La Rassegna Stampa: Riforme e credibilità

Pubblicato il 9 Febbraio 2011 in , , da Vitalba Paesano

Le aperture

Il Corriere della Sera: “Sì del premier all’appello del Colle. Napolitano: basta scontri. Berlusconi: ora le riforme per l’economia. In Parlamento oggi i voti su caso Ruby e federalismo. Bossi: se non passa salta tutto”. Il titolo di apertura è dedicato all’Egitto: “I seguaci di Mubarak insanguinano Il Cairo. Morti e feriti nella battaglia con gli oppositori. Obama: azione scandalosa, il governo li fermi”. L’editoriale, firmato da Angelo Panebianco, è titolato: “L’Occidente si illude di contare”.

La Repubblica: “Federalismo, Bossi minaccia la crisi. Vertice nella notte, il leader leghista avverte il premier: se oggi la riforma non ha la maggioranza si va alle elezioni anticipate. Berlusconi: basta scontri, darò una scossa all’economia”. L’editoriale, firmato da Ezio Mauro, è titolato: “Riforme e credibilità”. A centro pagina: “Mubarak reagisce, Egitto sull’orlo della guerra civile”.

La Stampa: “Appello del Colle: ‘Basta scontri’. Il premier si allinea”. “Bossi: o il federalismo passa in commissione o si vota”. “Ruby, l’inchiesta si divide in due”. Il titolo più grande è per gli scontri in Egitto: “Mubarak prova a resistere ed è battaglia in piazza. Violenti scontri tra manifestanti e fedelissimi del raiss. Caccia ai reporter. Il governo si autosospende. La Casa Bianca: non istighi alla violenza e cominci la transizione”.

Il Foglio: “Ritorno alla politica. Il Cav e il Quirinale irrobustiscono l’appello a finirla con la spirale delle prove di forza, mentre il Tesoro perfeziona il grande piano di rilancio per la crescita. E arriva anche il sostegno di Montezemolo”.

Il Riformista: “Domani smetto. Il ‘nuovo’ Berlusconi fa solo buoni propositi. Quanto reggerà?”. “Il presidente del Consiglio si improvvisa responsabile: accantona la polemica coi giudici e l’idea di andare in piazza, parola solo di crescita e riforme, invita a uscire dalla ‘spirale di scontro’ e rilancia gli appelli del Colle alla pacificazione. Ma l’impalcatura è fragile. Maroni prevede vita breve per il governo. Torna la diffidenza con Tremonti. E il rinvio a giudizio sul caso Ruby si avvicina”. In prima pagina anche una intervista a Vittorio Feltri: “Sono attonito, non capisco più il Cavaliere”.

Il Fatto quotidiano apre offrendo “tutte le telefonate dei politici che proteggevano Balducci e soci”. “Pronto, qui cricca”. A centro pagina: “Tg1 in ginocchio da Berlusconi. Microfono aperto per B che può straparlare di ‘riforme economiche’. Il debito? ‘Colpa dei comunisti’. Nessun riferimento ai suoi guai giudiziari”. “Più che una intervista, Minzolini apparecchia l’ennesimo spot elettorale al premier in difficoltà”.

Il Giornale: “Nace il partito dei Pm. I forcaioli si organizzano. Santoro scopre le carte e annuncia la creazione di un movimento politico con Travaglio e compagni. L’obiettivo dei due tribuni: dare man forte alla magistratura. Nell’assalto finale a Berlusconi”.

Libero: “Santoro fa un partito. Il giornalista fonda con Travaglio un movimento per guidare l’opposizione ormai allo sbando. Primo passo: una manifestazione a Milano per sostenere i giudici”. L’editoriale è di Maurizio Belpietro: “Ora sì che Silvio è certo di durare”.

Su tutti i quotidiani in prima pagina due pertubazioni “senza precedenti” che stanno portando condizioni metereologiche molto problematiche in Australia e negli Usa. “L’America al gelo, l’Australia sott’acqua, il resto del mondo infreddolito”, scrive Il Foglio. “Su Australia e Usa due maxi-tempeste vaste come continenti”.

