Proteggere il sistema climatico? E’ compito riconosciuto dei politici

Pubblicato il 11 Agosto 2025 in , da Giovanna Gabetta
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Con le giornate estive particolarmente calde si è tornati a parlare di cambiamento climatico, complice anche la sentenza della Corte Internazionale emessa a fine luglio, in cui si dice in particolare che “La Corte ritiene che i trattati sui cambiamenti climatici stabiliscano obblighi vincolanti per gli Stati al fine di garantire la protezione del sistema climatico e di altre parti dell’ambiente dalle emissioni di gas serra di origine antropica”

Perché è interessante questa sentenza? Perché dà per scontato e universalmente accettato che la politica sia in grado di proteggere il sistema climatico, e che il cambiamento climatico dipenda dalle emissioni di gas serra di origine antropica.

In questo campo esistono posizioni diverse, ed è interessante esaminarle un po’ più da vicino, per capire come paradossalmente finiscono con il giustificare l’economia della crescita e il consumo senza limiti delle risorse, a partire dall’energia.

Chi crede nel catastrofismo climatico propone un approccio semplificato, che oggi è anche accettato dalla maggioranza, considerando che i combustibili fossili siano il solo colpevole dell’aumento della temperatura, che misurare la sola CO2 sia sufficiente a descrivere il fenomeno e a fare previsioni, e che la salvezza verrà dalle cosiddette energie rinnovabili. In sintesi, l’umanità ha causato il problema e l’umanità riuscirà a contrastarlo, utilizzando fonti energetiche diverse, che permetteranno di non affrontare limitazioni al tenore di vita.

Possiamo trovare, invece, opinioni contrarie riunite in un volume abbastanza corposo, pubblicato da Rizzoli per l’Università di Roma La Sapienza nel 2022[2]. Questo libro dà spazio a saggi scritti da un certo numero di scienziati che contestano la narrativa comune, spesso con dati e analisi molto seri e documentati, ma con un approccio piuttosto ideologico almeno in alcuni casi.

Tralasciando, quindi, le ipotesi di complotti, va premesso – ed è molto importante ricordarlo – che nessuno di questi autori mette in dubbio che la temperatura terrestre sta aumentando. Si conclude che la migliore soluzione per continuare ad aumentare il benessere in tutto il mondo sia proseguire con la crescita economica e con il consumo di energia, senza preoccuparsi in modo particolare delle emissioni di gas serra.

Si ritiene, infatti, che i cambiamenti climatici siano sempre esistiti nella storia del nostro pianeta. Nel grafico qui di seguito sono schematicamente indicati i principali cambiamenti della temperatura registrati a partire dall’ultima glaciazione, 10.000 anni fa.

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Purtroppo ben pochi sono in grado di padroneggiare l’argomento fino in fondo, per capire banalmente chi abbia ragione. Anche gli esperti e gli scienziati spesso vedono solo quel singolo aspetto che hanno studiato per una vita, mentre la climatologia è una scienza molto complessa, influenzata da moltissimi parametri.

Sarebbe bello essere in grado di farci un’opinione autonoma. A pensarci bene, per la nostra vita potrebbe anche non essere così importante sapere il valore preciso dell’aumento di temperatura e di come si prevede che la situazione si evolverà. Come del resto non è indispensabile decidere se l’aumento di temperatura dipende dagli esseri umani oppure non soltanto. Sono, invece, molto importanti le conseguenze che ricadono sui diversi aspetti della nostra vita; per esempio, l’agricoltura e la produzione di cibo; la crescita delle città; il commercio.

È molto importante capire se siamo in grado, e come, di intervenire per fermare o per rallentare il cambiamento; oppure se potrebbe essere più saggio cercare di adattarci. In tutto questo, ha un ruolo fondamentale l’energia che abbiamo a disposizione e le risorse disponibili, di cui ho spesso parlato in questa rubrica, ma che vengono raramente prese in considerazione nelle discussioni sul clima.

I politici soprattutto non hanno – e non sono tenuti ad avere – le conoscenze complesse necessarie per capire una disputa scientifica così difficile. Ma sono i politici che devono prendere decisioni importanti, soprattutto per quanto riguarda l’economia. Ed è proprio sul piano economico che manca un approfondimento serio che proponga delle alternative al sistema attuale, poco trasparente e basato sulla finanza e sul debito.

