La Rassegna Stampa:Egitto- Diventerà un Paese finalmente libero?

Pubblicato il 1 Febbraio 2011 in , , da Vitalba Paesano

Le aperture

Il Corriere della Sera. “Piano sulla crescita, niente tregua”. “Polemiche dopo la proposta del Cavaliere sulla libertà economica. Apertura della Marcegaglia. No dell’opposizione. Ma Berlusconi rilancia: venerdì le misure”. In alto in prima pagina l’Egitto (“L’esercito si pronuncia. ‘Il popolo ha ragione, non useremo la forza’”). All’Egitto è dedicato anche l’editoriale di Massimo Nava: “Quei ragazzi del Cairo. La piazza e la mossa dei generali”.

La Repubblica: “Ecco i bonifici delle notti di Arcore. Assegni per un milione e mezzo dopo le richieste di Fede e Mora. Cresce la protesta delle donne, centinaia di foto e appelli su Repubblica.it”. “Conto corrente segreto per pagare le ragazze. Rispunta il processo breve”. Sotto: “La mossa di Berlusconi: legge per liberare l’impresa. ‘Venerdì ddl costituzionale’. Scontro con Bersani”. A centro pagina l’Egitto (“l’esercito non spara”).

La Stampa: “Berlusconi apre, il Pd lo gela. Stop anche al Terzo Polo. Ma il Cavaliere rilancia: libertà di impresa, meno tasse al Sud, nuova Irap. ‘E niente patrimoniale'”. “No di Bersani al dialogo sull’economia: si dimetta. Il premier: insolente”. In alto in prima pagina “l’Egitto in marcia per l’ultima spallata al raiss Mubarak”. Il quotidiano torinese ricorda anche che giovedì si vota in Aula alla Camera l’autorizzazione a perquisire gli uffici di Spinelli, il contabile di Berlusconi.

Il Giornale spiega il “Piano del governo”: “Svolta sulle tasse”. “Berlusconi cambia passo e annuncia: liberalizzazioni, meno fisco, regole più semplici e Irap da rivedere. Convocato un Consiglio dei ministri ad hoc. Il premier: possiamo crescere del 4 per cento. Ma l’opposizione non ci sta”. Sulla risposta di Bersani, il quotidiano scrive: “L’ultima occasione persa dal Pd”. A centro pagina: “Le imprese italiane scappano dall’Egitto. La rivolta fa paura”.

Il Foglio: “La controffensiva di Berlusconi. Ecco i tempi dell’agenda economica. Bsosi ci sta. Settimana decisiva”. Di spalla: “L’Egitto in transizione. Il rais rifà il governo ma la piazza vuole contarsi (fino a un milione)”.

L’Unità: “Tempo scaduto. Ore decisive tra federalismo e inchiesta di Milano”. Sul federalismo: “Maroni: o giovedì passano i decreti o andiamo deritti al voto. Posso controfirmare anche io”. Il quotidiano offre anche un “colloquio con Bersani”: “Il presidente del Consiglio la smetta con i diversivi: deve andarsene. Noi siamo pronti”.

Il Sole 24 Ore: “Shock Egitto sul petrolio. Il barile supera i 100 dollari, ai massimi dal 2008. Le società italiane rimpatriano molti dipendenti. L’esercito si schiera con la protesta. ‘Il popolo ha ragione'”. A centro pagina la politica: “Berlusconi: ora accelerare sul fisco e la libertà di impresa”.

Libero: “Marrazzo ci ricasca. L’ex governatore del Lazio fermato dai carabinieri a un posto di blocco. Di nuovo col trans”. Secondo il quotidiano l’ex presidente della Regione Lazio sarebbe stato fermato qualche notte fa in via Tuscolana a Roma con un viado sudamericano. L’editoriale è firmato da Maurizio Belpietro ed è dedicato alle elezioni: “Voto o non voto, gli acrobati dei cattivi consigli”:

