La risposta della UE alla crisi

Pubblicato il 18 Gennaio 2012 in , da redazione grey-panthers

L’Unione europea sta rispondendo alla crisi del debito sovrano con una duplice strategia per creare, in modo duraturo, stabilità finanziaria, crescita economica sostenibile e occupazione.

Nel 2011, su iniziativa della Commissione europea, una profonda revisione della governance economica dell’UE è stata approvata ed è entrata in vigore nel mese di dicembre. Tutti gli Stati membri dell’UE devono mantenere il loro deficit sotto il 3% del PIL e il debito sotto il 60% del PIL. I Paesi della zona euro che violano persistentemente tali limiti saranno sottoposti a sanzioni dello 0,2% del PIL, a meno che a ciò non si opponga espressamente una maggioranza qualificata di Stati membri. E una nuova procedura sugli squilibri macro-economico, che prevede anche la possibilità di sanzioni, farà in modo che problemi come una caduta persistente in termini di competitività, bolle speculative e disavanzi delle partite correnti siano affrontati in tempo.

Ulteriori misure per assicurare la disciplina fiscale e il risanamento delle finanze pubbliche sono in cantiere. Le proposte della Commissione, che saranno adottate dal Consiglio dell’UE nei prossimi mesi, rafforzeranno ulteriormente il coordinamento e la sorveglianza sul bilancio nella zona euro, con requisiti più severi per i Paesi con disavanzi eccessivi o che ricevono assistenza finanziaria. Inoltre, 26 dei 27 Stati membri dell’UE stanno negoziando un accordo vincolante per sancire nel loro diritto primario l’impegno a stabilizzare le finanze pubbliche.

Parallelamente a questi sforzi per riparare definitivamente le nostre finanze pubbliche, l’Unione europea ha un ambizioso programma per la crescita. Proposte per sostenere la competitività e aumentare la concorrenza sono attualmente su una corsia preferenziale nella macchina legislativa europea. Le priorità della Commissione comprendono il completamento del mercato unico dei servizi, la promozione della ricerca, l’innovazione e l’imprenditorialità, l’introduzione di un brevetto comunitario, un miglior accesso al credito per le piccole imprese e la realizzazione di reti a banda larga ad alta velocità. Molte delle necessarie riforme che favoriscono la crescita devono essere decise a livello nazionale, motivo per cui a partire dal 2011, tutti gli Stati membri ricevono raccomandazioni specifiche da parte della Commissione, approvate al più alto livello politico da parte dei governi, per urgenti riforme strutturali in settori quali i mercati dei beni e del lavoro.

Per ristabilire la fiducia nel futuro immediato, l’Unione europea nel 2010 ha creato il Fondo europeo di stabilità finanziaria (European Financial Stability Facility, EFSF), che sarà sostituito dal Meccanismo Europeo di Stabilità (European Stability Mechanism, ESM) permanente, con una capacità effettiva di prestito di 500 miliardi di euro, già nel luglio 2012. L’EFSF-ESM è in grado di fornire assistenza finanziaria ai Paesi della zona euro che non sono in grado di finanziarsi attraverso il mercato. I prestiti sono strettamente subordinati alla realizzazione di programmi di consolidamento fiscale di vasta portata e di riforme economiche. La Commissione europea ha spinto a fondo per assicurare che questi strumenti abbiano hanno la potenza di fuoco e la flessibilità necessarie. Le decisioni adottate nel 2011 significano che, oltre ai programmi di assistenza finanziaria, la EFSF-ESM può anche fornire linee di credito precauzionali ai Paesi, intervenire per sostenere ricapitalizzazioni bancarie, e acquistare obbligazioni sul mercato sia primario che secondario. L’assistenza viene fornita e i programmi di riforma sono negoziati e redatti in stretta collaborazione con il Fondo Monetario Internazionale.

Grecia, Irlanda e Portogallo sono i Paesi della zona euro che beneficiano attualmente di tali programmi di assistenza finanziaria. Il finanziamento è erogato su base trimestrale in seguito a riesami da parte di esperti della Commissione, della BCE e del FMI che monitorano il progresso del consolidamento fiscale e delle riforme economiche. Soltanto nel caso della Grecia, al fine di ripristinare la sostenibilità del suo debito eccezionalmente alto, un “taglio di capelli” volontario (cioè una perdita) di circa il 50% è in fase di negoziazione da parte delle autorità greche con gli obbligazionisti del settore privato.

Infine, l’UE ha notevolmente rafforzato la vigilanza e la regolamentazione del settore finanziario, e ha adottato misure di vasta portata per assicurare che le banche detengano livelli sufficienti di capitale tali da garantire che possono mantenere i flussi di credito verso l’economia reale in tempi di turbolenze finanziarie.

Molto resta da fare; il Presidente Barroso ha ripetutamente affermato che “questa è una maratona, non uno sprint”. Ma progressi reali sono stati fatti e l’Europa sta prendendo le decisioni necessarie per garantire che l’euro e l’economia europea raggiungano la necessaria stabilità finanziaria e una crescita economica sostenibile.

(Comunicato della Commissione Europea)