Taglio delle tasse al ceto medio
L’abbassamento delle tasse al ceto medio fa parte degli obiettivi generali di riforma fiscale. La legge delega, la cui attuazione va ultimata entro il 29 agosto del 2026, prevede addirittura un unico scaglione IRPEF, una sorta di flat tax allargata, con il criterio della progressività recuperato attraverso i meccanismi di deduzione e detrazione. Visti i tempi relativamente stretti, e la mancanza di spazi di bilancio, sempre improbabile che si riesca ad attuarla integralmente. Nel 2026 si dovrebbe tuttavia attuare un intervento sul secondo scaglione, optando per uno o entrambi quelli allo studio.
Ci sono anche stime su quando costerebbero alle finanze pubbliche le due misure. Secondo i dati comunicati dal Sole 24 Ore in seguito a Telefisco, il solo taglio di aliquota costerebbe intorno ai 3 miliardi di euro.
Secondo scaglione IRPEF: le novità al vaglio
Attualmente il secondo scaglione IRPEF comprende i redditi da 28mila a 50mila euro, che pagano il 35% di tasse. La prima ipotesi riguarda l’abbassamento di questa aliquota al 33%. Il viceministro all’Economia, Maurizio Leo, ha diverse volte ventilato l’idea che l’intenzione sia quella di accompagnare il taglio dell’aliquota con l’allargamento della platea del secondo scaglione ai redditi fino a 60mila euro. E in questo caso, il costo per lo stato salirebbe a 5 miliardi di euro.
Con la manovra economica di due anni, fa il legislatore ha esteso il primo scaglione applicando l’aliquota fiscale del 23% ai redditi fino a 28mila euro. Ora si appresta a proseguire con l’abbassamento della pressione fiscale anche sul secondo scaglione. Nel caso in cui questa disposizione fosse effettivamente approvata, la tassazione IRPEF dal 2026 resterebbe così modulata:
- primo scaglione fino a 28mila euro, aliquota al 23%;
- secondo scaglione da 28mila a 60mila euro, con aliquota al 33%;
- terzo scaglione oltre i 60mila euro, con aliquota al 43%.
Ad oggi l’imposta sui redditi si calcola con le seguenti aliquote e scaglioni:
- primo scaglione fino a 28.000 euro, aliquota del 23%;
- secondo scaglione da 28.001 a 50.000 euro, aliquota del 35%;
- terzo scaglione oltre 50.000, aliquota del 43%.
Resta da capire in che modo il Governo intenda intervenire per sterilizzare l’impatto del taglio fiscale sui redditi più alti. La Manovra 2024 aveva previsto a questo scopo una franchigia di 260 euro per i redditi sopra i 50mila euro, che di conseguenza possono applicare detrazioni fiscali solo in misura superiore a questa soglia.