L’Ici della Chiesa

Pubblicato il 16 Febbraio 2012 in da redazione grey-panthers

Le aperture

Il Corriere della Sera: “Chiesa e Ici, nuove regole. Saranno tassati tutti gli immobili che non sono destinati esclusivamente al culto. Pil ancora giù, è recessione. Monti: fuori dalla zona d’ombra”.

La Repubblica: “Riforma del fisco e Ici sulla Chiesa. Ecco la legge delega: Monti a Strasburgo: non siamo più fattore di contagio. Tagli all’Irpef dalla lotta all’evasione. Recessione: il Pil scende ancora, meno 0,7 per cento. La Camusso sul lavoro: partiti con il piede giusto”. A centro pagina il processo Mills: “Il Pm: condannate Berlusconi a 5 anni”.

Su Il Giornale una lettera di Silvio Berlusconi, “consegnata” al direttore del quotidiano, Alessandro Sallusti. Spiega Sallusti che la lettera esprime “il dolore di un uomo che non si dà pace per l’ingiustizia che sta per subire”, nel processo Mills. “Berlusconi: soffro ma spero”. “Ennesimo violento attacco dei pm di Milano sul caso Mills. ‘Condanniamolo a 5 anni'”.

La Stampa: “Ici, svolta sui beni della Chiesa. Il premier comunica all’Ue il provvedimento”.
“Monti: esenti solo gli edifici non commerciali. Pil in calo, Italia in recessione”.
“Lavoro, Fornero vede le parti sociali: l’articolo 18 solo alla fine”.

Il Sole 24 Ore apre con la sua inchiesta sulla condizione dell’economia italiana: “Ecco l’Italia del credit crunch. Dall’informatica alla meccanica le storie di imprese colpite dalla maxi stretta creditizia. Le testimonianze e i casi delle aziende soffocate dalla forte restrizione dei finanziamenti bancari”. Di spalla i dati di Bankitalia sul Pil, che cala dello 0.7 nel quarto trimestre 2011: “L’Italia è in recessione. Monti: ‘siamo fuori dall’ombra, non si saranno altre manovre”. A centro pagina: “Ici sugli immobili della Chiesa. Lettera del premier alla Ue: un emendamento interverrà sulla questione dell’imposta comunale. Esenzione per i beni che sono destinati esclusivamente al culto”.

