Un percorso per sentire, vedere, capire l’Alzheimer

Pubblicato il 21 Settembre 2018 in Wellness Salute

Lo scopo di “Alzheimer in Lab” è di favorire la comprensione di esigenze e sensazioni del malato di Alzheimer attraverso l’immedesimazione. Uno strumento che permette di far luce su una malattia di cui si parla molto, ma che si conosce ancora poco: perché capire è il primo passo per trovare nuove soluzioni. Il percorso, della durata di circa 30-40 minuti , si sviluppa in parti differenti. Dopo un inizio spiccatamente sensoriale e dal grande impatto emotivo, la visita prosegue con “La casa che cura”, una sezione più pratica, che illustra come adattare gli ambienti domestici alle necessità del malato di Alzheimer con piccoli accorgimenti su luci, colori e arredi. Il passaggio dalla prima alla seconda parte è arricchito da alcuni scatti fotografici che descrivono gli effetti della malattia. A conclusione del percorso, chi lo desidera può assistere alla proiezione del cortometraggio “Non temere”  di Marco Calvise, pensato come un approfondimento sul tema.

  1. Stanza emozionale: una voce narrante evoca, in forma di lettera a una persona cara, le progressive sensazioni di perdita e spaesamento di chi si trova agli stadi iniziali della malattia, accompagnate dalle immagini trasmesse da un grande schermo
  2. Stanza dei suoni: un montaggio di voci e suoni, in un ambiente completamente buio, per vivere le sensazioni di disorientamento e paura provate durante gli attacchi più acuti della malatti
  3. Corridoio: gli scatti di Tiziana Arici nascono dal vissuto personale della fotografa. Si tratta di immagini emozionali ispirate dal rapporto con la madre anziana, in grado di far comprendere le sensazioni di un malato di Alzheimer: le paure, il disorientamento e l’incapacità di riconoscere sé stessi e gli altri


Camera da letto tradizionale

4. Camera da letto tradizionale: l’uso di colori caldi, la presenza di specchi e l’eccessivo numero di oggetti e decorazioni possono causare agitazione. Prestare attenzione anche alle piante da interni (prediligere le aromatiche) e ai tappeti.

 5. Camera da letto che cura: i colori freddi (rilassanti) e i contrasti facilitano l’orientamento spaziale. Utilizzare una luce non diretta, mantenendo sempre un punto luce, anche durante la notte.

 

Camera da letto che cura
Living room tradizionale

6. Living room tradizionale: un ambiente eccessivamente ricco di stimolazioni visive causa agitazione e confusione: meglio lasciare degli spazi tra gli oggetti. Evitare gli specchi e i ritratti.

7. Living room che cura: con alcuni accorgimenti le persone affette da Alzheimer possono essere aiutate dal punto di vista cognitivo (tavolo cromatico, per attirare l’attenzione) e dell’orientamento temporale (con un calendario che segna giorno, mese, anno e stagione), ma anche nel rilassamento (poltrona Protac) e nella cura di sé (tavolo da trucco).

 

 

Living room che cura

8. Spazio riabilitativo: per attivare la memoria, l’orientamento e le capacità cognitive del malato di Alzheimer si può fare ricorso a piccoli oggetti del quotidiano e fotografie (‘Albero della vita’), a stimolazioni cromatiche e tattili (Tavolo delle attività), e a immagini virtuali che accompagnano lo scorrere delle stagioni (Finestra per l’orientamento temporale). La porta, percepita come una via di fuga e fonte di ansia, viene occultata all’interno di una libreria.

Bagno tradizionale

9. Bagno tradizionale: un bagno “normale” può essere facilmente fonte di agitazione per chi ha l’Alzheimer: colori caldi, specchi, oggetti sparsi o dall’utilizzo poco chiaro, predominanza del colore bianco sui sanitari che ne impedisce il riconoscimento, porta disorientante che non ne identifica lo spazio interno.

10. Bagno che cura: il bagno dovrebbe essere il più possibile rilassante: utilizzare colori freddi e uno specchio che, in caso di allucinazioni visive, possa essere facilmente nascosto, rendere riconoscibili i sanitari con elementi colorati, scegliere una porta facilmente individuabile, che indichi la funzione dello spazio interno. Ricorrere anche all’aromaterapia a scopo tranquillizzante.

Bagno che cura

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

11. Proiezione: “Non temere – Un film per immedesimarsi”.

Il cortometraggio di Marco Calvise, della durata di circa 20 minuti, viene proiettato in un’apposita sala con maxischermo e sedute al termine del percorso. La visione è facoltativa, pensata a scopo informativo e didattico per tutti coloro che desiderano approfondire alcune problematiche della malattia.

Sala Proiezione

 

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