Lombardia, tangenti: accuse alla Lega

Pubblicato il 7 Marzo 2012 in da redazione grey-panthers

Le aperture

La Repubblica: “Lombardia, le tangenti della Lega. Nuovo scandalo per la giunta di Formigoni. Gli imprenditori consegnavano i soldi negli uffici pubblici. Il Carroccio: vendetta dei giudici. Mazzette per un milione di euro Indagato Boni, presidente del Pirellone”.
A centro pagina il “supertuesday” repubblicano decisivo per scegliere il candidato che si contrapporrà ad Obama: “Usa, la notte dell’anti-Obama”. E poi: “Un altro martedì nero in Borsa”, e “scuola, no a 10 mila neo-assunti”.

La Stampa: “Scuola, 10 mila assunzioni. Poi il governo fa dietrofront”, dove si spiega che inizialmente era stata annunciata la “regolarizzazione dei precari, ma in extremis salta l’accordo sulla copertura finanziaria”. Nel sottotitolo: “La Grecia torna a far paura: giù le Borse. Cassa integrazione boom”. A centro pagina “la sfida dell’America anti-Obama”. Nella parte alta della prima pagina le tangenti in Lombardia: “I pm:un milione di euro nelle casse della Lega”:

Il Sole 24 Ore: “Il rischio Grecia affonda le Borse. Milano perde il 3,4 per cento, risalgono gli spread ma Roma tiene meglio di Madrid. Atene minaccia di non rimborsare i creditori che non accettano entro domani lo swap. Impatto da mille miliardi in caso di default”.

Il Corriere della Sera: “Lo scandalo che scuote la Lega. Accuse di corruzione in Lombardia: ‘Un sistema di tangenti’. Indagato il presidente del Consiglio regionale: ‘Estranei ai fatti, insinuazioni infondate'”. A centro pagina: “supermartedì, Romney avanti. Le primarie repubblicani in dieci Stati Usa”.

Il Giornale: “Lega ladrona. ‘Un milione in tangenti’: i lumbard nel tritacarne della Procura di Milano. E Alfano scende dal Carroccio: ‘Alle elezioni non saremo alleati”.

Il Fatto quotidiano: “Padania ladrona. Indagato per corruzione il leghista Davide Boni, presidente del consiglio regionale della Lombardia. ‘Un milione al partito’. Nel regno di Formigoni gli inquisiti non si contano più”. A centro pagina: “L’ultima del Pd: no alla Fiom perché ci sono i No Tav. Il partito di Bersani non vuole sembrare antigovernativo e trova una scusa per non sfilare con gli operai: sul palco parla un ex sindaco (Pd) che è contro il treno”.

Libero continua la sua campagna sui due marò italiani: “L’Italia coi marò. E Napolitano? In migliaia firmano l’appello di Libero. Il governo tenta di rimediare agli errori. Il Colle tace. Berlusconi in campo: proverà a strappare i nostri militari all’India grazie alla sua amicizia con Putin”. A centro pagina: “Monti si ubriaca con la tassa sulla birra. Balletto di pareri sul balzello”. E’ uno dei punti della copertura finanziaria che era stata prevista per la regolarizzazione dei precari della scuola.