Ici, Chiesa

“La svolta dell’Ici sulla Chiesa. Esentasse solo i luoghi di culto”, scrive il Corriere della Sera in un approfondimento dedicato all’emendamento presentato dal governo. Si prevede l’eliminazione dell’esenzione dell’imposta sugli immobili per le attività non esclusivamente commerciali della Chiesa: cliniche, scuole, pensionati. La nuova disciplina riguarderà anche partiti, sindacati, associazioni, circoli. Si parla di circa 2 miliardi di possibili  nuove entrate, e di circa 100 mila immobili. Il quotidiano sottolinea che se la norma venisse scritta prima della procedura di infrazione da parte della Commissione europea, la Chiesa potrebbe risparmiare circa 1,2 miliardi di euro di arretrati, tasse non pagate dal 2005 ad oggi. Secondo Avvenire, che ha citato le conclusioni del gruppo di Lavoro incaricato di studiare la questione, i maggiori introiti per quanto riguardda gli enti ecclesiastici sarebbe di poco più di 100 milioni di Euro. Il Corriere dà anche conto delle stime di Anci, e delle dichiarazioni di Graziano Delrio, che ha proposto innanzitutto un “censimento degli immobili, visto che molti non sarebbero neppure denunciati al catasto, in particolare per individuare quelli adibiti a uso commerciale”. Il numero di 100 mila immobili deriva da “stime realizzate sul web”. Si questi 100 mila, circa 9 mila sono scuole, 26 mila strutture ecclesiastiche, 5 mila strutture sanitarie.
Anche Il Sole 24 Ore si sofferma sulle stime di gettito e spiega che quelle più prudenziali parlano di circa 700 milioni di Euro, anche se va ricordato che il decreto Salva Italia è intervenuto, rivalutandole, sulle rendite catastali, base imponibile per gli immobili soggetti a tassazione. Il quotidiano ricorda che “tutto nasce da una denuncia dei radicali, che a Bruxelles e a Roma hanno condotto questa battaglia”.
La Stampa offre un retroscena di Andrea Tornielli, che spiega come la notizia della lettera con cui Monti ha comunicato al Commissario europeo Almunia la decisione del governo di presentare l’emendamento in Parlamento per “chiarire ulteriormente e in modo definitivo” la questione dell’esenzione Ici per gli enti non commerciali sia arrivata “a sorpresa ieri sui tavoli della Conferenza episcopale italiana e della Segreteria di Stato vaticana. Né i vertici della Chiesa italiana né quelli di Oltretevere – confermano alla Stampa fonti dei sacri palazzi – erano stati preavvertiti. Segno inequivocabile che la partita è stata giocata unilateralmente dal governo e personalmente dal premier, insieme al ministro per gli affari europei Moavero Milanesi”. Più avanti Tornielli spiega che le prime reazioni da parte ecclesiale non sono negative: andava chiarito con più precisione ciò che era e doveva continuare ad essere esente da ciò che non lo era”. “L’intervento di Monti, atteso dai vertici Cei e dal Vaticano, anche se non in tempi così rapidi, è un passo che cerca di superare polemiche e contrapposizioni tra clericali ed anticlericali. Riconoscendo infatti il valore di tutte le attività no profit, religiose e laiche, e al tempo stesso riconoscendo anche la necessità di non favorire dal punto di vista commerciale alcune realtà esenti rispetto ad altre non esenti, il presidente del Consiglio, in qualità di ministro dell’Economia e delle Finanze, chiarisce la normativa in vigore”. Tornielli ricorda anche che questo pomeriggio i vertici del Vaticano e della Cei incontreranno Napolitano e Monti al ricevimento per la celebrazione dei Patti Lateranensi. Ma non è previsto che si parli anche della decisione di ieri sera.
Una analisi del Sole 24 Ore parla di “discreti contatti” con le gerarchie, e ricorda proprio la cerimonia di oggi: “La chiusura del cerchio (sulla questione Ici, ndr) è stata trovata proprio alla vigilia dell’incontro annuale tra i vertici della Repubblica e quelli della Chiesa cattolica in occasione dell’anniversario dei Patti Lateranensi”. Il quotidiano spiega che sul dossier ha lavorato Federico Toniato, vicesegretario generale a Palazzo Chigi, con Moavero, e con l’ambasciatore presso la Santa Sede Francesco Maria Greco. Il governo “poteva muoversi in autonomia”, ma “a quanto risulta c’è stata una discreta quanto fitta interlocuzione anche con gli uffici Cei. La materia è complessa: una gran parte degli immobili fanno capo a congregazioni religiose, italiane ed estere”.

Federalismo, Maroni

Libero intervista Roberto Maroni sul decreto liberalizzazioni. “Faccio il capo dei sindaci anti-Monti. L’ex ministro: class action contro lo ‘scippo’ delle tesorerie di Comuni e Regioni. Tremonti lo chiama: ‘Sto con te'”. Si parla della scelta del governo di inserire l’accentramento delle tesorerie comunali nel provvedimento sulle liberalizzazioni. Secondo Maroni “è una lesione dei principi del federalismo”, una “norma incostistuzionale e illegittima”, perché “spetta alle Regioni e non allo Stato intervenire sulla tesoreria”. Il Pdl su questo tema “non si sta scaldando”, scrive il quotidiano, ma “singoli parlamentari azzurri, e anche parlamentari del Pd, si dicono d’accordo con la Lega. Ma formalmente non possono dirlo perché sostengono Monti”, dice Maroni. Una analisi del professore di Finanza aziendale Mario Nicolai spiega: “Così i tecnici stanno cancellando il federalismo”, e si sofferma su alcuni punti, dal Patto di stabilità interno alla restaurazione della Tesoreria unica, vigente fino al 1997. Il decreto liberalizzazioni, scrive il professore,  autorizza il Ministero dell’Economia ad “adottare misure di contenimento dei prelevamenti degli enti locali presso la Tesoreria Statale (ora unica) qualora essi non siano corenti con gli obiettivi di debito della Ue”.

