A Torino, in mostra, la moda degli anni ’20

Pubblicato il 24 Aprile 2010 in , da Vitalba Paesano

Una Mostra che rievoca quando Torino, molto prima di Milano, era la Capitale della Moda italiana. Ovvero tra fine Ottocento e gli anni Trenta del Novecento, con un culmine creativo e di prestigio nei primi decenni del secolo, celebrato nella grande Esposizione Internazionale ospitata dal capoluogo sabaudo nel 1911.

Dal 19 giugno al 19 settembre, quel magico momento viene rivissuto al Filatoio di Caraglio  nella mostra “Moda negli anni Venti. Il guardaroba di una signora torinese”. Sede appropriata perché qui nascevano nel Settecento le più belle sete del Piemonte con un processo di lavorazione che è stato integralmente ricostruito e proposto al pubblico; appropriata poi perché quello del tessuto e della moda è un filone che la sede espositiva del Filatoio Rosso indaga a cadenza regolare e che ha già offerto appuntamenti di grande qualità.

Al centro di questa nuova esposizione, curata da Anna Bondi, è il Guardaroba della Signora, come potrebbe recitare il titolo di un articolo di una rivista di moda del tempo. La Signora, in questo caso, è una donna reale, della borghesia finanziaria torinese, signora à la page, attentissima alle proposte della città di riferimento universale della couture, Parigi, ma tutt’altro che insensibile a quanto di nuovo propone Torino.

È raro poter disporre ed esporre nella sua completezza un guardaroba personale d’epoca. Soprattutto quando si tratta di un guardaroba “perfetto”, completo di “tutto ciò che si deve” per ogni occasione e momento della giornata: l’abito da giorno, da sera, da ballo, la biancheria, con i relativi complementi, dalla borsetta agli abiti dei bambini, anch’essi coordinati con quelli della mamma. Naturalmente si tratta di un guardaroba di classe: raffinato, di un lusso discreto e aggiornatissimo. Gli accessori spesso acquistati a Parigi, come d’uso all’epoca, completano i capi realizzati presso alcune di quelle rinomate sartorie torinesi il cui prestigio è indiscusso a livello nazionale.

Ciò è stato reso possibile dalla riunione dei capi oggi conservati in parte presso la Galleria del Costume di Palazzo Pitti a Firenze e in parte presso la Raccolta di Abiti dell’Istituto Statale d’Arte “Passoni” di Torino (unica in Italia a livello di istituzione scolastica), a cui si sono aggiunti pezzi di proprietà familiare.

Abiti, biancheria e accessori documentano il gusto dominante tra gli anni Venti e Trenta e permettono di ripercorrere le variazioni della nuova moda e di una nuova immagine femminile: gonne che si accorciano, linee più semplici e nette, progressivamente più aderenti e nuove forme di accessori che si accompagnano, secondo un ideale di giovinezza e dinamismo, a proposte di fogge, materiali, decorazioni e colori collegati alle suggestioni dell’Art Déco e delle avanguardie artistiche, seguendo e interpretando i dettami della moda parigina, dominante a livello internazionale.

A diffondere la moda, le riviste specializzate. Al Filatoio saranno esposte insieme a figurini e immagini fotografiche.

Il tutto per raccontare la moda e Torino, una città in cui la vocazione alla modernità si va costruendo in diversi campi, dall’industria alla vita culturale e artistica, e in cui la produzione di moda, strettamente collegata a Parigi, ha un ruolo di leader.

Considerata la “capitale della moda” in Italia, dopo la consacrazione all’Esposizione del 1911, Torino resta infatti ancora negli anni Venti la sede di una produzione che dalla fine dell’Ottocento è, a vari livelli, una delle componenti più rilevanti e ancora poco studiate, nel panorama del mondo del lavoro e della realtà economica e commerciale della città. Grazie ai rapporti privilegiati con Parigi, alla trasmissione tempestiva delle novità, con l’acquisizione diretta di modelli e tessuti, e a una altissima qualità di mestiere, la moda torinese ha ormai da tempo una clientela diffusa in tutta Italia: una grande tradizione che porterà a fissare a Torino nel 1935 la sede dell’Ente Nazionale della Moda.