Lombardia, Lega, Pdl

Il Sole 24 Ore parla dello “tsunami” abbattutosi sulla Lega, il partito della “Roma ladrona”: più di un milione di euro in tangenti che, secondo l’accusa (il procuratore aggiunto della Repubblica di Milano Robledo) sarebbero state ricevute, in contanti, dal presidente leghista del consiglio regionale lombardo Davide Boni e dal suo capo della segreteria Dario Ghezzi. Entrambi sono accusati di corruzione. Avrebbero ricevuto le mazzette nel palazzo del Pirellone e le avrebbero distribuite ad altri esponenti leghisti per finanziare le iniziative del partito. La Procura starebbe infatti vagliando la possibilità di contestare agli indagati anche l’illecito finanziamento ai partiti. A pagare le tangenti sarebbero stati alcuni imprenditori, tra i quali l’immobiliarista Luigi Zunino, per ottenere le autorizzazioni alla costruzione di edifici commerciali ed oliarne le pratiche burocratiche. Nell’elenco degli indagati anche l’ex consigliere provinciale del Carroccio Paoletti, l’ex sindaco di Cassano D’Adda Edoardo Sala, l’architetto Michele Ugliola. Dalle indagini emergerebbe una rete finalizzata a raccogliere illecitamente finanziamenti a favore del partito di Bossi: una sorta di “sistema Lega”, scrive Il Sole, vent’anni dopo Mani Pulite.
Il Corriere della Sera riferisce che all’origine delle perquisizioni affidate ieri alla Guardia di Finanza nell’ufficio di Boni al Pirellone ci sarebbero tre interrogatori dell’architetto Ugliola del 2011 (è stato arrestato l’anno scorso per tangenti urbanistiche a Cassano D’Adda) incrociati con quelli del cognato Leuci, dell’ex sindaco ed ex assessore di Cassano Sala e Paoletti. Parallelamente, ci sono alcune intercettazioni: una dell’allora leghista consigliere provinciale Paoletti del 2010, all’indomani di un interrogatorio di settembre, e due dell’ottobre successivo, facenti seguito ad un secondo suo interrogatorio. Il Corriere si sofferma poi sul ruolo di Michele Ugliola come mediatore di tantenti.  Il Corriere sottolinea che l’inchiesta valorizza non soltanto il ruolo di Ugliola come terminale della Lega per i rapporti con gli imprenditori, ma quello di uno stesso leghista, espulso di recente proprio a causa del coinvolgimento nella inchiesta di Cassano, ovvero l’ex assessore comunale al Bilancio e poi consigliere della Provincia di Milano Paoletti, che avrebbe confermato le parole di Ugliola.
Anche su La Repubblica stralci dai verbali, incentrati sulla testimonianza del “pentito” Ugliola: “Gli ho dato trecentomila euro nel suo ufficio alla Regione”, in riferimento al capo della segreteria di Boni, Dario Ghezzi.
La Repubblica intervista l’europarlamentare leghista Matteo Salvini: “Senta, innazitutto chiariamo una cosa: non esiste alcun ‘sistema Lega’ come sostengon gli inquirenti, perché noi non abbiamo bisogno di chiedere i soldi a nessuno. Non si azzardino a rifare quel che tentarono venti anni fa, cioè metterci sullo stesso piano degli altri partiti”. Si ricorda infatti che l’ex tesoriere Patelli ricevette una tangente da 900 milioni. “Lui – risponde Salvini – ammise un finanziamento illecito che poi fu restituito, a fronte di paccate di miliardi rubate a destra come a sinistra”. Salvini dice che se arrivassero altri arresti bisognerebbe ridiscutere tutto, in riferimento al fatto che, per quel che riguarda la maggioranza che governa la Lombardia, quattro membri su cinque dell’ufficio di Presidenza sono indagati o in manette. E tre, peraltro, sono ex assessori di Formigoni.
Il Sole 24 Ore ricorda che questa è l’ottava inchiesta nel giro di tre anni a coinvolgere, direttamente o indirettamente, la Regione Lombardia. Boni è il quarto assessore indagato: il primo è stato Prosperini, ex assessore allo sport, Pdl, il secondo è l’ex assessore all’ambiente Nicoli Cristiani, Pdl, il terzo, anche lui ex assessore all’ambiente, è Massimo Ponzoni, Pdl. Ma il quotidiano sottolinea anche il fatto che Boni è presidente del Consiglio regionale, Nicoli Cristiani e POnzoni ne erano vice, come pure era vicepresidente l’ex Pd Penati. In Lombardia si comincia a parlare di elezioni anticipate, ed ufficialmente a chiederle è l’opposizione regionale di centrosinistra.

Il Giornale riferisce anche della reazione di Bossi: “Vogliono sfasciarmi il partito, ma noi andiamo avanti. E chi se ne frega dei giudici”.

