Smart City , la necessità di approfondire

Pubblicato il 28 Giugno 2015 in , da Attilio A. Romita

 

Smart City

Nello scorso ForumPA del mese di maggio l’argomento Smart City è stato al centro dell’interesse e tema per molti eventi tecnici, specialistici e politici.Cominciamo con un simpatico esperimento organizzato da Michele Vianello, ex vicesindaco di Venezia ed ora uno dei maggiori esperti italiani di Smart City.

Eravamo una ventina di professionisti e amministratori pubblici seduti intorno a un grande tavolo e davanti a noi avevamo alcune grandi scatole di Lego, i mattoncini usati per gioco da bambine e bambini. Vianello ci ha invitati, prima singolarmente e poi in piccoli gruppi, a realizzare con il Lego dei modelli che potevano illustrare la nostra idea di Smart City. Il risultato è stato sorprendente perché praticamente tutti hanno costruito insiemi di casette e giardini fioriti, cioè hanno interpretato il valore letterale della parola inglese Smart cioè carino e simpatico.

L’esperimento mi ha fatto capire che il concetto Smart City, del quale si parla da alcuni anni, è ancora molto nebuloso anche nella mente …degli addetti ai lavori.

Insieme al concetto di Smart City si parla di “IoT” (Internet of the Things – Internet delle Cose) o anche di IoE (Internet of Everything – Intenet dovunque) e queste parole terrorizzano prima che interessare perché sembrano far riferimento al Grande Fratello narrato in “1984” da Orwell.

Cercando su Internet ho trovato una definizione di Smart City in inglese e che vi traduco: “ è una città che usa le tecnologie digitali dell’informazione e comunicazione (ICT) per migliorare la qualità e la risposta dei servizi pubblici, per ridurre i costi e il consumo di risorse coinvolgendo attivamente tutti i cittadini.”.

Proverò a fare qualche esempio per meglio raccontare questa definizione, ma, prima di tutto, voglio fare un discorso generale contro l’idea “Grande Fratello”. E’ ovvio che l’acquisizione di informazioni sui nostri comportamenti possono configurarsi come una violazione della nostra privacy, ma un eccesso di difesa della nostra privacy ci “isola dal contesto” e nella Smart City devono essere coinvolti “attivamente tutti i cittadini”.Ed ora gli esempi. Già da anni le nostre abitazioni sono dotate di contatori del consumo di energia cosiddetti intelligenti, cioè capaci di registrare esattamente l’andamento dei consumi nell’arco della giornata. Lo studio dei consumi registrati permette di fornire suggerimenti per es sulle fasce orarie di il risparmio economico che permettono un miglior livellamento della produzione e dell’uso dell’energia. Come dicono gli esperti una soluzione win-win cioè vincente, in questo caso, per produttori e consumatori. Chiaramente la conoscenza di come usiamo l’energia potrebbe essere una violazione della privacy, ma d’altra parte questa piccola perdita porta vantaggi economici e poi, per estremizzare, un consumo abnorme potrebbe far scattare una segnalazione ed un controllo di sicurezza.

A chi volesse approfondire l’argomento suggeriamo anche la visione in streaming delle puntate trasmesse di recente da Marco Gatti su Reteconomy, nella trasmissione che si chiama, per l’appunto, Smart City. Dalla nuova mobilità, alla divisione degli spazi, allo smart work, insomma, gli approfondimenti non mancano. Le esperienze del nostro Attilio A. Romita si dilatano ad ampio spettro nei mille rivolti di una Smart City che è città non solo gradevole e accogliente, ma capace di funzionalità ed efficienza a 360°. Senza dimenticare naturalmente, la qualità di vita. Senior compresi.

http://www.reteconomy.it/programmi/smart-city/2015/giugno/25-smart-city/integrale.aspx

http://www.reteconomy.it/programmi/smart-city/2015/giugno/18-italiani-creatori-di-smart-city/integrale.aspx

http://www.reteconomy.it/programmi/smart-city/2015/giugno/11-connected-and-autonomous-car/integrale.aspx