La Rassegna Stampa: scudo giudiziario solo per Presidente della Repubblica e Presidente del Consiglio, anche su fatti antecedenti l’assunzione della carica. Ma l’iter è ancora lungo

Pubblicato il 20 Ottobre 2010 in , da Vitalba Paesano

Le aperture

Il Corriere della Sera: “Michele dormiva mentre Sarah veniva strangolata”. La frase tra virgolette indica “la nuova pista” investigativa sul delitto di Avetrana. Lo zio, reo confesso, “sarebbe intervenuto solo per nascondere il corpo”, scrive il quotidiano. Il titolo più grande è per la politica: “Sì al Lodo Alfano retroattivo. Finiani favorevoli, processi sospesi per le alte cariche anche in caso di reati commessi prima dell’elezioni”. E poi: “Rai, conti disastrosi: un piano per la vendita di viale Mazzini”. In evidenza anche l’altra notizia della politica: “Piemonte, la Lega esulta. Fermato il riconteggio. Accolto il ricorso contro la Bresso. Cota resta governatore”.

La Stampa: “Stop retroattivo ai processi, arriva il sì anche dei finiani. Passa in Commissione la legge Alfano. Fli contro l’autorizzazione a procedere per Lunardi. Bersani: ‘Vergogna’. Napolitano: Quirinale estraneo”. In alto: “Piemonte, accolto il ricorso di Cota. Niente riconteggio. Il Consiglio di Stato blocca il Tar sulle elezioni regionali. Il governatore esulta: abbiamo vinto”. In prima pagina anche un richiamo sulla Rai: “Rai, via libera a Fazio e Saviano. Lo scrittore: così non si va in onda”.

La Repubblica: “Giustizia, super scudo al premier. Via libera anche dai finiani. Bersani: una vergogna. Piemonte, il Consiglio di Stato dà ragione a Cota: sospeso il riconteggio dei voti”. A centro pagina, con foto: “Battaglia a Grozny, le forze speciali uccidono tutti i ribelli. Cecenia, l’assalto al Parlamento finisce nel sangue”. Di spalla un articolo di Francesco Merlo sul delitto di Avetrata. In prima anche una lettera di Saviano e un articolo sulle ultime polemiche in Rai: “Bufera su Masi: ‘Mai deciso lo stop di Fazio”. Il direttore generale ha assicurato che la trasmissione “Vieni via con me” si farà. Ma Saviano, nella lettera al Presidente Rai Garimberti, spiega che “purtroppo non è vero”e che la “favola dei compensi astronomici è appunto una favola, un ultimo pretesto per metterci i bastoni tra le ruote”, perché tutti gli invitati si sono detti disposti a dimezzare i compensi o anche a “intervenire gratis, pur di partecipare al nostro progetto”. E invece, ” a meno di tre settimane dalla prima puntata, nessuno dei loro contratti è stato ancora firmato”. Il titolo è: “Benigni alla Rai: ‘Vengo gratis ma voglio la libertà'”.

Il Riformista: “Il Lodo AlFini. L’armistizio del reciproco sospetto. Futuro e libertà. Al Senato vota lo scudo per il premier nella sua versione originale. Le opposizioni gridano allo scandalo ‘retroattività’. Quanto alla riforma della giustizia voluta da Berlusconi, si vedrà”. A centro pagina: “Cota riconquista il Piemonte. Il Consiglio di Stato accoglie il ricorso e sospende il riconteggio”.

Libero: “Azzeriamo la Rai. Ignoriamo Santoro e C, così l’annozero della tv di Stato può cominciare. Con un vero servizio pubblico e dei veri giornalisti. Basta con i militanti camuffati da cronisti. Stop al programma milionario di Fabio Fazio: Benigni voleva 200 mila euro, Saviano ben 300”. In evidenza a centro pagina anche, con caricatura, un articolo di Carlo De Benedetti: “Il martello di Draghi su De Benedetti. Bilanci irregolari: punita la finanziaria dell’Ingegnere”. A centro pagina: “Fini benedice lo scudo, ma Berlusconi non è salvo”.

Il Fatto: “La corruzione dilaga, la casta se ne frega. Mentre la Corte dei Conti denuncia la ‘dissipazione delle risorse pubbliche’, la maggioranza assolve Lunardi e dà il via libera alla legge salva-premier. I finiani approvano: la legalità è già un ricordo?”. Un richiamo per il Lodo: “Al Senato primo sì all’impunità per le alte cariche: il Caimano ringrazia. Fli, solo Fabio Granata non ci sta”. A centro pagina, con foto, due richiami a “l’Italia che si ribella”. “Guerriglia a Terzigno. Nessuno vuole i rifiuti di Napoli. Cittadini contro la discarica”. E: “Fumogeni e scontri a Cagliari. La polizia carica i pastori. Battaglia per il prezzo del latte”.

