Marevivo dal 1985 lavora per la tutela del mare e dell’ambiente, contro l’inquinamento e la pesca illegale, per lo studio della biodiversità, la promozione e valorizzazione delle aree marine protette, l’educazione nelle scuole e nelle università per lo sviluppo sostenibile e la sensibilizzazione su tutti i temi legati al Mare.
Il mare rappresenta il 70% della superficie del Pianeta, produce oltre il 50% dell’ossigeno che respiriamo, assorbe un terzo dell’anidride carbonica gas responsabile dei cambiamenti climatici e rappresenta il 98% del territorio abitato dalla vita. Può continuare a svolgere le sue funzioni vitali solo se è in buona salute e in equilibrio con tutti gli esseri viventi, animali e vegetali, che lo abitano. Per questo anche noi vi proponiamo di proteggerlo.
“Ho bisogno del mare perché mi insegna”
Pablo Neruda
Tutte le attività che l’associazione promuove hannouna valenza educativa finalizzata alla diffusione di una maggiore conoscenza, sensibilizzazione e rispetto dell’ambiente, in particolare di quello marino.
Marevivo, consapevole che la tutela del mare è strettamente collegata all’attenzione di un numero sempre maggiore di cittadini e di istituzioni, ha individuato nelle attività educative lo strumento per coinvolgere e rendere partecipi diversi attori presenti sul territorio: enti locali, scuole, famiglie, semplici cittadini, ma anche categorie di operatori più strettamente collegate con il mare come pescatori, operatori turistici, balneari, subacquei A tal fine l’associazione promuove e organizza, a livello nazionale e locale attraverso la propria rete di delegazioni su tutto il territorio, progetti e percorsi di educazione all’ambiente e allo sviluppo sostenibile con l’intento di far comprendere all’opinione pubblica quanto l’azione individuale e collettiva, finalizzata a una corretta gestione delle risorse naturali, possa incidere sulla conservazione della biodiversità, sul benessere e sulla qualità della vita anche delle generazioni future.
Adotta una spiaggia
I litorali sabbiosi, le spiagge e le dune costiere sono tra gli habitat europei e nazionali con il peggiore stato di conservazione nonostante le direttive europee, le convenzioni internazionali e le leggi nazionali e regionali ne promuovano in vario modo la tutela sia a livello di ecosistemi sia di specie. Tra le principali minacce e pressioni su questi ambienti fragili ci sono l’inquinamento da rifiuti, liquami e plastica, il turismo incontrollato, la distruzione della vegetazione a terra e delle praterie di posidonia, la cementificazione e l’erosione, fattori questi che stanno distruggendo le aree costiere, mettendo in pericolo sia gli animali che gli esseri umani.
Aiutiamo a proteggere la casa di migliaia di esseri viventi
La spiaggia è la casa di migliaia di animali e vegetali, ma la presenza dell’uomo mette a rischio il suo delicato equilibrio: a causa dell’eccessivo afflusso di bagnanti, ad esempio, animali come il fratino o la tartaruga marina Caretta caretta non riescono a trovare le condizioni adatte per la riproduzione, la deposizione e la schiusa delle uova o per lo sviluppo della prole. La tipica vegetazione costiera che un tempo copriva le nostre spiagge è quasi ovunque scomparsa o fortemente compromessa, specie tipiche dei litorali sabbiosi come il giglio di mare, stanno ormai diventando rare ovunque. Si stima che l’inquinamento delle spiagge colpisca più di 800 specie di fauna selvatica in tutto il mondo. Più di 100.000 uccelli, tartarughe marine e altri mammiferi marini muoiono ogni anno dopo aver ingerito plastica o essere rimasti impigliati in essa.
Scegliendo di adottare una delle spiagge si contribuisce a posizionare pannelli divulgativi che permetteranno a cittadini e turisti di comprendere il valore naturalistico, ecologico e anche storico dell’area, ma anche di scoprire come evitare comportamenti dannosi per la salute del mare e dell’uomo. Conoscere per amare, amare per proteggere: una frase che rappresenta la mission di Marevivo e lo spirito di questa campagna dove la spiaggia non è più solo il luogo delle vacanze, ma un ambiente prezioso e unico che ha bisogno di ciascuno di noi per essere preservato e valorizzato.
