dell’impresa fino al 1966 si identificano con i tre ingegneri che l’hanno guidata. Con Carlo Esterle, fino alla prima guerra mondiale, la società inaugura le prime centrali (Porta Volta, Paderno e Cornate d’Adda) e si concentra sui servizi pubblici in città: illuminazione e tram. Giacinto Motta, che guida la Edison dal 1918 al ’42 portandola a essere la maggior società italiana per capitalizzazione e il principale gruppo elettrico in Europa, decide l’acquisto della sede di Foro Buonaparte.

In seguito il palazzo è interessato da diversi interventi di decorazione, restauro e sistemazione. Nel 1934, per il cinquantenario della Edison, viene aggiunto nell’atrio un affresco con la mappa degli impianti e della rete di distribuzione. Il terzo protagonista della storia della Edison è Giorgio Valerio, consigliere delegato nel secondo dopoguerra e presidente dal 1965. La principale sfida affrontata da Valerio riguarda la nazionalizzazione elettrica, lungamente dibattuta e realizzata nel 1962. Con gli indennizzi ricevuti dallo Stato, la Edison prosegue nell’opera di diversificazione avviata nel dopoguerra, fino a decidere nel 1966 la fusione con la Montecatini, maggiore impresa chimica e mineraria in Italia.

Dopo la fusione, la nuova società (prima Montecatini Edison, poi dal 1969 Montedison) mantiene la propria sede in foro Bonaparte e viene diretta ancora per alcuni anni dall’ing. Valerio. Negli anni Settanta Montedison entra nell’orbita dell’Eni e a fine anni Ottanta in quella del gruppo Ferruzzi. Negli anni Novanta, in seguito al fallimento dell’operazione Enimont e alla conseguente vicenda giudiziaria, la società attraversa un periodo di crisi. Intanto, le attività elettriche della Montedison venivano riunite dal 1979 nella Selm che nel 1991 assume la denominazione di Edison. L’attività del gruppo riprende a concentrarsi nel settore elettrico, liberalizzato nel 1999, e nel 2002 nasce la nuova capogruppo Edison dalla fusione delle principali società operative (Montedison, Edison, Sondel e Fiat Energia). Dal 2012 la società è integrata nelle attività del gruppo multinazionale EDF.

Palazzo Edison, Foro Bonaparte 31- Milano

All’interno si possono ammirare pavimenti in marmo e soffitti decorati, statue e balaustre in ferro battuto, la dinamo “Tipo Z”, una stazione di posta pneumatica e le vetrate a forma di cupola della Sala degli azionisti e della Sala degli analisti. Interessante è la Sala del Consiglio decorata con una fontana in marmo che serviva, grazie all’acqua emessa dalle numerose bocchette, ad assorbire il fumo dei sigari e delle sigarette consumate nel corso delle riunioni. Presenti anche due vetrate a cupola che, realizzate nel 1922, coprono due sale gemelle collegate da una sala ottagonale. Ciascuna vetrata è composta da 18 mila pezzi di vetro colorato, ha una superficie di 550 metri quadri e un peso di 20 quintali.

L’ingresso di Palazzo Edison
L’importante atrio

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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