Egitto

Su tutti i quotidiani la cronaca della giornata di ieri, le manifestazioni, l’annuncio del presidente egiziano (“Mubarak non cede. I fedelissimi armati attaccano l’opposizione”, scrive ad esempio L’Unità). Sul quotidiano del Pd una intervist a Sayed el Badawui, leade rdel partito liberale, che spiega: “Con El Baradei e i Fratelli Musulmani pronti a un governo di salvezza nazionale. Per Mubarak un “salvacondotto”. Nella pagina seguente una analisi del giornalista di The Independent Robert Fisk: “Nessun incubo islamico. In piazza Tahrir ho visto l’Egitto laico”.
Su La Repubblica Sandro Viola (“La paura di Israele”) focalizza l’attenzione sui riflessi in Israele, paese che si ritrova senza una “frontiera sicura”, visto che al nord ha il Libano di Hezbollah e anche in Giordania ci sono stati moti di rivolta. I fatti egiziani hanno insomma rappresentato “un brusco risveglio”  “La parte politica e l’opinione pubblica “furiosamente contraria a qualsiasi compromesso territoriale” (con i palestinesi) deve riflettere sui danni causati”, scrive Viola. Anche perché le carte recentemente rivelate da Al Jazeera hanno dimostrato quanto Anp e Abu Mazen fossero disponibili a siglare la pace. Se questo accordo ci fosse stato la posizione di Israele di fronte alla crisi egiziana sarebbe stata diversa.
La Stampa intervista Yossi Klein Halevi, politologo dello Shalom Hartman Institute di Gerusalemme: dice che i Fratelli Musulmani egiziani sono “portatori di una ideologia estremista islamica che persegue il dominio dell’islam sul mondo”, spiega che il fondamentalismo può essere moderato oppure violento, ma resta l’estremismo. Inoltre, quel che preoccupa Israele è la presenza di un forte antisemitismo “mutuato da quello europeo degli anni 30 e 40”. Occorre insomma impedire ai Fratelli Musulmani di “sfruttare la situazione per prendere le redini del governo e creare un altro Iran”. Chi sottovaluta i Fratelloi Musulmani “commette un grave errore”.
Il Riformista parla di una manifestazione prevista per domani a Gaza e a Ramallah, dove sia Hamas che Anp temono una ondata di manifestazioni. Il premier palestinese Fayyad ha fatto sapere martedì che presto ci saranno elezioni comunali (le ultime elezioni amministrative, che diedero ad Hamas la vittoria, sono di cinque anni fa). Secondo il quotidiano “la rivoluzione democratica è una opportunità per Israele. La rivolta ora minaccia Hamas. Le preoccupazioni di Gerusalemme per la crisi egiziana sono legittime. Ma lo status quo era insostenibile anche per la sicurezza dello Stato ebraico”.

Tutto l’inserto R2 de La Repubblica è dedicato alle rivolte in Medio Oriente. Lucio Caracciolo scrive della illusione dell’Occidente e degli Usa di gestire una transizione ordinata. Attenzione anche per il ruolo determinante di Al Jazeera. Lo scrittore marocchino Tahar Ben Jelloun scrive delle rivolte come quelle che portarono alla caduta del Muro di Berlino.
Il Corriere della Sera dedica due pagine di un “primo piano” alle “voci dal mondo arabo”, proponendo i pareri di scrittori e giornalisti da Tunisia, Algeria, Marocco, Libano, Yemen, Giordania e Gaza. “La stampa e la rivolta”.
Su Il Foglio si racconta che “per evitare un’altra rivolta, Obama invita Saleh a Washington”. “Il Presidente dello Yemen ottiene una visita alla Casa Bianca. In cambio accetta di lasciare il potere (dal 2013)”. Un altro approfondimento è dedicato alla Siria, dove “il regime prepara la cura poliziesca contro il contagio”.

Italia

“Bunga Bunga, la foto c’è”, scrive Il Fatto quotidiano, secondo cui “le foto sono la mina vagante del caso Ruby”, perché fin dall’inizio della vicenda si “favoleggia di immagini, scatti o video, che potrebbero essere la ‘pistola fumante’ dell’indagine”. La Procura di Milano ha sempre smentito, affermando che ci sono già abbastanza elementi seri per provare che i reati siano stati commessi. “ma le immagini sono più forti di ogni parola”, e secondo il quotidiano “ualche immagine nei faldoni c’è”, specie nel computer di Ruby. “Le papi girl starebbero cercando di vendere una gran quantità di video e foto-ricordo”, secondo il quotidiano.
Sul Corriere della Sera un articolo è dedicato alla inchiesta “grandi eventi”, e si sofferma sulla figura di Don Evaldo Biasini, economo della Congregazione del Preziosissimo sangue, che avrebbe custodito denaro cash consegnato a Guido Bertolaso. Secondo l’inchiesta decine di operazioni sarebbero passate per i conti dello Ior, la banca vaticana. E svelano come le ristrutturazioni gratuite di varie case di “potenti” siano costate decine e decine di migliaia di euro. Don Evaldo gestiva direttamente – secondo l’accusa – almeno 50 conti correnti, dei quali tredici erano intestati allo Ior.
Anche La Repubblica dedica due pagine a questa inchiesta: “nei 50 conti segreti di Don Evaldo la pista che lega Balducci e Vaticano. Ecco il tesoro milionario gestito dal prete amico di Anemone”. “Dai marmi ai rubinetti in due anni a casa di Bertolaso lavori per 250 mila Euro”.
Libero si sofferma sulla “tangentopoli rossa a Venezia”, dove sono stati arrestati due drigenti della ex amministrazione provinciale Pd, insieme a cinque imprenditori. “Escort e mazzette”, “pilotati appalti per cinque milioni di euro”.

(Fonte: RASSEGNA ITALIANA, di Ada Pagliarulo e Paolo Martini)