Internazionale

Il Corriere della Sera offre un reportage di Lorenzo Cremonesi dalla Libia: “Libia, nelle carceri di Tripoli i prigionieri della rivoluzione. La guerra delle milizie per il controllo della capitale”. Da Tripoli Cremonesi racconta la situazione a un anno dalla rivolta: “le organizzazioni internazionali denunciano torture sistematiche nelle celle, che potrebbero contenere 8500 detenuti”. Oggi nel Paese, racconta tra l’altro il quotidiano, esistono “85 milizie”, e sono “spesso in contrasto tra di loro”.
Su Le Monde si parla di un rapporto di Amnesty International, secondo cui “le milizie sono una minaccia per “l’avvenire della Libia”: è questo il titolo del rapporto presentato dall’organizzazione, che parla di ” ‘gravi abusi’ e ‘crimini di guerra’ in una situazione di ‘impunità generalizzata’”.
Dello stesso rapporto di Amnesty si occupa il britannico Guardian: “Le milizie libiche accusate di torturare i prigionieri”

Il Sole 24 Ore intervista il ministro degli esteri Giulio Terzi. La politica estera italiana focalizzata sulla sponda sud del Mediterraneo, la riunione lunedì prossimo del “ForoMed”, organismo che comprense i paesi europei e quelli africani che si affacciano sul Mediterraneo. “Erano anni che non si riunivano questi organismi. Avremo l’occasione di discutere con gli uomini che sono espressione delle Primavere”. Libia, Egitto, islam politico, Siria (“Bashar Assad ha superato il punto di non ritorno?”, chiede il quotidiano. “E’ la sensazione che colgo nei miei contatti con la Lega araba e le opposizioni siriane”, ma sarebbe “impensabile allo stato delle cose” un bombardamento sul modello libico), Iran (Terzi si dice convinto che sia “estremamente improbabile” un bombardamento israeliano sugli impianti nucleari iraniani), e questione palestinese al centro dell’intervista.
Su Il Fatto quotidiano un articolo parla di Siria: “Multipartitismo e islam, l’ultima offerta di Assad”. “Referendum tra 10 giorni per salvare l regime”. L’opposizione boccia la proposta, l’esercito continua la repressione”.

Nicolas Sarkozy ieri ha annunciato ufficialmente la sua candidatura du TF1, la tv “più vista delle Francia”,  mentre oggi ad Annecy terrà il suo primo discorso da candidato. Le Figaro ieri spiegava che a scrivere il discorso sarà Henri Guaino. Sarkozy risponderà alla domanda “perché mi candido”, e spiegherà che sarà il “candidato del popolo”.
Sul Sole 24 Ore Marco Moussanet scrive: “Sarkozy in campo, sfida a Hollande. Il presidente entra in campagna elettorale con un handicap di 7-8 punti.  L’annuncio era scontato, spiega il corrispondente del quotidiano di Confindustria, ma la data non è stata scelta a caso. Il giorno prima era andato a rassicurare i dipendenti di una fabbrica dell’Isère che l’azienda sarebbe stata salvata dal “provvidenziale intervento” dell’Edf dell’amico di lunga data del presidente Henri Proglio, e ieri mattina l’Istat francese, che si chiama Inseée, aveva dato cifre rassicuranti sul Pil, i crescita dello 0,2 per cento nell’ultimo trimestre 2011. Crescono gli investimenti delle imprese e salgono i consumi delle famiglie. “E’ la Francia che piace a Sarkozy, quella che resiste e rialza la testa, ‘contro il vento e le maree'”. Altro slogan scelto dal Presidente: “La Francia forte”, sicuramente più accattivamente di quello dello sfidante Hollande: “Il cambiamento è adesso”. Moussanet spiega anche la scelta dell’altra parola della campagna di Sarkozy: popolo, al quale Sarko annuncia di voler rivolgersi ogni valota che “ci sarà una paralisi decisionale, un blocco sulla strada del cambiamento”.
Anche Il Corriere della Sera racconta lo slogan “una Francia forte”, e titola: “Sarkozy si ricandida: ‘Stesso capitano per nave in tempesta’”. I numeri dicono ancora che in un eventuale ballottaggio vincerebbe Hollande.
Su La Stampa, che offre in prima pagina una foto del Presidente: “Hollande? Lo farò a pezzi”.

