La Rassegna Stampa: irresponsabile provocare le elezioni

Pubblicato il 26 Aprile 2010 in , da Vitalba Paesano

Le aperture

Su tutte le prime pagine il fatto di cronaca di ieri a Mantova: un uomo ha ucciso l’ex moglie, una vicina e il figlio dell’uomo con cui era in causa. “Lasciato libero di uccidere”, titola il Corriere della Sera. “Si arrende dopo tre omicidi. Minacce, due pistoli, un fucile. E tutti sapevano”. A centro pagina, con evidenza, le parole di Berlusconi ieri in tv: “Il premier: rinnovare la Carta. ‘Costituzione da cambiare insieme’. Fini: no al voto anticipato”. Il quotidiano dà anche notizia delle “tensioni a Roma e Milano: colpito Zingaretti, contestate Polverini e la Moratti”.

Anche Il Messaggero apre con le parole del premier: “Berlusconi: cambiare insieme la Carta. Il 25 aprile. Il premier: riformiamo la Costituzione, ora una nuova pagina di storia. Fini: no al voto anticipato”. Parla di “nuovo format” un corsivo in prima pagina: “Pacato, plurale, antifascista: il set di Silvio pacificatore”. E poi “Polverini e Moratti contestate, colpito Zingaretti: coro di condanna”.

A centro pagina: “Lazio, c’è la giunta: resta fuori l’Udc. Varata la squadra della Polverini. Fallisce la mediazione, appoggio esterno dei centristi”. In prima pagina anche: “Pasolini, nuove analisi sui vestiti. Va avanti l’inchiesta, i Ris indagano su jeans, maglie e stivaletti”.
La Repubblica: “Fini: irresponsabile andare al voto. Il presidente della Camera in tv: io sono la destra moderna, non faccio un partito. Il premier: revisione bipartisan della Costituzione”. Sul quotidiano anche una intervista a Pierluigi Bersani: “Con Berlusconi riforme impossibili, il governo non durerà”. Un richiamo è dedicato alle contestazioni di ieri: “Un 25 aprile di divisioni, lancio di frutta alla Polverini, fischi alla Moratti”. A centro pagina: “La Ue riscrive Maastricht: più rigore per i Paesi indebitati. Task force al lavoro con la Bce. Dubbi tedeschi sulla Grecia, ma l’Fmi: sì agli aiuti”. In prima anche un richiamo per la crisi finanziaria della Grecia, firmato da Lucio Caracciolo (“Se Berlino pensa in marchi”: ieri Schaeuble, attualmente ministro delle finanze, ha ricordato che il suo governo potrebbe negare ogni credito alla Grecia).

La Stampa: “Un altro 25 aprile senza pace. Inascoltato l’appello di Napolitano. Moratti e Polverini contestate in piazza. Berlusconi: riscriviamo la Carta. Pdl, Fini va all’attacco: irresponsabile evocare il voto, io sarò leale”. In evidenza anche il richiamo ad una intervista a Luciano Violante: “Erano pochi facinorosi. L’Italia è pronta per fare le riforme”. Per l’esponente del Pdl insomma “il clima oggi è molto diverso”. A centro pagina la situazione della Grecia: il governo di Atene ha fornito altri dati drammatici sui suoi conti. Per salvare il Paese serviranno 80 miliardi di Euro.

Il Giornale: “I fascisti della Liberazione”. “A Milano i centri sociali invadono Piazza Duomo: zittiti Podestà e la Moratti, bersagliati i sopravvissuti ai campi nazisti. A Roma lancio di oggetti contro la Polverini e Zingaretti. Ogni anno la stessa storia”. Per il quotidiano di Feltri è “una repubblica fondata sull’antiberlusconismo”.

A centro pagina una grande foto di Gianfranco Fini, ieri ospite del programma “In mezz’ora” di Lucia Annunziata: “La destra ‘moderna’ di Fini in fuga per paura del voto. Retromarcia in tv”. In evidenza anche il richiamo ad una intervista a Sandro Bondi, così titolata: “Bondi: Gianfranco torni in carreggiata”.

 Politica

Il Corriere della Sera pubblica una analisi del quirinalista Marzio Breda dedicata al discorso del Capo dello Stato che è tornato a chiedela “fine delle contrapposizioni”, e a quello di Berlusconi che “gli fa subito eco in tv con un invito generale ad ‘accantonare le differenze politiche’. “Sembra che questo 25 aprile possa segnare una svolta rispetto alle recenti fibrillazioni”, secondo il quotidiano. Ma la tregua per ora è fragile.

Un retroscena de La stampa parla della situazione nella maggioranza dopo lo strappo di giovedì scorso, e racconta che il Cavaliere non ha gradito l’ipotesi di un governo tecnico, fatta dal professore finiano Alessandro Campi, intervistato ieri da Reubblica. “I berlusconiani sono divisi tra chi pensa che i rapporti potranno essere recuperati e chi spinge il premier a non perdere tempo con il Giano bifronte che vuole soltanto disarcionarlo da Palazzo Chigi”.

Lo stesso quotidiano intervista Luciano Violante, chiamato a commentare le contestazioni di ieri: “Non mi pare che si sia stato un clima di generale contestazioone, per questo 25 aprile”, dice. Il dato positivo è che “in questo 25 aprile i tre principali leader del Paese hanno ribadito all’unisono che sono favorevoli alle riforme condivise. Se nessuno cambierà idea, è molto positivo”.

