La sinfonia n. 8 in fa maggiore op. 93 e la sinfonia n. 9 in re minore per soli, coro e orchestra op. 125 di Ludwig van Beethoven inaugureranno, sabato 21 settembre la stagione 2024-2025 della Società del Quartetto di Milano
Sabato 21 settembre 2024 alle 19.30 nella Sala Verdi del Conservatorio di Milano si inaugura la stagione 2024-2025 della Società del Quartetto di Milano. In programma l’esecuzione della Sinfonia n. 8 in fa maggiore op. 93 e, nell’anno del bicentenario dalla prima esecuzione assoluta, dopo 146 anni dalla sua prima esecuzione italiana proprio al Quartetto di Milano, della Sinfonia n. 9 in re minore per soli, coro e orchestra op. 125 di Ludwig van Beethoven.
Interpreti dell’ultimo Beethoven John Eliot Gardiner alla testa dell’Orchestra Mozart, con il Coro del Teatro Comunale di Bologna e i solisti Lenneke Ruiten, soprano, Eleonora Filipponi, mezzosoprano, Bernard Richter, tenore, Markus Werba, baritono.
Il concerto sarà trasmesso in streaming alla Casa Circondariale “Francesco Di Cataldo” di Milano, e in differita a Casa Verdi, nell’ambito del Quartetto Diffuso, l’iniziativa sociale promossa dalla storica Società milanese che, quest’anno, è finanziata dai proventi di biglietteria del concerto che ha celebrato il 160° anniversario del Quartetto, assieme al medesimo anniversario di Croce Rossa Italiana, al Teatro alla Scala di Milano, lo scorso 4 maggio.
Il Quartetto presenta Beethoven
La prima esecuzione italiana del capolavoro sinfonico assoluto di Beethoven – il 18 aprile 1878 – fu un evento rivoluzionario, come descritto dalle cronache dell’epoca; come racconta il musicologo Emilio Sala, per molti aspetti addirittura “destabilizzante”. Le due repliche del concerto previste nella Sala del Conservatorio furono seguite, a grande richiesta di pubblico, da una terza esecuzione nella sala, più spaziosa sebbene – allora- considerata più periferica, del Teatro Carcano. L’Italia, considerata una sorta di “Cina musicale” – come riportato tra gli altri da Le Ménestrel, famoso periodico parigino di fine Ottocento – pur potendo giustificare il suo isolamento in virtù della sua gloriosa pleiade di compositori e di opere che bastavano per soddisfare le esigenze dei “dilettanti”, finiva così per entrare, anch’essa, nella grande corrente musicale europea devota al sinfonismo di stampo francese e tedesco. Cinquantaquattro anni dopo la prima esecuzione assoluta dell’opera.
Monumento della musica di ogni tempo, la Nona Sinfonia prese forma molto lentamente nell’arco della vita di Beethoven. In una lettera (1793) del consigliere di stato Fischenich alla figlia di Schiller si accenna alla volontà del giovane Beethoven di musicare l’ode Alla gioia del poeta tedesco. Molti elementi musicali della Sinfonia in re minore si possono individuare in lavori precedenti, oltre a comparire in forma di appunti e schizzi nei taccuini di Beethoven sin dal 1794. Solo nell’estate del 1822 Beethoven ritornò finalmente a dedicarsi al progetto, momentaneamente abbandonato, anche se in realtà allora aveva in mente due differenti lavori sinfonici, uno in re minore per la Società Filarmonica di Londra (che gliene aveva fatta richiesta) e uno con intervento corale su un testo tedesco ancora da reperire. Durante il 1823 i due progetti confluiscono in uno: nella primavera il primo e il secondo movimento sono già quasi tutti fissati in abbozzo e nell’ottobre è ultimato l’Adagio; nel febbraio del 1824, con l’inserimento dell’ode schilleriana, la sinfonia è completata e cominciano lunghi imparativi e trattative per la prima esecuzione, che avrà luogo a Vienna il 7 maggio 1824 al Theatre an der Wien, sotto la direzione dell’autore, con grandissimo successo di pubblico.
La Nona rappresenta «il massimo sforzo di sintesi e rinnovamento che mai sia stato compiuto nella storia della Sinfonia» (Igor Markevitch). A differenza dell’Ottava, anche ai suoi contemporanei, apparve subito come un capolavoro rivoluzionario, non solo per la presenza delle voci e del coro, ma perché metteva in crisi il concetto stesso di “Sinfonia”. Nella sintesi di tutte le conquiste precedenti, l’opera integra forme come la sonata, il Lied, le variazioni e lo stile fugato, ma al contempo apre la strada a nuovi orizzonti, grazie anche all’amalgama operato tra generi musicali diversi, dallo stile operistico alla musica militare, dagli esotismi «alla turca» alla polifonia sacra in un’architettura sonora coerente, ricca di invenzioni timbriche e complessità ritmiche. L’innovazione, radicata nella tradizione, come nella Terza Sinfonia, porta la forma sinfonica a nuovi estremi dinamici ed espressivi, che “contengono il germe nascosto di ciò che sarà la ‘fine della sinfonia’”(Quirino Principe).
L’Ottava Sinfonia fu composta tra il 1811 e l’estate del 1812, durante i soggiorni di Beethoven nelle stazioni termali di Teplitz, Karlsbad e Linz. L’opera venne eseguita per la prima volta in privato nell’aprile 1813 nella residenza dell’arciduca Rodolfo, mentre la prima esecuzione pubblica avvenne il 27 febbraio 1814 nella Großer Redoutensaal del Burgtheater, assieme alla Settima Sinfonia e “La vittoria di Wellington”. L’evento fu promosso da Johann Nepomuk Maelzel, inventore del metronomo, cui Beethoven rende omaggio inserendo nel secondo movimento in uno spunto tematico che ricorda l’oscillazione del metronomo, preso da un suo canone scherzoso. La sinfonia, nel suo elegante e misurato classicismo, non venne immediatamente apprezzata dal pubblico. Ma a parte certi richiami formali al passato, allo stile di Haydn e Mozart, e la restrizione delle proporzioni architettoniche e della durata (in tutto ventisei minuti), non si può negare che l’Ottava sia un’opera della maturità artistica del compositore per la preziosità della fattura strumentale e per la novità di taluni seducenti sviluppi del gioco armonico. A queste caratteristiche si aggiungono una leggerezza scherzosa e un misurato gusto ritmico che piacquero tanto a Stravinsky e convinsero il musicologo Paul Bekker a sentire in questa sinfonia «la liberazione da ogni peso terrestre, l’assoluto superamento della materia, verso una forma di pura saggezza speculativa».
Programma
Sabato 21 settembre 2024, ore 19.30
Orchestra Mozart – Coro del Teatro Comunale di Bologna – John Eliot Gardiner direttore
Lenneke Ruiten soprano
Eleonora Filipponi mezzosoprano
Bernard Richter tenore
Markus Werba baritono
L.v. Beethoven
Sinfonia n. 8 in fa maggiore op. 93
Sinfonia n. 9 in re minore per soli, coro e orchestra op. 125
Informazioni: info@quartettomilano.it – 02 76005500
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