La Rassegna Stampa: la cultura della stabilità non è negoziabile

Pubblicato il 18 Maggio 2010 in , da Vitalba Paesano

Le aperture

Corriere della Sera: “Trappola talebana per gli alpini. Ordigno su una strada in Afghanistan: due morti. Ferita donna soldato. Calderoli: verificare se tutto questo serve. Bossi lo frena: andarsene adesso sarebbe una fuga”. Franco Venturini commenta in prima pagina: “I segnali sbagliati ai terroristi”. In prima anche una intervista al Ministro Franco Frattini: “Dobbiamo colpire le loro basi”.
Il Ministro nell’intervista spiega anche che la missione è fondamentale, che l’Afghanistan rimane in condizioni di insicurezza, che dare un segnale di incertezza oggi sarebbe un grave errore. “Il problema è che per fare di più dipendiamo un po’ dai governatori e dal governo centrale”, spiega il Ministro, che aggiunge che la Missione, che non è “a tempo indeterminato”, dovrà anzi crescere del 37 per cento nei prossimi 17 mesi. Infine: “Giorni fa si è dato lavoro legale a tre talebani che hanno accettato di ripudiare la violenza”. Alla domanda del giornalista (“Rito un po’ inquietante. Per pentiti come quelli delle Brigate rosse”), il ministro risponde che a differenza di quelli i taleban non raccontano di altri complici perché “non li conoscono. Erano contadini. Coltivano droga, il capo è stato distrutto, avevano perso il lavoro e per questo erano stati reclutati dai terroristi”.
In apertura il quotidiano milanese sceglie di dare spazio ad una intervista alla Cancelliera tedesca Angela Merkel: “Per l’Europa è l’ora dei sacrifici. ‘La cultura della stabilità non è negoziabile'”. L’intervista, una intera pagina, è un colloquio dedicato soprattutto al futuro dell’Unione monetaria ed economica europea. 
A centro pagina le inchieste: “Appalti e nomine, i magistrati convocano gli uomini di Matteoli”. Spazio anche per un ritratto di Angelo Balducci, in carcere: “Non mi arrendo, sto scrivendo un memoriale”.
La Stampa: “Herat, uccisi due alpini. Bomba taleban colpisce il blindato. Feriti altri due militari tra cui una donna Polemica per una nota di La Russa”. Secondo Maurizio Molinari, che firma l’editoriale, è un “attacco alla trattativa”, alla politica dellla mano tesa verso i talebani perseguita dall’Amministrazione Usa. A centro pagina l’economuia: “Tagli ai bilanci per salvare l’Euro”. In Italia “spunta l’ipotesi di un tavolo per l’emergenza aperto all’Udc”.
Il Riformista sottolinea la presenza di una donna tra i colpiti ad Herat: “Pari opportunità. Una donna soldato gravemente ferita in Afghanistan”. Il commento a firma di Luigi Spinola si intitola: “L’ora della verità sarà a Kandahar”. In evidenza in prima pagina anche un contributo del responsabile giustizia del Pd, che risponde alle molte critiche che anche dall’interno del suo partito gli sono venute: “La sinistra non regali la patente di riformista a chi non ha alcuna voglia di riformare. Cambiare la giustizia non è tradire”.
La Repubblica, che pure apre sui morti in Afghanistan, dedica il titolo di centro pagina al provvedimento sulle intercettazioni: “Intercettazioni, primo sì alla legge bavaglio. La commissione Giustizia approva la norma. L’opposizione insorge. Appello degli editori: polemiche su Mondadori”, che non si è unita all’appello che critca la norma sottoscritto da molte case editrici.
Libero: “Gli stipendi da tagliare”. La politica è “a caccia di soldi” e il quotidiano si sofferma sulla “casta da sforbiciare. Non solo parlamentari: prima id mettere le mani nelle tasche dei normali cittadini, bisogna ridurre la lauta paga anche a magistrati, alte cariche dello Stato e grand commis”. In prima pagina spazio anche per le trattative sul governo: “Stavolta (forse) ci si può fidare di Casini”.
Il Foglio apre sull’economia: “Così  il collasso dell’auto europea spinge la Fiat verso le vie dell’est. Il tonfo delle immatricolazioni in aprile dovuto alla fine degli incentivi. I concorrenti spopolano in Cina”. Di spalla la politica: “Casini torna a fare manovra con un partito per tutte le stagioni. Giovedì a Todi primo vagito, in un anno il congresso della nuova cosa. Rutelli (e Fini) per ora alla finestra”.

