La Rassegna Stampa:”L’Ocse: Italia maglia nera sulla ripresa”

Pubblicato il 19 Agosto 2010 in , da Vitalba Paesano

Le aperture

Il Corriere della Sera: “Napolitano: ‘Cossiga fu un grande statista. L’omaggio della folla, oggi funerali privati. Il saluto del Papa a un illustre cattolico’”. L’editoriale, firmato da Pierluigi Battista, è titolato: “Ostilità e retorica spericolata”. Il titolo grande del quotidiano: “Berlusconi, appello ai finiani. Il presidente della Camera incontra Letta: danni al Paese se si spara sulle istituzioni. Il premier: sostenete il governo, non tradite gli elettori”.
A centro pagina Aldo Cazzullo intervista l’amministratore delegato di Intesa Sanpaolo: “Passera: c’è una fuga dalle responsabilità della classe dirigente”.
In evidenza sul quotidiano milanese anche un appello di Bernard-Henri Lévy: “Salviamo Sakineh dalle pietre di Teheran”.

La Stampa: “Fini-Letta, il grande gelo. Ora l’intesa è più lontana. L’ex leader di An: danni al Paese da chi spara alle istituzioni. L’incontro dopo l’omaggio a Cossiga. Il premier ai suoi: ognuno mi porti uno di Futuro e Libertà”.

La Repubblica: “Berlusconi, caccia ai finiani. Durante l’omaggio a Cossiga l’incontro tra Fini e Letta. Bossi: Se il Presidente della Camera lascia, niente elezioni anticipate. Il premier: ‘Convincetene uno a testa’. La replica: si appelli a se stesso”. A centro pagina: “L’Ocse: Italia maglia nera sulla ripresa”. In evidenza in prima – e poi nelle pagine R2 – anche un articolo della economista indiana Vandana Shiva: “La democrazia dell’acqua e l’economia dei cowboy”.

“Il party di Giulio” secondo Il Riformista è il vertice “del partito del Nord”, riunitosi in occasione del compleanno di Giulio Tremonti. C’era Bossi. “La cena per il ministro si trasforma in un summit politico. Il leader leghista non vuole le elezioni e avverte: Berlusconi fagocita tutti, ma a noi non ci fagocita”. A centro pagina il quotidiano si sofferma sugli articoli de Il Giornale dedicati a Fini e alla casa di Montecarlo: “La pistola di Feltri non fuma più”, nel senso che “un testimone chiave smentisce” di aver detto le cose che gli sono state attribuite ieri a proposito di una visita di Fini a Montecarlo.

Il Giornale però insiste:”Spaventato, lui smentisce,. Ma c’è la registrazione”. E nelle frasi pubblicate in prima pagina dal quotidiano l’uomo afferma di aver visto Fini insieme a una donna bionda. “Ho guardato e l’ho riconosciuto”, dice l’uomo secondo il quotidiano. Il titolo di apertura è: “Lettera di Feltri a finiani. I collaboratori del presidente della Camera non riescono neppure a capire quel che leggono e fanno solo confusione, farneticando di dossier e killer. Per chiudere la vicenda ci vogliono risposte: come è finita la casa in mano al cognato’?”.

Libero: “Fini si è già dimesso. Nel 2010 ha guidato le sedute della Camera solo per 45 ore. Ma che lavoro fa veramente? Il cognato s’incasina: l’affitto di Montecarlo è un premio. Una mazzata a Gianfranco”. A centro pagina: “La crisi della maggioranza. Berlusconi studia l’incidente perfetto. Lo scontro finale sarà sugli immigrati. “.

Il Fatto quotidiano: “Altro che Fini, lo scandalo è Schifani. In obbedienza a B. intima a Napolitano le elezioni subito. E il fatto rivela le nuove accuse del pentito Campanella”.
Le accuse di Campanella sostiene che Schifani favorì un boss mafioso, e diede dei “consigli” sulle variazioni del piano regolatore di Villabate, scrive il quotidiano diretto da Padellaro, che dà anche rilievo in prima pagina alla “smentita” del “testimone” di Montecarlo. In evidenza anche: “Cossiga, la rivolta nel web. Mentre il Palazzo sfila, fioccano le accuse online”.

“Un giurato salva lo spirito dell’America dal golpetto giustizialista”, titola Il Foglio in prima pagina. Si parla della decisione della Corte di Chicago che ha bocciato l’inchiesta contro il governatore, accusato di voler vendere il seggio senatoriale di Obama, liberatosi dopo l’elezione a Presidente del senatore dell’Illinois. “Tutte chiacchiere e distintivo”, scrive i quotidiano. Di spalla ci si sofferma sull’economia mondiale: “Alle spalle della Cina s’avvicina inesorabile il sorpasso dell’India. Globalizzazione, demografia e riforme: per Morgan Stanley già dal 2013 New Delhi crescerà più di Pechino”.

