La Rassegna Stampa: … senza Fini?

Pubblicato il 28 Luglio 2010 in , da Vitalba Paesano

Le aperture

Il Corriere della Sera: “Verdini ai pm: fece tutto Dell’Utri. Il verbale dell’interrogatorio in cui il coordinatore Pdl ha rivelato ai magistrati il ruolo del senatore”. Un articolo sulle “carte” dell’inchiesta è titolato con le parole che avrebbe pronunciato il coordinatore del Pdl: “Carboni mi fece una proposta e Marcello mi disse: accetta. Non conoscevo né Lombardi né Martino. Fu Dell’Utri a portarli a casa mia”. E ancora: “Rete segreta, indagato il sottosegretario Caliendo. Il premier lo difende”.
A centro pagina: “Berlusconi prepara un discorso sulla giustizia ‘usata a fini politici’. La mossa del Cavaliere in Parlamento”. Si tratterebbe di un discorso che il presidente del Consiglio sta scrivendo, e che pronuncerebbe in Aula dopo il voto sulla manovra economica. Per ribadire che è in atto una strategia delle toghe contro il Pdl, e “magari allo stesso tempo additare Fini come troppo vicino alle ragioni delle inchieste”. Un retroscena firmato da Francesco Verderami fa notare che “la rottura con Fini ormai è definitiva”. In apertura il quotidiano milanese si occupa della Fiat, alla vigilia della nascita della NewCo “Fabbrica Italia Pomigliano”: “Offerta Confindustria: una deroga per la Fiat. Sul tavolo contratto e delocalizzazione. La confindustria propone una deroga al contratto per la Fiat per evitare la delocalizzazione degli impianti”.
La Repubblica: “P3, un altro indagato nel governo. Accuse al sottosegretatio Caliendo. Berlusconi l’incontra e gli rinnova la fiducia. L’opposizione: deve dimettersi. Dell’Utrio non risponde ai Pm. Csm, votazione a oltranza: si va verso Vietti”. Il commento sulla inchiesta giudiziaria e i riflessi sulla politica è affidato allo storico Adriano Prosperi: “La ragnatela occulta”. A centro pagina un retroscena di Francesco Bei: “Il Cavaliere: ora basta, con Fini domani chiudo”. In evidenza anche la Fiat: “Blitz Fiat, via alla newco, nasce Fabbrica Italia Pomigliano. Nuove regole per i dipendenti”.
Il Foglio: “Aria di tempesta nel Pdl, il Cav pronto a rompere con Fini dopo la manovra. Ormai è finita (forse). Berlusconi medita di convocare i vertici del partito venerdì per mettere alla porta il cofondatore. Ma smentisce. Baruffa anche con Tremonti”. Di spalla la Fiat: “Così governo e autorità locali provano a domare la furia Marchionne. Il Lingotto annuncia una nuova società per Pomigliano e convoca i sindacati per ridiscutere il contratto nazionale. Sacconi: partita aperta”.
Il Giornale apre con uno “scoop” su Fini. “Questione morale. Fini, la compagna, il cognato e una strana casa a Montecarlo. Un appartamento lasciato in eredità ad An finisce in una misteriosa finanziaria estera. Ora ci abitano familiari del presidente della Camera. E nessuno ne sa niente”.
L’apertura è per le inchieste: “Giudici pazzi per la P3. Altro indagato eccellente. Nel mirono il sottosegretario Caliendo”. Secondo Alessandro Sallusti, che firma l’editoriale, “la vera lobby occulta è  quella dei Pm di sinistra”, colpevoli di non aver ipotizzato il reato associativo a Fassino, quando parlava con Consorte di Unipol e diceva “abbiamo una banca”, così come non è ritenuto “segreto l’intreccio di accordi tra politica e potere che ha permesso alle regioni rosse il monopolio commerciale e imprenditoriale delle coop”.
Libero: “Fini ha i giorni contati. Compagno addio. Berlusconi accelera la resa dei conti: un documento politico per mettere fuori dal partito il cofondatore. D’Alema e Veltroni già se lo contendono per le feste del Pd. Cronista indaga su presunta casa di Fini a Montecarlo. Fermato dalla gendarmeria”. In prima un commento di Giampaolo Pansa così titolato: “Prevedo un ticket fasciocomunista Gianfranco-Nichi”. Secondo Franco Bechis quello tra il premier e il presidente della Camera è un “divorzio necessario per salvare il dna del Pdl”.”.

