Colesterolo e rischio cardiovascolare

Pubblicato il 20 Agosto 2017 in
Alzheimer

Attualmente in Italia alle malattie cardiovascolari è attribuibile il 43% della mortalità totale. All’insorgere di queste patologie concorrono fattori  come l’età, il sesso, la familiarità, ossia l’avere ereditato dai genitori alcune varianti, meno efficienti, dei geni che devono difenderci . Ma molti altri fattori dipendono o sono fortemente influenzati dai nostri comportamenti. Tra questi, i più importanti sono: colesterolo, fumo, ipertensione, diabete, obesità, stress, scarso consumo di frutta e verdura, eccessiva assunzione di alcol e sedentarietà.

L’eccesso di colesterolo risulta il fattore di rischio più elevato: secondo i dati del Ministero della Salute, in Italia ben il 20% degli uomini e il 24% delle donne sono ipercolesterolemici, ossia hanno livelli di colesterolo nel sangue superiori alla norma.

Cos’è il colesterolo?

E’ un grasso che svolge diverse funzioni importanti nell’organismo umano: è un componente strutturale della membrana di tutte le cellule; costituisce una parte essenziale della guaina mielinica che avvolge le cellule nervose, dove funge da isolante e permette all’impulso nervoso di trasmettersi senza disperdersi; è coinvolto nella sintesi di componenti indispensabili nel processo di digestione (entra a far parte degli acidi biliari necessari alla digestione dei grassi); partecipa alla produzione di Vitamina D, indispensabile per regolare il metabolismo del calcio e quindi per mantenere in buono stato ossa e denti; consente la formazione di ormoni come il testosterone e gli estrogeni.

Il colesterolo, dunque, è essenziale alla vita, tanto che il nostro organismo è in grado di sintetizzarlo anche quando esso viene a mancare completamente nella dieta. Che provenga dagli alimenti o che sia sintetizzato dal fegato, per svolgere le sue funzioni il colesterolo deve arrivare ai diversi tessuti dell’organismo.

Come l’olio non si scioglie nell’acqua, così il colesterolo, essendo un grasso, non è capace di circolare nel sangue se non viene accompagnato da proteine che lo rendono idrosolubile: le lipoproteine che, agevolmente trasportate dal sangue, sono in grado di infiltrarsi in tutti i tessuti.

Le lipoproteine possono essere suddivise in quattro classi. Due di esse (chilomicroni e VLDL) trasportano i grassi assimilati (principalmente trigliceridi) ai muscoli, al tessuto adiposo e al fegato per fornire energia. Il livello dei trigliceridi va tenuto sotto controllo, essendo il loro eccesso dannoso per il sistema cardiocircolatorio.

Fondamentali sono le altre due classi di lipoproteine: quelle a bassa densità, o LDL (Low Density Lipoprotein), che trasportano circa il 70% del colesterolo presente nel siero, e quelle ad alta densità, o HDL (High Density Lipoprotein). Esse svolgono due compiti opposti: mentre le LDL portano ai tessuti il colesterolo di cui hanno bisogno, le HDL prelevano dalle cellule il colesterolo che hanno eventualmente ricevuto in eccesso per riportarlo al fegato, che provvede poi a eliminarlo attraverso gli acidi biliari. Per questo la frazione HDL è talora chiamata “colesterolo buono”, mentre quella LDL,  in quanto facilita la permanenza del colesterolo all’interno delle arterie favorendo la formazione di placche aterosclerotiche, è considerata colesterolo “cattivo”.

 Il viaggio del colesterolo

La maggior parte del colesterolo presente nell’organismo viene prodotto dal fegato, mentre il resto è introdotto con gli alimenti. Entrambi, tuttavia, si ritrovano nell’intestino.

Il colesterolo alimentare, una volta assimilato, viene trasportato attraverso il sangue dall’intestino al fegato. Da qui, insieme alla maggior parte del colesterolo prodotto dal fegato stesso, ritorna nell’intestino attraverso la bile, la cui funzione è rendere le sostanze contenute negli alimenti meglio assimilabili dall’intestino.

Questo “viaggio” del colesterolo si può ripetere più volte, tanto che si parla di “ricircolo” del colesterolo stesso.

Come si misura il colesterolo

I valori del colesterolo totale misurato nel sangue (colesterolemia) dovrebbero essere inferiori a 200 milligrammi per decilitro.

E’  importante anche conoscere il livello del colesterolo legato rispettivamente alle LDL e alle HDL. Quando le prime sono particolarmente alte, infatti, il rischio cardiovascolare sale. Il colesterolo LDL non dovrebbe superare i 130 milligrammi per decilitro nelle persone sane, mentre i valori dovrebbero essere inferiori a 100 milligrammi per decilitro nelle persone che presentano altri fattori di rischio cardiovascolari, come il diabete.

Per il colesterolo HDL, invece, più i valori sono elevati meglio è, a patto che il calcolo del colesterolo totale resti nel limite dei 200 mg/dl.

 

Livelli NORMALI (mg/dl) Livelli SOGLIA (mg/dl) Livelli RISCHIO (mg/dl)
Colesterolo totale nel sangue < 200 200-239 > 240
Colesterolo LDL < 129 130-159 >160
Colesterolo HDL >60 40-59 <40

Diffusione in Italia

In Italia il 21% degli uomini e il 25% delle donne ha il valore della colesterolemia totale uguale o superiore a 240 mg/dl. Il 62% degli uomini e il 61% delle donne ha un livello elevato di colesterolo LDL (maggiore cioè di 115 mg/dl).

Inoltre, il 36% degli uomini e il 33% delle donne ha valori prossimi al valore soglia e cioè hanno un valore di colesterolemia totale compresa fra 200 e 239 mg/dl.

Fonte: http://www.cuore.iss.it/fattori/colesterolemia.asp

Un fattore di rischio sottovalutato

Nonostante l’ipercolesterolemia sia stata riconosciuta come fattore di rischio maggiore già da molti anni, il controllo del colesterolo in eccesso resta difficoltoso. Il problema viene sottovalutato anche perché l’aumento dei livelli di colesterolo non si manifesta con sintomi diretti. D’altra parte i propri livelli di colesterolo sono facilmente controllabili con una normale analisi del sangue. Nella popolazione italiana, i controlli annuali del colesterolo sono molto bassi. Meglio comunque le donne: in media, più di una su due controlla il colesterolo almeno una volta l’anno, contro quattro uomini su dieci.

La modifica dello stile di vita e in particolare delle abitudini alimentari è ritenuta la base degli interventi per il controllo del colesterolo.

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