Capitolo primo: “L’amore ai tempi dell’Olio di Palma”

Pubblicato il 15 Ottobre 2017 in Ideas Libri

E’ scoppiata una nuova moda: l’olio di palma.

O forse dovrei dire una nuova “anti-moda”, visto che solo a nominarlo, questo povero olio vegetale fino a qualche tempo fa pressoché sconosciuto ai più, sembra essere improvvisamente assurto a Capro Espiatorio di ogni Malessere Moderno. Una specie di Vaso di Pandora “post litteram”, coacervo di ogni disturbo e disagio.

E così adesso non si parla d’altro che di Olio di Palma. Per gli amici: OdP.

E’ diventato un Social Trend: puoi parlare di qualsiasi argomento, ma se a un certo punto ci infili l’Olio di Palma, puoi star tranquilla che su Facebook otterrai in men che non si dica un botto di like o altre manifestazioni di telematico gradimento, alias Faccine, o Emoticon.

E’ per questo che ho deciso di trasformare la solita festa di Halloween a casa mia in un Evento con un dress code particolare: gli invitati (pochi eletti) si vestiranno da Olio di Palma… altro che Streghe, Zombie e Fantasmini! Se voglio aggiudicarmi un buon seguito di follower su Facebook e Instagram, devo sfruttare l’onda lunga dell’OdP. Questo è poco ma sicuro.

E di certezze, nella mia vita, non ce ne sono molte.

Da quando sono diventata “Love Matcher” per Lovely Italia, faccio attenzione a questo genere di cose. Ebbene sì, Lovely: la famosa App di incontri che ha cambiato la vita a molte persone.

Ma cominciamo dal principio.

Mi chiamo Rebecca Donà, ho trentacinque anni, una passione innata per Harrison Ford in Star Wars, i cocktail molto alcolici e i narcisisti. Esatto, proprio loro: gli Uomini che Odiano le Donne. Li trovo estremamente sexy, almeno all’inizio.

Forse per questo sono attualmente separata, anziché single come la maggior parte delle mie coetanee.

Qualche anno fa ho sposato un uomo che odia il sesso debole, sperando di cambiarlo, e invece tutto ciò che sono riuscita a cambiare è stato il mio stato civile: da single a sposata, da sposata a separata e a breve divorziata.

Non tutti i mali vengono per nuocere, comunque. Almeno nel mio caso.

E’ stato proprio grazie al mio status di separata che sono riuscita ad aggiudicarmi il posto di Love Matcher per Lovely.

Dopo un primo, interminabile colloquio in una stanza completamente vuota, in cui hanno messo alla prova il mio Quoziente Intellettivo (QI) con una serie di prove di logica, e un secondo incontro – altrettanto interminabile – in cui hanno valutato il mio Quoziente Emotivo (QE) con una serie di test psicologici, il team di Lovely mi ha chiesto infine se ero single, sposata o separata… e quando mi ha sentito rispondere “La terza!”, ha decretato finalmente il buon esito del colloquio.

“Dottoressa Donà, lei è assunta! Date il benvenuto alla nuova Love Matcher di Lovely Milano”, ha decretato Sonia, la Senior Content Manager del team che, assieme alle responsabili delle Human Resources, si è presa in carico la scelta della nuova risorsa per la sede di Milano.

“Chi meglio di lei, giovane e separata, potrà essere la nuova Cupido meneghina e incarnare l’emblema della donna attuale?”, ha concluso, mentre il team di Lovely applaudiva per l’esito della selezione.

E così, grazie al fatto di aver sposato un Narcisista e di essermi poi decisa a lasciarlo, ho detto addio alla mediocre agenzia di eventi dove prestavo lavoro occasionale con un misero contratto a progetto e ho varcato le soglie di uno degli uffici più in di Milano.

La sede milanese di Lovely si trova in pieno centro, a due passi da piazza Cadorna.

Gli uffici sono asettici, immensi, e odorano di nuovo.

Mi piace pensare che il vetro sia sinonimo di eleganza, ancor prima che di trasparenza, e le pareti degli uffici milanesi di Lovely sono muri di vetro. Le sedie sono tutte Kartell. I tavoli di alto design.

Non a caso la trasparenza è uno dei valori dell’azienda.

“Ma che cos’è una Love Matcher?” vi starete domandando. A volte me lo chiedo anch’io.