Cerchiamo di focalizzarci, allora, sulla temperatura. Abbiamo visto che secondo alcuni l’aumento della temperatura non provocherà emergenza, e che la vita degli esseri umani può continuare secondo gli schemi che abbiamo seguito fino a oggi. Chi, invece, ha paura che l’aumento della temperatura possa provocare l’innalzamento dei mari, la crescita dei deserti, l’impoverimento dei suoli, ritiene comunque che il rimedio sia a portata di mano, che eliminando i combustibili fossili e utilizzando le rinnovabili si potrà continuare a vivere nello stesso modo e a puntare sulla crescita, con benefici per tutti.

Utile aggregare le diverse opinioni degli scienziati

Per una volta potrebbe essere opportuno cercare di mettere insieme senza pregiudizi le affermazioni degli scienziati. Stimolare dei dibattiti e delle discussioni – rispettose del metodo scientifico e delle opinioni altrui, come suggeriscono due professori emeriti del Politecnico di Torino[3].  Il loro libro si occupa soltanto della CO2 e di come interagisce con l’atmosfera. Ha un approccio molto tecnico, non facile, che potrebbe essere l’oggetto di un prossimo articolo.

Piccola digressione: la maggioranza di professori emeriti tra le voci che affrontano il cambiamento climatico in modo scientifico dovrebbe far pensare noi pantere grigie, che forse dovremmo impegnarci di più per dare ai più giovani qualche messaggio di speranza e non la solita proclamazione di catastrofi in arrivo.

Proviamo adesso a considerare a titolo di esempio la misura della temperatura, che viene indicata di solito come un solo numero, valido per tutta la superficie terrestre. La cosa non è particolarmente intuitiva. In più, per avere un valore attendibile occorre tenere conto del metodo di misura, della distribuzione e del numero di termometri, della distanza dalla superficie terrestre. Un numero attendibile si può trovare sul sito di Roy Spencer[4], un climatologo della Nasa ora in pensione (un’altra pantera!), che nel 1979 ha messo a punto un metodo di misura tuttora utilizzato nelle misure satellitari. Il valore – misurato come anomalia rispetto al valore medio tra il 1991 e il 2020 – si può trovare sul sito con cadenza mensile e il grafico è stato riprodotto qui di seguito

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Come si vede, l’aumento di temperatura (anomalia) è stato massimo nel 2024 e attualmente sta un po’ diminuendo. Secondo gli autori si tratta dell’effetto di “El Niño”. La tendenza all’aumento della temperatura per ora è dell’ordine di 0,11°C per decade rispetto alla media dal 1991 al 2020. Chi volesse saperne di più può consultare il sito. Con questo metodo, però, abbiamo a disposizione soltanto dati a partire dal 1979, mentre a livello planetario servirebbero tempi molto più lunghi.

Le misure della temperatura sulla superficie terrestre, invece, sono a disposizione da qualche secolo. In particolare, l’inventore del termometro è stato Galileo Galilei e il primo servizio meteorologico al mondo è stato istituito dall’Accademia del Cimento del Granducato di Toscana il 19 giugno 1657. Questo servizio è durato pochi anni, ma a noi interessa ricordare che i termometri a disposizione sono cambiati da allora, e i risultati delle misure sono anche molto influenzati dalle “isole di calore” che si formano nelle città. Non solo, è difficile riuscire a valutare il margine di errore su variazioni così piccole. Sarebbe bene a volte utilizzare parametri diversi, ad esempio le dimensioni dei ghiacciai, che sono una misura indiretta, ma precisa, della temperatura. In “Dialoghi sul clima”, riferimento 2, pagina 159, si trova un grafico che correla le dimensioni dei ghiacciai alpini con i periodi più o meno caldi o freddi a partire dall’ultima glaciazione. La correlazione tra temperatura e dimensione dei ghiacciai è buona anche a prima vista. Sui ghiacciai alpini è da seguire il lavoro della professoressa Augusta Vittoria Cerutti, già docente di Geografia all’Università degli Studi di Torino, che dimostra come i ghiacciai seguano cicli di crescita e diminuzione che possono essere ricostruiti con una certa precisione.