La Stampa: “Governo, un altro indagato. Dell’Utri non risponde ai giudici, che lo ritengono il capo dell’organizzazione segreta. ‘Invito tutti a non parlare’. Il sottosegretario Caliendo sotto accusa per la P3. Berlusconi: piena fiducia”. In evidenza in prima pagina anche una notizia sulle regionali in Piemonte: “Il Consiglio di Stato non ferma il riconteggio”. Era ricorso al Consiglio di Stato il presidente Cota, contro la decisione di far ricontare le schede di alcune liste.
La notizia è anche sulla prima di Libero: “Cota al riconteggio, Silvio grida al golpe, Bossi pensa al voto”.

L’Unità, con immagine del sottosegretario Caliendo trasformato in birillo da bowling: “Caliendo… Vergogna senza fine. Indagato anche il sottosegretario alla giustizia”. In prima pagina ache la notizia dell’annuncio del taglio degli stipendi per i parlamentari. “Stipendi tagliati ai deputati: un bluff. Mille euro in meno, ma si interviene solo sulla diaria e sui soldi per i portaborse”, spiega il quotidiano.

Il Sole 24 Ore: “La Fiat vara la ‘newco’. Vicino l’accordo in Confindustria per restar in Federmeccanica Via alla società per Pomigliano presieduta da Marchionne. Sacconi: partita aperta, no a scelte unilaterali”. La questione aperta è la non iscrizione della nuova azienda al sistema confindustriale, e dunque la possibilità di non applicare i contratti nazionali firmati tra Confindustria e sindacati. Sembra allontanarsi invece la possibilità che il gruppo non aderisca neppure a Federmeccanica, spiega il quotidiano di Confindustria.