Quando qualcuno mi chiede della mia professione, rispondo che sono pagata per fare Cupido. Mi occupo di trovare le affinità tra le persone e di facilitarne gli incontri romantici.

Lovely, infatti, è la più famosa applicazione di dating degli ultimi anni: uno strumento che propone, a chi lo scarica sul proprio cellulare, un possibile partner. Ma la caratteristica che le ha dato il successo è che – a differenza di tutte le altre – non usa solo un algoritmo matematico, ma si basa su una selezione fatta da alcune persone: i Love Matcher, appunto, che di lavoro cercano per i vari utenti il compagno giusto, o potenzialmente tale.

La particolarità di Lovely è quella di proporre un solo profilo al giorno ad ogni cliente, in modo da dargli il tempo di valutarlo e di decidere se approfondirne la conoscenza o meno, anziché subissarlo di decine di possibili match, come accade con altre applicazioni. Confesso di averne usate tante, di app di incontri, ma di non averne mai trovata nessuna come Lovely: anche per questo ho fatto carte false per ottenere il colloquio e ho toccato il cielo con un dito quando mi hanno scelta.

Tornata a casa, dopo la selezione, prendo il telefono e chiamo mia madre: la sola della famiglia con cui parlo di lavoro.

“Mamma, tua figlia Rebecca ha una novità!”, mentre con la mano libera accendo la televisione e metto un episodio di Star Wars, sperando che mi compaia presto davanti Harrison Ford.

In tutta risposta, dall’altra parte della cornetta, arriva un gemito.

“Che dici, mamma? Ti disturbo?”, chiedo, domandandomi cosa stia facendo.

Mia mamma Giulia è brillante, oltre che di una bellezza importante: prima di affezionarsi al ruolo di mamma era una super manager in una multinazionale del settore cosmetico. Era elegante, nervosa e scattante come una fionda. Poi ha conosciuto mio padre, ha scoperto gioie di altro tipo e ha cominciato a fare figli: prima mia sorella Arianna, poi mio fratello Dario…e infine io. Rebecca, la terza figlia. [c’è una citazione involontaria.. o voluta? 🙂 ]

Quando siamo tutti cresciuti, mamma ha deciso di riempire il vuoto esistenziale che sembrava poter gettare un’ombra sulla sua felicità, dedicandosi allo studio delle stelle.

Astronomia, direte voi: che nobile passatempo!

E invece no: ha cominciato con una visita guidata al Planetario di Milano, da cui è tornata elettrizzata e parlando di Orsa Maggiore, Orsa Minore e Stella Polare e infine, dopo una sola settimana ha virato sull’esoterico: parlava solo di segni zodiacali, mappe astrali, ascendenti e oroscopi karmici.

Mio padre la evitava.

Piccolo inciso: papà è un chirurgo estetico di grido ed è tuttora troppo impegnato ad accumulare migliaia di euro per stare dietro ai vuoti esistenziali di sua moglie. Figuratevi ai suoi oroscopi.

Così, giorno dopo giorno, mamma ha finito per assecondare la sua passione per l’astrologia, trasformandola in men che non si dica nel fulcro della sua agiatissima routine.

Il salotto di casa dei miei (salone doppio con due camini, un tavolo da biliardo e un’enorme cucina a isola al centro) è sempre pieno di amiche ben vestite, accomunate dalla medesima passione per i segni zodiacali. E’ diventato praticamente impossibile avere un po’ di privacy.

“Mamma, va tutto bene?”, chiedo di nuovo, sentendola sospirare.

“Tesoro, scusami. Ti sto leggendo le carte in diretta e vedo che la tua vita sta cambiando. Problemi in vista, per questo sospiravo!”, risponde.

A questo punto, sono io a sospirare, e rumorosamente.

“Che c’è tesoro? Sei preoccupata?”, chiede.

“Niente, mamma. E’ solo che questa storia delle carte sta diventando un tantino difficile da gestire. Ti rendi conto che non possiamo avere una normale conversazione tra madre e figlia, se ogni cosa che ti dico è già scritta nelle stelle?”, chiedo scocciata.

In tutta risposta, mia madre si lascia sfuggire un risolino strozzato.

“A dire il vero non è scritta nelle stelle, ma nei Tarocchi. Azzurra dice che le stelle sono acqua passata ormai. Il futuro sta nelle carte!”, continua.

Azzurra è la sua nuova migliore amica: una cartomante stagionata, nota nei migliori salotti milanesi per aver girato il mondo ed essere tornata con l’Elisir della Perfetta Felicità (alias: lettura dei Tarocchi a pagamento – solo con carta di credito).