Politica, inchieste

Il Giornale racconta dell’arresto di Flavio Fasano, ex sindaco di Gallipoli, accusato di corruzione ed abuso d’ufficio. “Arrestato un altro fedelissimo di D’Alema”, il titolo, con foto che mostra un D’Alema (giovane) con l’ex sindaco.
“D’Alema attacca De Benedetti”, titola il Corriere della Sera nella pagina politica. Si dà conto delle parole dell’ex leader Ds sull’imprenditore, non nominato direttamente, che ha spesso accusato D’Alema di “non aver fatto niente”. “Tendenza padronale e populista, ci sono Berlusconi di serie B”. D’Alema parlava ieri alla presentazione di un libro ed ha alluso ad imprenditori “del nostro campo” che “vogliono fare i Berlusconi di sinistra che vogliono condizionare la politica”.
Il Riformista si sofferma sulle voci di un possibile rientro di Casini nella maggioranza (il leader Udc ha smentito) e anche sul possibile coinvolgimento del Pd in governi di larghe intese. Si intervista Rocco Buttiglione, e il titolo dell’intervista è: “Governo di unità anche con il Pd”. Alla pagina successiva: “Nel Pd cade l’ultimo tabù. ‘Governare con Silvio’. No di Bersani e D’alema”. Dice invece “nessun veto su Berlusconi o Tremonti” il deputato Francesco Boccia. E anche per Fioroni ora è il momento di collaborare “perché non finisca come in Grecia”.
La Repubblica torna – con un retroscena – sulla lista di Anemone, e spiega che la Finanza consegnò a famosa lista al Procuratore aggiunto nel 2008. Il procuratore aggiunto era Achille Toro, indagato a Perugia per abuso d’ufficio e corruzione. “La lista Anemone insabbiata. Così sparì nel porto delle nebbie”.

E poi

A New York è dibattito su una moschea che dovrebbe sorgere sul sito delle Torri Gemelle, a Ground Zero. Vittorio Zucconi, nelle pagine R2 de La Repubblica, racconta il progetto di centro culturale con annesso luogo di culto al posto dei palazzi del WTC. “Per anni è passato inosservato”, spiega Zucconi, nel senso che il progetto di assegnare uno dei palazzi danneggiati l’11 settembre a luogo per l’Islam era noto da tempo. Ma alla fine uno dei funzionari ha dato la notizia e la vicenda ha “risvegliato le fobie di New York”.
Un’araba musulmana è stata eletta Miss America. Per Il Giornale “Non c’è più religione. Miss America è musulmana”. Ha battuto “la bionda anti-immigrati”, sintetizza il Corriere della Sera, raccontando la storia di Rima Fakih, nata in Libano, cresciuta nel Queens, dal 2003 in Michigan, aiutata dal comitato arabo americano contro la discriminazione a pagare le spese di iscrizione al concorso.
Paolo Mieli sullo stesso quotidiano recensisce l’ultimo lavoro di Ernesto Galli della Loggia (“Tre giorni di storia d’Italia”, Einaudi”), che si sofferma sul tre date di sconfitta della sinistra italiana: la marcia su Roma, il 18 aprile 1948, la prima  vittoria di Berlusconi del 27 marzo 1994.
Il Giornale dedica una pagina ai “dissidenti veri” e ai “ribelli da operetta”, mettendo insieme la storia di Yoani Sanchez, la blogger cubana “perseguitata da Castro”, e gli italiani Dandini, Guzzanti, Travaglio, che “hanno le prime serate, tappeti rossi e pubblicano ciò che vogliono.

(fonte: RASSEGNA ITALIANA, di Ada Pagliarulo, Paolo Martini)