La Rassegna Stampa: La strada inclinata verso le elezioni

Pubblicato il 4 Ottobre 2010 in , da Vitalba Paesano

Le aperture

Il Corriere della Sera: “Inchiesta parlamentare sui pm”. Il quotidiano apre con le parole del Presidente del Consiglio, nel suo discorso ieri a una festa del Pdl a Milano. “Certi giudici vogliono eliminarmi dalla vita politica. L’Anm: non ci facciamo intimidire”. “La sfida di Berlusconi: finiani leali ogni giorno o subito al voto”. Il commento del notista politico Massimo Franco è titolato: “La strada inclinata verso le elezioni”. A centro pagina: “La comunità ebraica sdegnata: ‘Per quell’ingiuria Ciarrapico va espulso dal Pdl. Il presidente del Senato: non ero in Aula e stigmatizzo”. Commento firmato da Antonio Macaluso: “Non può restare al suo posto”. Accanto, le elezioni in Brasile, dove è in testa la candidata Dilma Roussef, che però non ha vinto al primo turno: “L’ex guerrigliera lanciata da Lula in testa, ma è costretta al ballottaggio”. L’editoriale è dedicato all’università, con la firma di Angelo Panebianco: “L’università dimenticata”.

La Repubblica: “I giudici mi vogliono eliminare”. “Milano, il premier attacca: ‘Siamo tornati al ’94”. “L’Anm: non ci lasciamo intimidire. Bocchino: se cade il governo possibile altra maggioranza”. “Berlusconi: commissione di inchiesta su Pm famigerati. Alt dei finiani”. L’analisi è firmata da Nadia Urbinati: “La Costituzione fatta a pezzi”. A centro pagina: “No a nozze imposte, uccisa dal marito. Modena: lui è pachistano. La donna difendeva la figlia”. Accanto: “Gli Usa: nel mirino di Al Qaeda Germania, Francia e Italia. Terrorismo, allerta anche a Londra”. Un richiamo per le pagine R2 sulla Spagna “senza sogni” che “volta le spalle a Zapatero”.

La Stampa: “Berlusconi: commissione di inchiesta sui magistrati. Affondo del premier alla chiusura della festa del Pdl. Bersani: sembra un comizio del 1994. Stop dai finiani: giudici baluardo della libertà. L’Anm: basta intimidire”. A centro pagina la notizia dell’omicidio in provincia di Modena: “La follia di un padre pachistano. Lite sulle nozze combinate, uccide la moglie a pietrate. Grave la figlia che si era ribellata”. Da segnalare in prima l’editoriale di Bill Emmott (“Obama deve ritrovare la credibilità”) e una grande foto che raffigura il Ponte dei Sospiri a Venezia con i lati “nascosti dalla pubblicità”: “La pubblicità soffoca Venezia”, dicono i direttori dei principali musei del mondo, che criticano i maxiposter nella città.

Il Giornale: “I pm spiano i telefoni del Giornale. Due procure tengono sotto controllo i cellulari di direttori e vicedirettori, senza che siano stati contestati reati. Cercano appigli per incastrarci o vogliono ascoltare chi parla con noi? Ipotesi inquietanti. Però i fabbricanti di fango saremmo noi”. “Su Raitre messaggio in stile mafioso della Annunziata: ‘Ho ascoltato un’intercettazione…”. Si riferisce una frase della giornalista che ieri ha parlato di una intercettazione tra Lavitola e un “misterioso politico”, intercettazione che avrebbe ascoltato poco prima di andare in onda con una intervista a Gioacchino Genchi, definito da Il Giornale “una sorta di spa al servizio delle Procure”. Sui telefoni de Il Giornale sotto controllo il direttore Sallusti scriv: “Abbiamo la certezza che almeno due procure della repubblica, una al nord e una al sud, tengono sotto controllo i telefono e i telefonini di direttori e vicedirettori de Il Giornale“. A centro pagina, con foto di Berlusconi, il comizio di ieri: “Avanti, ma siamo pronti al voto. Patto segreto tra certi Pm e certi politici: ci vuole la commissione di inchiesta”. Sotto, l’analisi: “Dal Cav avviso ai finiani: non mi faccio ricattare”.

