Rassegna stampa: Adriana, signora del Sud, e intanto nasce Ipad, cellulare e pc

Pubblicato il 28 Gennaio 2010 in , , , da Vitalba Paesano

Le aperture

Il Corriere della Sera: “Minacce nel giorno della Shoah”. Nel giorno delle celebrazioni per ricordare l’Olocausto c’è chi traccia svastiche sulle museo della Liberazione a Roma, mentre il Presidente Ahmadinejad annuncia che “Israele sparirà”. Un richiamo e una foto in prima pagina segnala l’applauso che l’intera Camera dei Deputati ha voluto tributare ad Elie Wiesel, Nobel per la pace, ebreo romeno sopravvissuto all’Olocausto. Il titolo di apertura vero e proprio è dedicato alla politica e alle regionali: “Puglia, partita riaperta. Trattativa Casini-Pdl. Ma Bossi: niente accordi con l’Udc”. Berlusconi ieri ha detto che per la Puglia dovrebbero farsi da parte sia Palese che la Poli Bortone (candidata dell’Udc), per lasciare spazio a “un nome nuovo”.

La Repubblica: “Anno giudiziario, toghe in rivolta. ‘Via quando parlerà il governo’. Alfano: ‘Macchiate una giornata istituzionale’. I magistrati dell’Anm hanno annunciato questa forma di protesta per segnalare il loro dissenso dalla politica giudiziaria del governo. E poi: “Regionali, Casini apre al Pdl. Berlusconi: nome nuovo in Puglia. No di Bossi”. In prima pagina anche una immagine di Steve Jobs, il capo della Apple, che presenta la sua “ultima magia”, cioè “l’Ipad, cellulare e pc”. In prima anche una immagine dell’Ad Fiat Marchionne: “Ministri contro Fiat. Marchionne replica. ‘Nessun ricatto’”. “Con un telegramma la casa automobilistica ha annunciato la fermata dello stabilimento di Termini Imerese. Il Ministro Scajola: non avete avvisato l’esecutivo”.

La Stampa: “Obama: uniti per ridare lavoro agli americani. Appello a democratici e repubblicani”. Accanto: “La linea dura dei magistrati. Sedie vuote contro il premier. Clamorosa protesta dell’Anm: basta insulti da Berlusconi. Bondi: si lede l’ordine democratico. Anno giudiziario, le toghe andranno via quando parlerà il governo”. Anche su La Stampa non manca la foto di Jobs.

Il Giornale: “Berlusconi rovescia il tavolo. Regionali, si riaprono i giochi. Il premier si rende conto che alcune candidature rischiano di essere perdenti e riprende in mano la situazione. A cominciare dalla Puglia: ‘Poli Bortone e Palese si ritirino, serve un nome nuovo’”.

Secondo Il Riformista “Berlusconi s’incasina”. “’Congelati’ la candidatura di Rocco Palese e l’eccordo Udc-Pd in Liguria. Dopo un incontro con Cesa, a Bari si cerca un terzo nome, ma il premier è disposto anche a sostenere la Poli Bortone. ‘Non possiamo lasciare Casini al suo destino, né agli avversari’”.

Libero: “Patacche alla bolognese. La buona amministrazione era un bluff: sotto le due Torri una Cupola in salsa rossa. Il dramma della Sanità: sprechi, debiti, luminari esiliati e 300 giorni per una mammografia.

Il Sole 24 Ore apre con le istruzioni, in arrivo, per i rientri dei capitali. “Scudo 2, ecco le regole”. In evidenza anche un titolo sul discorso sullo Stato dell’Unione del Presidente Obama ieri sera. “Obama, sgravi fiscali per giovani e lavoro con tagli al disavanzo”. Da segnalare anche un intervento dell’economista Joseph Stiglitz: “Il miraggio dei soldi facili e il futuro della finanza globale”.

Il Foglio apre con l’economia europea: “Perché la crisi greca è la porta d’ingresso della Cina in Europa. Per Bruxelles non c’è bisogno di un aiuto, ma Papandreu pensa all’opzione cinese per quasi metà del debito”. Nella colonna di destra il quotidiano si sofferma sulla politica: “Il Cav offre al ‘loffio’ Casini la possibilità di uscire dall’irrilevanza. Vorticoso giro di nomi. Il leader centrista,. Caltagirno adiuvante, pensa molto all’agro romano e all’acquedotto pugliese”, dice.