Governo, maggioranza, inchieste

Il Sole 24 Ore spiega in un articolo da Milano che le migliaia di pagine che questa settimana la procura di Milano invierà al giudice per le indagini preliminari Cristina di Censo contengono tabulati telefonici, interrogatori, rapporti di polizia e dettagliate ricostruzioni di movimentazioni bancarie. Dopo l’interrogatorio di domenica di Nicole Minetti, ascoltata per oltre due ore, gli atti istruttori dei procuratori aggiunti Boccassini e Forno e del Pm Sangermano sono conclusi. Entro la fine della settimana ci sarà la richiesta di rito immediato. Secondo il quotidiano la Minetti “ha ammesso l’esistenza di una relazione affettiva con il presidente del Consiglio”. I due si sarebbero conosciuti dopo il ricovero di Berlusconi il 13 dicembre 2009, quando fu colpito da una statuetta del Duomo a Milano. Secondo l’accusa le migliaia di euro di bonifici effettuati su conti bancari del presidente del consiglio a nome della Minetti non sono giustificati dalla relazione, e sono invece dei pagamenti ricevuti dalla Minetti per la sua attività di “gestore” delle ragazze che partecipavano alle feste di Arcore. La Minetti si è avvalsa della facoltà di non rispondere proprio su alcune delle domande relative a Villa San Martino.
Sul Corriere della Sera un articolo racconta “l’interrogatorio” della consigliera regionale: “Silvio si fidava di me, quella sera lo chiamai io”. “Ma la consigliera regionale non risponde sull’amica disgustata dalle feste e i contratti d’affitto”. Secondo i due cronisti autori dell’articolo “sono almeno tre” i momenti in cui la Minetti si è avvalsa della facoltà di non rispondere. Oltre che sulla sua amica, la Minetti non risponde sui contratti di affitto degli appartamenti, e non risponde neppure dell’auto che una delle ragazze dell’Olgettina, di sua proprietà, fosse stata in uso al fidanzato della ragazza.
Un altro articolo del quotidiano di Confindustria racconta “la corsa contro i pm milanesi” in corso in Parlamento. La maggioranza infatti ha deciso di accelererare “per poter censurare la Procura di Milano prima della richiesta di giudizio immediato”. La conferenza dei capigruppo ha fissato il voto sull’autorizzazione a procedere per giovedì sera. Pdl e Lega hanno insistito per la calendarizzazione rapida, ealla fine si voterà giovedì sera.
Il Corriere si sofferma sul “Piano sulla crescita” che Berlusconi ha annunciato e che sarà presentato per venerdì in Consiglio dei ministri: si tratta di un ddl costituzionale sull’articolo 41 della Costituzione. Secondo Il Sole 24 Ore, rispetto all’attuale testo, che stabiliisce che l’iniziativa economica non può svolgersi in contrasto con l’utilità sociale, Tremonti punterebbe ad un aggiornamento dell’articolo per dare copertura costituzionale al principio dell’autocertificazione e del controllo ex post.
Il Corriere della Sera scrive anche che la seconda tappa del piano prevede la defiscalizzazione per le imprese che investono e i giovani che lavorano nel Mezzogiorno. Farebbe passi avanti anche il piano Banca del Sud.

Egitto

Racconta La Repubblica che “Israele ha paura” di quanto sta accadendo in Egitto. Ieri il premier Netanhyahu, in un incontro con la Cancelliera Merkel, non ha usato mezzi termini: “L’Islam estremista non è all’origine della instabilità in Tunisia, e credo neppure in Egitto, ma in una situazione di caos un movimento islamico organizzato può prendere il controllo dello Stato. E’ già accaduto in Iran, potrebbe succedere in Egitto”. La Merkel avrebbe risposto che la Germania non ha chiesto le dimissioni di Mubarak, ma al vertice dell’Ue i ministri di Berlino, Madrid e Stoccolma hanno suggerito una dichiarazione che condannasse le violenze e chiedesse nuove elezioni in Egitto. Una scelta contrastata da Londra, Parigi e Roma, che non volevano il riferimento a nuove elezioni libere e giuste, destabilizzanti il Medio Oriente. Alla fine ha prevalso la linea tedesca, sebbene con una forma più blanda. Il commento più duro in Israele è venuto dal generale laburista ed ex capo di gabinetto di Rabin Eitan Haber: “Obama ha abbandonato Mubarak con un atto di imbecillità, vendendolo per un piatto di lenticchie nell’illusione di guadagnare popolarità tra le masse arabe. Hanno affossato il governo egiziano, uno dei loro migliori alleati in Medio Oriente, e la conclusione è che l’uomo che siede alla Casa Bianca è pronto a vendere noi israeliani dall’oggi al domani”.
“Europa divisa sulle dimissioni di Mubarak. Germania e Spagna premono per l’uscita di scena. Italia Francia e Inghilterra frenano”, scrive Il Corriere della Sera.
Alla situazione in Egitto è dedicato ampio spazio su Il Foglio. In uno degli editoriali si legge che “i media occidentali si sono entusiasmati per la rivolta, innamorandosi del riformismo chic di El Baradei, e sottovalutando la minaccia dei Fratelli Musulmani, che in Europa hanno la voce suadente di Tariq Ramadan”. E poi una intera pagina: “Israele teme che dopo la piazza d’Egitto restino in piedi solo gli islamisti”. “E se va a finire come in Iran? Cacciato lo scià nel 1979 si imposero gli ayatollah. I Fratelli Musulmani al Cairo possono fare lo stesso”. Ma anche “non si vede all’orizzonte un Khomeini egiziano, e Al Azhar tace. E’ l’esercito l’unico regista”, “la Fratellanza per il momento resta a guardare”.