Berlusconi, elezioni.

Sul Corriere della Sera: “L’ultimatum di Maroni convince il Pdl”. Si fa riferimento all’intervista concessa allo stesso quotidiano dal Ministro dell’Interno, in cui parlava di “tre settimane di tempo” per capire se il governo andrà avanti o se “si stacca la spina”. “La Russa: giusto fissare scadenze. Gasparri: urne, mai governi tecnici. Bersani: al Colle salgano ora”. Sotto, viene intervistata Stefania Prestigiacomo, ministro dell’Ambienbte: “Troppe tre settimane. Se i finiani ricattano fermiamo tutto”. Sulla commissione di inchiesta sui Pm proposta da Berlusconi dice: “Berlusconi parlava al suo popolo. Lo vedremo alla prova dei fatti parlamentari. Lui ha tutto il diritto di usare toni duri. Ma distinguiamo i toni del leader del Pdl quando parla al suo popolo da quelli del premier che discute dei provvedimenti legislativi in Parlamento. Infatti, sui secondi non c’è niente di eversivo. E’ su quelli che ci si deve confrontare. Comunque, la riforma della giustizia bisogna farla. E’ una premessa di questa legislatura”.
Secondo un retroscena de La Stampa Berlusconi ieri “ha dato l’impressione di un uomo impotente, che non sa bene cosa fare, come liberarsi di una camicia di forza in cui si è strozzato. Ha cercato di non dare grossi pretesti a Fini per farsi attaccare, ma quando ha alzato i toni sulla magistratura e ha invocato una commissione sui loro comportamenti lo ha fatto per provocare l’avversario. Mettendo in difficoltà le colombe e il ministro della Giustizia Alfano, che tutto vorrebbe tranne che una commissione di questo genere. Da Palermo, dove è rimasto a ricevere il Papa, Alfano ha fatto sapere di non essere d’accordo con questa iniziativa ma di non poterlo dire pubblicamente”.

Sinistra

Su La Repubblica Ilvo Diamanti si occupa della “sinistra del centrosinistra”, per cui sono in crescita i consensi: Nichi Vendola e Beppe Grillo hanno in comune il fatto di essere a capo di formazioni provviste di una sola leadership forte e personalizzata. Entrambi poi dispongono di una efficiente comunicazione “postpolitica” (citazione da Berselli), condotta attraverso Internet e accompagnata da mobilitazioni tematiche. Interpretano la personalizzazione mediatica della politica imposta da Berlusconi. Entrambi i partiti dispongono di una base di militanti e di elettori molto diversa da quelle del Pd e di Idv, poiché più giovane e istruita, più addensata nei centri urbani e, per quel che riguarda Sinistra e libertà, spostata a sud. Entrambi appaiono pericolosi concorrenti proprio per Italia dei valori. Resta comunque la questione alleanze, che riguarda tutti, sinistra e centrosinistra. “Il centrosinistra e la sinistra sono disponibili a cercare e a costruire alleanze, tra loro e, se necessario, con i partiti di centro e la ‘cosa’ di Fini?. La questione, probabilmente, non interessa Grillo e il movimento Cinque stelle. Ma avrebbe conseguenze anche per loro”. Poiché si pone comunque il problema di una legge elettorale che premia la coalizione vincente e quindi spinge molti elettori della sinistra, per non sprecare il voto, a scegliere il Pd e in maggior numero l’Idv ma, soprattutto, ad astenersi.

