Un altro Ferragosto, la commedia dolceamara alla Čechov di Paolo Virzì

Pubblicato il 20 Agosto 2025 in , da Valentina Zavoli
Ferragosto

Dopo quasi trent’anni il regista Paolo Virzì torna sull’isola di Ventotene per girare il sequel del suo “Ferie d’agosto”. Un ritratto impietoso e tragicomico dell’Italia di oggi

Ventotene non è solo l’isola dove nel 1941 Altiero Spinelli, Ernesto Rossi ed Eugenio Colorni, al confino perché oppositori del regime fascista, hanno scritto il “Manifesto – Per un’Europa libera e unita, evocato recentemente dalle opposte fazioni e sempre attuale come testo fondativo dell’Unione europea, ma di un’Europa sognata e mai realizzata.

È anche il set del film di Paolo Virzì “Un altro ferragosto” girato tra la primavera e l’estate del 2023, sequel di “Ferie d’agosto”, sempre diretto dal regista di “Ovosodo” quasi 30anni prima e ambientato nella stessa isola laziale. Stessi i protagonisti del vecchio cast (Silvio Orlando, Laura Morante, Sabrina Ferilli, Paola Tiziana Cruciani, Gigio Alberti, Claudia Della Seta, Raffaella Lebboroni, Silvio Vannucci, Rocco Papaleo, Lele Vannoli) a cui si aggiungono Andrea Carpenzano, Vinicio Marchioni, Emanuela Fanelli, Anna Ferraioli Ravel e Christian De Sica. La prima visione del film in tv è andata in onda su Rai 3, ma ora è disponibile su Raiplay.

Sandro Molino (intellettuale progressista sconfitto dalla storia che vive nella sua bolla e considera sacro suolo quella terra) con il suo clan radical chic e la famiglia Mazzalupi, capitanata da Sabrina, influencer di provincia ora seguitissima in procinto di sposarsi con Cesare, si ritrovano nello stesso luogo 28 anni dopo. Promotore della vacanza è il figlio ventiseienne Altiero Molino (l’attore Andrea Carpenzano), imprenditore digitale sposato con il fotomodello Noah che decide di invitare gli amici del padre a trascorrere un’ultima estate tutti insieme proprio nel luogo dove 26 anni prima è stato concepito e dove quel forte valore simbolico unisce tante storie umane e sentimentali nella speranza di regalare un po’ di pace alle vite di tutta la famiglia.

Sullo sfondo del matrimonio molto social di Sabrina e Cesare, si dipanano i drammi personali delle due tribù: quelli di Sabrina Ferilli, vedova di Ennio Fantastichini, alla perenne ricerca della felicità che Christian De Sica, ingegnere spiantato e vile, inganna ancora una volta; quello di Sabrina, disperata per aver compreso che Cesare è uno sfruttatore senza scrupoli innamorato del suo successo economico, ma soprattutto di Sandro, alle prese con il rendiconto della sua vita, del suo rapporto con la compagna di sempre mai sposata Laura Morante e con il fallimento dell’idea socialista incarnata dai suoi ispiratori, i patrioti appunto autori del Manifesto, a cui si unirà finalmente nel sogno di far rinascere una nuova Italia e poi l’Europa intera unico modo di inverare tutta la sua esistenza nello stato onirico precomatoso dell’estremo trapasso.

Ferragosto

La versione di Virzì del Ferragosto

“Un film in cui si ride con amarezza, con la nostalgia di un passato lontanissimo (e degli amici che non ci sono più) lo ha definito il critico Alberto Crespi su Repubblica del 7 marzo 2024. Ma a spiegarcelo è lo stesso regista toscano intervistato da Alessandra De Luca su Avvenire (4 marzo 2024): “Il film – scritto insieme al fratello Carlo e a Francesco Bruni– nasce da una pressione fortissima, affettuosa e ostinata, quasi ossessiva, ma a me sembrava una furbata e poi nel frattempo erano morti Piero Natoli ed Ennio Fantastichini. Quando però uno spettatore mi ha chiesto perché temessi il tema della morte e quando i confinati di Ventotene, tra cui Sandro Pertini, mi sono apparsi in sogno, ho capito che il lutto della famiglia Mazzoleni poteva essere una parte importante del racconto. ‘Un altro Ferragosto’ è anche un film sulla morte, che fa parte della vita, ma si parla pure di nascite e rinascite, innamoramenti e amori mai finiti. Di papà diventati perfetti e di mamme imperfette. Quindi ci troverete anche il tema della genitorialità.  Nel 1996 raccontavamo un’epoca che si è ormai conclusa lasciando il posto a un’altra. Per i personaggi è tempo di bilanci, l’occasione per riflettere sul tempo che passa, sulla vecchiaia che non vuol dire maturità, sulla scoperta delle proprie fragilità. Ferie d’agosto era il mio secondo film, era girato male, mi interessava solo raccontare i desideri e le paure dei personaggi. Oggi sono tecnicamente più bravo, ma non sono più il trentenne di allora. Anche Ventotene è cambiata, ma resta il simbolo dell’idea fondativa della convivenza civile del dopoguerra. E tornarci oggi era importante, mentre esplodono le guerre e la democrazia è in crisi”.

Non tutto è perduto

A proiettare la pellicola oltre il muro delle disillusioni ci sono le nuove generazioni, primo fra tutti l’amato nipote di Sandro, Tito, destinatario delle memorie del giornalista a cui sia lui sia il regista sembrano consegnare il fardello del futuro. È ancora Virzì a parlare “tutto questo racconto ostinato di Sandro Molino qualcuno lo ha ricevuto, un bambino di 10 anni, Tito (Lorenzo Nohman, nel film, figlio di sua figlia Martina), appassionato di questa storia, che forse racconterà, e chissà se non sarà lui il prossimo leader della Sinistra”.

Silvio Orlando parla del suo personaggio, tormentato dal passato, dai rimpianti di un Italia diversa che ora non riconosce più e della sua relazione difficile con Altiero, un nome che è tutta una storia: “Siamo due alieni, io non riesco a capire chi lui sia, io che parlo tanto di diritti ma poi alla sua relazione gay il mio personaggio forse non c’è arrivato ancora; così lo salto (di generazione) e arrivo al nipotino, che raccoglie l’eredità”. E a lui la consegniamo anche noi in vista di tempi migliori.

 

Ferragosto

 

 

Tutti i crediti delle immagini sono RaiPlay