In concorso a Venezia, “The voice of Hind Rajab”, di Kaouther Ben Hania

Pubblicato il 3 Settembre 2025 in Outdoor Cinema
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“Quello che volevo era concentrarmi sull’invisibile: l’attesa, la paura, il suono insopportabile del silenzio quando gli aiuti non arrivano. A volte, ciò che non vedi è più devastante di ciò che fai”. Così rivela la regista, “C’era qualcosa di elettrico nell’energia intorno a questo progetto, così immediata, così viva. In tutti i miei anni da regista, non avrei mai immaginato che sarebbe stato possibile iniziare e concludere un film in soli 12 mesi”

“Ecco come è iniziato tutto: ero nel bel mezzo della campagna per l’Oscar per Quattro figlie, e mi preparavo mentalmente a entrare finalmente in pre-produzione con un film che scrivevo da dieci anni. Poi, durante una sosta a Los Angeles, tutto è cambiato. Ho sentito una registrazione audio di Hind Rajab che implorava aiuto. A quel punto, la sua voce si era già diffusa su Internet. Ho subito sentito un misto di impotenza e di tristezza travolgente. Una reazione fisica, come se il terreno si fosse spostato sotto di me. Ho contattato la Mezzaluna Rossa e ho chiesto loro di farmi ascoltare l’audio completo. Durava circa 70 minuti ed è stato straziante. Dopo averlo ascoltato, ho saputo, senza dubbio, che dovevo abbandonare tutto il resto. Dovevo fare questo film. Ho parlato a lungo con la madre di Hind, con le persone reali che erano dall’altra parte di quella chiamata, quelle che hanno cercato di aiutarla.  Ho ascoltato, ho pianto, ho scritto”.

“Poi ho creato una storia attorno alle loro testimonianze, usando la registrazione audio reale della voce di Hind, e costruendo un film in un’unica location in cui la violenza rimane fuori dallo schermo. È stata una scelta deliberata. Perché le immagini violente sono ovunque sui nostri schermi, sulle nostre timeline, sui nostri telefoni”.

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“Quello che volevo era concentrarmi sull’invisibile: l’attesa, la paura, il suono insopportabile del silenzio quando gli aiuti non arrivano. A volte, ciò che non vedi è più devastante di ciò che fai”.

“Al centro di questo film c’è qualcosa di molto semplice e molto difficile da tollerare. Non posso accettare un mondo in cui un bambino chiede aiuto e nessuno accorre. Quel dolore, quel fallimento, appartiene a tutti noi. Questa storia non riguarda solo Gaza. Parla di un dolore universale. E credo che la finzione (soprattutto quando attinge da eventi verificati, dolorosi, reali) sia lo strumento più potente del cinema. Più potente del rumore delle ultime notizie o dell’oblio dello scorrimento. Il cinema può conservare una memoria. Il cinema può resistere all’amnesia. Possa la voce di Hind Rajab essere ascoltata”.

La storia adesso è nota: 29 gennaio 2024. I volontari della Mezzaluna Rossa ricevono una chiamata di emergenza. Una bambina di 6 anni è intrappolata in un’auto sotto il fuoco di una sparatoria a Gaza e implora di essere soccorsa. Mentre cercano di mantenere il contatto con lei, fanno tutto il possibile per farle arrivare un’ambulanza. Il suo nome era Hind Rajab.

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THE VOICE OF HIND RAJAB

Nadim Cheikhrouha presenta

Una produzione Mime Films/Tanit Films

Scritto e diretto da Kaouther Ben Hania

Prodotto da Nadim Cheikhrouha, Odessa Rae, James Wilson

Cast:  Saja Kilani, Motaz Malhees Clara Khoury, Amer Hlehel

Direttore della fotografia: Juan Sarmiento G.
Montaggio: Qutaiba Barhamji, Maxime Mathis, Kaouther Ben Hania
Suono: Amal Attia, Elias Boughedir, Gwennolé LeBorgne, Marion Papinot, Lars Ginzel
Musica: Amine Bouhafa

Scenografia: Bassem Marzouk
Costumi: Khadija Zeggai

Prima assistente alla regia: Marie Fischer

Partner:

Film4 – MBC Studios – Stitching Giustra International Foundation – Watermelon Pictures – A.R.T – Utopia Studios – Amed Khan – The Rambourg Foundation – Jorie Graham – Malas Entertainment – Tunisian Ministry of Culture – Common Pictures – PFF Foundation –1888 Films – Cocoon Films – Stephanie & Erik Nadi Olson – Doha Film Institute – Willa – Jemima Khan – Geralyn Dreyfous

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