4- Sovrappeso e obesità, nemici della salute, di Liliane Chatenoud

Pubblicato il 11 Dicembre 2023 in Wellness Salute
sovrappeso e obesità

Negli ultimi trent’anni si è assistito a un impressionante aumento dell’obesità a livello mondiale. Le cifre dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) sono eloquenti, sovrappeso e obesità colpiscono rispettivamente il 30-70% e il 10-30% degli Europei dai 18 anni in su (Figura 1)

In Italia, nonostante i dati siano più ridotti rispetto a Spagna, Germania e Regno Unito (Figura 2), oltre 1 persona su 3 di età compresa tra 18 e 69 anni è sovrappeso (36%), mentre risulta obeso 1 adulto su 10 (10%), diabetica più di 1 su 20 (5,5%) e oltre il 66,4% delle persone con diabete di tipo 2 è anche sovrappeso o obeso. L’Italia però è tra i Paesi europei con più alti tassi di sovrappeso e obesità tra bambini e adolescenti, che nel 2017-2018 si attestava al 25% (dati ISTAT), sollevando preoccupazioni sulle implicazioni per la salute dei futuri adulti, aumentando il rischio di malattie cardiache, diabete e altre patologie croniche associate.

Sovrappeso e obesità: come possiamo intervenire a livello individuale

Il sovrappeso impone “straordinari” di lavoro al cuore che deve pompare il sangue anche per il tessuto adiposo, privo di utilità per l’organismo umano. Rappresenta inoltre un aggravio sul sistema scheletrico che è fatto per sopportare un peso “normale” e induce anomalie nel metabolismo. Ne conseguono danni per la salute: dalle malattie cardiovascolari all’artrosi, dal diabete ai tumori.

L’obesità è una malattia complessa le cui cause sono diverse e non derivanti dalla sola semplice combinazione di dieta inadeguata e inattività fisica. Tuttavia, dieta e attività fisica rimangono due fattori determinanti e cosa ancora più importante, due fattori sui quali possiamo agire. Spesso l’eccesso di cibo e la carenza di esercizio fisico vanno di pari passo. Ecco, quindi ,una prima indicazione. È auspicabile intraprendere un’attività fisica regolare, adeguata alle proprie capacità e preferenze, come camminare, nuotare o andare in bicicletta. Nel contempo, mantenere una dieta moderata, il che significa non eccedere nella quantità di calorie che si ingeriscono.

 

Per difendersi da sovrappeso e obesità, contocalorie senza stress

Basta la costanza di pesarsi ogni tanto, senza che ciò diventi un’ossessione. Se il peso aumenta, si diminuisce la quantità di cibo (calorie), nei giorni successivi. La moderazione si deve accompagnare alla varietà dell’alimentazione per poter avere a disposizione la giusta miscela di carboidrati, proteine e lipidi nonché di tutti i micronutrienti, incluse le vitamine, di cui necessita l’organismo.

La varietà richiede tuttavia una gerarchia che deve vedere in prima linea verdure e frutta, meglio se selezionate in rapporto alle stagioni e alle produzioni locali. Non bisogna poi dimenticare di ridurre il consumo di zuccheri e alcol, il cui eccesso è certamente dannoso per l’organismo anche se si può ancora discutere sulle proprietà positive del vino a dosi moderate o su altre bevande a basse concentrazioni alcoliche.

Se non vogliamo tuttavia rinunciare ad alcuni piatti e dolci che amiamo, e vogliamo vivere armonizzando piacere e salute, il rimedio è un aumento dell’attività fisica che oltre ad aiutare lo smaltimento delle calorie determina di per sé una serie di variazioni fisiologiche molto importanti.

Naturalmente la ricerca medica deve proseguire poiché molte considerazioni attuali derivano da associazioni sostenute dall’epidemiologia e plausibilità biologica, non sempre da rapporti certi di causa-effetto.