L’importanza dell’oceano
Le emissioni di carbonio dalle attività umane stanno causando il riscaldamento degli oceani, l’acidificazione e perdita di ossigeno con alcune evidenze di cambiamenti nel ciclo dei nutrienti e nella produzione primaria. Il riscaldamento dell’oceano sta colpendo gli organismi marini a più livelli trofici, incidendo sulla pesca con implicazioni per la produzione alimentare e le comunità umane. Preoccupazioni per quanto riguarda l’efficacia dell’attuale governance degli oceani e della pesca è già stata segnalata, evidenziando la necessità di attenuare tempestivamente questi cambiamenti.
L’innalzamento delle temperature è una delle cause di perdita di biodiversità. Sempre più organismi sono sottoposti a forti stress dovuti alle variazioni climatiche. Diverse specie di animali e di piante, per fuggire al riscaldamento del pianeta, spostano la loro distribuzione verso maggiori latitudini o altitudini, provocando forti squilibri a livello ecosistemico.
Effetti dell’aumento dei gas serra
- aumento delle temperature medie del pianeta;
- cambiamento nella distribuzione e intensità delle piogge;
- cambiamenti nella criosfera: copertura dei ghiacci, neve e permafrost;
- innalzamento del livello marino;
- acidificazione degli oceani;
- aumento della desertificazione ed erosione del suolo;
- aumento nella frequenza, intensità e durata degli eventi estremi;
- cambiamento nelle caratteristiche degli ecosistemi;
- aumento delle minacce alla salute umane;
- aumento della vulnerabilità umana sul pianeta.
Le proposte di Marevivo
Marevivo chiede ai Governi di:
1. Rimuovere gli impatti che alterano gli ecosistemi marini come praterie di fanerogame, barriere coralline, mangrovieti e altri ecosistemi marino-costieri, essenziali per la preservazione e il mantenimento della biodiversità.
2. Investire sulla ricerca di energie rinnovabili che derivano dal mare (ovvero da onde, maree, correnti…) per contribuire alla riduzione di emissioni di CO2 a terra. Il riscaldamento globale costituisce l’impatto principale sugli ecosistemi marini. La transizione verso la decarbonizzazione è un obiettivo imprescindibile.
3. Mantenere le popolazioni ittiche entro limiti biologicamente sicuri. Per fare questo è indispensabile impedire la pesca durante i periodi di riproduzione delle specie ittiche, affinché venga garantita la taglia di prima maturità sessuale.
4. Eliminare la plastica dai processi produttivi e, nel frattempo, prevedere incentivi per la sperimentazione e l’installazione di sistemi di raccolta dei rifiuti trasportati dai fiumi per intercettarli prima che arrivino in mare, unitamente alla riduzione dei consumi e alla messa al bando di oggetti in plastica usa e getta.
5. Ridurre l’inquinamento di qualsiasi tipo, incluso quello acustico provocato dal traffico marittimo e dalle attività estrattive. Infatti, le onde sonore emesse da queste azioni disturbano tutta la fauna marina e in particolar modo i mammiferi marini, compromettendone i meccanismi di comunicazione e orientamento e causandone a volte lo spiaggiamento.
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LE AZIONI
Pulizia manuale e periodica dai rifiuti e loro conferimento in discarica; posizionamento di cestini per la raccolta dei rifiuti; installazione di pannelli informativi; osservazione e rilievo di particolari emergenze come la presenza di rifiuti portati dal mare o lasciati dai turisti; acquisto di attrezzature o piccole imbarcazioni a remi per recuperare i rifiuti anche dal mare: queste le principali azioni che potremo mettere in campo grazie alla tua adozione.
“Un mondo tra due mondi”, ovvero un ambiente di transizione tra due ecosistemi estremamente diversi, quello marino e quello terrestre, che convivono in un equilibrio dinamico e perfetto. Le spiagge ospitano spesso foci di fiumi grandi o piccoli, formano in alcuni casi lagune salmastre e stagni costieri, fronteggiano importanti habitat sommersi come le praterie di posidonia. Prendiamoci cura tutto l’anno di questo ambiente fragile e prezioso al quale ancora oggi purtroppo siamo abituati a pensare solo in estate: la sua tutela è una responsabilità collettiva, tutti dobbiamo fare qualcosa per proteggerlo.
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