Il Sole 24 Ore apre con le parole di ieri di Mario Draghi: “Financial stability board e Bri promuovono i nuovi vincoli per le banche. Draghi: con Basilea 3 spinta alla crescita. Ocse: Germania in forte ripresa, Italia indietro. La Spagna ridimensiona le misure di austerità”.

Cossiga

Monsignor Vincenzo Paglia, confessor e di Cossiga, viene intervistato dal Corriere della Sera e spiega che l’ex presidente “non ha vissuto la fede in maniera privatistica, ma come impulso a spendere la vita per il bene comune”. Ha pregato fino all’ultimo con le preghiere del cardinale Newman, che “era teologo e un liberale in politica come lui”, lo studioso che “esaltava la coscienza del credente e l’amore per la Chiesa. Chi conosce bene la casa del presidente sa che nella sua raccolta di libri è dedicato all’opera completa del cardinale inglese”.
Su La Stampa Paglia scrive (“Mi volle come suo confessore) e cita anche altri personaggi che potrebbero stare “alla porta del cielo ad attendere questo amico: Rosmini, Tommaso Moro, Newman”. Sullo stesso quotidiano una intervista all’ex ambasciatore americano in Italia Secchia, con citazione del ricordo di Cossiga che ieri ha offerto Dipartimento di Stato Usa: “Secchia, con gli Usa sempre leale, anche nei contrasti”.

Berlusconi, Tremonti e Fini.

“Berlusconi alla prova della verità. Discorso alle Camere per la verifica” è il titolo di un articolo sul Corriere della Sera, in cui si spiega che il premier starebbe lavorando a una sorta di “caccia ai moderati” tra i finiani. Berlusconi starebbe preparando una mozione articolata in quattro o cinque punti, per accertare se la maggioranza esiste ancora. Tra i punti decisivo sarà quello sulla giustizia, perché “il premier vive la situazione con angoscia”, visto che la Consulta a dicembre, secondo le previsioni, boccerà la legge sul legittimo impedimento e “con una decisione che sarebbe l’ennesima vergogna potrei essere condannato nel processo Mills, magari a cinque anni e con l’interdizione dei pubblici uffici”, spiega il quotidiano. Per questo serve uno scudo, processo breve o altro. Intanto il premier pensa a come e se lanciare una sorta di “partito parallelo, fatto di militanti in ognuna delle 60 mila sezioni elettorali, che dovrà m uoversi come una macchina da guerra modernissima, con un coordinamento di una cinquantina di giovani, sul modello Obama.
Sotto, il quotidiano milanese intervista il viceministro ed esponente di Futuro e Libertà Adolfo Urso: “altro che ritorni all’ovile, alla fine saremo 40”. Urso dice che occorre ricucire lo strappo, se davvero si vuole essere leali con gli elettori, e che serve una “intesa alta, nobile, chiara, programmatica”, che possa consentire al governo di continuare al meglio questa seconda parte della legislatura. Gli appelli di Berlusconi lo fanno sorridere, “e’ una illusione”, è “velleitario pensare che si possano strappare i parlamentari ad uno ad uno, per non dire altro. Chi ha fatto questa scelta non l’ha fatta per interesse personale per interesse personale, come è ormai chiaro a tutti, ma l’ha fatto per tutelare gli interessi che sono alla base dei principi della destra”, spiega Urso. “La destra non si fa comprare”. Ed anzi aggiunge: ho scommesso che saremmo stati 34 deputati più Fini, mentre i berlusconiani sostenevano che saremmo stati solo 12-14, e si sa come è andata a finire la conta. “Ora dico che alla fine di questa giostra ci ritroveremo in almeno 40: chi accetta la scommessa?”.
Il Riformista racconta che a Calalzo di Cadore, ieri si sono incontrati Bossi e Tremonti, e avrebbero discusso di federalismo fiscale, e dei prossimi scenari di governo. All’incontro avrebbe preso parte anche il consigliere Rai Angelo Maria Petroni. Secondo il quotidiano Bossi si prepara ad elezioni anticipate, ma allo stesso tempo sembra tenere pronto un piano di riserva. Ai giornalisti, dopo la cena, ha detto: “Napolitano non troverà una maggioranza alternativa. Alla fine chiamerà me e Berlusconi e dirà: ho trovato questa soluzione. E io gli dirò di no, non c’è nessuno così pirla da fare un governo senza i voti”. In caso di elezioni anticipate, “al sud vince Berlusconi, al Nord vinciamo noi della Lega”. Su un governo tec nico: “Tremonti non accetterebbe mai di presiederlo”. 
Secondo Il Sole 24 Ore da Bossi sarebbe venuto un attacco che voleva colpire tanto Fini che la sinistra, quando ha detto: “Hanno una paura boia del voto, e quindi fanno di tutto per mettersi di traverso sulla linea del voto”. Ma chi ha pochi voti “non può più stare lì a dirigere il Parlamento, deve farsi da parte perché così vuole il popolo”.