Come misurare sovrappeso e obesità

L’Indice di Massa Corporea (IMC), noto anche come BMI (Body Mass Index), è una formula ideata da Adolphe Quetelet (Figura 3), un celebre statistico belga nato nel 1796. L’IMC fornisce una stima dell’adiposità corporea complessiva. L’obiettivo di Quetelet era creare una formula che rappresentasse lo stato ponderale di una popolazione, evitando misurazioni e calcoli complessi.

Più di 100 anni dopo l’IMC fu raccomandato dall’OMS come standard per lo screening dell’obesità, strumento per confrontare lo stato ponderale delle popolazioni. La categorizzazione attualmente in uso dell’IMC fu definita grazie al consenso tra esperti e a ricerche epidemiologiche approfondite, che collegarono valori più elevati di IMC a un maggior rischio di malattie croniche come le patologie cardiovascolari, il diabete di tipo 2, alcuni tipi di cancro e la mortalità generale nelle diverse popolazioni. Le soglie stabilite (riportate in tabella 1), riflettono il punto in cui tali rischi aumentano significativamente.

L’IMC si calcola dividendo il peso (in chilogrammi) per il quadrato dell’altezza (in metri). La formula è indubbiamente semplice: proviamo ad esempio a calcolare l’IMC di un noto campione di pesi massimi “Mike Tyson”. In attività pesava 100 Kg per un’altezza di 1,78 metri, dunque il suo IMC era pari a 100/1,782 =100/3,17 =31,5. Dovremmo concludere che Tyson rientra nella categoria di obesità di grado I, mentre Tyson a livello addominale non ha adiposità bensì muscoli!

Da questo esempio capiamo bene come altri fattori come la circonferenza della vita, la percentuale di grasso corporeo e una valutazione generale della salute, debbano essere considerati quando si valutano i rischi correlati all’eccesso di peso di una specifica persona. Tenendo a mente questi limiti, possiamo utilizzare l’IMC per avere un’indicazione della nostra situazione e per valutare i nostri cambiamenti nel tempo. Ad esso possiamo sempre aggiungere il monitoraggio del nostro giro vita (basta attrezzarsi con un nastro metrico posizionato orizzontalmente a livello dell’ombelico). Valori di circonferenza superiore a 94 cm negli uomini e 80 cm nelle donne, sono indicativi della presenza di adiposità viscerale (attenzione perché questi limiti si riferiscono solo alla popolazione Europea adulta, di altezza superiore al metro e mezzo).

Vincere sovrappeso e obesità? Cambio di paradigma e “prevenzione”

Sebbene la situazione descritta possa suscitare preoccupazione, non dovrebbe scoraggiarci, poiché abbiamo molte possibilità di agire (e reagire!). Le scelte riguardo l’alimentazione e l’attività fisica, sebbene dipendenti dai comportamenti personali, sono profondamente influenzate dalle condizioni sociali, economiche e culturali dell’ambiente in cui viviamo.

Contrastare la diffusione di malattie croniche non trasmissibili legate all’obesità, al sovrappeso e a stili di vita non salutari, richiede che si tenga conto sì della responsabilità individuale, ma anche di quella collettiva, nel promuovere contesti che favoriscano scelte salutari. Questo impegno richiede validi strumenti e una collaborazione multidisciplinare concreta.

In Italia da circa 10 anni è attivo un efficente sistema di sorveglianza degli stili di vita di ragazzi, adulti e anziani, i cui risultati sono accessibili a tutti noi, ad esempio tramite il portale dell’Istituto Superiore di Sanità (ISS). Questo sistema, riconosciuto anche a livello internazionale, è un aiuto prezioso per pianificare opportune politiche sanitarie.

