Comunicazione di irregolarità: cosa fare e come agire

Pubblicato il 2 Dicembre 2025 in , da Gabriella Romagna
irregolarità

Può succedere che al contribuente venga recapitata una comunicazione di irregolarità, a tutti gli effetti un avviso bonario dell’Agenzia delle Entrate. Il canale CIVIS è lo strumento ideale per risolvere i problemi

Nonostante molti si affidino a un CAF o a un professionista per la dichiarazione (Modello 730), gli errori possono capitare. Può quindi succedere che al contribuente venga recapitata una comunicazione di irregolarità, a tutti gli effetti un avviso bonario, nella quale in tono molto garbato l’Agenzia delle Entrate comunica che dai controlli effettuati sulla dichiarazione dei redditi presentata sono emerse alcune incongruenze, chiedendo di versare una maggiore imposta più sanzioni ed interessi.

Cause dell’irregolarità

Le irregolarità riscontrate possono derivare da errori del contribuente o, in alcuni casi, da errori dell’Agenzia delle Entrate (spesso nel controllo automatico dei dati). Qui di seguito si analizzano i vari casi:

  • Errore del Contribuente: ad esempio dimenticanza/errore in redditi diversi (es. affitti) o in detrazioni/deduzioni (es. spese mediche, interessi sul mutuo, ristrutturazioni)
  • Errore dell’AdE: 

Dati non pervenuti: Banche o assicurazioni non hanno trasmesso o lo hanno fatto in ritardo (es. spese detraibili)

 – Omesso collegamento: il software non collega un versamento F24 già eseguito al tributo contestato

 – Erronea valutazione: il sistema considera errata l’omissione di un dato (es. una detrazione) che il contribuente può documentare come legittimo

 – Errori materiali: errori di calcolo o anagrafici (meno frequenti).

La chiave di volta è la tempestività: agire entro 30 giorni dal ricevimento della comunicazione. Questo permette di gestire la situazione nella fase “bonaria”, evitando che l’avviso si trasformi in una cartella esattoriale con sanzioni piene.

Irregolarità, la soluzione CIVIS

Se l’irregolarità è corretta (cioè è stato un errore del Contribuente), rivolgersi a CAF o al Professionista per verificare e sanare l’errore: in questo modo si pagano sanzioni ridotte (entro 30 giorni in alcuni casi 60 giorni).

Se invece l‘irregolarità è errata, è stato quindi un errore dell’Agenzia delle Entrate, bisogna attivare l’Autotutela tramite il canale CIVIS. Così l’Agenzia può annullare la comunicazione senza ricorso formale (entro 30 giorni).

 

Il CIVIS è il Canale di Assistenza Telematica dell’Agenzia delle Entrate, lo strumento preferenziale per la difesa in caso di richiesta errata. In fase di richiesta di Riesame (Autotutela), il contribuente (o il suo intermediario, es. CAF/Professionista) presenta una richiesta formale di correzione all’AdE. Si inviano telematicamente e in modo tracciato tutte le prove (ricevute, fatture, F24, ecc.) che dimostrano la correttezza della dichiarazione originale.

Ricorrendo al CIVIS, si riducono i tempi di attesa e si snellisce la burocrazia, oltre a permettere la verifica e l’eventuale annullamento della comunicazione senza doversi recare fisicamente allo sportello AdE.

Se non si risponde o l’istanza di riesame viene respinta dopo i 30 giorni, l’Agenzia procede con l’iscrizione a ruolo e la notifica della cartella esattoriale, richiedendo un ricorso formale alla Corte di Giustizia Tributaria (molto più oneroso e complesso).

 

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