Intanto oggi, ricorda Il Sole 24 Ore, è previsto un Egitto uno sciopero generale e l’opposizione spera di portare in piazza un milione di persone per dare al presidente Mubarak una spallata decisiva. Oscurati internet e cellulari. Ma sono le forze armate ad esser decisive rispetto alla sorte di Mubarak: ieri sera, alla tv di Stato, un generale, con alle spalle la bandiera nazionale, ha letto un comunicato in cui si asseriva che le richieste della popolazione sono “legittime e legali” e che l’esercito non punterà mai le armi sulla gente. L’opposizione ha costituito un fronte comune, che va dai partiti laici ai movimenti della società civile, fino ai fratelli musulmani. E si è data un portavoce negoziatore che è Mohamed El Baradei. Mubarak ha dato mandato al premier di trovare un canale per negoziare con l’opposizione. L’inviato del Sole riferisce però della risposta di Rashad Bayoumi, numero 2 dei Fratelli Musulmani: “Il comitato dell’opposizione che ha nominato Mohamed El Baradei come suo negoziatore non intende trattare con questo governo e neppure con il vicepresidente Omar Suleiman, ma soltanto con le forze armate per varare un esecutivo di transizione e arrivare a nuove elezioni”. Questa posizione è condivisa da tutto il fronte dell’opposizione.
A Mohamed el Baradei sono dedicati i ritratti de Il Sole 24 Ore (“La sfida di El Baradei, il temporeggiatore”, “una meditata discesa in campo”) e de La Repubblica (“El Baradei, l’uomo del destino”).

La Stampa intervista l’ex segretario generale dell’Onu Butros Ghali, che dice: “Io temo che i Fratelli Musulmani abbiano avuto un ruolo fondamentale nel promuovere e organizzare le manifestazioni”, ma “non credo che gli egiziani accetteranno un governo intenzionato ad applicare regole medievali”. Secondo Butros Ghali Mubarak “non ha alcuna intenzione di mollare”. E El Baradei non è all’altezza di una situazione tanto turbolenta.

Il Corriere della Sera intervista Emma Bonino, che accusa: “L’Occidente ha sempre sostenuto dittatori corrotti e sanguinari, da Amin Dada a Bokassa, prima in chiave anticomunista, poi in quella antiterrorismo e anti-qaedista. La Bonino rimprovera all’Europa il suo continuare a chiudere la porta in faccia alla Turchia, l’essere disattenta verso la sponda sud del Mediterraneo: l’Italia non fa nemmeno una scelta europea, ma preferisce i Putin e i Gheddafi.
Sull’Egitto da segnalare la pagina delle Opinioni del Sole 24 Ore, con i pareri del generale Mini (“Europa e Stati Uniti stiano alla larga”), di Lucio Caracciolo (“Diventerà un Paese finalmente libero”), di Marta Dassù (“L’esercito avrà un ruolo decisivo”)e di Gian Enrico Rusconi (“Ancora disordini per un ordine dall’alto”).

(Fonte: RASSEGNA ITALIANA, di Ada Pagliarulo e Paolo Martini)