Dal nostro canto, abbiamo visto che a ogni età e qualunque sia il punto di partenza, possiamo adottare un’attenzione consapevole verso il nostro stile di vita, senza stravolgere le nostre abitudini, ma stabilendo obiettivi realistici apportando gradualmente cambiamenti alle nostre abitudini. Bisogna riflettere sul fatto che sovrappeso e obesità, come più del 50% delle malattie croniche (diabete, insufficienza cardiaca, renale, respiratoria), sono evitabili praticando dei corretti stili di vita. La prevenzione è quindi il campo in cui possiamo davvero agire, non solo a beneficio nostro, ma anche a sostegno del nostro sistema sanitario nazionale, che necessita più che mai di sostenibilità.

Letture consigliate

  1. WHO European Regional Obesity Report 2022. Copenhagen: WHO Regional Office for Europe; 2022. Licence: CC BY-NC-SA 3.0 IGO. ISBN: 978-92-890-5773-8.
  2. Dati WHO utilizzati per le Figure 1 e 2 reperibili a: https://www.who.int/data/gho/data/themes/topics/indicator-groups/indicator-group-details/GHO/bmi-among-adults
  3. ISTAT, Fattori di rischio per la salute: fumo, obesità, alcol e sedentarietà. Rapproto stili di vita dei bambini e ragazzi. Archivio obesità: https://www.istat.it/it/archivio/obesit%C3%A0
  4. Istituto Superiore di Sanità. Obesità: il rapporto 2022 dell’Organizzazione Mondiale della Sanità Europa. Angela Spinelli (già direttore del Centro Nazionale per la Prevenzione delle malattie e la Promozione della Salute, CNAPPS-ISS) e Paola Nardone (CNAPPS-ISS). https://www.epicentro.iss.it/obesita/report-obesita-oms-2022.
  5. Masocco M, Minardi V, Contoli B, Minelli G, Manno V, Cobellis L, Greco D. Sovrappeso e obesità nella popolazione adulta in Italia: trend temporali, differenze socio-anagrafiche e regionali con focus sulla Regione Campania. Boll Epidemiol Naz 2023;4(1):1-8. doi: 10.53225/BEN_059.

Le figure citate nell’articolo

Figura 1: Andamenti della prevalenza di obesità nella popolazione globale di 18 anni o più, e per continente. Fonte dei dati: OMS (bibliografia 1).

Tabella 1: Categorie dell’indice di massa corporea.

Categoria IMC, Kg/m2
Sottopeso < 18.5
Normopeso 18.5-24.9
Sovrapeso 25.0-29.9
Obesità grado I 30.0-34.9
Obesità grado II 35.0-39.9
Obesità grado III ≥ 40

OMS 1997


Figura 2: Andamenti della prevalenza di obesità in Italia, Francia, Germania e Spagna, nella popolazione adulta (età ≥ 18 anni). Fonte dei dati: OMS (bibliografia 1).

 

Figura 3: Adolphe Quetelet (Gand, 22 febbraio 1796 – Bruxelles, 17 febbraio 1874). Matematico, astronomo, statistico, sviluppatore dell’indice di massa corporea.

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La dott.ssa Liliane Chatenoud (ScD, PhD), è responsabile dell’unità di epidemiologia analitica per la ricerca clinica del Laboratorio di Epidemiologia Clinica, Dipartimento di Epidemiologia Medica, Istituto Mario Negri, Milano. Si occupa da oltre vent’anni della progettazione, conduzione e analisi statistica di studi epidemiologici osservazionali riguardanti l’influenza di un ampio spettro di fattori di rischio su selezionate malattie e condizioni quali tumori, allergie, infezioni nosocomiali e altre infezioni.

 

 


Avete trovato interessante questo articolo? E’ il frutto di una sinergia tra l’impegno scientifico dell’Istituto Mario Negri” e l’impegno sociale e di divulgazione della nostra testata. Rientra nell’Operazione Nonni e Nipoti“, di cui vorremmo foste informati, anche per comprendere appieno il valore della ricerca che ci coinvolge e che si esprime nella pubblicazione di un questionario, cui vi invitiamo a rispondere seguendo questo link. Grazie

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