Energia e risorse, tutto parte da qui

Concludendo, influenzare la temperatura terrestre è possibile? Potrebbe essere un problema secondario, che non ci deve distrarre dalle necessità impellenti dell’energia e delle risorse. La nostra attuale civiltà è stata costruita sui combustibili fossili, che ne sono stati il motore. L’abbondanza di energia molto efficiente e a basso prezzo ha semplificato i problemi complessi e la crescita senza limiti è sembrata – e a molti sembra ancora – possibile. Ma, come afferma Simon Michaux[5]: “Il sistema industriale Europeo è nato usando la sorgente di energia più densa calorificamente (petrolio) che era disponibile in quantità abbondante e poco costosa, con credito facilmente disponibile e risorse minerali illimitate. Oggi vogliamo cambiarlo in un momento in cui la produzione di energia è più costosa, il sistema finanziario è fragile e saturato di debiti, la popolazione ha raggiunto numeri mai visti prima e l’ambiente è sempre più deteriorato”.

Deteriorato, aggiungerei, per la continua produzione di rifiuti e il consumo sempre crescente di risorse non rinnovabili – non soltanto il petrolio. E poi rimane molto importante capire – in che modo vogliamo cambiare? Come abbiamo visto, chi ritiene che il cambiamento climatico causerà delle catastrofi, ci suggerisce di eliminare i combustibili fossili, sostituendoli con elettricità prodotta in modo rinnovabile.

Abbiamo già avuto modo di spiegare in questa rubrica che le cosiddette rinnovabili consumano risorse non rinnovabili e richiedono molta energia da combustibili fossili nella fase di costruzione e installazione. In particolare, in un articolo citato nello scorso mese di Aprile 2025, c’è anche il calcolo del ritorno economico di questo tipo di intervento[6], significativamente poco favorevole. Si parla di 11 centesimi di ricavo per ogni dollaro investito. Se invece decidiamo di proseguire con la crescita del prodotto interno lordo, gli scenari previsti nello stesso articolo sono economicamente molto più favorevoli. Ma le risorse basteranno? Lomborg non si pone questa domanda.

In passato i cambiamenti nell’uso dell’energia – per esempio sostituire il legno con il carbone nelle stufe e nelle caldaie – avevano significato prestazioni migliori a prezzo inferiore. Oggi dobbiamo confrontarci con costi più elevati e sistemi meno affidabili.

Chi suggerisce l’approccio semplificato al cambiamento climatico, dà per scontato che le energie rinnovabili siano sostituti immediati dei combustibili fossili, ignorando i loro limiti, che sono la densità di energia, l’intermittenza, la quantità che se ne può ottenere e i materiali che è necessario utilizzare. Ignorando ciò che l’energia effettivamente fa: alimentare i meccanismi globali di estrazione delle risorse, trasporto, produzione, edilizia e commercio, la maggior parte dei quali non può essere ottenuta tramite energia elettrica nella quantità richiesta dalla civiltà moderna. L’intero sistema industriale attualmente funziona con l’intensità che i combustibili fossili forniscono in modo unico. Togliendo questo, non si perdono solo emissioni, ma anche capacità. E allora, se non siamo in grado di proseguire a usare le risorse a questo ritmo, cosa possiamo suggerire? Possiamo suggerire che occorre studiare molto di più, trovare vie nuove, evitare di illudersi che ci sia una soluzione facile ed essere pronti a fare qualche passo indietro. Non sarà facile, ma i margini – soprattutto per noi che abitiamo nei paesi più ricchi – ci sono. E comunque se non saremo disposti a farlo in modo razionale e controllato, il mondo ci costringerà.

[1]      https://asvis.it/notizie/2-23642/clima-storica-sentenza-della-corte-dellaja-chi-viola-gli-obblighi-paghi-i-danni

[2]      https://www.perlego.com/it/book/3761519/dialoghi-sul-clima-tra-emergenza-e-conoscenza-pdf

[3]      Daniele Mazza, Francesco Marino “La strega perfetta”, Tab edizioni, Roma, 2020

[4]      https://www.drroyspencer.com/latest-global-temperatures/

[5]      Simon Michaux, 2021 The Mining of Minerals and the Limits to Growth, rapporto 16/2021 Geological Survey of Finland

[6]         B. Lomborg, Welfare in the 21st century: Increasing development, reducing inequality, the impact of climate change, and the cost of climate policies