Il Giornale: “La verità sulla villa di Berlusconi. Nessuna indagine della magistratura, il venditore è un ex giudice svizzero. E Antigua non è un paradiso fiscale (a differenza di Saint Lucia)”. “Quante sciocchezze sulle Antille”, chiosa il quotidiano di Feltri. E poi: “L’inchiesta di De Magistris? Un flop: buttati 9 milioni all’unico scopo di finire in tv. Parola di Gup”. L’editoriale, firmato da Vittorio Feltri, è titolato: “Con certi Pm il Lodo fa solo bene”. A centro pagina, oltre alla notizia di una “sexy maestra” che “turba il collegio chic di Milano”, anche un articolo sul Piemonte (“Blitz sventato, Cota resta presidente).

Il Foglio: “Per Fini un nuovo Polo della libertà val bene uno scudo per il Cav. Fli vota il lodo Alfano in Commissione, ma il presidente della Camera vuole in cambio un patto federativo con il Pdl. Una sola lista per due gruppi”. Di spalla il quotidiano di Ferrara ospita una conversazione con Emma Marcegaglia: “Sono disincantata dal Cav, ma spero in un risveglio liberista”. “Subito la vendita del patrimonio pubblico. Bene il patto europeo meno stupido. Priorità alla crescita. No a elezioni anticipate”.

Il Sole 24 Ore: “La Cina aumenta i tassi. Rialzo a sorpresa dopo tre anni per raffreddare l’economia. Stark (Bce): Patto Ue troppo blando”. E sotto: “Sì al passaporto europeo per gli hedge fund e private equitiy”. A centro pagina la notizia del voto alla Camera del disegno di legge sul lavoro. Il testo è stato corretto dopo le perplessità manifestate dal Presidente della Repubblica, che aveva rinviato la legge alle Camere. “Lavoro: arriva l’arbitrato ma non per i licenziamenti”.

Lodo Alfano e scudo

Il Sole 24 Ore spiega che il lodo Alfano retroattivo è passato per ora solo in commissione Affari Costituzionali del Senato, con l’ok di Futuro e Libertà. E’ stato votato il primo punto cruciale, cioé l’applicazione dello scudo giudiziario ristretto al Presidente della Repubblica e al Presidente del Consiglio, anche su fatti antecedenti l’assunzione della carica. Il segretario Pd Bersani l’ha bollata come una norma “indecorosa e vergognosa”, i finiani vengono accusati di incoerenza; Pierferdinando Casini la considera una scelta sbagliata anche se spiega che “la retroattività è un errore, ma giustificato dall’anomalia italiana” per cui l’Udc si asterrà. La finiana Bongiorno, presidente della Commissione giustizia, ha spiegato: “La finalità del Lodo è salvaguardare la serenità nello svolgimento delle funzioni da parte delle alte cariche dello Stato”. Scrive Stefano Folli in un commento che il sì al Lodo Alfano di Fini era previsto, ma il presidente della Camera si era dissociato, precisando sempre che era meglio definire uno scudo ad personam piuttosto che scassare il sistema giudiziario con il processo breve. Restano invece le riserve dei finiani sulla riforma della giustizia che Alfano sta preparando: e su questo ha più volte dichiarato che non sosterrà provvedimenti di legge concepiti “contro la magistratura”. Peraltro Folli ricorda che l’iter dello scudo è ancora molto lungo, poiché dovrà affrontare ancora due letture parlamentari e poi un referendum confermativo. 
Il Foglio, in un editoriale, scrive che il gruppo di Futuro e Libertà, approvando il disegno di legge di riforma costituzionale sullo scudo, “ha dato prova di lealtà e si è aperto la strada ad una discussione meno tesa sul tema della ragionevole durata dei processi”, che sarà affrontata senza che le vicende processuali del premier interferiscano.
Un “retroscena” de Il Giornale spiega che la prossima decisione della Corte Costituzionale sul legittimo impedimento potrebbe non essere così scontata nel senso della bocciatura: “L’aria è cambiata”, “non stupisce il buon esito del faccia a faccia tra Fini e Alfano, anche se non c’è ancora un via libera definitivo”.
Secondo Il Corriere della Sera, nel corso dell’incontro con il Presidente della Camera, ieri il ministro Alfano avrebbe offerto precise garanzie sul tema della indipendenza del Pm dall’esecutivo e della obbligatorietà dell’azione penale.
Michele Ainis, alla pagina dei commenti del Sole 24 Ore, scrive “meglio un Lodo che un processo”, e spiega che lo scudo costituzionale per le alte cariche dello Stato del Ministro Alfano è il male minore rispetto all’accorciamento dei termini dei procedimenti. Il processo breve, infatti (corredato da una norma transitoria che impedirebbe ogni sentenza di condanna contro Berlusconi) mette una tagliola di sei anni e mezzo sulla durata dei procedimenti giudiziari.