Sullo stesso quotidiano, in riferimento ad una intervista al settimanale Chi concessa nei giorni scorsi dal segretario del Pdl Alfano, ovvero ben prima delle perquisizioni di ieri, si riassumono così le sue parole: “Gli elettori ci vedranno senza la Lega al Nord”. Anche su La Stampa: “Mossa di Alfano, fino dell’alleanza con la Lega”.

Pd

Ancora molto spazio sui quotidiani per le primarie a Palermo, che hanno visto la sconfitta della candidata Pd-Sel-Idv Rita Borsellino, battuta per 151 preferenze da Fabrizio Ferrandelli, ex consigliere comunale in rotta con Idv. La Procura ha deciso di aprire una inchiesta su sospetti brogli alle primarie, il portavoce di Idv Orlando dice, secondo quanto riferito da Repubblica: “Almeno 10 mila elettori del centrodestra hanno partecipato alle primarie. E’ stata una competizione inquinata, e ne chiediamo l’annullamento. Non appoggeremo mai Ferrandelli, eletto grazie a truppe cammellate al soldo di qualcuno”.
Lo stesso Orlando viene intervistato da La Stampa, che sintetizza così il contenuto delle sue dichiarazioni: “Orlando: annullare il voto. Candidarmi io adesso? Può succedere di tutto”. Parla della presenza di uomini del governatore Raffaele Lombardo e del Pdl davanti ai seggi, di “persone che distribuivano soldi”. Su Ferrandelli: “Io non sosterrò mai un candidato amico di Raffaele Lombardo e dei suoi assessori”.
La Repubblica riferisce degli effetti sul segretario Pd Bersani della polemica sulle primarie a Palermo ed evidenzia come il segretario Pd abbia deciso ora di puntare sulla riforma del lavoro: il quotidiano la considera come una “mossa per uscire dall’angolo”. La sua strategia prevederebbe la ricucitura tra i sindacati e un aiuto all’Udc, che su questi temi è molto sensibilizzato dalla Cisl. Oggi a Palazzo Chigi batterà sul tasto delle risorse per gli ammortizzatori sociali, snodo decisivo per portare anche la Cgil alla firma.
E intanto ieri i nuovi dati diffusi dall’Inps dicono che è tornato ad aumentare il ricorso alla cassa integrazione in febbraio: + 49 per cento, sintetizza Il Corriere. Ieri la segretaria Cgil Camusso ha detto: “Oggi per gli ammortizzatori sono ipotizzati 8,5 miliardi. Per arrivare ad un sistema equo ed allargato bisogna arrivare a 15 miliardi”. E venerdì scenderanno in piazza i metalmeccanici della Fiom. La Stampa scrive: “Il Pd volta le spalle alla Fiom”. Nessun esponente del partito sarà alla manifestazione. Gli stessi esponenti del partito che avevano ipotizzato la loro partecipazione al corteo spiegano la scelta con una posizione di coerenza con la linea del partito sulla Tav, argomento che è entrato di prepotenza anche sulla mobiltiazione Fiom per la presenza prevista di attivisti noTav alla manifestazione.
Titola Europa: “Bersani gran mediatore tra governo e sindacati dice no alla piazza Fiom”. Sul mercato del lavoro stasera ci sarà un vertice tra il premier e i tre leader di maggioranza. Secondo Europa la direzione di Bersani è la seguente: “Troviamo i soldi necessari, individuiamo poche priorità, soprattutto per i lavoratori meno tutelati, e variamo in fretta una riforma. Noi partiti garantiremo il nostro sostegno in Parlamento”. Sugli ammortizzatori sociali si lavora ad una intesa che mantenga per i prossimi anni di crisi la cassa integrazione in deroga, e preveda l’avvio dei sussi di disoccupazione solo per i lavoratori più giovani.

