La Rassegna Stampa: Al via il federalismo e la cedolare sugli affitti

Pubblicato il 1 Luglio 2010 in , da Vitalba Paesano

Le aperture

Corriere della Sera: “Scudo più largo al premier”, “Proposta per estendere il lodo Alfano ai processi avviati prima dell’insediamento”. E poi: “Intercettazioni, linea dura del Pdl. Fini: irragionevole”. A centro pagina: “Pisanu e le stragi del ’92-’93, ‘Tra Stato e mafia ci fu una sorta di trattativa”. Ci si riferisce alla relazione del presidente della Commissione Antimafia Giuseppe Pisanu, illustrata ieri e riferita alle stragi del ’92-’93.

Ancora in prima: “Federalismo, primo sì. Tremonti: ecco i risparmi”, “Autonomia impositiva per gli enti locali”.

La Repubblica: “Legge-bavaglio a fine luglio”, “Il Pdl accelera i tempi, scontro con Fini: scelta irragionevole. Il Presidente del Consiglio protetto anche da processi già iniziati”. Spiega nel sottotitolo il quotidiano che il Lodo Alfano offrirà “più tutele al premier”. E ricorda: “oggi in piazza la protesta” (contro la legge sulle intercettazioni, ndr). Di spalla: “Pisanu: la mafia non ha rinunciato ai legami politici”, “‘La trattativa Stato-cosche? Nel ’92 qualcosa ci fu'”.

In taglio basso: “Casa, arriva la tassa federalista”. Sono gli esiti del Consiglio dei ministri di ieri, che ha dato il via alla riforma federalista delle tasse voluta da Tremonti e Bossi: tassa sugli immobili, con esclusione della prima casa, e cedolare secca sugli affitti. Si evidenziano anche le dichiarazioni del sindaco di Roma Alemanno sul pedaggio per il Grande Raccordo Anulare: “Sfondo i caselli”.

Il Sole 24 Ore: “Al via il federalismo e la cedolare sugli affitti”, “Tremonti esclude tasse sulla prima casa. Regioni all’attacco: la manovra è peggiorata”. Un richiamo in prima per il grande “balzo di Ankara”: il Pil è cresciuto dell’11,7 per cento nel primo trimestre del 2010, subito dopo la Cina (+11,9).

La Stampa: “Intercettazioni, si accelera. Lodo Alfano per i ministri”, “Il Pdl prepara un nuovo ‘scudo’ per il premier e tutto il governo”. Quanto al DDL sulle intercettazioni, “sarà discusso in aula dal 29 luglio: accordo tra i capigruppo. Fini: ‘Una scelta irragionevole'”.

Il Giornale: “Sprecano e piangono miseria”, “I governatori strillano: manovra insostenibile. noi abbiamo spulciato i bilanci di Emilia, Lazio e Campania. Risultato: si possono risparmiare milioni. A cominciare dai caffé e dai dromedari”. A centro pagina: “E Pisanu scopre la mafia (appena 18 anni dopo…), “Le rivelazioni dell’ex-Dc”.

Libero: “Fini ha cento milioni”, “Regalo di Berlusconi. Alleanza Nazionale c’è ancora, ed è molto più ricca di Forza Italia. Quando nacque il Pdl, il leader dell adestra si prese gli utili dei due partiti, il premier i debiti”. Il direttore Maurizio Belpietro firma l’editoriale: “Per avere un futuro Gianfranco cambierà la legge elettorale” (“con il Cavaliere in sella, uno sbarramento all’8 per cento al Senato e del quattro alla Camera, Fini non ha alcuna possibilità di sopravvivenza poltica”, dice Belpietro). Caricatura del vignettista Benny a centropagina, dove il ministro Calderoli gira su uno spiedo. A cucinarselo sono Bossi e Maroni. Didascalia: “La Lega vuol fare arrosto Calderoli”. Sono ancora le ripercussioni delle sue interviste sul caso Brancher. Per il quotidiano “C’è chi lo accusa di manovre anti-Bossi”. In prima anche l’analisi di Giampaolo Pansa: “Per il Cav e Bossi è giunta l’ora di scegliere l’erede”. In taglio basso, il Consiglio dei ministri di ieri sul federalismo :”Tremonti manda in pensione Brancher”, “Giulio presenta la tassa dei Comuni: il federalismo è solo Umberto”.

Il Riformista ha in prima una grande foto di Tremonti, Bossi e Calderoli, sotto il titolo: “I Federali”. “Bossi officia, Tremonti spiega, Brancher sparisce”. Sulle intercettazioni: “Berlusconi rovina le vacanze a Fini”, “Le intercettazioni in aula ad agosto; il presidente: ‘solo un puntiglio'”.

Il Foglio: “‘Schonborn non fu castigato, il Papa sulla pedofilia è ok’, dice Vienna. Attacco a Ratzinger su Repubblica. Lo accusano di coprire la Curia insabbiatrice umiliando l’arcivescovo austriaco che aveva attaccato il cardinal Sodano. Il manifesto del teologo contro la Chiesa-istituzione: cosa ne pensano i fautori della ‘Chiesa povera’”. Tutto nasce da un editoriale di Repubblica, a firma di Vito Mancuso.

