la rete globale del Colonnello

Pubblicato il 2 Marzo 2011 in da Vitalba Paesano

Le aperture

La Repubblica: “Il Pdl: fermiamo i pm di Ruby. La maggioranza: competente è il tribunale dei ministri. Le mosse di Mora e della Minetti per far tacere la ragazza marocchina. Lettera al presidente della Camera: conflitto di attribuzione. Il Pd: fuga dal processo”. Di spalla la Libia: “Il grande esodo dalla Libia. E’ emergenza umanitaria. Decine di migliaia alle frontiere”. A centro pagina i dati dell’economia italiana: “Il caro benzina fa correre l’inflazione. Più 2,4 per cento: il dato più alto dal 2008. Disoccupazione giovanile al 30 per cento. L’Istat rivede al rialzo il Pil del 2010”.

Il Corriere della Sera: “Pdl e Lega sul caso Ruby: la Consulta fermi i pm. ‘E’ competente il tribunale dei ministri’. Lettera a Fini per sollevare il conflitto tra poteri”. L’editoriale, firmato da Massimo Franco, è titolato: “Una mossa, tre bersagli”. Il titolo più grande è per la Libia: “Missione italiana per i profughi. La decisione del governo. Berlusconi chiama l’inglese Cameron per sollecitare la collaborazione europea. Aiuti in Tunisia per le migliaia di disperati in arrivo dalla Libia”. A centro pagina l’aumento dei prezzi.

La Stampa: “Libia, inferno ai conflini. Settantacinquemila profughi ammassati in attesa di passare in Tunisia e puntare al Mediterraneo. Missione umanitaria italiana entro 48 ore:” E poi: “Allarme inflazione sulla ripresa. Pesano petrolio e alimentari. Bce verso un rialzo dei tassi. Il deficit scende sotto il 5 per cento. Tremonti: siamo sulla strada giusta”. La politica: “Pdl e Lega: su Ruby conflitto tra oùpoteri”, “Lettera a Fini: ‘Montecitorio chieda alla Consulta di spostare il processo al tribunale dei ministri'”.

Il Sole 24 Ore: “L’inflazione ricomincia a crescere”, “effetto carburanti sui rincari: a febbraio aumento del 2,4 per cento, al top da oltre due anni. Il Pil 2010 meglio delle attese (+ 1,3 per cento)”, “disoccupazione all’8,6 per cento, record tra i giovani. Fabbisogno ancora in discesa”. In prima anche un richiamo sul richiamo dell’Antitrust in materia di conflitto di interessi: “Sull’incrocio giornali tv non può decidere Berlusconi”. In prima anche un richiamo al voto di fiducia previsto per oggi alla Camera sul fisco comunale: “Il governo blinda il decreto”:

Libero ha in prima una foto di Gianfranco Fini: “Il compagno Fini s’attacca all’antenna”, titola, parlando di sondaggi in “caduta libera”. E spiega: “Il leader di Fli cerca di risollevarsi occupando tutti i programmi tv. Ma intanto il suo sito chiude per mancanza di fondi. E Manneheimer sancisce la sua disfatta politica: due italiani su tre vogliono che Berlusconi resti premier”.

Il Giornale: “Ruby e Silvio nelle mani di Fini”, “la maggioranza chiede alla Camera di trasferire il processo al tribunale dei ministri. E ora Gianfranco si dimostri imparziale”. “Scandalo sanità, ecco perché il Pd deve avere il coraggio di non mandare in carcere un suo senatore”. Per il quotidiano la questione Fini-Pdl è “lo scontro finale”: a centro pagina le foto di Giuliano Ferrara e Michele Santoro per illustrare la proposta del pidiellino Butti di alternare in Rai i conduttori dei talk show: “Talk show Rai a targhe alterne? Sì, ma”. In prima anche una lettera del ministro dei beni culturali Sandro Bondi: “lascio il governo. Neanche il partito mi ha sostenuto”.

Ieri il ministro della difesa tedesco Guttenberg ha deciso di lasciare il proprio incarico dopo le accuse di aver copiato parzialmente la sua tesi di dottorato. Questo spiega il titolo de Il Fatto: “Germania umilia Italia”. E sotto le foto di Guttenberg e Berlusconi, sotto la dicitura: “Uno ha sbagliato e si dimette. L’altro è imputato e minaccia”. In taglio basso “Caimano, l’ultima idiozia, conduttori a targhe alterne”, “la maggioranza stringe il bavaglio: adesso vogliono la rotazione dei giornalisti. Il presidente Zavoli non si oppone”.

