Al Teatro Quirino “Borges Piazzolla” con Albertazzi

Pubblicato il 10 Ottobre 2015 in , da Attilio A. Romita

Lo spettacolo di ieri sera al Teatro Quirino mi piace definirlo un Concerto per due voci ed Orchestra su temi di Borges e Piazzolla.

Giorgio Albertazzi, in una intervista prima dello spettacolo, ha così dichiarato : “Mi sento molto vicino alla poesia intellettuale di Borges, e con il sommo autore argentino ho intrattenuto una intensa corrispondenza; anche Borges e Piazzolla hanno scritto un testo a quattro mani, che fra poco potrete apprezzare; credo poi sia notoria la reciproca sintonia artistica e in ambito personale con Mariangela e tutte queste profonde interazioni, son certo, emergeranno da questo nostro spettacolo suadente e straniante, come le atmosfere nelle milonghe di Buenos Aires“.

E’ difficile raccontare più chiaramente lo spettacolo che si articola in un continuo alternarsi di protagonisti che si alleano per far emergere il mattatore della singola azione scenica.

Unknown-2Giorgio Albertazzi di volta in volta presta la voce, usata come uno strumento musicale, al Narratore, a Borges e a Piazzolla ed è questi personaggi quando dichiara “…da Jorge Luis Borges alias Giorgio”.

Mariangela d’Abbraccio riempie il teatro di canto quando interpreta le canzoni che sono accompagnamento ai testi di Borges e Piazzola. Ed è giusto usare la parola “interpreta” quando alla bravura canora si unisce la capacità artistica di una attrice che si è cimentata con successo in tante opere teatrali.

Insieme a loro cinque musicisti: al pianoforte Fabrizio Siciliano, alla fisarmonica Gianluca Casadei, alla chitarra Luca Pirozzi, al violino Alessandro Golini e al contrabbasso Raffaele Toninelli. Con la loro musica accompagnano perfettamente i due attori, ma si fanno anch’essi protagonisti quando interpretano le melodie legate al mondo del tango originale.

E’ difficile raccontare uno spettacolo che è un continuo di parole e musica che si alternano, si accompagnano, si contrappongono e si supportano, ma sempre con misura e rispetto reciproco: sette mattatori in scena che si tengono a braccetto.

A fine spettacolo lunghissimi applausi convinti da parte del folto pubblico che riempiva il teatro e …regalo finale da parte di Albertazzi “…E io che me la portai al fiume , credendo che fosse ragazza, invece aveva marito….” di Garcia Lorca.

Interessante ascoltare le voci del pubblico in uscita dal teatro: solo commenti entusiastici sulla ben nota vitalità di Albertazzi, sulle capacità canore della d’Abbraccio, sulla bravura dei musicisti e sulla capacità del regista Francesco Tavassi a guidare tanti protagonisti.

Lo spettacolo è arrivato a Roma dopo una lunga serie di successi e, se capita nella vostra città, vale la pena di vederlo.