A questo punto mi scaldo. Sento le guance diventare rosse, e trecento gradi Fahrenheit nel mio cervello.

“Ok, visto che sai già tutto, allora dimmelo tu: qual è la novità?”, urlo nella cornetta, spegnendo la televisione proprio nel momento in cui entrava in scena Harrison Ford.

“Stai cambiando lavoro, tesoro, ma non urlare. Sei proprio un segno d’Acqua, lo sai? Ti scaldi facilmente”, risponde flemmatica.

“Bene, bene, e che lavoro andrò a fare, visto che sai tutto?”, continuo, agguerrita.

“Questo non lo so, tesoro, ma posso dirti che andrai incontro a problemi, anche sentimentali”, sancisce.

“Beh, certo! Se solo mi avessi fatta parlare, sapresti che sono diventata la nuova Love Matcher di Lovely Milano, e quindi i problemi sentimentali, semmai, sono quelli degli altri, grazie”.

“Ti voglio bene anch’io, Rebecca. So che non sei brava a esternare i tuoi sentimenti, è colpa del tuo ascendente. Ma sotto a quella corazza nascondi un cuore anche tu!”.

Mia mamma è così. In tutti questi anni, tra lavoro e famiglia numerosa, ha sviluppato incredibili doti di mediazione del conflitto. Quando l’aria diventa rovente, lei attiva un metaforico idrante, fatto di moine e sdolcinatezze. Sa essere talmente adorabile, se vuole, che è praticamente impossibile resisterle. Non a caso è riuscita a conquistare uno degli scapoli d’oro della Milano Bene: mio padre. Gli ha dato tre figli, legandolo a sé per sempre. Non fa nulla, lui, senza la sua approvazione.

“…E comunque mi spiace deluderti cara, perché dopo la disavventura del tuo matrimonio ti meriteresti finalmente un po’ di pace, ma i Tarocchi parlano chiaro: i problemi in vista sono i tuoi, non quelli dei tuoi clienti. Comunque complimenti per il nuovo lavoro! Credo di sapere cos’è una Love Matcher ed è interessante. Assunta a tempo indeterminato, spero!”.

“Ovviamente. Passo da un contratto a progetto a un indeterminato con tanto di buoni pasto, contenta?”, chiedo in cerca di approvazione.

Ho sempre voluto la sua approvazione, fin da piccola. Era dolce e bellissima, mia mamma, e non desideravo altro che piacerle. Sempre e comunque. Anche se c’erano i miei fratelli: una più appariscente di me (Arianna) e l’altro più brillante (Dario).

“Benissimo, lo vedi che sei in gamba?”, continua.

“Comincio martedì”, rispondo.

“Bene, domani è sabato! Ti porto a fare un po’ di shopping dove dico io. Non voglio più vederti vestita come Cenerentola. Il tuo ex marito ti ha fatto proprio un bel servizio: non aveva uno straccio di gusto. D’altronde, era un Ariete, che ci vuoi fare?”

Segno zodiacale a parte, su questo devo ammettere che ha ragione. Il buon gusto Emiliano lo aveva solo in campo lavorativo. Essendo Wedding Planner per gente dal portafoglio gonfio, doveva avere un minimo di classe. Ma nella vita privata, era un bifolco.

“Va bene, passo da voi alle dieci?”, chiedo.

“Nient’affatto. Domani ti passo a prendere io. Sei la festeggiata, no? E quindi ti festeggio come si deve! Domani sei mia ospite!”

La ringrazio e metto giù, felice di avere una madre come lei.

Solo in questo momento mi accorgo che si è fatta sera, fuori piove a dirotto, e non ho ancora spedito gli inviti per la festa di Halloween. Dress code: Olio di Palma.

Con questo pensiero in testa accendo il Pc portatile, entro nel mio server di posta privato e compongo una mail di invito per tutti i miei più cari amici. La festa si terrà lunedì sera, la sera di Halloween appunto, nell’appartamento di quaranta metri quadrati (più terrazzo) in zona Sarpi che ho preso in affitto dopo la separazione da mio marito.

Il mio adorato rifugio.

Solo quando, mezz’ora dopo, appoggio la testa sul cuscino, mi accorgo di quanto sono stanca. Stanca ma felice.

Sarò la miglior Love Matcher separata di tutta Lovely Milano.

Ne sono certa.

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