Il Giornale intervista Sandro Bondi, che auspica che Fini “resti nel partito, ma con un atteggiamento e uno spirito positivo e costruttivo. Quello che è certo è che non si può stare in un partito e pensare di costruire una storia in radicale alternativa a quella che stiamo scrivendo insieme a milioni di italiani”. Sulle dimissioni da presidente della Camera, “se Fini intende svolgere un ruolo politico di primo piano, in prima persona, ciò è incompatibile con la funzione di presidente della Camera”.

Intervistato da La Repubblica, il segretario del Pd Bersani risponde alla richiesta di collaborazione del premier: “Il loro modello di azione non è fatto per decidere. E’ costruito per accumulare il consenso, ma poi non lo usano per governare. Io ho insomma profonda sfiducia che si voglia mettere davvero mano a qualcosa di concreto. E’ evidente che in questa maggioranza non ci sono le condizioni per affrontare le riforme. Infatti, prima o poi, davanti alla difficoltà di decidere, Berlusconi prenderà un pretesto qualsiasi per accelerare in curva”. Per acceleare verso dove? “Verso le elezioni. O verso un qualsiasi tipo di strappo”. Anche il Quirinale, però, vi chiede uno sforzo bipartisan. “Accettiamo l’appello del presidente della Repubblica. Noi, però, una proposta l’abbiamo presentata. Non conosco quella del Pdl. Fini gliel’ha chiesta. Aspetteremo, ma sono pessimista sulla possibilità che questo governo affronti temi cruciali”.

Lo stesso quotidiano intervista Roberto Calderoli, che risponde a Fini: “Irresponsabile non è chi parla di elezioni, ma chi rischia di provocarle”. Magari non direttamente Fini, ma “qualcuno che bada più alle proprie frustazioni per incarichi mancati che alla sostanza politica. E per questo soffia sul fuoco”. Elezioni anticipate vicine o lontane? “L’ultima uscita di Fini forse rende le cose un po’ più semplici, ma devo ripetermi: un chiarimento ci deve essere, e in Parlamento”.

 E poi

 Sul Corriere della Sera una intervista ad Enzo Bettiza, scrittore e giornalista, che racconta perché ha votato per la Lega: “So che la Lega è stata considerata a lungo buzzurra e folkloristica. E in parte lo era, per necessità politica, per distanziarsi in maniera popolaresca e dialettale dal sud, per marcare una identità culturale e antropologica che, spinta all’iperbole, diventa differenziazione etnica. Ma eravamo ai primordi: Roma ladrona, la secessione, il separatismo”. Oggi è “un partito nazionale costruito su grandi temi, come l’immigrazione e la difesa delle tasse lombarde, venete, piemontesi”.

Il Giornale offre su due intere pagine una intervista a Emanuele Gamna, ex avvocato di Margherita Agnelli,che spiega: “Ecco perché Margherita voleva che dicessi il falso sul tesoro degli Agnelli”. Riassume il quotidiano: “lei pensa che ci sia un patrimonio dell’Avvocato nascosto e intendeva costringermi a mentire al processo per inchiodre Gabetti e Grande Stevens”.

Su la Stampa il secondo turno delle elezioni legislative in Ungheria, dove la destra della Fidesz di Viktor Orban “conquista il goverbo con un avalanga di voti”: 52 per cento, mentre i socialisti ottengono il19 e gli antisemiti xenofobi di Jobbik il 16,6 per cento.

In Austria, invece, sono stati battuti quelli che il quotidiano definisce “gli orfani di Haider”, oggi guidati da Barbara Rosenkranz. Ha trionfato il socialdemocratico Heinz Fischer, con il 79 per cento dei voti, come si legge su La Stampa e sul Corriere.

Su L’Unità, reportage dalla Gran Bretagna e in particolare da Finchley, sobborgo di Londra che nel 1997, dopo esser stata roccaforte thatcheriana, fu conquistata dal Labour e che ora i lpartito rischia di perdere.

Sul Corriere della Sera, focus sul Belgio, con un inviato che spiega “Perché il Belgio rischia di disintegrarsi”. Si legge tra l’altro che lo scandalo pedofilia che ha coinvolto il vescovo di Bruges ha incrinato uno dei rari terreni di incontro tra le comunità vallone e fiamminga, la religione cattolica.

Su La Repubblica si racconta quanto accaduto in una scuola di Kunduz, nel nord est dell’Afghanistan: “Taliban contro le donne a scuola, ottanta bambine intossicate con il gas”. Abdul Muqeem Halemi, che dirige il Dipartmento istruzione della provincia, non ha dubbi: i Taliban hanno intossicato l’istituto con il gas per scoraggiare le famiglie a far frequentare la scuola alle figlie. Un ampio resoconto si ritrova anche sul Corriere, che spiega, però, come non ci sia tratta nemmeno nelle analisi del sangue delle vittime, di avvelenamento. I Talebani hanno smentito ogni responsabilità.

Su La Stampa, le ripercussioni dello scandalo pedofilia nella Chiesa: “Allarme otto per mille, ‘Crollo delle donazioni. E’ la sindrome tedesca’. In Germania calo del 25 per cento: in Italia si rischia lo stesso”.

(fonte: RASSEGNA ITALIANA, di Ada Pagliarulo, Paolo Martini)