Carne di cavallo: dati interessanti

Pubblicato il 6 Marzo 2013 in da redazione grey-panthers

La domanda sorge spontanea, visti i recenti casi di cui tanto si è parlato: quanta carne equina sono disposti ad accettare i consumatori nei loro cibi? I livelli di contaminazione finora accertati non sono stati elevati, ragione per cui si potrebbe pensare a persone che non si fanno molti problemi nel sapere che ci sono tracce di cavallo in quello che mangiano. Ecco perché la Food Standards Agency, il dipartimento governativo britannico dedicato a questo settore, ha deciso di rivolgersi proprio ai consumatori.

Bisognerà infatti capire qual è l’accettabilità da parte della gente nei confronti di bassi livelli di Dna nelle carni suine e bovine. Per il momento, nel solo Regno Unito sono state trovate tracce di Dna equino pari all’1% o di poco superiori. Le basse contaminazioni che sono state riscontrate non sono altro che il risultato di lavorazioni alimentari che coinvolgono più di una specie. In effetti, come specificato dalla stessa Fsa, perfino le migliori pratiche igieniche non sono in grado di evitare queste presenze.

Le domande sono spontanee per tutti i consumatori, quindi anche quelli italiani. Siamo disposti ad accettare queste tracce minime? In caso di risposta affermativa, inoltre, quale dovrebbe essere il rapporto tra il costo e la presenza di queste contaminazioni. Lo scandalo della carne equina è stato finora una mancanza di rispetto nei confronti delle persone che hanno acquistato i prodotti coinvolti, visto che le etichette dovevano specificare tra gli ingredienti la presenza di carne equina, invece che esaltare la preparazione a base di manzo al 100%.

Servono maggiori poteri per i controlli dell’industria alimentare. Il rischio concreto di queste contaminazioni è che si siano stati utilizzati cavalli a cui siano stati somministrati farmaci proibiti o altre sostanze pericolose. Per moltissimi mangiare carne equina è inaccettabile, dunque bisogna rispettare ogni punto di vista.

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