E poi

Due pagine del Corriere della Sera, con l’editoriale in prima pagina di Angelo Panebianco, sono dedicate alla riforma dell’università: “Università, riforma a rischio. Voto slittato, corsa per salvarla. Un bonus per i ricercatori”. Il problema numero uno, spiega il quotidiano, è proprio quello dei tempi. L’esame del provvedimento è stato spostato dal 5 al 14 ottobre. Ma il 15 inizia la sessione di bilancio, che dura circa un mese, e che blocca tutti gli altri provvedimenti. Il rischio è che dunque la riforma non sarà approvata, rischiando di finire su un binario morto. Il quotidiano milanese intervista anche Enrico Decleva, presidente della Crui, la Conferenza dei rettori: “Senza la legge gli atenei non assumeranno”. Una serie di “domande e risposte” sui limiti che verranno introdotti al ruolo di rettore, sui cambiamenti che comporterà la riforma nella carriera dei professori, come saranno selezionati i ricercatori, eccetera.
La Repubblica recensisce un documentario dal titolo “Waiting for Superman”, che è già diventato un caso negli USA e che è un atto di accusa contro il declino di scuole elementari, medie e licei, e che si apre con l’estrazione a sorte dei pochi ragazzi ammessi invece negli Istituti pubblici di qualità.
Il reportage alle pagine R2 de La Repubblica è dedicato al presidente del governo spagnolo Zapatero, “enfant prodige che resuscitò i socialisti” e che “non convince più”. La crisi economica e le politiche adottate per combatterla hanno fatto crollare gli indici di popolarità di Zapatero. E ieri, alle primarie per il sindaco di Madrid, la base del Psoe si è ribellata.
Renzo Guolo, sullo stesso quotidiano, commenta l’episodio di Modena, dove un pachistano ha ucciso la moglie e ridotto in fin di vita la figlia che aveva rifiutato un  matrimonio combinato. E’ un classico “delitto ‘culturale'”, spia di trasformazioni in corso nelle enclave etniche in Europa: “l’antidoto non è la separazione obbligata teorizzata dagli xenofobi locali, che rafforza quella separatezza che, a parole, si vorrebbe veder scomparire, bensì l’interazione tra culture, l’unica capace, al di là della via normativa, di produrre un mutamento culturale”. Lo stesso quotidiano intervista Mara Tognetti, docente di politiche dell’immigrazione alla Bicocca di Milano. Sofferma l’attenzione su comunità pachistane, marocchine e indiane in cui si registra la maggioranza di matrimoni combinati, non si dialoga con la società di accoglienza, ma sottolinea come sia necessario aiutarle a cambiare regole.
Il dossier di due pagine de La Stampa è dedicato alla Polonia, con un editoriale di Enzo Bettiza: “La corsa polacca da Cenerentola a grande d’Europa. La crescita del Pil è pari alla Germania, e il segno è stato positivo anche nei due anni della crisi”. Il segreto sta anche in un mercato interno di 40 milioni di individui con una forte propensione al consumo, che allenta la dipendenza dal settore delle esportazioni. Ma anche in un sistema bancario estraneo ai rischi delle piramidi creditizie orientato verso gli affari dei propri clienti, in una accentuata attitudine all’innovazione nei settori industriali più avanzati e creativi, che favorisce la competitività dell’impresa. Chi avrebbe immaginato – commenta Bettiza – che la Polonia sarebbe diventata nel 2010, dopo la Germania, anzi a fianco della Germania, una delle nazioni europee oggi economicamente più sane ed emergenti? E’ stato un addio ai luoghi comuni: non più lavavetri e idraulici, finito anche il post-comunismo antieuropeo e antirusso, superato anche lo choc della seconda tragedia di Katyn, che ha distrutto con un incidente aereo gran parte della sua classe dirigente.
Da La Stampa segnaliamo anche una analisi di Gian Enrico Rusconi sui 20 anni della riunificazione tedesca (“La seconda integrazione della Germania”): dove si sottolinea quanto sia stato forte il segnale mandato dal Presidente federale Wulff, che ha detto: “Io sono il Presidente di tutti, anche il presidente dei tedeschi musulmani e dei musulmani che vivono in Germania. Io dico no a ogni scontri tra le fedi e le culture, il futuro appartiene alle nazioni che sanno essere multiculturali”.
Sulle parole del Presidente Wulff anche una pagina su La Repubblica, che sintetizza così le sue parole: “La Germania rifiuta tutti i muri, anche gli islamici sono tedeschi”. Da Wulff un duro monito ai concittadini: “Non fatevi contagiare dalla xenofobia”.

(Fonte: RASSEGNA ITALIANA, di Ada Pagliarulo e Paolo Martini)