La Repubblica, nelle pagine R2, offre un articolo di Federico Rampini su una vicenda che coinvolge anche il candidato Repubblicano Romney. Si tratta dello scandalo dell “battesimo postumo” amministrato ai genitori di Simon Wiesenthal, il celebre cacciatore di nazisti. La madre e il padre di Wiesenthal (morti rispettivamente in un campo di sterminio e nella prima guerra mondiale) sarebbero stati battezzati postimi con rito mormone, antico costume della comunità, applicato su richiesta dei fedeli ai familiari defunti che non si erano convertiti, ma a volte applicato a personalità esterne alla comunità, tenendo all’oscuro le rispettive famiglie. Sorte analoga pare sia toccata anche alla madre di Obama. Il portavoce dei mormoni ha deplorato, ma ha riacceso l’interesse sul gruppo, che molti americani considerano una “setta” di cui Mitt Romney è oggi autorevole esponente.

Perché Celentano è Celentano

Su tutti i quotidiani in prima pagina il “caso Celentano”, dopo le parole del cantante al Festival di Sanremo.
Il Corriere della Sera: “Il festival di Sanremo ‘commissariato’. I vescovi chiedono le scuse di Celentano. Serate sotto tutela dopo gli attacchi dello showman. Boom degli ascolti”.
La Stampa: “Caso Celentano, un commissario al festival”.  “Ascolti record. Il cantante: non devo giustificarmi”. “L’ira della Lei”, in particolare con il direttore Mazza: “ma cosa state facendo? Basta dirigenti seduti in prima fila ad applaudire. Dove controllare, fatelo”, scrive La Stampa. Michele Brambilla, sul quotidiano torinese, a proposito di Celentano: “Non diventi un martire”
Libero: “Lei è peggio di lui. Celentano non è il principale responsabile dell’ignobile esibizione al Festival. La colpa è della ‘capa’ della Rai: sapeva cosa sarebbe successo. Ora va commissariata l’azienda”.
Il Fatto quotidiano:”Celentano sfascia la Rai. Dopo aver accettato le condizioni del ‘Re degli ignoranti’ e aver incassato ricchi contratti pubblicitari e ascolti alle stelle, viale Mazzini piomba nel panico dopo le critiche dei vescovi al Festival di Sanremo”. Antonio Padellaro dedica l’editoriale alla notizia: “Chi è peggio?”. Ovvero, è peggio “Celentano che fa Celentano” o quelli che gli hanno concesso “uno strapagato contratto capestro (per loro) che consente all’ospite di fare e dire ciò che vuole quando vuole”?
Su Il Giornale, a centro pagina, una grande foto di Adriano Celentano con articolo di Vittorio Sgarbi: “Quei moralisti beffati dai deliri del loro guru”.

E poi

Un articolo del professor Carlo Carboni, sul Sole 24 Ore, si sofferma sull’impatto della corruzione sul Pil: “Dalla disonestà derivano bassa crescita dell’economia e pochi investimenti dall’estero”.
Sulla corruzione Il Fatto quotidiano intervista Francesco Greco, ex pm di Mani pulite, intervistato da Marco Travaglio: “Perchè governo e Bce ignorano la corruzione?”. Il magistrato invita il Parlamento a ratificare alcune convenzioni Ue su prescrizione, falso ib balancio, autoriciclaggio. Lo stesso quotidiano, che celebra in questi giorni i 20 anni di Mani Pulite, offre un articolo di Piercamillo Davigo.
Anche su La Stampa, un articolo di Michele Brambilla racconta la “fine della prima Repubblica”: “Mani pulite: la rivoluzione che non cambiò l’Italia”.

DA RASSEGNA ITALIANA, di Ada Pagliarulo e Paolo Martin