Il Foglio prende spunto dalla risata del rais libico nella intervista alla BBC e titola: “Gheddafi è tutt’altro che sconfitto. Che succede se resta al potere?”. “Il Colonnello prepara trattative e nuovi assalti. La conferenza islamica gli dà una mano”. Per Il Foglio, sul capitolo sanzioni, “tutte le opzioni sono sul tavolo. Ma si sta già formando il partito del non intervento in Libia”, nella comunità internazionale.

Il Riformista: Soccorso rozzo. Così Di Pietro vuol regalare a Berlusconi il biglietto per arrivare sereno a fine legislatura”. “L’ex pm” – scrive il quotidiano – si prepara a fare del referendum sul legittimo impedimento la madre di tutte le battaglie”, ma “il quorum è una chimera”.

Esteri

Sul Sole 24 Ore “la rete globale del Colonnello”: un articolo dove si spiega quali siano gli investimenti per oltre 100 miliardi in più di 60 società estere, tra immobili e fondi. E si spiega anche che le conseguenze economico-finanziarie della crisi di Tripoli potrebbero avere una portata più ampia del caro greggio. Italia a parte, vanno calcolate operazioni immobiliari a Londra, partecipazioni della Francia con Bnp Paribas del 16 per cento della banca Sahara, oltre a Paesi africani e nordafricani, dall’Algeria al Bahrein, dall’Egitto agli Emirati Arabi, dalla Giordania al Marocco al Niger, per arrivare al Pakistan e al Sudan, tra banche, fondi, o aziende come Exxon. Il rischio – sottolinea Il Sole – è di alterare gli equilibri nei board dove sono azionisti.
 
Alle dimissioni del ministro della Difesa tedesco Zu Guttenberg è dedicata l’analisi di Gian Enrico Rusconi, che compare oggi sulla prima de La Stampa: “La Germania non perdona le bugie”. Dove si spiega come abbia vinto la protesta di una parte significativa della società civile e dei media: la Cancelliera Merkel aveva difeso il ministro ricordando che stava al governo per le sue eccellenti competenze, non in forza di titoli come “assistente scientifico” del governo stesso. Sembrava una involontaria presa di distanza dal sistema universitario e scientifico, e questo ha rafforzato la protesta.
Il Corriere della Sera ricorda quanto la grande maggioranza dei tedeschi sostenesse il ministro, notoriamente il politico più amato dalla Germania. Anche dopo la diffusione delle notizie sul plagio, secondo i sondaggi, tre quarti dei cittadini interpellati muoveva critiche al ministro, ma si dichiarava contrario al ritiro. Per la signora Merkel è un brutto colpo: Guttenberg era la star del suo governo. I politologi e commentatori lo vedevano fino a pochi giorni fa come un probabile futuro Cancelliere. 39 anni, di nobili origini, famiglia perfetta anche per un pedigree antinazista.

La Repubblica ha una lunga corrispondenza dalla Cina e titola: “Vento di rivolta anche a Pechino, arrestati i dissidenti, censura sul web”. Prime manifestazioni del Paese, convocati i giornalisti stranieri”. E sullo stesso quotidiano una intera pagina dedicata alle ripercussioni delle rivolte nel mondo arabo in Iran: “Teheran, pugno di ferro sui manifestanti”. Si è sparato contro i cortei che protestavano per l’arresto di due leader dell’Onda verde del 2009, Karrubi e Moussavi. Parallelamente si è diffusa la notizia della condanna a morte decretata nei confronti dell’avvocato di Sakineh (la donna a sua volta a morte per adulterio).
Anche Europa ha una lunga analisi sulla esclation della protesta anti-regime in Iran: “Una lunga Onda verde”. Dopo l’arresto di Karrubi e Moussavi (smentito dalle autorità, ma riconfermato dai figli) il quotidiano ricorda anche che si sta smuovendo lo scenario politico italiano in vista dell’elezione del nuovo capo della assemblea degli esperti, l’organismo che monitora l’operato della Guida Suprema Khamenei e può deciderne ipoteticamente la rimozione.

