Economia verde e fonti alternative, una sfida anche italiana

Pubblicato il 27 Giugno 2010 in , da Vitalba Paesano

Dal nuovo Conto Energia alle scelte per ridurre le emissioni di Co2 nell’atmosfera, dalle abitazioni ecosostenibili ai distretti agroenergetici, un confronto a 360 gradi sulle migliori pratiche a difesa dell’ambiente nel quadro della politica comune europea sull’energia e la lotta ai cambiamenti climatici. 

30 giugno- a Milano il Green Day: Il devastante inquinamento nel Golfo del Messico, dopo l’esplosione della piattaforma Deepwater Horizon di British Petroleum, ha rilanciato l’attenzione dei media e l’impegno dei governanti di tutto il mondo – in testa il presidente degli Stati Uniti, Barack Obama – verso lo sviluppo delle energie alternative e i loro vantaggi. Sotto questo aspetto, a che punto sono l’Europa e l’Italia? Se ne discuterà nell’incontro-workshop “Italian Green Day. La crescita dell’economia verde”, organizzato dall’Osservatorio Green Economy della Fondazione Istud e dalla rappresentanza a Milano della Commissione Europea mercoledì 30 giugno (ore 9,30-13), al Centro svizzero di via Palestro 2.

L’Italian Green Day sarà l’occasione per capire come l’economia dell’Unione Europea proseguirà nel percorso di “decarbonizzazione” e quali novità ci saranno nel nuovo Conto energia (il terzo presentato in Italia), che disegnerà il piano di incentivi del fotovoltaico futuro fino al supporto delle società di leasing nel settore delle energie rinnovabili. Ma la giornata analizzerà anche tutte le possibili scelte amiche dell’ambiente: da quelle per diminuire le emissioni di anidride carbonica nell’atmosfera al minor utilizzo della plastica, dai nuovi progetti nel settore fotovoltaico – anche per le abitazioni civili ecosostenibili – al recupero dei frigoriferi e degli elettrodomestici usati, dalle sperimentazioni per i distretti agro-energetici fino ai nuovi soggetti della comunicazione sensibili al green, ai lavori e alle professioni specialistiche legate alla green economy.

L’incontro – presieduto da Maurizio Guandalini, economista della Fondazione Istud – prevede una prima sessione “Breaking news” alla quale parteciperanno Carlo Corazza (direttore della rappresentanza a Milano della Commissione Europea), Agostino Ferrari (Merloni Progetti), Michele Gubert (Crisalide), Gianni Lazzari (Habitech, distretto tecnologico trentino), Alberto Lincetti (Leasint), Marco Menghini (Azienda Agricola I Leprotti), Paolo Peroni (Studio Roedl & Partner). La seconda sessione sarà un confronto su “ThinkGreen: dalle rinnovabili alla sostenibilità nell’Italia che cambia” fra Franco Andretta (presidente di Assoreca), Enrico Bruschi (amministratore delegato di EnergEtica), Marella Caramazza (direttore generale della Fondazione Istud), Stefano Corti (direttore Eco-partners di LifeGate), Paride De Masi (coordinatore nazionale di Confindustria per le energie rinnovabili), Stefano Landi (presidente di Landi Renzo Group), Paolo Lorenzoni (direttore marketing di Current tv), Alessandro Magnoni (direttore affari generali di Coca-Cola Hbc Italia) e Serena Rugiero (coordinatrice Osservatorio Energia e Innovazione di Ires).

L’Italian Green Day richiama all’appuntamento annuale organizzato da Fondazione Istud sui temi dell’energia verde. Una scadenza voluta, perché attorno ai  temi dell’economia verde, in generale, e delle energie rinnovabili, in particolare, occorre mettere ordine e tirare periodicamente le somme del lavoro fatto e quello che resta da fare. Il contesto è quello dell’Unione europea, che pone la green economy al centro della strategia “Europa 2020” per l’uscita dalla crisi e per lo sviluppo economico e l’occupazione per il prossimo decennio.

Non è più tempo d’improvvisare  e nemmeno di procedere a tentoni. Gestire e governare il cambiamento è la richiesta che viene da tanti player del settore, oltre che una esigenza sempre più sentita dai cittadini e dalle comunità.

La Green Economy, come ricorda il Censis, non è qualcosa che si aggiunge alla old economy. L’economia verde permea trasversalmente i servizi e tutti i settori di produzione industriale. La diffidenza iniziale sulle energie rinnovabili ormai si sta sciogliendo, ma occorre ancora sfatare alcuni luoghi comuni. E la consapevolezza della convenienza dell’energia è tanto più necessaria se consideriamo che i consumi divorano il pianeta. I dati dello State of the World 2010, il rapporto del Worldwatch Institute, sono chiari: i 500 milioni di individui più ricchi del mondo (il 7% della popolazione globale) sono responsabili del 50% delle emissioni globali di anidride carbonica, mentre i 3 miliardi più poveri sono responsabili di appena il 6% delle emissioni di CO2”. Dal 2005 al 2007 il “non fare” dell’Italia è costato 14 miliardi di euro che nei prossimi dieci anni potrebbe raggiungere i 250 miliardi di euro, di cui 3 miliardi l’anno solo per i ritardi accumulati sulle rinnovabili.

La Fondazione Istud è impegnata in prima linea per l’aumento della consapevolezza sulla convenienza dell’uso delle energie alternative nel nostro Paese. È una tradizione che viene da lontano: dai primi eventi sulla rivoluzione elettrica fino a qualche mese fa, quando è uscito il libro “Green economy, Italia”. E che continuerà, proprio prendendo spunto dall’Italian Green Day, con la presentazione a breve di un master in green economy e di un progetto di ricerca – denominato “20-20-20: gli impatti sulle imprese della nuova legislazione su clima e energia”, dal pacchetto “clima-energia” approvato dal Parlamento europeo che entro il 2020 punta a  ridurre del 20% le emissioni di gas a effetto serra, portare al 20% il risparmio energetico e aumentare al 20% il consumo di fonti rinnovabili – sulla situazione dell’economia verde in Italia.

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