Verdini etc

Sul Corriere della Sera Fiorenza Sarzanini propone “il verbale” delle 9 ore di interrogatorio di Denis Verdini davanti ai magistrati romani . Il coordinatore del Pdl dice che con Dell’Utri è amico da una vita, “è una persona carismatica. Se lui viene con qualcuno che cosa dovrei fare? Non posso certo chiedere i documenti alle persone che lo accompagnano”. La verbalizzazione viene effettuata a mano, e per questo l’interrogatorio è durato tanto. Il coordinatore del Pdl “risponde a tutte le domande e assicura di essere straneo a illeciti e organizzazioni occulte. Lo fa con i suoi modi esuberanti, lasciandosi andare anche a espressioni colorite e qualche battuta. E la sua linea di difesa non sembra convincere affatto i magistrati, soprattutto quando affronta il capitolo che riguarda isoldi che sarebbero arrivati da Flavio Carboni”. Nei documenti citati dal quotidiano si parla anche dei sospetti versamenti sul conto del Credito Fiorentino, denaro versato dalla convivente di Carboni a Verdini. Verdini spiega che si trattò di 800 mila euro versati da Carboni per comprare una quota del Giornale della Toscana, che l’imprenditore sardo voleva usare per creare una “voce della Sardegna”, “voleva usare il giornale per creare un inserto, parlava anche di aprire una radio o una televisione”.  Gli 800 mila euro erano una “prima rata”, poi cominciarono le indagini della procura di Firenze “e  io decisi di bloccare tutto”, spiega Verdini. Tra l’altro Verdini parla anche dei dossier contro Caldoro: “Mi arriva in forma anomima un foglio che lo riguarda dove sono annotati alcuni alberghi, un elenco di nomi maschili e le dati in cui li avrebbe incontrati”. Chiede informazioni a Cosentino, che dice che si tratta di “roba vecchia”. Ma i dossier insistono, e Caldoro viene convocato da Berlusconi e Verdini. “Lui giura su sua moglie e sui suoi figli che sono tutte falsità, mi assicura he non ci può essere niente di simile contro di lui. Io lo riferisco a Berlusconi e decidiamo di credergli e dargli fiducia confermando la sua candidatura”. Anzi, Caldoro dice “che semmai il problema potevano essere le donne, e io gli risposi: ‘Non lo dire a Berlusconi, altrimenti ti fa ministro'”.
Su L’Unità si racconta che ieri il governatore sardo Cappellacci, sotto inchiesta, ha salvato la sua giunta dal voto di sfiducia previsto ieri, “consegnandosi ai partiti”. “Con Verdini e e Carboni sono stato un babbeo, che pensa si sconta per la dabbenaggine?”: le parole di Cappellacci sono citate nell’articolo, in cui si spiega che “il ‘babbeo’ si ripara dietro gli ovvi voti che respngono la mozione di sfiducia e che proteggono anzi tutti loro stessi, i votanti”.
Il Pd ieri era a L’Aquila per una serie di iniziative con oltre 150 deputati “per protesta contro la fiducia”. Hanno fatto assemblee con i cittadini, che non hanno risparmiato le critiche. Per esempio: il decreto per l’emergenza passò con 35 voti di scarto, e gli assenti nel Pd erano 38″, sottolinea L’Unità.
La pagina che La Repubblica dedica a questa notizia è titolata: “Pd, sulle primarie il gelo di Bersani. ‘Priorità alla coalizione’. E l’autocandidatura di Vendola risveglia gli anti-gazebo'”. Il segretario spiega che le primarie sono state “inventate da noi, e le faremo”. Ma, scrive il quotidiano, “il dogma non è più indiscutibile”.

E poi

La Stampa racconta la visita del premier britannico Cameron ieri ad Ankara: un articolo del corrispondente da Londra sottolinea: “Cameron ai turchi: vi porto nella Ue. Sbaglia chi vede in voi un pericolo e non una opportunità”. Ma frena il ministro degli esteri teedesco Erdogan: “L’ingresso non è vicino”.
Libero la vede così: “Cameron ci rifila la Turchia per salvare la BP. La compagna petrolifera graziata da Erdogan. Il premier inglese ringrazia chiedendo l’ingresso di Ankara in Europa”. Pochi giorni fa le autorità turche avevano cancellato una multa di 313 milioni di dollari per il gruppo britannico, spiega Libero.
Il Foglio dedica due articoli al Pakistan e al recentemente confermato capo delle forze armata Kayani: “Perché possiamo fidarci di Kayani”, secondo un articolo. E “Perché non fidarsi di Kayani”, secondo un altro. Positiva la collaborazione con gli americani, negativa la passione per “denaro e grandeur islamica”.
Secondo Christian Rocca, che firma una corrispondenza da New York sul Sole 24 Ore, il tam tam mediatico fa salire le probabilità di una azione militare israeliano o americano contro l’Iran. “A spingere per un intervento militare sono soprattutto Riad e gli Emirati, che ritengono quella iraniana la peggiore mianccia di sempre”, scrive il quotidiano.
La Repubblica racconta delle montagne di rifiuti che assediano New York, dove 11 tonnellate di rifiuti vengono prodotti ogni giorno. I tagli del bilancio hanno tagliato i raccoglitori di rifiuti, e il sindaco Bloomberg sta pensando ad una tassa. I rifiuti della metropoli fino a poco tempo fa prendevano strade lontane (New Jersey, Pennsylvania, Virginia), ma i costi del trasporto rischiano di essere insostenibuili. “E’ ormai emergenza”, scrive il quotidiano.

(fonte: RASSEGNA ITALIANA, di Ada Pagliarulo e Paolo Martini)