Pdl

Il Giornale ricorda che questa sera il premier ribadirà, in occasione dell’Ufficio di presidenza del Pdl convocato per affrontare il tema del partito, che le correnti vanno messe al bando. Soprattutto in vista di possibili elezioni, in molti hanno cavalcato la critica avanzata dallo stesso Cavaliere, ovvero che nel partito qualcosa non va: “Poca partecipazione nel territorio – scrive Il Giornale – vecchia logica del 70-30 tra An e Fi da superare, maggiore coinvolgimento della base”. Per ovviare a queste pecche, dalla riunione dovrebbero uscire nuove regole per la scelta dei coordinatori in periferia. Verranno sempre nominati dal premier, ma dietro l’indicazione degli eletti del territorio. E poi apertura al tesseramento, anche se non piace a tutti perché giudicata un po’ vecchia. Uno dei coordinatori, Denis Verdini, ieri spiegava: “Ad oggi abbiamo 112 mila tesserati e 126 mila sostenitori prenotati. In più ci sono 47 milioni di elettori mentre gli iscritti storici di Forza Italia e An sono 1.410 mila”. Per quanto riguarda le vecchie quote del 70-30 il superamento definito si avrà con il coordinatore unico del Pdl, cui si può arrivare però soltanto dopo modifica dello Statuto del partito. Secondo Il Sole 24 Ore Berlusconi questa sera vorrà innanzitutto metter fine al can can di questi giorni, ponendo fine alle “riunioni semicarbonare” di gruppi parlamentari divisi in correnti e sottocorrenti. Il capogruppo Cicchitto ieri lo ha sintetizzato in uno slogan: più unità e meno cene.
Lo stesso Verdini oggi, sul Corriere, risponde all’editoriale pubblicato dal quotidiano lunedì scorso e firmato da Galli della Loggia sullo scarso radicamento del Pdl e sulle possibilità che in futuro Fini ne diventi il leader (“Partito vero, la sua classe dirigente è cresciuta” è il titolo della lettera di Verdini al quotidiano).

Corte dei conti

Il neopresidente della Corte dei Conti Luigi Giampaolino ieri ha lanciato un monito nella cerimonia di insediamento. E per La Repubblica è stato un “allarme corruzione”. Ha detto Giampaolino: “Gli episodi di corruzione e dissipazione delle risorse pubbliche, talvolta di provenienza comunitaria, persistono e preoccupano i cittadini, ma anche le istituzioni, il cui prestigio e affidabilità sono messe a dura prova da condotte individuali riprovevoli”. Parole preoccupate anche per i poteri speciali sui “grandi eventi” alla Protezione civile, gestiti dal governo con il sistema delle ordinanze, che evita il controllo della Corte dei conti. Il Fatto quotidiano riferisce le parole di Giampaolino: “Il potere di deroga alle ordinanze di Protezione civile è stato usato molto discutibilmente per i grandi eventi. La Corte ha stabilito che le ordinanze devono limitarsi a calamità naturali e incolumità delle persone. Possono essere previste deroghe quando ci si trova di fronte ad impellenze, e una di queste è l’Expo di Milano, ma la corte sottoporrà ad uno scrutinio molto attento le ordinanze previste.
Secondo Il Sole 24 Ore Giampaolino intendeva dire che la Corte eserciterà il suo ruolo anche sull’Expo 2015, laddove le deroghe siano esorbitanti rispetto a quanto stabilisce la legge, anche perché c’è il rischio – ha detto – che “possano improvvisarsi stravaganti professionisti”. Giampaolino ha anche detto che la bassa crescita rende difficile la riduzione fiscale.