Politica

Su La Stampa, intervista al sindaco di Torino Chiamparino, che accusa il segretario Pd Bersani di aver proceduto a zig-zag nella gestione delle candidature: “La scelta della Bonino, nome eccellente, è stata imposta più che proposta, su Vendola abbiamo prima subito un veto di Casini e ora lo sosteniamo”. Dopo il voto delle regionali, propone Chiamparino, è necessario creare un nuovo soggetto politico, come fu l’Ulivo, poiché “questo è un partito nato per aggregazione di correnti che ancora lo governano e che portano a frantumazione i localismi”. Non esclude, in futuro, di impegnarsi per la leadership per Pd. Chiamparino viene intervistato anche da Il Riformista, e dice: “Il progetto del Pd è fallito. Dopo le regionali apriamo il cantiere del Nuovo Ulivo”. “Tre segretari e non è cambiato nulla, anche con l’arrivo di Bersani il partito è prigioniero di gruppi e gruppetti, a volte sembriamo i polli di Renzo: dobbiamo andare oltre il nostro partito. Fissiamo i paletti, da Vendola a Casini, e vediamoci subito dopo il voto”.

Sul Corriere della Sera si legge che il 7 febbraio ci saranno le primarie del Pd in Campania. Il quotidiano parla di una “resa dei conti” tra il governatore di Bassolino e il sindaco di Salerno De Luca.

Su Il Giornale il ritratto di Giancarlo Perna è dedicato ad Adriana Poli Bortone, la candidata alla Presidenza della Puglia che l’Udc di Casini ha deciso di sostenere: “Adriana, signora del sud che dà l’anima a Casini pur di guidare la Regione. La Poli Bortone è fuggita da An per un ministero negato, sempre in lizza per una poltrona, non è abituata a rinunciare”. Ed è sempre lei la protagonista del ritratto de La Stampa: “La sindachessa che tenta Silvio. Lei ammette: ‘Vorrebbe me, me l’ha detto più volte’”. Ma sulla stessa pagina si sintetizza l’opinione di Berluscono così: “Palese e Poli Bortone facciano un passo indietro”, dove Palese, va ricordato, è il candidato del Pdl alla Presidenza della Regione sponsorizzato dal ministro Fitto. Su La Repubblica: “L’UDc apre, Berlusconi spariglia: ‘in Puglia insieme con un terzo nome ‘. Ok di Palese, ma la Poli Bortone resiste”.

Afghanistan

Si apre oggi la conferenza sull’Afghanistan di Londra. Su La Stampa Ahmed Rashid, scrittore e giornalista pakistano, si dice convinto che vi siano diverse condizioni favorevoli al dialogo: tanto gli americani che i talebani hanno capito che nessuno riuscirà a risolvere il conflitto sul campo, l’Occidente è stato dell’impegno in Afghanistan e soprattutto i talebani hanno ormai raggiunto il massimo del loro potere senza riuscire però a sollevare insurrezioni popolari contro la Nato perché la maggior parte degli afghani non vuole che tornino al governo. Sulla stessa pagina si parla ampiamente della decisione del Consiglio di sicurezza Onu di depennare dalla black list dei terroristi cinque ex taleban, su richiesta del Presidente Karzai. Fra questi, l’ex ministro degli esteri Muttawaki, che potrebbe essere tra gli interlocutori di un processo di riconciliazione nazionale.

La Repubblica intervista l’inviato speciale di Obama per l’Afghanistan Holbrooke: “Mano tesa a chi ripudia la violenza”, dice Holbrooke, reintegrazione nella società afgana di quei combattenti taliban che sono disposti ad abbassare le armi perché la maggior parte dei combattenti non sta con il Mullah Omar. Ma la riconciliazione – precisa – dipende da due impegni: “Il ripudio totale di Al Qaeda e il trattamento delle donne da parte dei taleban”.

E poi

Sulla inopportunità di un intervento legislativo che proibisca il velo integrale interviene il sociologo dell’islam Renzo Guolo sulle pagine di R2 La Repubblica (in cui si racconta peraltro l’esperienza di due croniste del quotidiano a spasso per Milano e Torino con il niqab). Secondo Guolo decidere per legge è una scelta che “non va affatto nella direzione della separazione tra Stato e religione, ma verso una nuova forma di cesaropapismo, in cui la laicità diventa essenzialmente una forma di disciplinamento. Non tanto del rapporto tra religione e Stato, ma dell’Islam in quanto tale”. “Lo svelamento delle donne musulmane, almeno di quelle che lo desiderano, è in primo luogo una battaglia culturale cui servono soprattutto efficaci politiche pubbliche dell’integrazione”.

Su Il Riformista si ricorda Raphael Lemkin, l’uomo che per primo parlò di genocidio sulla Shoah: fu questo avvocato polacco ad inventare il termine ed a battersi perché l’Onu lo riconoscesse come crimine. Ma al suo funerale c’erano solo sette persone.

 (fonte: RASSEGNA ITALIANA, di Ada Pagliarulo, Paolo Martini)