Politica

Dallla Procura di Napoli arriva una indagine su una presunta associazione segreta in grado di pilotare nomine, appalti e finanziamenti. Ne parlano La Repubblica, Il Corriere della Sera e Il Sole 24 Ore. Quest’ultimo la definisce la “P4”. Si indaga anche su Rovati (ex consigliere di Prodi). Ieri perquisizioni a Roma, per l’inchiesta condotta, tra gli altri, dai Pm Francesco Greco ed Henry John Woodcock. Secondo Il Sole si vuol veder chiaro su una serie di appalti riservati sui sistemi di sicurezza per Palazzo Chigi. Secondo i Pm l’uomo d’affari Bisignani, nonché Angelo Rovati, avrebbero operato perché gli appalti fossero assegnati alla società ItalGo, di cui è titolare Anselmo Galbusera. Parallelamente ci sarebbero inchieste sull’Eni e i finanziamenti che avrebbe elargito ad alcuni giornali e siti Internet.
Il Corriere della Sera dice che tutta l’accusa ruota intorno allo stesso Luigi Bisignani, e scrive che gli uffici dello stesso Galbusera si trovano in uno stabile che risulta di proprietà di Angelo Rovati. Insomma, l’autorità giudiziaria parla di un “sistema parallelo”. Il Corriere ricorda che negli anni passati Galbusera fu coinvolto nell’indagine del Pm De Magistris per aver ceduto all’entourage di Prodi alcune schede finite poi sotto intercettazione.

A proposito di De Magistris, Libero, nel capitolo “I guai della sinistra”, scrive che l’ex pm ha deciso di candidarsi a sindaco di Napoli, “inguaiando” – secondo il quotidiano – il partito Democratico. Cui, secondo Libero, la scelta non è piaciuta: il commissario provinciale del Pd Andrea Orlando considera un errore “non investire la coalizione della scelta” dopo che con grande fatica si era chiesta responsabilità a chi si era sottoposto al voto cittadino. Per Orlando non si tratterebbe di una “convergenza” ma di un “diktat” che il Pd dovrebbe subire. La candidatura cambierebbe anche la situazione all’interno di Italia dei Valori, poiché permetterebbe al suo leader Di Pietro da una parte di impossessarsi della prima amministrazione del Sud, e, dall’altra, di togliersi dai piedi un personaggio con cui da anni prosegue una guerra più o meno sotterranea.

Un lungo articolo del Sole 24 Ore è dedicato alla segnalazione inviata dal presidente dell’Autorità garante della concorrenza e del mercato, Antonio Catricalà, ai presidenti delle Camere: il decreto milleproroghe contiene infatti una facoltà di proroga che starebbe nelle mani del presidente del Consiglio, del divieto di acquisire partecipazioni in quotidiani nazionali per chi possiede più di una rete televisiva. Per l’Antitrust si pone “un problema di opportunità della disposizione stessa”: perchè ci sia conflitto di interessi giuridicamente rilevante non basta per l’Antitrust avere “un potere regolatorio” in settori connessi con gli interessi patrimoniali del membro del governo in questione, né c”è conflitto di interessi per l’esercizio diretto di questo potere: ma il danno all’interesse pubblico va verificato, così come un eventuale vantaggio specifico per il premier. E tuttavia – sottolinea l’Antitrust – connesso alla tutela del pluralismo, richiede maggiore precauzione”. Catricalà ricorda altresì di aver suggerito, a gennaio, di eliminare il potere discrezionale di un presidente del Consiglio che ha “rilevanti partecipazioni in più di una rete nazionale”. Ma la conversione in legge del decreto, con il voto di fiducia, non ne ha tenuto conto. Anche su La Repubblica si legge: “L’Antitrust: ‘Incroci giornali-tv, non può decidere il premier'”.

E poi

Da segnalare in prima su La Stampa un articolo di Arrigo Levi che ricorda che oggi Gorbaciov compie 80 anni. L’Unità offre una lunga  conversazione del giornalista dell’Independent Matthew Bell con l’ex leader Urss, che viene sintetizzata così: “In Russia realizzati progressi, ma potrebbe arrivare il vento di rivolta del Maghreb”.
E’ morto nei giorni scorsi l’ideologo dell’islamismo turco, Erbakan, che fu costretto alle dimissioni dall’esercito turco. Se ne occupa Il Foglio, sottolineando come questa morte “rinfocolerà gli islamisti turchi”. Il premier Erdogan faceva parte del partito di Erbakan, al pari del presidente Gul, abbandonandolo poi per fondare l’AKP.
“L’Agora araba” è il titolo di una lunga riflessione di Barbara Spinelli, dedicata alle rivolte in corso.

(Fonte: RASSEGNA ITALIANA, di Ada Pagliarulo e Paolo Martini)