Tav

Ieri La Repubblica ospitava un intervento di Roberto Saviano che ammoniva sulle infiltrazioni camorristico-mafiose possibili negli appalti sulla tav in Val di Susa, citando anche esperienze precedenti relative ad inchieste della magistratura sulla Tav Napoli-Roma che hanno accertato la presenza di clan camorristico-mafiosi. La Stampa intervista Raffaele Cantone, il famoso Pm di Gomorra: “La mafia c’è e si è infiltrata nella pubblica amministrazione anche in Piemonte. Prendere atto di questo non significa fermarsi. Le opere pubbliche bisogna farle”. Secondo Cantone è possibile evitare la presenza della mafia nella Tav, lo Stato è più attrezzato, ma propone di “creare una task force di polizia giudiziaria che vigili sulla esecuzione delle opere Tav”.Il problema principale, secondo Cantone, è quello della “verifica di chi materialmente esegue i lavori”. E spiega: “Oggi le mafie controllano le imprese pulite. L’inghippo si realizza nella fattura materiale delle varie fasi del lavoro nei cantieri. Chi materilamente mette a disposizione i mezzi per la movimentazione a terra, per esempio?”. La Finanza, la Dia e la Procura nazionale antimafia “dovrebbero procedere a verifiche non formali, a veri e propri blitz nei cantieri”. E cita l’esempio della Tav in Campania e del raddoppio della Salerno Reggio Calabria: “La camorra e la ‘ndrangheta non sono intervenute nei meccanismi formali dei lavori, ma nella fase esecutiva”. Su La Repubblica è il commissario del governo per la Tav, Virano, a rispondere a Saviano: sottolinea che è già operativo il gruppo interforze Tav (GITav), che effettua “un penetrante monitoraggio dei requisiti e dei comportamenti di tutti i soggetti a qualunque titolo chiamati a svolgere un ruolo nella realizzazione della nuova linea”. Un altro elemento rilevante, per Virano, è il fatto che tutti gli appalti saranno fatti “da una unica società mista, di diritto francese (con la presenza, nel Cda, di un rappresentante della Commissione europea) da cui dipenderanno le opere sia in Francia (77 per cento) che in Italia (23 per cento). Ci saranno quindi capitolati ed elenchi prezzi unificati, gestiti da un unico soggetto responsabile. Virano invita Saviano a lavorare con l’Osservatorio del governo sulla Tav. Il quotidiano intervista anche il procuratore di Torino Caselli, che ritiene fondati i problemi sollevati da Saviano, ma dice anche che “non siamo proprio all’anno zero”: ricorda che lo stesso Saviano, a sostegno delle sue tesi, ha citato la relazione della Direzione Nazionale Antimafia del 2011, secondo cui il Piemonte ha il terzo posto per penetrazione della ‘ndrangheta, e che quei dati sono i risultati di due inchieste della Procura di Torino (inchiesta Minotauro e inchiesta Pioneer). Certamente, secondo Caselli, vanno migliorati anche i meccanismi di assegnazione degli appalti e dei controlli, compito che però non spetta alla magistratura ma alla politica e all’amministrazione (“Giusto denunciare le infiltrazioni, ma non possiamo fermare tutti i cantieri”, perché si tratterebbe di “abdicazione”, dice Caselli).

Internazionale

Su Europa viene recensito un saggio di Geoffrey Kabaservice, sotto il titolo “La strana scomparsa dei Repubblicani moderati”, ovvero “da Eisenhower ai Tea Party, un saggio che ripercorre 50 anni di storia del partito dell’Elefante del progressivo predominio dell’anima conservatrice”. Dove si sottolinea che la progressiva trasformazione del partito Repubblicano in una organizzazione monoliticamente conservatrcice è una delle cause, se non quella principale delle disfunzioni del sistema politico Usa, in cui in origine ogni partito nazionale aveva un’anima progressista e un’anima conservatrice. Questa trasformazione del partito si deve anche al prevalere di elezioni primarie in cui attivisti ideologizzati hanno la prevalenza sulla dirigenza del partito. Il libro si intitola “Rule and ruin: the downfall of the moderation and the distruction of Republican Party”.

DA RASSEGNA ITALIANA, di Ada Pagliarulo e Paolo Martini