Un capo alla moda: la cappa

 Indispensabile nel guardaroba elegante degli anni Venti, la cappa diventa complemento essenziale per l’abito da sera. Di foggia ampia, morbida e avvolgente accompagna per lo più un abito che ne riprende tessuto e colori. Infinite le varianti proposte per materiali, lunghezza, ampiezza e decorazione: dalle cappe nere più facilmente abbinabili, a quelle di crêpe, di seta laminata con inserti, bordi o fodera di pelliccia e con ampi colli alti o risvoltati. La loro forma mette in evidenza la qualità, la ricchezza e la nuova varietà dei tessuti impiegati. Sono motivi geometrici, floreali o orientaleggianti impiegati a contrasto con le tinte unite, con un effetto double-face. 

I più svariati modelli di cappa sono proposti nelle collezioni di tutte le case di moda: il taglio apparentemente semplice, il lungo cordone per la chiusura, l’effetto di avvolgimento, i giochi di luce dei tessuti accentuati dal movimento sono in sintonia con il gusto dell’epoca per una modernità essenziale e  sontuosa e  ne decretano il successo. Delle tre cappe esposte, una da giorno e due da sera, di cui una nera e una di crêpe a fiori, è quest’ultima la più rivelativa del diretto gusto parigino del guardaroba.

 La cappa, con il collo a “boule” imbottito, è di sartoria torinese, ed è realizzata non solo sui modelli di Parigi, ma con l’esterno di un tessuto a fiori laminato, importato direttamente dalla Francia  e messo a contrasto con la doppiatura arancione. Si tratta dell’ultima novità lanciata dalla ditta Ducharne (Parigi – Lione) di cui così parla la Gazette du Bon Ton, la rivista di moda più prestigiosa dell’epoca:

“Sebbene quest’inverno si sembri ben decisi a portare mussole a fiori,e soprattutto quel crêpe indiano  stampato e striato di filigrane luccicanti, tuttavia gli stampati sono stagionali e meglio si addicono all’estate, per le riunioni all’aperto e sui prati fioriti…..La cappa scrigno valorizza sapientemente, con il suo effetto double-face, le finezze della preziosa statuetta crisoelefantina che di volta in volta avvolge e scopre…” Clercé, « Chez Ducharne », in Gazette di Bon Ton, 1924-1925, n.2.

Inaugurazione: sabato 19 giugno 2010, ore 17

Moda negli anni Venti. Il guardaroba di una signora torinese
Caraglio (Cuneo), Il Filatoio (via Matteotti, 40), dal 19 giugno al 19 settembre 2010.
Orario: giovedì – sabato: 14.30 – 19,00, domenica: 10,00 – 19,00.

Mostra promossa dall’Associazione Culturale Marcovaldo e dalla Regione Piemonte; con il sostegno della Compagnia di San Paolo e della Fondazione CRC; con il contributo della Fondazione CRT; in collaborazione con Comune di Caraglio, Galleria del Costume di Palazzo Pitti (Firenze), Istituto Statale d’Arte Aldo Passoni (Torino) e Fondazione Filatoio Rosso.

a cura: di Anna Bondi

Catalogo: Edizioni Marcovaldo
Testi di: Anna Bondi, Caterina Chiarelli, Maria Teresa Roberto, Vanessa Maher, Giancarlo Jocteau, Franco Ramella

Info:
Associazione Culturale Marcovaldo 0171 618 260
numero verde Regione Piemonte 800 329 329
Prenotazioni: Associazione Culturale Marcovaldo
tel. 0171 618260 e-mail
gruppi@marcovaldo.it