Federalismo

 Per il Corriere la riforma federalista preannunciata ieri è “una buona partenza”: a firmare l’editoriale in prima è Dario Di Vico. “La relazione Tremonti ha messo un punto fermo sul metodo che si seguirà per determinare i cosiddetti costi standard, ovvero quanto dovrà spendere ciascuna Regione per remunerare la stessa prestazione o acquistare lo stesso bene”. Di Vico non manca di sottolineare che la stessa decisione di dedicare un’intera seduta del Consiglio dei ministri al federalismo è anche “una rassicurazione offerta alle inquietudini del popolo di Pontida, che si conferma il vero proprietario della golden share della politica italiana”. Non è un caso se, in assenza di Berlusconi, a presiedere i lavori sia stato Umberto Bossi.

Su La Repubblica ne parla Massimo Riva, con un commento dal titolo “Una scatola vuota”: “né Tremonti né Bossi si sono azzardati a mettere nero su bianco una cifra, una stima magari approssimativa, un metodo di calcolo, un’indicazione purchessìa che offrisse un minimo di riscontro alle loro generose promesse di non creare nuovi buchi nella finanza pubblica”.

La Stampa intervista Vasco Errani, presidente della Conferenza delle Regioni, che dice: “Ci sarà pace se rivedono i tagli”. Il nuovo assetto dello Stato, secondo Errani, va condiviso con le Regioni, poiché esse “vogliono con forza il federalismo”, ma deve essere data loro “l apossibilità di realizzarlo”. Sul federalismo fiscale “ci sia una legge contestuale, concreta e coordinata tra il governo e gli Enti locali. e infine venga istituita -a costo zero- una commissione straordinaria per analizzare i costi e gli sprechi nella Pubblica Amministrazione”.

Intercettazioni

Il direttore de Il Giornale Vittorio Feltri firma un editoriale dal titolo “Fini è una risorsa, ma per l’opposizione”. Prende spunto dalla posizione espressa dal presidente della Camera sull’accelerazione del ddl intercettazioni deciso dalla riunione dei capigruppo ieri: “la prefetta sintonia tra Fini e la sinistra nel rallentare l’iter parlamentare è puramente casuale? Potrebbe esserlo se si limitasse alla presente circostanza, viceversa si registra il sospetto o la certezza che il presidente della Camera ormai nel Pdl sia un extracomunitario”. Feltri precisa che l alegge non gli va a genio, ma Fini, per tutelare la libertà di stampa (che apprezza tanto “tranne quando la si esercita contro di lui”) tenta di comprimere un’altra libertà: “quella del Parlamento di discutere e approvare a maggioranza un provvedimento che, giusto o sbagliato, non può essere ostacolato”.

Il Foglio, in giallo sulla prima, richiama l’attenzione sul vero senso delle parole del Garante della Privacy Pizzetti, che ieri, nella sua relazione, non ha mancato di analizzare la questione intercettazioni e libertà di stampa. “Pizzetti smentisce Repubblica”, titola Il Foglio. E spiega che la versione on line del quotidiano ieri riassumeva così le parole del Garante: “E’ in pericolo la libertà di stampa”. A Il Foglio Pizzetti spiega: “Certo, abbiamo sottolineato che la scelta fatta rispetto alle intercettazioni è una ‘scelta impegnativa’ perché contiene un divieto generale che sposta tutto a favore della riservatezza il rapporto con la libertà di stampa. Abbiamo aggiunto però, che in modo analogo, anche se opposto, si comporta il giornalista che ritiene di ‘dover pubblicare qualunque informazione di cui venga a conoscenza’ perché ‘sposta tutto il cursore a favore della libertà di stampa’, magari avendo ‘a cuore più gli indici di vendita, gli share e la concorrenza tra le testate che non l’effettivo interesse dell’opinione pubblica’”.

Stefano Rodotà, su La Repubblica: “Non vi è alcuna aspettativa di privacy da tutelare quando i fatti riguardino figure pubbliche e hanno rilevanza pubblica, perché forniscono elementi in base ai quali l’opinione pubblica può controllare l’esercizio del potere e l’affidabilità di politici, burocrati, imprenditori. Vogliamo uscire da questo brutto e non nuovo esercizio di strumentalizzazione delle istituzioni, dal loro pericoloso uso congiunturale?”. Vi è una via molto semplice per farlo, secondo Rodotà: “uno stralcio”. Che significa: “si abbandonino le pretese di rendere più difficile o addirittura impossibile l’attività di indagine di magistratura e polizia e di bloccare le possibilità di impedire ai cittadini di veder legittimamante soddisfatto il loro diritto ad essere informati. Si presenti una proposta che vieti la pubblicazione di quanto è segreto, di quel che riguarda informazioni irrilevanti o riguardanti persone del tutto estranee alle indagini”.

E poi

 Il Corriere ha un richiamo in prima per l’elezione di Christian Wulff a presidente della Repubblica federale tedesca: “Merkel si salva al terzo round”. Il candidato della cancelliera e della sua maggioranza, è stato infatti eletto solo alla terza votazione. Alcune decine di franchi tiratori “Hanno fatto tremare il governo”. In prima anche su La Stampa: “Christian Wulff presidente con l’astensione dell’ultrasinistra” (che ha rinunciato a sostenere il suo candidato). E’ Gian Enrico Rusconi a commentare questa vicenda: “Per Angela uno schiaffo che fa male”.

La Repubblica ospita un articolo di Pietro Citati sulla figura di Varlam Salamov, l’autore dei racconti della Kolyma.

Avraham B. Yehoshua firma su La Stampa un commento dedicato al soldato Shalit.

(fonte: RASSEGNA ITALIANA, di Ada Pagliarulo e Paolo Martini)