Europa, coalizioni al governo.

Su La Repubblica John Lloyd racconta “i cento giorni di Cameron e Clegg” in Gran Bretagna. Il governo “ostenta calma e coesione, ma i guai sono in arrivo”. Problemi dietro l’angolo, la legge finanziaria, con i suoi tagli al welfare, sta mandando in fibrillazione i libdem”.
Se ne occupa anche Il Riformista: “I cento giorni da Dave (Cameron) fanno bene ai tories ma affondano Clegg”: i sondaggi sono buoni solo per Cameron, i dati per i LibDem sono disastrosi. Il numero 2 del partito, Simon Hughes ha chiesto che ai deputati libdem venga garantito il diritto di veto sulle proposte del governo e per lui una coalizione con i laburisti rimane una ipotesi politica realista. Hughes rappresenta l’ala sinistra del partito, e vuole “una Gran Bretagna liberale e progressista, di centrosinistra”. In autunno, quando i tagli e l’aumento dell’Iva si faranno sentire, sarà più dura tenere: i libdem devono arrivare a maggio, per celebrare l’agognato referendum sulla riforma elettorale che può cambiare il destino del ‘terzo polo’ britannico”.
Sul Sole 24 Ore: “Cameron taglia e vola nei sondaggi”, nonostante i sacrifici varati e annunciati il premier inglese è popolarissimo al traguardo dei primi cento giorni, mentre i Libdem hanno dimezzato i consensi rispetto a maggio. Il congresso del partito il mese prossimo sarà un momento difficile per Clegg.
Su La Stampa: “Cameron senza soldi tarpa le ali alla Raf”, “tagli del 10 % alla Difesa, ridimensionata la Royal A ir Force. Scontro nel governo”. “Chi lo spiegherà ai sudditi di Sua Maestà presi dalle celebrazioni dei settant’anni della vittoria nella battaglia d’Inghilterra contro la Lutwaffe che la Royal Air Force non fa più parte della casta degli intoccabili?”, si chiede l’inviato del quotidiano.
Sul Corriere: “Londra, i cento giorni dell’austerità”. Anche il corrispondente del quotidiano milanese sottolinea che i sondaggi sono favorevoli soprattutto a Cameron e che in particolare l’indice di gradimento del cancelliere dello Scacchiere George Osborne è il più elevato che un ministro del Tesoro abbia mai registrato in Gran Bretagna. Nonostante la scure che si abbatterà su scuola, sanità, forze armate e pensioni.
Sul Sole 24 Ore si parla anche della coalizione in Germania Cdu-Fdp: “Merkel deve fare i conti con il crollo dei liberali”. La formazione del vicepremier Fdp Westewelle è al 4 per cento. La cancelliera affronterà un autunno difficile, alle prese con alcune riforme strutturali, mentre i socialdemocratici della Spd sono in forte recupero e i verdi, al 20 per cento, diventano partito di massa. Secondo Il Sole 24 Ore la Merkel non è riuscita a capitalizzare la recente ripresa dell’economia. Non può tagliare le tasse, il portavoce della Merkel ha ribadito che la priorità rimane la riduzione del debito. Ma la riduzione delle imposte era uno degli impegni presi dai liberali. anche su Il Riformista: “L’economia non aiuta la Merkel. Sorpasso Spd dopo cinque anni”. “Una eventuale coalizione rosso-verde raggiunge il 49 per cento”.
Oggi in Francia ci saranno le prime espulsioni di nomadi che sono già stati sgomberati dai campi illegali: l’evacuazione dai campi francesi, iniziata a fine luglio, porterà in aereo da Parigi a Bucarest i primi 79 rom espulsi. Il Sole 24 Ore scrive che Parigi è “sotto accusa sui rom”. Il portavoce della Commissaria europea alla giustizia Viviane Reding, ha invitato la Francia a rispettare “le regole relative alla libera circolazione dei cittadini Ue e i loro diritti a stabilirsi dove vogliono”. Duro il ministro romeno degli esteri Baconschi, che si è detto preoccupato “per i rischi di derive populiste in Francia e di reazioni xenofobe”.