Esteri

La Stampa propone una intervista ad Ahmad Chalabi, ora capo dell’Iraqi NAtional Congress, l’uomo che convinse il congresso Usa al rovesciamento del regime di Baghdad. Torna sulle preoccupazioni espresse da molti analisti sul rafforzamento del ruolo dell’Iran sul suo Paese. Il premier sciita Nouri Al Maliki è in visita ufficiale a Teheran, che ha avuto un ruolo chiave nel convincere il leader radicale sciita Moqtada al Sadr a sostenerlo come premier: “E’ deludente che una parte politica si appoggi così apertamente all’Iran. Rischiamo di finire sotto la sua influenza”. Ieri il primo Ministro britannico Cameron ha annunciato tagli drastici alla Difesa. Il bilancio si ridurrà dell’8 per cento. “L’Inghilterra dice addio al lungo sogno imperiale”, titola Il Corriere. Il punto più controverso è l’accantonamento del programma di deterrenza nucleare chiamato Trident. Alcuni parlamentari Toriesi hanno accusato Cameron di essersi piegato alle richieste degli alleati liberaldemocratici: ma la sostituzione dei 4 sottomarini classe Vanguard con sottomarini in grado di montare missili nucleari a lungo raggio (fino a 7500 chilometri) sarebbe costato 20 miliardi di sterline. Diminuiranno gli uomini dell’esercito, della marina e della Raf, nonché il personale civile del ministero della Difesa. Il disarmo della portaerei Arc Royal, portabandiera della flotta, via gli aerei Hurrier, i caccia a decollo verticale. Il Sole 24 Ore spiega che il Regno Unito non avrà navi in grado di far decollare i caccia. Ma scrive anche che il capitolo di spesa sull’Afghanistan è stato blindato, e che lunedì notte Cameron ha chiamato il presidente Obama per tranquillizzarlo. Prima il segretario alla Difesa Usa Gates e poi la stessa Hillary Clinton avevano esercitato forti pressioni su Downing Street per limitare i tagli alla Difesa, e anche per questo Cameron ha frenato la mano del Cancelliere allo scacchiere Osborne.
La Repubblica si occupa di Polonia, dove la Chiesa minaccia scomuniche per chi vota la legge sulla fecondazione assistita, avvelendando i rapporti con il governo liberale di Tusk. La Camera dei deputati, spiega il quotidiano, dovrà infatti esaminare alcune proposte di legge in materia, poiché la fecondazione in vitro è già ampiamente praticata da coppie sterili, ma non è normata. Ieri, peraltro, nelle stesse ore in cui arrivavano le parole della Chiesa, uno squilibrato ha assaltato la sede del Pis, il partito dei fratelli Kaczynski, oggi all’opposizione, che ieri ha denunciato questo attentato come il risultato della campagna d’odio nei loro confronti, ispirato dai liberali del premier Tusk.
Su tutti i quotidiani la notizia dell’assalto al Parlamento ceceno, che si è concluso con sette morti, da parte dei ribelli indipendentisti. L’attacco è avvenuto peraltro durante la visita del ministro dell’interno russo Nurgalijev, nel palazzo che – ricorda La Repubblica – brulica di guardie armate, truppe speciali e metal detector, una pattuglia di guerriglieri di almeno 4 uomini è entrata indisturbata. Il primo kamikaze si è immolato uccidendo – pare – almeno due guardie.  Soltanto il 30 agosto i guerriglieri erano riusciti ad arrivare nel cuore della residenza del presidente filorusso Kadyrov. Il quotidiano intervista Nikolaj Lilin, autore de L’educazione siberiana, che è stato militare in Cecenia per due anni: “Chi crede che Kadyrov abbia raggiunto la pace si sbaglia, potrebbe essere l’inizio di una fase di caos, anche se una nuova guerra cecena probabilmente non esploderà in quel Paese, che da anni “è sotto un rigido controllo militare”. La guerra potrebbe piuttosto scoppiare nel vicino Daghestan “e da lì dilagare verso Grozny”.

E poi

Domani si terrà una giornata di studi dedicata al tema “la politica tra verità e immaginazione”, promossa dalla Società italiana di filosofia. Se ne occupa oggi La Repubblica, pubblicando un brano dell’intervento che il filosofo Remo Bodei pronuncerà in questa occasione. L’intervento si trova alle pagine R2 cultura del quotidiano, dove i lettori troveranno anche una recensione del libro del filosofo francese Bernard Manin, “Principi del governo rappresentativo”, che parla, tra l’altro, dell’avvento della “democrazia del pubblico”: i partiti cedono spazio alle persone, l’organizzazione alla comunicazione, mentre le identità collettive si indeboliscono, compensate dalla fiducia personale diretta. A recensirlo è Ilvo Diamanti.
Il Foglio pubblica la seconda parte della mappa, Stato per Stato, degli Usa che si avvicinano alle elezioni di midterm: a sud la mappa elettorale promette una rivincita dei Repubblicani. 
Marco Santambrogio torna sull’emendamento alla legge sugli ingressi e la cittadinanza proposto dal governo Netanyahu, per cui si chiederà a coloro che fanno richiesta della cittadinanza israeliana di giurare fedeltà allo Stato di Israele come stato “ebraico e democratico”. Otto ministri dello stesso governo, oltre a quelli laburisti, si sono detti contrari.

(Fonte: RASSEGNA ITALIANA, di Ada Pagliarulo e Paolo Martini)