Murdoch

Il Riformista: “Regalo di Murdoch per ridare gli Usa ai Repubblicani”. Il quotidiano spiega che il magnate ha donato un milione di dollari all’associazione dei governatori repubblicani (Rga), che si prepara ad una battaglia elettorale molto serrata: nelle elezioni a novembre saranno in gioco anche 37 poltrone da governatore. Oggi 26 governatori su 50 sono democratici. Il motivo del generoso contributo è stato spiegato da Jack Horner, uno dei massimi dirigenti dell’impero editoriale di Murdoch: “News Corporation crede nel potere del libero mercato e associazioni come quella dei governatori repubblicani, che hanno una agenda probusiness, sostengono le nostre priorità in questo momento molto critico della nostra economia”. Nel mirino alcune norme federali, ancora in discussione, che potrebbero indebolire la posizione della rete televisiva Fox nel caso di accordi commerciali con le reti via cavo. Sul Giornale: “Murdoch scarica Obama, soldi ai Repubblicani”. Il quotidiano ricorda che nel 2008 il magnate aveva detto del presidente Usa che si tratta di “una star”, che era “fantastico”. Ma ora, in vista del voto di metà mandato, “e per la prima volta dopo anni di finanziamenti bipartisan, versa un milione di dollari soltanto all’opposizione”.
Anche in prima su Il Foglio: “L’endorsement”, “Murdoch dà un milione di dollari ai repubblicani ‘perché credono nel mercato'”. La sua mossa, anche per il quotidiano diretto da Ferrara, che sottolinea il pragmatismo del personaggio, è forse “un’astuzia per essere coperto sul fronte dei diritti televisivi”, a causa delle leggi federali che potrebbero indebolire la posizione di Fox n ei negoziati con altre emittenti. E ricorda che i governatori possono prendre posizione anche in questo campo: lo ha fatto a marzo David Paterson, governatore dello Stato di New York, pretendendo un arbitrato in una disputa tra due emittenti di Cablevision e Abc. Il quotidiano racconta che la Dga, associazione dei governatori democratici, diretta da Nathan Daschle, ha risposto con durezza alla decisione della News Corp, accusando la Fox di aver “varcato una linea evidente”: “non può più dire di essere ‘equa e bilanciata’”. Ma la Dga è irritata anche per la “scarsità del raccolto”, secondo Il Foglio: le donazioni ai democratici nel secondo trimestre sono salite soltanto di nove milioni di dollari, contro i 19 di quelle ai repubblicani, che già partivano da una base di 9 milioni. Anche tra i finanziatori della campagna elettorale dei democratici ci sono diversi gruppi editoriali: la nemica giurata di News Corporation, General Electric, proprietaria di Nbc, che ha contribuito con 245mila dollari.Il gruppo Time Warner, che comprende Cnn e Time, ha scelto una linea “quasi salomonica”: 70mila dollari ai democratici e 50mila ai repubblicani.

E poi

L’economista Luigi Zingales, su Il Sole 24 Ore, ricorda in “lezioni dalla storia” (il presidente Theodore Roosvelt”, “lo statista al servizio dei consumatori”: “le riforme del 26esimo presidente Usa frenarono lobby e monopoli a favore del mercato”: lo Square Deal fu un pacchetto di riforme moderate che proteggevano i consumatori. Fu grazie a lui che furono approvati il Meat Inspection Act, che proibì l’uso di conservanti chimici dannosi alla salute, e il Pure Food and Drug Act, che proibì la vendita di medicinali di dubbia qualità. Suo obiettivo primario fu quello di distruggere “la diabolica alleanza tra business corrotto e politica corrotta”.
Su La Stampa ci si occupa di Ground Zero e delle polemiche sulla moschea che dovrebbe sorgere a due isolati di distanza: “Si tratta per trasferire la moschea”, “Il governatore di New York incontra i leader musulmani: ‘Finanziamenti se trovate un’altra sede’”.
Sullo stesso quotidiano, un’analisi sul sorpasso della Cina, seconda economia mondiale, sul Giappone, si sofferma sullo “shopping cinese di energia” che “spaventa i vicini asiatici”. La Cina è “il numero uno nel mondo per consumo di minerali di ferro e rame e il secondo maggior importatore di petrolio”. Con quest’analisi di Cary Huang, La Stampa inaugura una collaborazione con il quotidiano “South China Morning Post”, la più importante testata in lingua inglese si Hong Kong.
Sul Corriere della Sera si ricorda che è iniziato in Iraq il ritiro dei soldati Usa: in anticipo, rispetto alla data fissata in precedenza, che era il 31 agosto. Le operazioni sono iniziate in segretezza, anche per evitare di esporre i soldati ad attentati o imboscate. Il governo di Baghdad è preoccupato: in un Paese che a più di cinque mesi dalle elezioni non ha ancora un governo e in cui sono ripresi gli attentati con grandi numeri, gli americani fanno fatica a rassicurare le autorità di Baghdad confermando che dal 1 settembre e fino al lulgio del prossimo anno 50mila soldati Usa rimarranno sul terreno con compiti di addestramento.

(fonte: RASSEGNA ITALIANA, di Ada Pagliarulo e Paolo Martini)